Come percorrere la via tantrica?

Come percorrere la via tantrica?

Seguire la via tantrica spirituale vuol dire fare le cose con amore o include una pratica?

Emanuele: Buongiorno Elmar. Leggendo i tuoi libri, ho capito che una via spirituale si intraprende partendo dal cuore. Ciò vuol dire semplicemente fare le cose con amore o si allude a una pratica? Espandere la consapevolezza è una cosa che accade da sola facendo gli esercizi o bisogna assumere qualche atteggiamento particolare?

Elmar: Buongiorno Emanuele. Partire dal cuore vuol dire tutte e due le cose: fare le cose con amore e anche fare certe pratiche. Lo stesso vale per l’espansione della consapevolezza: in parte accade da sola, per un’altra parte bisogna fare degli esercizi e avere un qualche atteggiamento.
Nella letteratura spirituale si trovano entrambi gli approcci: ci sono maestri che consigliano di non fare niente e di aprirsi soltanto a quello che c’è e ci sono altri che consegnano una serie di esercizi da fare. Entrambi hanno ragione. L’arte sta nel riconoscere quando utilizzare il primo e quando il secondo approccio, e di non confondere i due.
In generale si può dire che il primo approccio è quello giusto quando la crescita avviene da sola, quando c’è amore, quando la consapevolezza si sta già espandendo. Il secondo invece è da adottare quando la vita si ferma, quando ci si ritrova spesso nella solita routine, quando si è in conflitto con se stessi. In queste fasi di resistenza il “lasciar fluire la vita” non serve a nulla, perché perpetuerebbe soltanto la resistenza.

Ho letto un vostro libro. Qual è il prossimo passo?

Piero: proprio oggi ho finito di leggere il libro Tantra. La via dell’estasi sessuale, l’ho divorato in due giorni e due notti. Mi ha confermato ancor di più la decisione di vivere questa esperienza. Però mi sono posto alcune domande che rivolgo adesso a voi:

  1. Dopo aver letto il libro, qual’ è il prossimo passo di avvicinamento al tantra?
  2.  Nel libro è descritto tutto quanto concerne il tantra o c’è dell’altro da aggiungere?
  3.  Ci sono controindicazioni al tantra?

Michaela: Caro Piero, ci sono molti modi di avvicinamento a una via spirituale e condivido il parere di un nostro maestro tibetano che dice: se un certo metodo ti affascina e hai la sensazione che ti potrebbe portare a delle scoperte, non importa come inizi, ma che inizi a praticarlo.

  1. Il prossimo passo dipende molto dal tuo personale modo di procedere: puoi mettere in pratica le meditazioni e gli esercizi descritti nei libri in modo sistematico, puoi fare soltanto quelli che ti piacciono, puoi partecipare a un corso introduttivo per valutare poi se e come proseguire, puoi venire a un corso che ti sembra più adatto per i tuoi sviluppi attuali, puoi meditare da solo o con una tua compagna. Da millenni il tantra è una strada molto libera, non segue degli schemi rigidi, ma offre molti strumenti e poi lascia scegliere ognuno ciò che gli è più consono.
  2. Solitamente i nostri clienti ci dicono che nei corsi l’esperienza è più intensa, rispetto al farla a casa seguendo un testo. Nel libro non è descritto tutto, un libro si rivolge a 50.000 lettori e perciò deve essere schematico, nella pratica del tantra l’esperienza diventa molto personale, molto individuale, con variazioni e sfumature che vedremo poi quando c’incontreremo.
  3. Penso che il tantra, come lo insegniamo noi, sia controindicato a persone che non si vogliono mettere in gioco e a persone che non amano l’erotismo. Altro non mi viene in mente. Buon inizio!

Qual è il percorso per apprendere il tantra nella sua completezza?

Delfino: Qual è il percorso formativo consigliato per potere apprendere e vivere il tantra nella sua completezza?

Elmar: Caro Delfino, se leggi i testi tantrici parlano di 10, 20 o 30 anni di pratica fino ad arrivare al suo fine ultimo, l’illuminazione. Se vuoi vivere il tantra nella sua completezza, non è come un corso di formazione professionale dove dopo 3 anni esci con un diploma e dici: ora sono… Che cosa sei in fondo?
Ora noi non siamo illuminati, perciò non ti possiamo accompagnare fin lì, ti possiamo invece condurre lungo il tratto iniziale di questa strada. Prima di intraprendere un vero e proprio percorso come il nostro training che comunque dura i suoi 51 giorni (e notti!), ti consiglio di iniziare con un corso introduttivo come Ardore nel cuore per verificare che il tantra ti piaccia anche nella pratica quanto ti sta piacendo nell’idea. Questo corso oltre a essere un’esperienza completa in se costituisce anche il primo modulo del training, una serie di corsi che gradualmente ti porteranno sempre più nel profondo.


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Cosa mi succede mentre medito?

Cosa mi succede mentre medito?

Dopo una settimana di meditazione sono crollata

Morena: Cari Elmar e Michaela, sono uscita dalla bolla meravigliosa che abbiamo creato per una settimana durante il corso “Spazi di meditazione” e tornata al mondo, il mio rientro è stato veramente davvero difficile. Una settimana lontana dal mondo, in un ambiente di accettazione e silenzio, con persone positive e con serenità, è stato il posto che mi ha permesso di tornare nella mia vera me, nell’essenza delle cose. Lì dove tutto è bello tranquillo e sereno … (Esagero? Forse, ma è come mi sento).
Facendo il medico, avevo portato con me tristezza e morte (tanta durante la terza ondata del Covid-19). La morte di chi assisto ogni giorno e la morte di un caro amico proprio il giorno prima del corso! Il mio lavoro logorante che, con tutte le difese che ho comunque alzato negli anni, mi crea ancora un grande sconvolgimento nell’anima.
E non è per la morte come evento ultimo di una vita, ma è la sofferenza altrui che è difficile da gestire, di colui che va e di quelli che restano.
La mia vita privata piena di pensieri: una madre anziana e malata che vive da sola e tanto lontana, un nipote orfano (figlio di mio fratello che non c’è più) problematico e con un mondo attorno molto poco comprensivo nei suoi confronti, un fratello che non sapendo gestire la sua frustrazione e tristezza comincia ad avere problemi con l’alcool, una vita che ho sempre vissuto da sola perché è il miglior modo, o forse l’unico, che conosco per viverla e in cui difficilmente permetto agli altri di entrare. E, come disse Elmar, ancora non ho imparato né a chiedere, né a prendere. Ci provo però e sto anche migliorando.
Sono rientrata nel mio mondo e le faccende mi sono cadute addosso. Pensavo di poter rimanere ancora un po’ nella mia “bolla”, ma niente di più errato. Ho preso l’influenza e mi sono ritrovata in uno stato di depressione profonda, pensieri cupi, sogni vividi violenti intensi mi hanno portato a uno stato di malessere interiore che non comprendo. Avevo pensieri talmente cupi da farmi pensare veramente di essere scivolata in una depressione maggiore dalla quale si potrebbe uscire solo con l’ausilio dei farmaci e vi assicuro che non ho mai pensato che avrei preso in considerazione una cosa simile. Un po’ perché da medico (definizione: mammifero appartenente alla categoria dei primati che considera che avendo studiato e imparato i malesseri corporali riesce anche a scansarli come per magia) non ammetto di averne bisogno, ma soprattutto perché non ne avevo mai sentito il bisogno. Certo ci sono stati periodi molto difficili di profonda tristezza, ma la depressione è un altra cosa. Ed era quello che ho sentito in quei 3 giorni: un buio profondo dove era scivolata l’anima, dove la luce non arrivava e da dove non riuscivo a uscire.
Sono cresciuta in una famiglia cattolica molto credente e praticante e fin dalla tenera età sono stata molto vicina al divino, a tutto ciò che è più e oltre tutti noi e la morte non l’ho mai considerata una fine e di conseguenza non ho mai avuto particolarmente paura di essa. La mia convinzione era che tutto ciò che si trova oltre quella porta non è peggio, anzi è meglio di tutto ciò che è qui. Ma in quei giorni questa mia certezza è vacillata e una paura profonda mi aveva invaso l’anima, accompagnata da sensi di colpa e solitudine.
La mia vita non è stata una passeggiata fino ad ora, ho dovuto combattere e spesso l’ho fatto da sola. Non sono mai stata una persona abbattuta o lamentosa. Tutt’altro, ho sempre cercato di vedere il lato positivo delle cose, anche quando era veramente difficile. Il mio ex e qualche amico mi hanno pure rinfacciato di essere troppo positiva e allegra.
Ma questi ultimi momenti vissuti erano un po’ troppo. E’ possibile che in questi giorni felici vissuti con tutti voi si è attivato qualcosa di sconosciuto dentro di me?
Spero di non avervi tediato troppo con la mia lunga lettera. Ooops!!!
Vi abbraccio con affetto, Morena

Michaela: Carissima Morena, grazie della tua lettera. La situazione buia nella quale ti trovavi, è senz’altro molto sconcertante per te, perché inaspettata e violenta. In genere quando entriamo in un divario di sensazione spiacevoli, non spiegabili, apparentemente senza causa, sono coinvolti talmente tanti fattori che è difficile decifrarli od ordinarli. Questo lascia una sensazione di impotenza e di essere in balia agli eventi.
Dunque prendiamo per prima in esame alcuni fattori noti:

  1. Hai passato un periodo di lavoro molto stressante con tematiche magari non del tutto digerite. Due anni, nei quali l’anima riceve poco sostegno, anzi deve dare sostegno agli altri. Non per agency, ma per vocazione. Due anni senza vacanze. Due anni con tanti episodi non elaborati, per esempio: il rapporto con colleghi, i cambiamenti improvvisi di struttura e/o contenuti.
  2. Hai alle spalle un periodo famigliare travagliato e segnato di morte; dunque con tematiche che riguardano il lasciar andare, l’addio e la perdita di persone care. Un periodo nel quale anche il sistema famigliare non dà sostegno ma si trova in una fase di riorganizzazione che riguarda tutti coloro che sono rimasti. Dunque un cambiamento che non è stato scelto da nessuno. Potrebbe essere segnato dal sentirsi vittima degli eventi e questo sentimento potrebbe farsi strada tra tutti i coinvolti all’interno della famiglia.
  3. Un amico che muore significa un addio per sempre e lascia un strascico di lacrime, pensieri di tutti i tipi, ricordi del vissuto comune. Soltanto per questo servirebbe un rituale sull’addio come quello che abbiamo fatto durante la “Porta della beatitudine”.
  4. Inoltre in questi ultimi anni non c’era tempo per le tue tematiche personali che di conseguenza si sono accumulate e si sono fatte più pressanti: come sto io, dove sto andando, cosa mi fa piacere, quale prospettive ho per il futuro?
    Come vedi ho elencato solo quanto hai scritto, ma mi immagino che queste tematiche si intrecciano con il dialogo interiore e formano un aggrumolo di pensieri che, come un filo di lana, fa gomitolo su se stesso.

Vorrei chiarire una cosa: la depressione maggiore, lo sai meglio di me, secondo il DSM5 viene diagnosticata solo quando si presenta almeno per due settimane di continuo e si ripete nell’arco di sei mesi per almeno tre volte. Dunque non è il tuo caso!
Perciò la chiamerei diversamente, perché è apparsa dopo il corso di meditazione durante il quale hai vissuto, anche grazie al gruppo, una vita più luminosa. Mi posso immaginare che, nel contrasto, il buio appare ancora più buio. E’ un fenomeno che si incontra quando ci si avvia verso una via meditativa: tutto diventa più intenso, nel bene come nel male. Dunque ciò che chiami depressione, la chiamerei apparizione dell’ombra, che infatti è l’argomento del prossimo corso.
Cosa fare nel frattempo? Innanzitutto cercare di districare gli argomenti ed elaborarne uno alla volta per bene, differenziare bene tra lavoro, famiglia, amicizie, stare da sola, percorso spirituale.
Poi se c’è qualcosa che vuoi elaborare in particolar modo, siamo disponibili. Ci puoi chiamare.
Un abbraccio forte, Michaela

Elmar: Cara Morena, come vedi, Michaela mi ha anticipato nella risposta. Posso soltanto aggiungere alcuni punti:

  1. Prima di tutto non ci hai annoiato o tediato con la tua lettera. Sai che non amo le persone prolisse che si dilungano per il piacere di sentirsi parlare, ma la tua lettera era intensa e sincera dalla prima fino all’ultima riga.
  2. Ripeto quanto detto dalla mia carissima moglie: non hai una depressione. Una persona depressa (secondo i canoni clinici) non riuscirebbe a scrivere quella frase autoironica sui “mammiferi, primati che credono di …”, ho riso di cuore.
  3. La meditazione non ha la funzione di farci stare meglio, ma rende la vita più consapevole e di conseguenza più intensa. Perciò anche la sofferenza diventa più intensa. Lo confermano i mistici che hanno meditato tanto, come Santa Caterina di Siena, Santa Teresa d’Avila, Santa Gemma di Lucca, Meister Eckhardt, Milarepa, per citarene soltanto alcune/i. Con la meditazione la luce della consapevolezza diventa così acuta, che nel contrasto le ombre sembrano più scure; proprio come avviene con la luce fisica.
  4. Se hai preso questa settimana come una specie di vacanza dalla tua quotidianità burrascosa, dopo ti ritrovi nella stessa, ma hai in memoria la pace del tempo passato prima. Ti posso solo dire che conosco bene questo processo: c’è chi si trova nell’inferno durante la meditazione e nel paradiso le settimane dopo (come è successo a me varie volte), chi si trova nel paradiso durante la meditazione e nell’inferno dopo (come è successo a te), chi vive in un continuo purgatorio. Alla fine conosciamo comunque tutti e tre i reami.
  5. Shunryu Suzuki dice: “Se ti sembra di aver meditato male, perché durante o dopo hai sentito tante sofferenze, vuol dire che hai meditato bene”.

Medito da due settimane e succede di tutto

Marta: Ho provato la meditazione Chakra-breathing per due settimane e dopo un iniziale benessere, negli ultimi giorni ho riscontrato altri effetti: mi si concentra tutta l’energia nella testa, mentre sento la pancia tesa e il petto talmente stretto che talvolta mi pare che non ci entri più di aria. Raramente ho avuto fantasie erotiche in vita mia, ma ora mi arrivano addirittura nel sogno. Per lo più, mentre sogno, qualche volta so che sto sognando. Come culmine degli stravolgimenti ieri, durante la meditazione, ho visto un occhio sulla parete bianca che era così chiaro e preciso che non potevo fare finta che non ci fosse, allora mi sono detta “Marta ora incontri i ciclopi”. Cosa sta succedendo, cosa significa?

Elmar: Cara Marta, significa che stai meditando bene, significa che sta aumentando il tuo livello energetico che ti rende più consapevole della tua condizione. Da come mi ricordo, eri sempre una persona molto mentale, ora questo non soltanto lo sai, ma lo senti anche in ogni fibra del tuo corpo: la testa piena, pancia e petto stretti. Continua pure con la meditazione e con il passare dei mesi la carica energetica dovrebbe distribuirsi in modo più equo nel tuo corpo. Rimani anche cosciente durante la discesa dal 7° al 1° chakra, ti aiuta nel portare l’energia in basso, distribuendo la troppa concentrazione nella testa, il primo segnale di questo processo è l’aumento dei sogni erotici. Se poi sogni anche consciamente, benissimo, nel Tantra ci sono delle pratiche proprio per diventare coscienti durante il sogno, allora anche la notte ti appartiene e la vita diventa più ricca e intensa. Non ti preoccupare dell’occhio o altre possibili visioni, non significa che stai impazzendo, ma che inizi a pescare informazioni dal bacino archetipico, prima o poi succede a tutti coloro che meditano intensamente. Ma non ti stupire se un bel giorno queste immagini scompariranno di nuovo per lasciare il posto ad altre esperienze.

Medito da alcuni anni e mi sono venuti dei dubbi...

Michele: Ho tre domande sulla meditazione:

      1. Da circa tre anni faccio questa pratica con una buona costanza: un quarto d’ora di hata-yoga, due turni della chakra-breathing, poi meditazione silenziosa. Per come mi sento durante il giorno, non la smetterei mai. Mi rendo conto che durante il silenzio ho una connessione con me stesso e uno sguardo interno, decisamente superiore. Mi sono accorto di essere quasi dipendente da questa meditazione: se non la faccio, non mi sento bene e non mi accetto. Volevo chiederti come faccio a sapere che è arrivato il momento di cambiare meditazione? So che tu, Elmar, l’hai fatta per sette anni.
      2. Inoltre, quando mi metto in silenzio talvolta convergo l’attenzione al centro della fronte, poi nel corpo, e lascio fluire il respiro com’è, ed è spesso breve/corto, però dopo poco succede qualcosa che non riesco ancora a descrivere con chiarezza: è piacevole e comunque si alza decisamente la temperatura corporea. E’ un po’ però che non mi succede più spesso. Comunque è corretto?
      3. Altro dubbio: noto che in certi giorni sono estremamente connesso, succede però che senza un motivo apparente, la sera mi addormento e il giorno dopo mi sento completamente disconnesso. Allora mi chiedo: la vita è come una grande onda che a momenti ti porta in alto e poi ti porta in basso come un naturale fluire? La differenza sta nel resistere a questo evento o nel lasciarsi andare su e giù con il flusso naturale? E’ possibile essere connessi in modo quasi naturale?

 

Elmar: Ciao Michele, questa volta hai accumulato un bel po’ di domande, come appunto succede, quando si medita molto.

  1. Se la chakra-breathing ti fa tanto bene, forse non la smetterai mai. Perché dovresti? Per te, che tendi ad avere un respiro piatto e contratto, forse è l’unica occasione per respirare in modo pieno nell’arco della giornata? Potresti sentire meno bisogno, quando il tuo respiro ordinario aumenterà. Sui periodi di fare meditazioni non do consigli, perché è una questione molto personale. Conosco persone che fanno una certa meditazione ogni tanto per qualche mese, altri che la fanno tutti i giorni per diversi anni. E’ l’esperienza meditativa stessa a indicarti quanto va bene per te.
  2. Se convergi l’attenzione al centro della fronte, l’energia sale in alto e ha gli effetti descritti. In quel caso non sei più nel silenzio del non-fare, perché fai qualcosa: ti concentri su un punto preciso. Appena fai qualcosa, induci uno stato e il risultato sarà creato da te. Non è né corretto, né scorretto, dipende da dove vuoi arrivare: a un altro stato duale o all’essere unito con il Tutto (non-duale).
  3. Se la vita è una grande onda, perché resistere? Perchè non abbandonarsi agli alti e ai bassi, ai momenti di connessione e di disconnessione? Sapendo che l’onda dopo ogni disconnessione mi porta di nuovo alla connessione, perché impegnarsi a connettersi? Sarebbe sufficiente aspettare la prossima onda.

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Punto G: curiosità e difficoltà

Punto G: curiosità e difficoltà

Come mai trovare il punto G è difficile?

Deborah: Ho tentato varie volte di trovare il punto G, alcune da sola, altre volte con l’aiuto di mio marito, eppure non lo trovo. Perché è talmente difficile?

Michaela: Cara Deborah, non e per tutte le donne è difficile trovarlo, ma per chi non lo trova, di solito ci sono due ragioni: la prima è che non si trova, come si legge spesso, a 5 cm dall’entrata vaginale, ma può essere a una profondità diversa. Alcune donne lo hanno immediatamente dietro l’osso pubico, altre lo hanno più internamente, quasi vicino al collo dell’utero.
La seconda ragione è che il tocco al punto G e la sua stimolazione non sono sempre e subito piacevoli: per molte donne sono addirittura fastidiosi, perciò involontariamente fanno dei movimenti per evitarne il contatto, oppure pensano di non esserci arrivate perché non provano piacere. Nel capitolo 3 del libro Il punto G. La ricerca iniziatica del piacere sessuale
trovi dei racconti di alcune donne che descrivono come inconsciamente si difendono dal essere toccate, pur volendo trovare il punto G e provare piacere.

Posso sperimentare il punto G da sola?

Graziella: Ho 41 anni, sono sposata, ma ho una relazione extraconiugale con un uomo più giovane di me di cui sono innamorata. Non ho particolari problemi con mio marito, ma con l’amante sono molto più coinvolta sessualmente, cosa che finora non mi era mai successa. L’unica cosa è che abbiamo poco tempo da dedicarci, visto che anche lui ha famiglia. Ho letto il vostro libro Il punto G. La ricerca iniziatica del piacere sessuale e mi sembra di capire che avere tempo è un elemento essenziale per questa esplorazione. C’è una soluzione a questo, oppure posso provare a sperimentare da sola? Dal libro non sono riuscita a capire bene questa seconda ipotesi.

Michaela: Cara Graziella, se hai poco tempo con l’amante, puoi farlo con lui in modo più veloce: mezz’ora o un’ora anziché le tre ore proposte, oppure esplorare il punto G con calma insieme al marito. Se vuoi sperimentare da sola, ti consiglio di provare prima se ci arrivi con uno o due dita. Non tutte le donne ci arrivano. Oppure usa un vibratore piegato (per punto G) che abbia una lunghezza di circa cinque cm tra la curva e la punta. Ci sono anche vibratori con due cm tra la punta e la curva, ma questi non riescono a stimolarlo abbastanza. Se il tuo punto G fosse poco sensibile al piacere, trovi a pagina 140 di Il punto G. La ricerca iniziatica del piacere sessuale
un “programma” che comunque devi fare da sola per svegliare il punto G e per sperimentare la gamma di piacere che ti offre. Se incontrassi dei problemi, mi puoi chiamare al telefono.

Il piacere al punto G è come quello del clitoride?

Laura: Ho due domande riferite al punto G: Il piacere che dà è uguale al piacere che si prova stimolando il clitoride o è diverso? Ci sono particolari posizioni da mantenere per trovarlo?

Michaela: Cara Laura, il piacere del punto G non è uguale a quello del clitoride. La maggior parte delle donne raccontano che il piacere del punto G è diffuso, inondante e interno, mentre il piacere del clitoride è più concentrato, acuto e esplosivo.
Nel capitolo 4 del libro Il punto G. La ricerca iniziatica del piacere sessuale trovi un’esauriente descrizione di questi due tipi di piacere e della loro differenza. Anche sulle posizioni non c’è un accordo, ma dipende dalla localizzazione del punto G all’interno della vagina. Se è situato subito dietro l’ingresso, il pene dell’uomo lo tocca in un angolo molto rivolto verso l’alto, se è più all’interno, serve un angolo più piatto. Per la maggior parte delle donne, le posizioni più favorevoli sono quelle da dietro o come si dice comunemente “alla pecorina” e poi la posizione della forbice. In entrambe le posizioni la donna può regolare l’angolatura ruotando il bacino un po’ in avanti o indietro, mentre l’uomo può posizionarsi nell’angolo giusto rispetto alla donna, senza che ciò diventi faticoso per lui.


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Punto G: cos’è e come trovarlo

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Vorrei sapere tutto sul punto G

Corinna: Dopo vari tentativi ho finalmente trovato il punto G: è stato bellissimo. Essere toccata lì è molto diverso da quello che provo quando mi masturbo o quando vengo penetrata dal mio ragazzo.
Sono una persona curiosa e vorrei sapere tutto sul punto G. Ho sfogliato diversi siti internet, ma più o meno dicono tutti la stessa cosa. Quelli italiani spesso sono superficiali, in quelli inglesi, invece, ho trovato delle spiegazioni interessanti. Esiste un libro approfondito sul tema, possibilmente in italiano?

Michaela: Sì, Corinna, ti sei rivolta alla persona giusta. Insieme a mio marito Elmar ho condotto una ricerca su 180 donne che venivano stimolate al punto G. Descriviamo in modo approfondito le loro sensazioni, le emozioni personali, le difficoltà come i piaceri nel libro Il punto G. La ricerca iniziatica del piacere sessuale
edito da Sperling & Kupfer.

Mi interessa il punto G

Roberto: Ho visto un sito americano sul punto G. Insegnate anche voi la tecnica per stimolarlo? Perchè vorrei portare la donna all’eiaculazione. Vorrei riuscire a farla venire. Grazie.

Michaela: Si, insegniamo sia a trovarlo che a stimolarlo, ma soprattutto, a integrare nel proprio vissuto tutte le diverse sensazioni e gli stati d’animo che accompagnano questa esplorazione. Al contrario degli istituti americani che spesso lo insegnano in una sola sessione, durante il nostro corso La sessualità consapevole dedichiamo molto più tempo alla scoperta del punto G, perché la sua stimolazione somiglia meno a una “tecnica sessuale”, ma a un calarsi nel fondo dell’anima femminile.
Trovi informazioni molto dettagliate sul punto G nel nostro libro Il punto G. La ricerca iniziatica del piacere sessuale.

il punto G dà anche piacere spirituale?

Gianna: Buongiorno, ho dato un’occhiata al vostro sito e ho visto le domande sul punto G, così ho deciso di scrivervi. Mi sono sempre interessata a questo argomento, so dell’esistenza del punto G ma purtroppo non ho ancora avuto l’occasione di trovarlo. Sapete, ci vorrebbe anche il partner giusto! Comunque vorrei sapere: la scoperta del punto G dà solo piacere fisico o si raggiunge anche un piacere spirituale?

Michaela: Cara Gianna, il miglior modo per saperlo è quello di provare. Non è identico per tutte le donne. Alcune conoscono il punto G da sentito dire, ma se ne fregano, stanno bene così e non vogliono scoprire qualcos’altro della loro sessualità. Altre si stimolano o si lasciano stimolare al punto G, perché da loro un appagamento fisico più completo. Altre ancora amano una lunga stimolazione del punto G, perché le porta in stati di coscienza simili a quelli che si raggiungono con la meditazione o con alcune droghe allucinogene. In breve: puoi usare il punto G in un percorso spirituale, ma non devi. Ti auguro dei bei momenti!


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Relazione di coppia e difficoltà

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La mia ragazza è difficile, ingrata e cambia spesso idea

Stefano: Ho 31 anni e vivo a Treviso, di carattere sono molto sensibile, apprensivo e teso. Visto che nessuno da un anno riesce a risolvere il mio problema, vi chiedo cortesemente di leggere la mia lunga lettera.
Un anno fa sono tornato assieme alla mia ex ragazza che nella precedente separazione mi ha fatto soffrire in maniera indescrivibile. Questa ragazza è molto instabile e continua a creare nella mia vita continui cambiamenti, sconvolgimenti e situazioni stressanti. Proprio per questo i miei genitori hanno creato una condizione ancora più stressante, poiché lei voleva che andassimo a vivere insieme, perché con i suoi non ne poteva più. Io, per non perderla, ho preso la difficilissima decisione di andare a vivere con lei, facendo soffrire incredibilmente i miei genitori, ai quali tengo moltissimo. Siamo andati a vivere assieme dopo un trasloco faticoso e infinite discussioni coi miei genitori, ristrettezze economiche, perdita di molti amici. In seguito ho cominciato ad avere problemi di lavoro, poiché il nuovo direttore non mi coinvolgeva nella vita aziendale e ho cominciato a sentirmi profondamente escluso.
Speravo che la mia ragazza cogliesse quest’occasione per vivere una nuova vita di fianco ad una persona che la amava tantissimo.…, ma così non è stato. Io ho sempre considerato particolarmente importante la vita sessuale all’interno della coppia e lei anche, ma da quando siamo andati a vivere assieme, ha cominciato a non aver più voglia di fare l’amore. Lei non manteneva le promesse che faceva e abbiamo cominciato a litigare spesso.
Poche settimane dopo durante un rapporto sessuale, al momento dell’eiaculazione ho avvertito un forte e pungente dolore alla base del pene che è proseguito anche nei giorni successivi. Dopo aver fatto molte visite specialistiche negative, reputo che il mio dolore cronico possa essere un problema psicosomatico. Non so veramente più cosa fare, sono stremato! Non ce n’è una che mi vada dritta in questo periodo!
Ora, ho lasciato questa ragazza da tre giorni poiché non ho sopportato l’ennesimo voltabandiera. Dopo avermi “strappato” dalla mia famiglia, vuole andare nuovamente a vivere da sola, ma io questa volta non l’ho voluta più seguire. Dopo tutti i sacrifici e le sofferenze affrontate per vivere con lei, giunto a un limite, l’ho lasciata.

Elmar: Io non sono un medico, ma se diversi specialisti non hanno trovato alcuna patologia organica, seguire la traccia psicosomatica può essere una buona pista, che però devi seguire con un medico specializzato in medicina psicosomatica. Per quanto riguarda i tuoi rapporti, noto che badi molto agli altri e cerchi di accontentare tutti: la ragazza, i genitori, l’azienda, finendo nell’inferno, perché ognuno vuole qualcosa da te.
La ricerca cambia nel momento in cui inizi a badare a te stesso, quando inizi a chiederti: cosa faccio per stare bene? Quali sono i miei obiettivi nel lavoro? Cosa mi soddisfa nella relazione intima? Cosa posso dare a una ragazza e cosa pretendo in cambio?
Il corso Comprendersi nel corpo è specifico su questi problemi, comprende tra l’altro anche un esercizio per rilassare la zona pelvica e il bacino. Le due cose, il “badare troppo agli altri” e il “fastidio nelle pelvi” sono più collegati di quanto pensi. Prenditi cura del tuo piacere!

I miei genitori sono contrari che io conviva con il mio fidanzato

Lidia: Sono una ragazza bolognese che da 2 anni si è trasferita ad Alessandria dove convivo con un uomo con cui ho un perfetto feeling. Mia madre è venuta qui poche volte, mio padre ha rifiutato l’idea di avermi lontana ed entrambi, nelle rare telefonate che mi fanno, mi punzecchiano. Molto spesso io mi sento in colpa e questo ha fatto di me uno straccio. Verso il mio compagno ho degli strani risentimenti, spesso non voglio avere rapporti sessuali nonostante mi soddisfi, mi privo d’ogni tipo d’amore e affetto, vedo tutto nero. Quando sono serena sono piacevole e simpatica, ma quando cado nella depressione più acuta, non mi va bene niente. Vorrei ritrovarmi e ritrovare il mio rapporto con lui. Il tantra potrebbe essere uno strumento per capire meglio?

Elmar: Cara Lidia, leggendo le tue righe, la connessione tra i due problemi (con i genitori e con il fidanzato) mi pare ovvia: quando i genitori sono contrari al tuo trasferimento volendoti trattenere con loro, tu rifletti questa situazione sulla tua relazione. Disturba la tua storia in modo proporzionale alla colpa che credi di avere per essere andata via. L’origine di questo senso di colpa è da capire un po’ meglio: in che modo ti senti legata ai genitori? Quale buco stai coprendo nella loro vita? Com’è il rapporto tra loro? In che modo rispondi ai loro bisogni dei quali, probabilmente, nessuno è cosciente?
Ti possiamo fornire degli strumenti per capire meglio i vari rapporti: il primo con te stessa, il secondo con i genitori, il terzo con il tuo compagno. Abbiamo un corso I mostri interiori, che tratta esattamente questa tematica. E’ un corso molto intenso, perciò se decidi di partecipare, è consigliabile per te aver fatto prima almeno uno dei corsi introduttivi.

La mia ragazza ha incontrato l’ex fidanzato. Ora non è più come prima.

Sebastiano: Da circa due mesi frequento una ragazza e tutto era meravigliosamente bello fino a lunedì, quando ha rincontrato il suo ex fidanzato per restituirsi i regali fatti tra di loro. Durante la conversazione mi ha raccontato che hanno pianto nostalgicamente gli eventi trascorsi insieme, e c’è scappato un bacio, anche se lei afferma che non sia stato passionale. Da due giorni tutto è cambiato, lei è confusa e vuole capire cosa prova per me e per lui. Com’ è possibile! Lei ha detto che è fortemente convinta dell’amore che prova per me, allora su cosa deve riflettere? Temo che sia un modo “soft” per “sbarazzarsi” di me, sento che tornerà con lui, altrimenti non avrebbe avuto la necessità di mettere in dubbio sentimenti così forti, come li prova nei miei confronti.
Mi ha chiesto due mesi di tempo per riflettere e io ho risposto “ok”. Come posso agire? Cerco di starle vicino senza aumentare la confusione? Allo stesso tempo convivo con la paura di perderla, perché quello che provo per lei è forte.

Elmar: Ciao Sebastiano, l’addio da una persona che si è amata, provoca sempre una grande quantità di emozioni, di nostalgia, di apprezzamenti su ciò che è stato, ecc. Tutti i sentimenti non vissuti, le domande non fatte, i temi inconclusi tornano a galla. Il fatto che durante lo scambio dei regali sia successo questo non è illogico, è naturale.
Per te non resta altro che attendere i suoi processi: lasciarla concludere la relazione con lui e aspettare finché sia di nuovo aperta a te. Meno interferisci tu, più alta sarà la probabilità che diventi veramente una sua decisione. Se le stai troppo addosso, rischi che non concluda l’addio con l’altro, ma che faccia un compromesso tra le esigenze proprie, le tue e quelle dell’ex. Puoi trovare molte informazioni su queste dinamiche dell’amore nel libro Tantra per due.


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Sesso trasgressivo, sesso anale e sesso orale

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Mi interessa il rito orgiastico

Franca: Ho potuto leggere il vostro libro edito dalla Mondadori Tantra per due, sarei interessata unitamente ad un’amica al tema del “rituale orgiastico” in quanto stiamo approfondendo la spiritualità dell’evento legata alla religione pre-cristiana dei Celti e che oggi tenta di rivivere con il Wicca. Poichè stiamo evolvendo in un percorso spirituale legato al culto della Signora, non ancora legato ad alcuna Coven, vorremmo conoscerne meglio anche l’aspetto energetico-sessuale che appare meglio focalizzato nel tantra. Ovviamente i rispettivi partner sono concordi nel proseguire il cammino descritto. Ritengo che la donna debba riprendere potere di quella magia insita nel proprio essere e che per secoli è stata negata e per la quale è stata perseguitata.

Michaela: Cara Franca, è bello sentire che donne coraggiose come tu e la tua amica intraprendete questo viaggio. Il rituale orgiastico annunciato nel libro dura 7 giorni e lo rifacciamo nel corso Cavalcare la tigre“, riprende il disegno e i principi di base di tanti rituali orgiastici conosciuti nell’antichità presso i Celti, i Greci, i Romani, gli Egizi. Ogni giorno si ripropone una sequenza di danza, catarsi, eros e meditazione, che di giorno in giorno aumenta di grado fino a toccarci l’anima proprio nel centro, sconvolgendo le strutture dell’ego.
Per la sua intensità sessuale ed energetica fa parte dei nostri corsi avanzati che sono riservati a chi ha fatto il training di tantra, come anche nei rituali antichi c’era bisogno di un percorso iniziatico per essere ammesso. Il punto chiave non è, come molti pensano, l’aspetto sessuale, (trovi delle piccole orge senza difficoltà in ogni club privé) ma l’intensità percepita nel corpo sottile, nei chakra e nell’aura, che rende necessaria tale preparazione. E’ una di quelle pratiche classiche del tantra dove il sesso e la meditazione si fondono per spazzare via gli attaccamenti e le strutture rigide nella mente e nel corpo.

La penetrazione anale è sbagliata?

Giorgio: Sono eterosessuale, ma mi piace anche la penetrazione anale. Naturalmente uso degli oggetti, devo ammettere che è una vera passione, mi sono sempre chiesto se é una cosa giusta o sbagliata, in poche parole: se ciò mi faccia bene o male.
Il mese scorso ho comprato per caso un libro sul tantra di Nik Douglas/Penny Slinger e ho letto che il sesso anale potrebbe invertire il flusso delle energie. Diciamo che mi sono spaventato e ho deciso di smettere, anche se mi manca. Ho fatto bene, ho fatto male?

Elmar: Il libro di Nik Douglas è un ottimo testo per farsi un’idea della tradizione del tantra, uno dei migliori testi storici illustrati sull’argomento, ma non è un testo critico: riporta le nozioni così come sono state tramandate da millenni. Ora, non tutto ciò che viene dall’India è buono in altri tempi e in altre culture, per esempio le credenze sul rapporto anale sono anacronistiche e superstiziose. Non lasciarti sconvolgere troppo dai testi: nei testi tantrici puoi trovare tutto e il contrario di tutto.
Nel nostro libro Trasgredire con amore trovi delle indicazioni sul rapporto anale e una testimonianza di una persona che ha provato una grande apertura nei sentimenti che lo ha portato ben oltre il piacere fisico.
Non c’è nulla di male se le correnti energetiche si invertono, il rapporto anale per te come uomo è un modo per sentirti penetrato e ti aiuta a capire come si sente una donna. Anche questa esperienza ha il suo valore. Fai ciò che ti fa piacere, fallo con consapevolezza e vai.

Come convincere mia moglie a fare sesso anale?

Toto: Sono sposato da più di due anni e contando gli anni di fidanzamento siamo a più di 11; tutto ciò nonostante la giovane età; infatti io ho quasi 29 anni e mia moglie 27. Sin dal fidanzamento ho avuto rapporti sessuali con la mia attuale moglie, ma solo dopo il matrimonio abbiamo amplessi completi (prima, le rarissime volte che facevamo l’amore, al massimo facevamo il coitus interruptus). Durante tutti gli anni di fidanzamento il grosso del nostro sesso era costituito dai rapporti orali sia in un senso, sia nell’altro. Anche dopo il matrimonio continuiamo ad averne, con estrema soddisfazione di entrambi, oltre a fare normalmente l’amore.
Il mio problema è che desidererei molto praticare il sesso anale. Mia moglie, nonostante qualche prova (andata male) si rifiuta di farlo dicendo che è innaturale e che le fa male. Da più di sei mesi, quindi, ho rinunciato a chiederglielo. Posso insistere e come posso convincerla a farlo visto che lei psicologicamente (e fisicamente) si blocca non appena glielo chiedo?
Un’altra cosa! Mi eccito molto quando mia moglie mi accarezza l’ano e qualche volta durante la passione ci siamo ritrovati a praticare vero e proprio sesso orale contemporaneamente in quella zona l’uno all’altra. In più, talvolta, mia moglie, prima di raggiungere l’orgasmo mentre facciamo l’amore (cosa che succede quasi sempre), mi accarezza ed accenna una penetrazione nel mio ano con il suo dito. Lei sa che questa cosa mi piace, ma non è il tipo di fare una cosa se non le và. Questo può essere un segnale che ho una speranza?

Elmar: Caro Toto, è un desiderio molto diffuso di voler provare, dopo anni di convivenza, delle pratiche sessuali nuove, spesso l’iniziativa parte dagli uomini e le donne li seguono oppure sono più restie come nel vostro caso, soltanto in una minoranza di coppie è il contrario.
Conosco diverse coppie, dove l’uomo ha chiesto per anni alla donna di fare sesso anale, finché lei finalmente l’ha fatto, talvolta più per soddisfare lui che per desiderio proprio. L’ano oltre ad essere una fonte di piacere è anche molto sensibile e la dilatazione inizialmente fa male. Soltanto una volta che ci si è abituati, il piacere prevale sul dolore. Inoltre l’ano è associato a pudore, timore di essere sporchi, e altri tabù che affiorano appena lo tocchi.
Secondo me puoi proseguire per due strade:
Invitare tua moglie a penetrare il tuo ano mentre fate l’amore, così fate entrambi confidenza con questa pratica. Lei fa l’esperienza di penetrarti e tu impari sulla tua pelle quale tipo di tocco fa bene e quale provoca fastidio. Oppure la puoi invitare a penetrarvi con il dito reciprocamente mentre fate l’amore orale. In ogni caso prima di introdurre il pene conviene iniziare con il dito che ha un diametro minore per abituare l’ano a essere dilatato. Dopo alcune volte puoi provare con due dita. Il principio da seguire è questo: più ci si rilassa nell’ano, meno fa male.
Ovviamente è utile un lubrificante: molta saliva, la secrezione della sua vagina oppure un gel vaginale. Dopo aver toccato l’ano non penetrare più con lo stesso dito la vagina per evitare che i batteri fecali possano infiammare la vagina che non ne ha difese.
Una seconda strada è quella di una trattativa. Chiedi a tua moglie se anche lei ha il desiderio di introdurre qualche novità nella vostra vita sessuale: per esempio un bel massaggio o 1/2 ora di carezze. E poi vi scambiate i favori in modo equo: io ti do qualcosa che desideri tu e tu fai qualcosa che desidero io.
Fammi sapere come è andato.

Toto: Gentilissimo Elmar, innanzitutto intendo ringraziarti per aver risposto in maniera così rapida
ed esauriente su quello che è un tema della mia vita sessuale che considero molto intimo e riservato.
A distanza di qualche giorno dall’invio della mia e-mail ho realizzato che è stata la prima volta che ho parlato di sesso in modo così esplicito ad una persona che non fosse mia moglie Susanna.
La cosa mi ha suscitato un misto di inquietudine e meraviglia che mi ha fatto riflettere molto riguardo a come vivo la sessualità e a come probabilmente avvertissi la necessità di affrontare la sessualità in modo più consapevole. Nei giorni a seguire, durante le vacanze di Natale, ho maturato, quindi, la convinzione di dover approfondire la conoscenza di me stesso e del mio corpo inteso quale strumento per toccare le vette dell’estasi sessuale. Al rientro da un breve giro in montagna, sono quindi andato in libreria per cercare qualcosa che potesse ispirarmi. Ho acquistato d’impeto un libro che solo dopo averlo iniziato a leggere, ho realizzato essere stato scritto da voi. Il testo in questione è Tantra per due. Ho letto con passione i primi due capitoli ed ho da poco iniziato il terzo. Trovo che sia proprio quello di cui avevo bisogno. Ho cercato di fare gli esercizi che proponete ma ho un problema: posso farli da solo, visto che Susanna è un po’, diciamo, scettica? E seppure io li possa fare da solo, come poi posso applicare quanto “studiato”? E come posso convincerla in maniera molto semplice che io credo nel “cammino” che voi proponete? Tanti saluti

Elmar: Caro Toto, mi pare che qualcosa si stia aprendo: una curiosità, il desiderio di parlare anche con altre persone degli aspetti intimi della tua vita, la voglia di sperimentare. E’ assai normale nelle coppie che nel momento che un partner fa dei passi verso un apertura, l’altro sia scettico (come Susanna), restio o vada in qualche modo cauto; non per frenare l’entusiasmo del primo ma per mantenere l’equilibrio nella coppia.
In questo senso puoi fare una proposta a Susanna lasciandole libera scelta di accettarla o no. Un buon esercizio in questa fase è quello di parlare a turno (che è anche descritto all’inizio del libro) 5 o 10 minuti ciascuno senza essere interrotto dal partner, dove ognuno parla liberamente di se, di come lui vive la relazione, della sua vita, dei suoi desideri o di come sta. senza iniziare subito con pratiche complicate. Poi, quando si è ristabilito un certo equilibrio tra la curiosità di provare nuove cose e di conservare le buone abitudini collaudare, potete anche spingervi un po’ più in là.
Un abbraccio a te e a tua moglie!

La mia ragazza rifiuta il sesso orale

Alessio: La mia ragazza a volte rifiuta il sesso orale, io invece trovo che sia una cosa molto piacevole, soprattutto come preliminare alla penetrazione. Alla mia ragazza purtroppo spesso non piace, né praticarlo né se è lei oggetto della cosa. Vi domando, è normale questo? E’ sbagliato o comunque spiacevole per una donna? Grazie

Elmar: Caro Alessio, purtroppo, o per fortuna, la “normalità” nel sesso ha una gamma molto vasta: ciò che sembra normale all’uno, per l’altro è inaccettabile, come nel vostro caso.
Penso che la soluzione non sia da trovare nel condannare le preferenze della tua ragazza (se non le piace, non le piace e basta) e non c’è nulla di giusto o sbagliato nel sesso, ma, se il sesso orale per te è molto importante, pensa ad una trattativa. Chiedi alla tua ragazza se anche lei ha il desiderio di cambiare qualcosa nella vostra vita sessuale: per esempio un bel massaggio oppure una penetrazione che dura più del solito… E poi vi scambiate i favori in modo equo: io ti do qualcosa che tu desideri e tu fai qualcosa che io desidero. Auguri!

Non so come stimolare il mio ragazzo oralmente

Stella: Non so come far raggiungere l’orgasmo al mio ragazzo attraverso la stimolazione orale. Ho paura di sbagliare qualcosa. Come devo fare?

Michaela: Cara Stella, se ti capisco bene stimoli il tuo ragazzo con la bocca e lui non arriva all’orgasmo, se lui arriva facilmente all’orgasmo penetrandoti nella vagina, forse è soltanto una questione di tecnica.
Il modo più veloce per risolverlo è di farti spiegare da lui come gli piace e come lo vuole avere. Chiedigli di darti delle informazioni precise: gli piace più con la lingua o con le labbra? Quanta pressione vuole? Quale ritmo e che velocità desidera? Gli piace essere toccato simultaneamente dalle tue mani? Come e dove? Chiedigli come devi tenere i denti per non toccare il glande, ecc. Lui è l’unica fonte di informazioni giuste, non esiste una ricetta unica, a ogni uomo piace in maniera diversa.


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Eiaculazione precoce

Eiaculazione precoce

Sono molto emozionato e vengo presto

Alessandro: Salve, vi scrivo perché ho un problema a livello sessuale che sta compromettendo il rapporto che ho con la mia compagna. Il problema è che la durata dei miei rapporti è parecchio limitata e questo credo per via del fatto che non riesco a controllare le emozioni al momento dell’atto. Ho sentito parlare di meditazioni che rendono possibile il miglioramento della vita sessuale agendo sul controllo delle emozioni. Vi chiedo di mandarmi qualche documentazione sull’argomento, anche perché se non risolvo a breve questo problema, rischio di perdere una storia per me molto importante. Spero in un vostro aiuto. Grazie mille.

Elmar: Caro Alessandro. Trovi un capitolo sul tuo problema nel nostro libro Tantra per due edito da Mondadori. Più che meditazioni, sono delle modifiche del movimento e del respiro durante l’atto sessuale (le meditazioni vengono dopo, quando la sessualità è abbastanza soddisfacente). Se vuoi risolverlo ti possiamo offrire 2 opzioni:
Se vuoi veramente cambiare le cose, abbiamo anche un programma che dura circa 3-5 mesi composto da 2-3 corsi più esercizi a casa.
Intanto mi puoi anticipare alcune informazioni:
– Hai attualmente una relazione stabile con una donna? Se si, quante volte fate l’amore?
– Quanto tempo passa fra penetrazione e eiaculazione?
– E’ sempre stato così, o è apparso con la tua attuale compagna?
– E masturbare? Con che frequenza ti masturbi? Vieni velocemente anche nella masturbazione?

Alessandro: Salve, ecco le risposte:
– Attualmente ho una relazione da qualche mese con questa ragazza e anche se non la definisco stabile, ci tengo molto. Lei è spesso fuori per lavoro, ma quando c’è, lo facciamo 2 – 3 volte alla settimana.
– Tra penetrazione e eiaculazione passano circa 1-2 minuti.
– E’ successo con lei dall’inizio visto che è la prima ragazza con cui ho avuto rapporti completi. All’inizio pensavo fosse un problema “d’ ingranare un attimo”, ma poi ho visto che era sempre così. Per carità, forse non siamo compatibili sessualmente e quindi mi succede di venire così presto, ma vorrei almeno sapere se posso fare qualche esercizio specifico nella respirazione o modificare i movimenti.
– Per la masturbazione ti dirò: quando c’è lei non mi masturbo quasi mai, quando non c’è, una volta ogni tre giorni o più e qui vengo anche in 5 minuti circa. Spero di risolvere almeno parzialmente il mio problema.

Elmar: Caro Alessandro. Dai dati che mi fornisci ho l’impressione che tu non sia abituato a contenere un certo livello di eccitazione sessuale o carica energetica in generale. Ti puoi abituare, ma questi cambiamenti non si fanno in una settimana, dovrai sperimentare per qualche mese.
Prova con l’esercizio descritto nel capitolo “Quando lui viene troppo presto” nel libro Tantra per due. Puoi fare la rotazione descritta anche mentre ti masturbi, falla in modo rilassato e – questa è la cosa più importante – respirando profondamente. In questo modo prenderai confidenza con il respiro più pieno che inizialmente ti potrà sembrare un po’ strano, finché il corpo si sarà abituato a gestire anche una crescente eccitazione. Continua a fare questo esercizio anche quando farai l’amore con la tua ragazza, ma prima informala del tuo obiettivo, così lei non si stupirà se inizierai a respirare in modo molto profondo. Auguri!

Vengo dopo 10 secondi

Alex: Ciao, ho 24 anni e ho la ragazza da un anno, ho sempre avuto il problema di arrivare all’orgasmo in tempi brevi, però negli ultimi quattro mesi sto peggiorando sempre di più, cioè con 2 – 3 spinte vengo nell’arco di 10 secondi, mentre una volta la prestazione durava 4 – 5 minuti. Penso sia eiaculazione precoce il mio problema. Ho letto che con il tantra si può guarire, è vero?
Ti dirò, in un rapporto sessuale cerco di pensare ad altro, per non venire subito, ma non mi aiuta molto. Ti chiedo anche se può essere causato dal fatto che dormo poco ultimamente o dallo stress.

Elmar: Caro Alex, lo stress e dormire poco non giovano sicuramente, ma probabilmente hanno la medesima radice dell’eiaculazione precoce stessa. Nel nostro libro Tantra per due trovi delle informazioni su come affrontare il problema, ma smettila di pensare ad altro mentre fai l’amore: prima di tutto non serve a nulla come hai già capito e inoltre ti distoglie dal piacere. La soluzione sta nel dirigere la consapevolezza verso le sensazioni piacevoli nei genitali e nel bacino che vanno espanse in un respiro ampio e profondo accompagnato da un movimento descritto meglio nel libro Tantra per due.
Se con il libro non arrivi ad un miglioramento, puoi venire insieme alla tua ragazza al corso Weekend d’assaggio dove insegniamo praticamente come fare. Auguri e cari saluti!

Arrivo all'eiaculazione già dopo poche spinte

Antonio: Ho 39 anni e sono sposato da 14 anni. Credo di soffrire di eiaculazione precoce, uso il termine “credo” perché è quello che sono riuscito a capire leggendo qua e là qualche articolo laddove si accenna all’argomento. In pratica quando compio un atto sessuale la voglia è talmente tanta che dopo la penetrazione a malapena riesco a resistere 10 o 15 secondi ovvero circa 5 o 6 spinte pelviche. Ho sentito di persone che, dopo aver conosciuto tecniche del tantra, erano in grado di fare un atto sessuale anche per delle ore di seguito. Mi chiedevo quindi se questa tecnica potesse fare al caso mio e se ritenete opportuno l’ausilio di un testo da consultare, perché non potrò frequentare i vostri corsi.

Elmar: Il nostro testo Tantra per due dedica un capitolo all’eiaculazione precoce. Ti posso anticipare che l’eiaculazione precoce si risolve nel 94% dei casi dopo circa 4-6 mesi di esercizi. Visto che non puoi venire ai corsi, possiamo iniziare una consulenza via e-mail anche se non sarà così efficace, come per esempio la frequenza di alcuni corsi, con dei compiti erotici da fare a casa tra l’una e l’altra.
Ti chiedo alcune domande per poter inquadrare meglio il problema, poi ti darò dei consigli.
– Quando ha iniziato l’eiaculazione precoce?
– A parte il sesso, come va la nostra relazione?
– Conosci quella sensazione di avvicinarti al “punto di non-ritorno”, cioè, hai una percezione fisica del momento quando ti avvicini all’orgasmo, oppure vieni e te ne accorgi soltanto dopo?
Una domanda importante è anche: c’è una donna disposta a fare gli esercizi con te? A dedicarsi al tuo disturbo, nella prospettiva che una volta risolto avrà anche il suo ritorno e si sentirà più soddisfatta? Significa sperimentare un po’ con modi insoliti di fare l’amore, di fare “esercizi” almeno per un certo periodo. Significa perder un po’ la spontaneità, ma alla fin dei conti non è una grande perdita, visto che il modo spontaneo è talmente breve.

Antonio: A parte il sesso, il nostro rapporto funziona discretamente anche se spesso mi tocca sopportare alcuni atteggiamenti di mia moglie. In passato, dopo il primo anno di matrimonio, c’è stato un periodo di crisi coinciso con l’interesse mio verso un’altra donna. Per quanto riguarda le altre cose che volevi sapere ti dico che soffro di questo problema praticamente da quando ho avuto i miei primi rapporti con mia moglie che allora era solo la mia ragazza;
Mi accorgo benissimo di quando sta per arrivare l’orgasmo ed, infatti, non è molto bello dover dire in quei frangenti “aspetta, fermati”.
Forse una donna che mi aiuti c’è ed è mia moglie, dovrò cercare di convincerla che questo che sto facendo è anche per il suo bene, anche se credo che farà qualche opposizione credendo che io voglia fare tutto ciò solo per miei scopi personali, comunque penso che sarà disponibile.

Elmar: È ovvio che lo fai per il tuo piacere, ma è altrettanto ovvio che più l’uomo sta bene a letto, più piacevole diventa anche per la donna fare l’amore con lui. E se durerai di più, tua moglie avrà più tempo a disposizione per godere anche lei, non ti pare?
Se soffri di eiaculazione precoce non prendere subito le “prestazioni” di Sting come esempio, sarebbe passare da un estremo all’altro, ma considerale piuttosto come un buon messaggio e che è possibile allungare i tempi notevolmente.
Come prima tappa ti consiglierei di iniziare a ruotare il bacino quando fai l’amore, come descritto su pagina 146 di Tantra per due. Si tratta di inspirare profondamente, ma in modo rilassato, quando tiri il pube in dietro e di conseguenza il pene esce un poco, e di espirare in modo rilassato quando entri con la prossima spinta. Prova in questo modo a portare il respiro fino in fondo alla pancia. A proposito: respiri più nel petto o nella pancia o in tutti e due? Cioè hai un respiro alto o basso o uniforme?
Un’altra chiave per durare di più è quella di focalizzare la tua mente più sulle sensazioni corporee (il pene che scivola nella vagina, il movimento nei tuoi fianchi, l’inspirare e l’espirare) e non sui pensieri che di solito sono piuttosto ossessivi (“aspetta”, “fermati”, “questa volta speriamo di durare di più”, “voglio che lei sia in qualche modo soddisfatta”, “lo sapevo, non ci riesco mai.” ecc.). Il dialogo interno formato di pensieri ossessivi e ripetitivi e angosciosi fanno venire prima!
Anche la concentrazione fa venire prima, mentre l’estensione allunga i tempi.
Perciò non concentrarti su nulla, ma piuttosto lasciati andare. I pensieri concentrati restringono la mente e creano pressione, e pressione crea eiaculazione, come si sa. Quello che ci vuole è una mente distesa e un corpo disteso che gode: gode dell’entrare nella vagina, gode degli abbracci, gode del contatto con le gambe avvinghiate. Questo godimento avviene in due modi:
1. in tutto il corpo, non soltanto nel glande del pene. In ogni cm2 di pelle dalla tua fronte che tocca i suoi capelli fino alla punta dei piedi che toccano i suoi piedi.
2. in un modo rilassato, dove il piacere sessuale si può espandere in tutto il corpo e non concentrarsi nella zona pelvica.
E qui il respiro trova un ruolo fondamentale. Il respiro profondo e rilassato aiuta moltissimo a espandere il piacere in tutto il corpo, specialmente se è accompagnato da quella rotazione del bacino. Insieme sono degli elementi essenziali in tutte le pratiche tantriche.
Se parlo di espansione e di concentrazione, questi non sono concetti o principi ma vere sensazioni corporee, molto tangibili e molto concrete. Più ti rilassi nell’espirazione nel tuo bacino con un suono aaaaah mentre penetri la donna, più a lungo resisti. Anzi non si può neanche chiamarla più resistenza, la quale ha una qualità dura; è piuttosto un diffonderti piacevolmente all’interno del tuo stesso corpo.
L’errore, che molti uomini con una eiaculazione precoce fanno, è quello di stare molto attenti alla donna. Invece, è proprio l’attenzione al proprio piacere che ti fa durare di più, perché ti porta immediatamente nel corpo, mentre “il curarti della donna” ti porta fuori dal corpo, verso di lei. Ma nel momento in cui la tua coscienza esce dal tuo corpo, come può essere ancora in sintonia con esso, come può ancora gestire i suoi tempi? E’ impossibile. Più pensi a lei, più diventi teso, più pressione ti crei e prima eiaculerai.
Prova con queste chiavi a fare l’amore alcune volte:
1. respiro profondo e rilassato,
2. rotazione del bacino,
3. focalizzare sulle sensazioni fisiche e non sui pensieri
Prova per 3-4 volte a fare l’amore così e poi mi racconti come è andato.

Antonio: L’ho provato e mi sono accorto che al respiro fino ad ora non ci avevo mai fatto caso, ma queste ultime volte mi sono accorto che il mio respiro è alto cioè non arriva fino in fondo alla pancia, quindi ora sto cercando di abituarmi a respirare in modo profondo durante tutta la giornata però mi devi dire se sto sbagliando a farlo anche durante il giorno cioè se è un esercizio che devo fare solo durante l’atto sessuale.
Dimenticavo di chiederti per quanto tempo devo fare gli esercizi che mi hai proposto o se da adesso in poi il mio atteggiamento durante l’atto sessuale dovrà essere questo, inoltre tra quanto tempo devo aspettarmi dei risultati?

Elmar: Puoi tranquillamente provare a respirare più profondamente anche durante la giornata, come durante l’atto sessuale. Approfondirà anche il senso di presenza e i sentimenti.
Durante la giornata vedi, però, di non esagerare, non farlo diventare un’ossessione, fallo con piacere: qualche bel respiro profondo ogni tanto, aaaahhhhhh. Non ti farà male respirare più profondamente, puoi andarci tranquillo, ma prima di stufarti, riducilo.
Vai avanti con le tre chiavi per alcune settimane e poi ci risentiamo. Ricordati di focalizzare anche in questi “esercizi” il tuo piacere, non farli in modo asettico o meccanico.
Se trovi degli intoppi mi puoi chiamare anche prima.

Antonio: Volevo solo informarti che il libro l’ho dovuto prenotare e dovrebbe arrivare fra pochi giorni. Nel frattempo ho avuto dei rapporti con mia moglie, praticamente due di quelle che si chiamano sveltine, quindi non ho potuto provare bene la tecnica che mi hai indicato. Però devo dirti una cosa molto importante, e cioè: anche se la posizione era quella da dietro, dove di solito l’orgasmo mi arriva molto prima del solito, ho notato che se rallentavo il ritmo e cercavo di concentrarmi non andava poi così tanto male ma nel momento in cui ho cercato di aumentare il ritmo, l’orgasmo è arrivato in un attimo.
Volevo chiederti se sul tuo libro ci sono anche dei consigli per come cercare di trovare la concentrazione necessaria, quella che ti permette di entrare in sintonia col tuo corpo – come tu mi hai suggerito – la concentrazione che fa in modo che tutto ciò che ti sta intorno è relativo e contano soltanto le proprie sensazioni. Ecco, mi piacerebbe molto riuscire a trovare questo tipo di concentrazione.
Poi volevo chiederti una cosa: Guardare i film porno, dove si vedono prestazioni incredibili, può provocare dei problemi psicologici? Quando vedo delle immagini dove magari ci sono scene hard piuttosto violente ho notato che mi eccito di più, per esempio quando più di un maschio possiedono contemporaneamente una donna.

Elmar: Concentrarsi – o meglio dedicarsi (è un estensione e non una concentrazione) – sempre di più sulle proprie sensazioni richiede un certo esercizio, perciò non darti dei tempi troppo stretti, qualche mese è meglio. Lo alleniamo fra l’altro in molte maniere diverse durante i nostri corsi.
Quando aumenti il ritmo e arrivi al crescendo, prova a respirare molto più profondamente e più velocemente di quanto sei abituato a fare. Questa è la chiave reale per poter continuare anche in un ritmo veloce.
Non paragonarti con gli attori dei film porno. Nei film si possono montare tante cose. Come l’attore che interpreta James Bond in 2 ore della sua vita reale (la durata di un film appunto) non salta da 4 precipizi, rovina 3 macchine e scopa 2 donne bionde disinnescando una bomba appeso a un elicottero, così vale per gli attori porno.
Se le scene hard ti eccitano di più, vuole dire che queste scene liberano dell’energia sessuale repressa. Prova a rendere non soltanto la tua fantasia, ma anche la tua sessualità reale, più hard (sempre in modo consensuale con la tua compagna e senza violenza reale, si intende) per vedere se ha lo stesso effetto. Sono curioso!

Certe volte la durata dell'atto sessuale è soddisfacente, altre volte no

Poldo: Ciao, ho 25 anni ed ho un problema che spero di poter risolvere grazie a voi. La mia è una strana forma di eiaculazione precoce, strana perché non mi capita sempre, ci sono delle volte che le mie prestazioni soddisfano me e anche la mia ragazza, purtroppo però, la maggior parte delle volte la mia durata del rapporto è molto limitata. Come posso migliorare la durata dell’atto sessuale? Non pretendo di durare delle ore ma so che il Tantra permette di ottenere ottimi risultati, quali consigli potete darmi?
P.S. Frequentare i vostri corsi purtroppo per me è impossibile per la mancanza di tempo.

Elmar: Ciao Poldo, il testo della tua e-mail contiene la stessa contraddizione come il tuo corpo quando fai l’amore. Se vuoi risolvere il dilemma, il tempo te lo devi prendere, io ti posso dare gli strumenti, ma il tempo te lo devi prendere tu. Prova ad andare in un’ agenzia di viaggi e dire: vorrei fare un viaggio ma non ho il tempo per farlo. Quale pensi che sarà la risposta?
Detto questo possiamo iniziare dagli aspetti più facili: qual è la differenza tra le volte che la durata è soddisfacente e tra le volte che è limitata? Dipende dall’ambiente, dall’umore di lei, dal giorno della settimana, dallo stato d’animo tuo, da certi pensieri che hai, da altri fattori? Se non lo sai, osserva le prossime volte e osserva quali fattori ti aiutano nella durata e quali accelerano i tempi. Poi ne riparliamo. A dopo.

Poldo: Ciao Elmar, il problema principale è proprio questo, cioè che non c’è una regola, non c’è un giorno della settimana o un posto rispetto ad un altro che determinano la mia durata. Ci sono due cose però che posso dirti: la prima è che paradossalmente duro a lungo quando mi capita di aver fatto uno sforzo fisico poco prima (ad esempio un allenamento o una partita di calcio), la seconda è che se per sfortuna mi capita di pensare, durante l’atto sessuale, al mio pene e sperare che faccia il suo dovere, stai pur certo che in quell’occasione duro pochissimo! Spero che queste informazioni siano un punto di partenza per potermi dare qualche consiglio. Ti ringrazio in anticipo.
P.S. Sinceramente, se non frequenterò i vostri corsi, è perché vorrei che questo mio problema rimanesse una cosa riservata (non posso dire “vado a Padova un fine settimana a fare un giro” così come se niente fosse) e per questo motivo preferirei dei dialoghi con te via e-mail.

Elmar: Caro Poldo, allora hai già trovato la risposta: quando fai uno sforzo fisico prima, allora va bene; quando invece fai uno sforzo mentale durante l’atto, allora va male. Sei molto vicino alla soluzione!
Lo sforzo fisico, p.e. l’allenamento, ti porta ad essere più in contatto con il tuo corpo, a sentirti più nel corpo e allenta le tensioni muscolari croniche, solitamente anche il respiro è più fluido quando il corpo è sciolto. Tutti questi fattori aiutano all’energia sessuale aumentata durante l’atto sessuale a diffondersi ed espandersi nel bacino e in altre parti del corpo, così puoi fare l’amore più a lungo.
Se invece inizi con la mente a pensare “speriamo che faccia il suo dovere” aggiungi a quelle tensioni che ci sono già, un’altra ancora: il pensiero teso che a sua volta blocca il respiro. Forse non ti sei accorto, ma lo puoi osservare la prossima volta che c’è un pensiero di preoccupazione per la tua durata, il respiro si bloccherà. E questi sono i 3 fattori che ti fanno venire subito: la tensione del corpo, la tensione della mente e la tensione nel respiro. Per approfondire l’argomento, trovi molte informazioni nel libro Tantra per due.
PS: Perché il tuo problema dovrebbe rimanere una cosa riservata? Un uomo su tre soffre di eiaculazione precoce, è un fenomeno molto diffuso. E poi nascosta da chi? Dalla tua compagna? Penso che si sarà già accorta. Se successivamente vorresti allungare i tempi oltre i termini “normali” di 9-15 minuti, servono comunque delle pratiche che sono da fare insieme a lei e non di nascosto. Di solito le donne sono contente. Buoni esperimenti.

Per la mancata prestazione ho perso la mia fidanzata

Mirco: Il mio problema è che purtroppo vivo con paura la mia sessualità tanto che per questo evito anche di avere rapporti sessuali, ho 34 anni, ora sono single, ma ho avuto sempre relazioni con ragazze e l’ultima relazione è durata 6 anni ed è finita 2 anni fa. Lei mi ha lasciato “per cessato amore” dopo aver stabilito tutti i preparativi per il matrimonio. Bèh pazienza, sono cose che capitano, meglio prima che poi. Non ho mai avuto una soddisfacente vita sessuale per paura dell’eiaculazione precoce. Ora che vorrei e potrei vivere liberamente sono condizionato dalla perfida convinzione che bisogna saper fare bene l’amore per soddisfare una ragazza. Temo di essere criticato il giorno dopo quando si incontra con le sue amiche. Mi piacerebbe essere guidato e provare anche uno dei vostri corsi più opportuni alla mia situazione. So che spesso questi corsi coinvolgono i partecipanti in situazioni particolari: ma i timidi come me riescono a superare gli ostacoli psicologici? Grazie per l’aiuto e buon lavoro.

Elmar: Ciao Mirco,
La bella notizia: il problema nel 94% dei casi è risolvibile. I metodi ci sono, se li provi per 3-5 mesi, dovresti trovare un netto miglioramento.
La brutta notizia: dovrai affrontare anche quelle parti di te che non ti piacciono, ma che accompagnano l’eiaculazione precoce: la timidezza, le tue convinzioni di essere criticato, la paura di essere lasciato e altri “ostacoli psicologici”.
La bella notizia all’interno della brutta: la volta che affronterai con anima e cuore questi mostri interiori, comprenderai il sesso e l’amore in un’ottica più semplice, non dovresti più entrare in certe dinamiche disastrose con le donne e non dovresti più venire lasciato per “cessato amore” o arrenderti con un “bèh pazienza, sono cose che capitano”. Leggendo le tue righe provo più dispiacere per tutto questo che per il problema sessuale in senso stretto. Quest’ultimo si risolve con dei semplici esercizi, ma che peccato buttare via una relazione dopo sei anni.


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Amore e difficoltà nella coppia

Stiamo insieme, ma lei non è innamorata di me

Luciano: Ho conosciuto la collega di mia sorella che si è lasciata con il suo ragazzo dopo quattro anni di fidanzamento. Ci stiamo frequentando e facciamo l’amore insieme. C’è molta passione tra di noi, ma lei mi ripete sempre che se non ci si innamora da subito, non ci si innamora più. Io cerco di farle capire che l’infatuazione è una cosa, mentre il vero amore è un’altra e viene col tempo. Adesso sono passati sei mesi, ma lei non molla.

Michaela: Luciano, se soltanto gli innamorati stessero insieme, il 98% della popolazione sarebbe single. Invece si vedono tante coppie. Molte coppie non stanno insieme perché sono innamorati, ma per motivi meno romantici: per colmare un vuoto, per non stare soli, per attrazione sessuale, per amicizia, perché non trovano un partner migliore, perché gli è capitato un figlio, per varie ragioni. L’innamoramento è una bella cosa, che porta le persone insieme, ma non necessariamente crea la coppia più stabile. Il problema sta nell’idea fissa della tua ragazza che vede l’innamoramento non come una fase temporanea (spesso iniziale) nel ciclo di vita della coppia, ma lo considera un presupposto. Se fosse coerente a questa convinzione, ti dovrebbe mollare all’istante. Forse la sua mente e il suo cuore non sono così sintonizzati come vorrebbe? O forse ti vuole più bene di quello che crede? Oppure usa questa convinzione per creare un po’ di distanza tra di voi, per mantenersi una porta d’uscita sempre aperta? Non lo posso sapere dalle poche informazioni ricevute per e-mail, ma al primo corso in cui verrete, vedremo in profondo alle vostre incomprensioni. Nel frattempo non insistere sulla tua versione di amore e innamoramento. Non è una questione razionale, ma va risolto sul piano dei sentimenti, sia per te come per lei.

Dopo 4 anni che stiamo insieme, il mio compagno non sa ancora se mi ama

Paola: Sono sicura dell’amore che provo per il mio compagno e sento che lui ha bisogno di me e che non riuscirei mai a tradirlo, eppure lui dopo 4 anni che stiamo insieme, ha ancora bisogno di tempo per capire se mi ama.

Michaela: Interessante, ma il tuo compagno come vede la questione?

Giovanni: Beh, Paola tendenzialmente mi vuole ingabbiare con le sue pretese, inoltre non so se lei è sincera, spesso mi sento tradito da lei.

Michaela: Diventa sempre più interessante. Come prima cosa vi consiglio di parlare ognuno dei propri sentimenti e non di quelli dell’altro, perché in fondo non li conoscete, anche se pensate di conoscervi molto bene. Perciò sostituite il “lui ha bisogno di me” con “penso che lui abbia bisogno di me” e il “lei mi vuole ingabbiare” con “mi sento ingabbiato”. Prendetevi almeno 15 minuti ogni giorno per allenarvi in questo modo di comunicare: ogni volta che vorresti dire “tu sei, tu fai” lo sostituite con “io penso, sento”.

Paola: L’abbiamo provato per 10 giorni e abbiamo scoperto che io ho bisogno di più contatto fisico, di essere guardata da lui mentre parliamo, di sentirlo più vicino.

Giovanni: Io invece ho bisogno di avere più tempi liberi per me, di poter chiudere gli occhi quando facciamo l’amore, di sapere di essere amato così come sono, altrimenti mi sento tradito. Ci vediamo molto in quella dinamica che nel libro Tantra per due descrivete come il “dilemma tra abbandonato e invaso”. Abbiamo deciso insieme di venire ad un corso per lavorare su questa questione che per la nostra relazione è diventata cruciale, per e-mail ci sembra troppo limitativo.

Michaela: Ora le cose mi sembrano più chiare. Intanto potete continuare con il dialogo ogni giorno e nei momenti più intimi cercate una posizione o una distanza che vada bene a entrambi, probabilmente non sarà né così vicina come la vuole Paola e nemmeno così lontana come la vorrebbe Giovanni. Se non riuscite a trovare una soluzione, la vedremo al corso.

Prima io non volevo, ma ora che io lo amo, lui prende le distanze

Azzurra: Come era prevedibile ora nella nostra coppia tutto sembra sgretolarsi, le distanze si fanno più ampie, la vitalità scende a picco, il respiro si blocca continuamente e i miei sentimenti vacillano. Federico ha proposto alcuni cambiamenti che io non condivido, non sento, non corrispondono ai miei bisogni, ma che a quanto pare dovrò accettare forzatamente, perchè attualmente rappresentano quello di cui ha bisogno lui:
– dormire in letti separati;
– frequentare altre persone senza bisogno di comunicarlo;
– darsi un tempo per verificare se qualcosa è cambiato;
Non ha più intenzione di investire nella relazione, perchè dall’ultimo grande litigio lui non si sente più una coppia. Io, sorprendentemente, nonostante la mia dichiarazione, mi sento ancora legata a lui. Ora sento la distanza che diventa immensa, le nuove potenzialità senza terreno fertile e un senso di colpa che mina la relazione. Provo a stare con questa terribile sensazione di “fine” che mi sento in tutto il corpo e provo a lasciare sedimentare tutto ciò che è accaduto. C’è altro che posso fare?

Michaela: Ciao Azzurra, ora non mi rivolgo solo a te, ma a tutti e due. Se le cose stanno come le descrivi e Federico non ha una versione completamente diversa dalla tua, tutta la dinamica sembra essere un gioco di carattere difensivo. Prima tu eri restia all’intimità e lui ti cercava. Ora tu ti sei aperta e lui non ti vuole più. In altri termini: quando uno vuole essere vicino, l’altro si allontana, e viceversa. L’importante per ora è di comprendere che questi movimenti non sono delle decisioni, ma sono delle reazioni difensive all’apertura del partner. Vi alternate nel ruolo di chi dice sì e chi dice no, ma l’esito è sempre lo stesso: vi allontana dall’intimità.
Se venite al prossimo corso, indipendentemente dalla “definizione di coppia” (che in questo periodo non è una libera scelta, ma una reazione difensiva a ciò che fa il partner, un’altalena di ripicche), possiamo andare nel profondo: vedere cosa sta sotto tutte queste reazioni, che sono sintomi e non sono i veri problemi. Se volete fare il prossimo passo, è utile se nel frattempo fate alcuni compiti:
1. De-frammentazione da carattere e da scenario, quando siete frammentati
2. Riflettere su quali sono i vostri giochi di potere. Specialmente il potere del partner di turno che dice “no” alle proposte dell’altro
3. Non prendere grandi decisioni, quando siete in difesa caratteriale (o quando non amate), perché aumentano le reazioni del partner anziché portare al nocciolo della faccenda. Succede come in Palestina: io oggi ti butto un razzo, perché tu ieri hai ucciso un mio soldato. So che domani tu farai esplodere un kamikaze, perciò dopodomani bombarderò un tuo villaggio, ecc. Mando un abbraccio a tutti e due.

Se mio marito mi tradisce, vuol dire che qualcosa non va?

Tara: Ho 60 anni e non ho mai avuto fantasie sessuali con mio marito. I rapporti sono molto teneri ma l’anno scorso ho scoperto che mi ha tradito. Voglio fare qualcosa per me e sapere che cosa non va.

Michaela: Ciao Tara, in quasi tutte le coppie che hanno rapporti molto teneri e dove la passione focosa non sta in primo piano, uno dei due prima o poi tradisce. E questo tradimento non è da considerarsi un’ostilità contro il partner amato, ma è una ricerca della passione, delle fantasie sessuali ecc. che il “traditore” crede di non poter trovare all’interno della relazione, che conosce solo come tenera e dolce. In fondo tuo marito nei fatti dichiara la stessa cosa, che tu dici a me a parole: Cosa non va?
Mentre tu ti fai il quesito, lui è andato a cercare la soluzione altrove. Il prossimo passo consiste nel trovare la passione anche all’interno del vostro rapporto. Se venite a uno dei corsi introduttivi, vi possiamo consigliare delle pratiche corpo-mente adatte a voi e alla vostra ricerca della passione. Nel frattempo potreste leggere il libro Tantra per due.


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Migliorare rapporti coniugali logori

Migliorare rapporti coniugali logori

Il rapporto con mio marito è logoro, benché a letto vada molto bene

Ale: Salve, ho appena iniziato a leggere il vostro libro Tantra per due dove scrivete che il sesso è lo specchio di una relazione di coppia. Concordo con voi e vi chiedo: per la vostra concezione è possibile che un rapporto che io definisco come “logoro e in totale crisi” vi sia un’intesa sessuale totale, perfetta, addirittura migliore di prima, una fonte di piacere reciproco e di circolarità condivise?

Michaela: Cara Ale, sì esiste. Ognuno di noi è più o meno scisso in parti, perciò si può benissimo fare buon sesso senza amare, avere un’intesa sessuale buonissima che non si riflette sulle scelte di vita, godere a letto senza una comprensione reciproca sulla vita, ecc. Talvolta compensiamo anche in un settore, per esempio nel sesso, delle carenze che abbiamo altrove. L’essere umano è troppo originale per lasciarsi descrivere nei libri che purtroppo devono sempre stare sul generico. Inoltre ci può essere un altro fattore che spiega questa incoerenza: molte coppie sono talmente attente a mantenere l’armonia nella coppia che sono costantemente vigili a ogni potenziale pericolo che possa nuocere il rapporto, perciò evitano tutti i toni forti, cercano sempre la comprensione, evitano ogni conflitto, ecc. Questo crea una continua tensione che mina il desiderio e la passione sessuale. Quando una bella volta non ne possono più e iniziano a litigare apertamente, finalmente si rilassano e la passione sessuale si apre come un bocciolo in primavera.

Vorrei che mia moglie scoprisse la propria femminilità

Felice: Io e mia moglie siamo sposati da quasi due anni. La nostra relazione non è fiacca, ma ogni tanto il fuoco si spegne. Come possiamo avere una vita sessuale serena con il massimo dell’appagamento? Io sarei pronto a scoprire sensazioni, a risvegliare la femminilità che c’e in lei, ma lei e più chiusa. Come posso sbloccare questa situazione?

Michaela: Ciao Felice, stai descrivendo una dinamica frequente nella coppia: lui spinge lei a essere più aperta, sensuale, erotica, femminile, a lasciarsi andare, ecc. Lei si sente invasa da queste pretese e si chiude, benché non contraria al piacere. Allora lui spinge con maggior forza e le racconta tutte le buone ragioni per scoprire la femminilità. Lei si chiude maggiormente.
Se venite a un corso introduttivo, per esempio Ardore nel cuore in agosto, possiamo darvi una consulenza e degli strumenti per sbloccare prima di tutto le vostre dinamiche affettive. Successivamente, se la tua compagna lo desidera, degli elementi per risvegliare la “femminilità”. Però a una condizione: che l’iniziativa parta da lei.

Mia moglie è spesso malcontenta e io non trovo pace

Luca: Da quando mia moglie ha fatto amicizia con una coppia, il nostro rapporto è precipitato in un burrone. Da circa 4 mesi mia moglie ha dei rapporti intimi con una coppia incontrata in una chat-line, e pur capendo il suo desiderio di vivere delle nuove emozioni, questo mi fa venire molti dubbi sulla nostra relazione. Io sono buddista e medito ogni giorno con regolarità (Anapana, Tara, Vajrasattva). Ultimamente durante le meditazioni non riesco più a visualizzare quello che fa parte della meditazione, invece continuo a vedere quei due pini che avevo piantato 10 anni fa nel nostro giardino e che mia moglie ha fatto tagliare quando ero all’estero per lavoro. Non so più da che parte andare.

Elmar: Caro Luca, anch’io seguo gli insegnamenti buddhisti; se ti ricordi le qualità di Vajrasattva comprendono la compassione, la saggezza e la chiarezza. A sentire le tue parole mi pare che tu faccia il bonaccione che si butta un po’ troppo sulla compassione e meno sulla saggezza. E’ così?
Dimmi un’altra cosa: com’ era il vostro rapporto prima che tua moglie avesse incontrato quella coppia? Era un rapporto sereno, sofferto, passionale, addormentato, amorevole o conflittuale?

Luca: Purtroppo è così, sono troppo buono, me lo dicono anche i miei amici. Con mia moglie ci sono conflitti quasi da sempre, lei è facilmente irritabile e malcontenta e il nostro rapporto è tutt’altro che passionale, lo chiamerei addormento, con dei conflitti che covano sotto la coperta. Malgrado tutti gli sforzi che faccio per essere equanime nella situazione famigliare, non riesco più a trovare pace.

Elmar: Caro Luca, allora l’incontro con quella coppia ha soltanto fatto esplodere una serie di conflitti preesistenti, ma non mi pare essere il nocciolo del problema. Sai, ci sono tempi per coltivare la pace interiore e ci sono tempi per mostrare le palle. Se accantoni per un certo periodo tutti gli ideali buddhisti come la compassione, la pace, l’equanimità e investi la tua consapevolezza per scoprire il tuo potenziale aggressivo e la tua forza (rappresentata nel buddismo tibetano per esempio da Heruka, Ekajati e Vajrakila, con tante di quelle fiamme, spade e denti), la tua meditazione in futuro diventerà molto più profonda e la pace si manifesterà spontaneamente senza alcuna imposizione mentale.

Luca: Grazie per i consigli, conosco le meditazioni sulle divinità irate che citi, ma non le ho mai praticate. Ho visto che nel programma hai un corso chiamato Cerchio degli uomini. Pensi che sia il mio caso?

Elmar: Si, penso che sia adatto per le tue questioni aperte. Se puoi partecipare, iscriviti presto perché ormai è molto pieno. In alternativa potresti praticare anche Karatè in una palestra vicina.

Parliamo soltanto delle cose banali

Grazia: Siamo sposati da 21 anni, ma da 2 anni viviamo praticamente separati in casa, dormiamo anche in camere separate. Parliamo soltanto delle cose banali di tutti i giorni come: cosa vuoi mangiare? Hai chiuso la porta? Che caldo che fa oggi, ecc…. E nel frattempo penso: lo lascio o non lo lascio?
Ma lui dice che non mi vuole lasciare in nessun modo e che spesso, quando litighiamo, si mangia tutta la rabbia e non me la fa mai pesare. Però vedo come vibra in modo nervoso e come aspetta finché passa.

Michaela: Nel quotidiano chi di voi due va più a cercare l’altro? Chi tocca più l’altro? Chi inizia con una carezza? Chi vorrebbe stare più vicino all’altro?

Grazia: Sono quasi sempre io che mi avvicino a lui, che lo stringo, che lo bacio. A proposito: una volta mi ossessionava con la sua voglia di sesso, ora si è molto ritirato. Io, invece, desidero essere desiderata.

Michaela: Ah, interessante! Puoi vedere che ciò che pensate sulla vostra relazione è l’esatto contrario di ciò che i corpi vogliono: tu qualche volta pensi di lasciarlo ma corporeamente lo cerchi, lui non ti vuole lasciare ma corporeamente si tiene più distante. Può essere che tu abbia una grande paura di essere abbandonata e per non doverla sopportare la anticipi mentalmente e nell’immaginario tu abbandoni prima per non essere abbandonata?

Grazia: Si, è vero, non l’avevo mai visto così. Sono psicologa, ma come si sa l’esperto è cieco nella propria relazione.

Michaela: Se sei psicologa immagino che avrai già analizzato la vostra relazione a tutti i livelli. Allora non aggiungere più altre interpretazioni, perché tu stessa sei un elemento del sistema che stai interpretando. Vai subito verso il cambiamento dando ai vostri corpi l’occasione di imparare su un altro livello, su un livello che sfugge alla razionalità.
Prova per 2 mesi con questi due esercizi: ogni giorno fate l’abbraccio del cuore per circa 10 minuti. Se non lo conosci, puoi vedere nel libro Tantra per due a pagina 279. Vi aiuta a ricollegarvi affettivamente senza l’interferenza dei pensieri.
Inoltre, quando parlate o discutete, ogni qual volta che uno si sente ferito, alza la mano (bandiera bianca). Questo vi aiuta prima di tutto ad accorgervi di come e quando vi ferite con le parole, secondo a non rispondere alla ferita aggiungendo altre ferite al partner.

Da due anni abbiamo incomprensioni e rancori reciproci

Giorgio: Sono sposato da 8 anni ed ho una figlia di 4 anni. Da un paio di anni mia moglie ed io abbiamo incomprensioni e rancori reciproci che ci impediscono di vivere un buon rapporto di coppia. Nella ricerca di una soluzione sentiamo il bisogno di riscoprirci sia individualmente che come coppia. Nei vostri libri si parla di chakranalisi, può esserci utile? C’è un corso adatto a noi?

Elmar: Caro Giorgio, questo come altri libri ti possono essere utili per trovare delle informazioni, per avere qualche spunto. Ma con i libri, come si sa, non si cambiano i comportamenti. Puoi prendere la chakranalisi come punto di partenza, vedere come si riferiscono i tuoi chakra ai suoi (avete fatto il questionario?) e fare qualche esercizio che durante la lettura vi ha ispirato per vedere cosa succede e quali comprensioni ne emergono.
Dopo 8 anni di matrimonio per molte coppie si presenta una specie di bivio (si chiama la crisi del settimo anno): o andare in profondità o accomodarsi nella routine. La prima strada è più impegnativa, ma a lungo andare più soddisfacente; la seconda è più facile, ma a lungo andare lascia un senso di vuoto.
Se decidete di riscoprivi sia individualmente che come coppia, vi possiamo segnalare il corso Ardore nel cuore e i primi corsi del training che sono adatti a questa ricerca.


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Amare al di fuori della coppia

Amare al di fuori della coppia

E' possibile amare due uomini contemporaneamente?

Elisabetta: Cari Elmar e Michaela, ho tra le mani il vostro libro che ho letto e che rileggo sempre volentieri nei momenti d’incertezza nella mia vita sessuale, in questo momento ho tanto bisogno di capire me stessa. Il problema che mi affligge si chiama Alberto, un ragazzo che ho conosciuto quest’estate e che ho incontrato diverse volte di nascosto dal mio fidanzato, ma con lui non ho mai fatto l’amore. Nei momenti d’intimità che abbiamo avuto ho provato un desiderio fortissimo e un’energia mai provata. Il fatto che non abbiamo mai avuto rapporti sessuali ha scatenato in me un desiderio grande e profondo per lui. Effettivamente fra me e Alberto si è instaurato un rapporto speciale che portiamo avanti telefonicamente dato che io sono a Pistoia e lui è a Bergamo e dato che io non ho lasciato Francesco, il mio fidanzato.
Volevo anche spiegarvi che l’amore che ho per Francesco è autentico e profondo e che continuiamo la nostra vita amorosa e sessuale più o meno felicemente. Io so che finché non mi libero dall’idea di una possibile storia con Alberto non potrò mai essere felice veramente con Francesco. E’ possibile amare due persone contemporaneamente e desiderare di fare sesso con due uomini? So che dare un consiglio in merito è difficile perché non conoscete me e nemmeno i due.
Ho 23 anni, il primo rapporto sessuale l’ho avuto all’età di 14 anni con un ragazzo non troppo gentile che mi ha perseguitato prendendosi gioco di me per tanto tempo. Da 7 anni ho rapporti con la stessa persona, che amo e che mi è molto dedita, ma non ho mai raggiunto l’orgasmo. Questo è un altro problema che mi porto dietro da tanto tempo e che vorrei risolvere.
Mi sento persa e sento di dover fare qualcosa, non riesco più a capirmi e a decifrare i miei sentimenti. Mi sento sbagliata e sola.

Michaela: Cara Elisabetta, ho letto la tua lettera e ti rispondo per quanto posso, non conoscendoti.
Mi pare che ti senti molto attratta da Alberto e che il tuo desiderio sessuale diventi più forte quando non fai l’amore e che lo mantieni a livelli alti proprio con l’evitare di fare l’amore con lui. Anche qui ti rispondo: possiamo aiutarti a chiarire le dinamiche tra te e uno dei due uomini, ma soltanto in un incontro reale, non via e-mail. Tutto potrebbe cambiare in quel momento che fai l’amore con Alberto o parli al tuo fidanzato dell’altra relazione. Perché in quel momento questa relazione segreta è vissuta più nel desiderio che nella realtà e si svelerebbe del suo alone fantastico.
Alla tua domanda “se è possibile amare due persone contemporaneamente?” ti rispondo: si, è possibile, tu stessa ne sei la prova, stai già amando due uomini.
Inoltre dici di non capire bene i tuoi sentimenti che però descrivi in una maniera molto chiara. Forse scrivere ti aiuta per chiariti? Tieni un diario?
Rispetto alla tua seconda domanda ti posso dire che molte donne giovani non provano l’orgasmo, a differenza degli uomini l’orgasmo femminile è una sensazione che si scopre e che s’ intensifica con il progredire nell’età. Ci sono delle pratiche che aiutano, ma non te le posso trasmettere per e-mail, perché vanno adattate alla tua situazione personale. Tra l’altro un criterio è se raggiungi l’orgasmo da sola nella masturbazione. Se mi chiami per telefono o vieni ad un corso possiamo entrare nei dettagli. Tra oggi e il nostro incontro puoi fare già una cosa: osservare se in momenti di intensa eccitazione noti qualche contrazione involontaria dei muscoli vaginali.

Sono folgorata da un altro uomo. Come posso convivere con mio marito?

Sandro: Come faccio a ritrovare la serenità sessuale con mio marito dopo aver avuto una relazione extraconiugale con un uomo che mi ha fatto assaporare l’unione perfetta, che mi ha donato l’estasi amorosa più elevata, mi ha fatto toccare il centro del mio cuore? Come si può vivere in bianco e nero quando hai visto i colori?

Michaela: Fortunatamente le relazioni umane non sono come i televisori o a colori, o in bianco e nero, da mantenere o da buttare. I televisori non si possono cambiare, le relazioni umane si. Un modo per trasformare anche il rapporto con tuo marito in un film a colori è di portare tutto quello che ti è piaciuto tanto con l’altro uomo, che ti ha fatto sentire in unione profonda e ti ha toccato il cuore nella relazione con tuo marito. Non è un’impresa facile, ma è fattibile.
Nei rapporti extraconiugali tutto è più facile, lo dicono in tanti. Abbandonarsi totalmente con un uomo in una relazione fresca è più facile che in una relazione vissuta, come è più facile uscire dai propri schemi durante le vacanze in un ambiente nuovo con persone conosciute da poco che a casa propria con relazioni consolidate.
Sei per caso in agency con tuo marito? Se la parola “agency” non ti dice nulla, dai un’occhiata al secondo capitolo del libro Tantra per due. E’ uno dei fattori chiave per rendere la propria relazione un film in bianco e nero e per rimanere folgorati da un rapporto extraconiugale.

Mia moglie si è innamorata di un altro

Fabio: Sono sposato da sei anni e conosco mia moglie da nove. La nostra unione è sempre stata molto tenera e di cuore. Siamo stati fin dall’inizio una coppia aperta, anche perché facendo gli artisti siamo sempre a contatto con persone nuove.
Dopo sposati i nostri rapporti sessuali si sono notevolmente diradati, arrivando anche a dei mesi tra un rapporto e l’altro. Lei in questi anni più di me ha avuto delle storie con estranei, all’inizio si condividevano, ultimamente non più.
Nel frattempo la nostra relazione va abbastanza bene, pur facendo l’amore soltanto una volta ogni venti giorni mi sento discretamente appagato. Da un anno a questa parte lei ha avuto degli incontri con cinque uomini e tutti hanno fatto cilecca, fuori che l’ultimo, un uomo maturo di 50 anni appena separato dalla sua ex. Morale della favola lei si è innamorata come una pazza di quest’uomo. Dal canto nostro ci vogliamo ancora bene e sentiamo entrambi un profondo legame, perciò non è andata a convivere con lui, si conoscono da appena un mese.
Ora vi chiedo: è meglio che io viva fino in fondo questa storia, vedendo la sua infatuazione? O dovrei impedirglielo con tutti i mezzi? Sarebbe meglio fare un corso con voi oppure è meglio lasciar perdere tutto e mettermi il cuore in pace? Da quello che ho letto nei vostri libri, c’è sempre un rimedio, ma forse per noi è troppo tardi. Un abbraccio forte.

Elmar: Caro Fabio, i rimedi in questo caso non si trovano sui libri, ma nella vita. Ovviamente con una sessualità diradata all’interno della coppia, un altro uomo diventa molto interessante per la donna e l’infatuazione trova un terreno fertile. L’infatuazione e la passione durano mesi, ma spesso non superano l’anno. Perciò tua moglie potrebbe dopo un certo periodo ritrovarsi nella stessa condizione come la vive ora con te. Questa, almeno, è la dinamica classica di molte persone che cambiano partner perché hanno perso la passione nella relazione principale.
Se venire ad un corso o no, non te lo posso suggerire io, la spinta deve venire da voi due. Se decidete di venire, potete lavorare su uno di tre possibili livelli:
1. In ogni caso comprendere meglio quelle resistenze e difese che ognuno di voi porta con sé nella relazione, nella vostra come in qualsiasi altra.
2. Se siete ancora in tempo, potete andare alla ricerca delle chiavi della passione che in questi sei anni avete perso sotto il tappeto tra la polvere relazionale e le briciole di sesso non vissuto.
3. Se fosse già troppo tardi, potete usare il corso per avviare una separazione dignitosa, per chiarire quegli intrecci distruttivi che non volete trascinare nella prossima relazione.


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