Webinar su “Tantra e meditazione”

Webinar su “Tantra e meditazione”

Ieri abbiamo tenuto un webinar in occasione della riedizione del libro “Tantra e meditazione”, puoi visualizzare la registrazione cliccando qui sotto.

In alternativa ecco la trascrizione:

Rosa Tumolo

Buonasera a tutti, siamo qui per il nostro webinar nr. 208 della serie “Dialogo con gli autori”. Sono Rosa Tumolo, la direttrice de Il giardino dei libri e in queste serate ho l’onore di presentarvi gli autori in persona, dando a voi l’opportunità di conoscere non solo il loro pensiero attraverso le loro straordinarie pagine, ma anche direttamente loro stessi. Questa sera abbiamo due ospiti speciali che ci parleranno della meditazione e delle pratiche tantriche per aumentare il piacere sessuale nella coppia. Pronti per un’esperienza di crescita personale e di scoperta interiore. Sono entusiasta di presentarvi i nostri due ospiti, Elmar e Michaela Zadra.
Ciao Elmar, ciao Michela, benvenuti. Come state? Tutto bene, da dove ci parlate?

Elmar

Dal mio ufficio, vedi le travi in legno di castagno. Costruita negli anni e 90, un’antica casa dove abitiamo ad Anghiari. In campagna, cioè intorno a noi, ci sono campi, boschi, cinghiali, caprioli, istrici e simili.

Rosa Tumolo

Bene, io intanto sono lieta di informarvi che il numero degli iscritti è di 3044. Ecco qua il nostro post-it e, insomma, anche stasera siamo un bel numero.

Elmar

Mi fa piacere che siano tutti online, perché in una sala non ci starebbero. Siamo abituati a lavorare con 20 persone, 30, fino a 40, ma non di più.

Rosa Tumolo

È vero, è vero. Beh, diciamo che, Elmar e Michaela, quando vi ho conosciuto io 15 anni fa, avevamo la sala pienissima, vi ricordate?

Elmar

Mi ricordo…

Michaela

Che bei ricordi!

Rosa Tumolo

Sì, sì, ed è di nuovo così, questa sera in diretta, ma ci vediamo attraverso un video. Siete insegnanti di Tantra da oltre vent’anni e siete anche sposati. Avete fatto tante esperienze, vi siete formati in bioenergetica, in PNL, sessuologia, costellazioni familiari, avete praticato i metodi di meditazione e avete fatto tanta ricerca. E sono curiosa di scoprire di più su di voi e sulle vostre attività. Brevemente, prima di continuare la serata, volete raccontarci qualcosa su di voi?

Elmar

Sì, siamo sposati, in effetti da 35 anni. E, guarda caso, abbiamo una figlia che compie proprio 35 anni. Adesso si può fare 2 + 2 e si capisce l’inizio della nostra coppia. Oltre al Tantra, come tu hai citato prima, abbiamo imparato molte altre discipline. Proprio perché una via spirituale ha bisogno di un appoggio, di un appoggio solido sul piano personale per non mischiare stati meditativi con stati dell’ego. Succede spesso alle persone, noi inclusi, di pensare “io sto meditando”. Invece, quando medito, non sono io, semmai è la pura coscienza che medita e tutti i contenuti dell’ego, cioè pensieri, emozioni, sensazioni fisiche vanno in secondo piano.

Michaela

Proprio perché nomini anche le nostre esperienze. Tutto il libro è basato sulla nostra esperienza. Abbiamo fatto una raccolta di maestri. Molti di quelli che abbiamo seguito, lama tibetani o indiani sono già morti, dunque abbiamo anche alcune alcune sapienze che si trovano raramente. Scuole, piccole scuole di nicchia che magari non sono così conosciute. Anche il Tantra non si trova nei supermercati, ma si trova proprio nei momenti giusti della vita, cioè quando si è pronti. Quando sei pronto, arriva la cosa giusta.

Rosa Tumolo

[omissis] Prima di entrare nel vivo della serata, voglio ricordare a tutti voi che durante la serata potrete fare direttamente delle domande a Elmar e Michaela sulla chat a destra, potrete scrivere le vostre domande e interagire con gli autori. Risponderanno alle domande tra circa mezz’ora, quindi preparatevi. E allora Elmar Michaela.
Ora lascio a voi la parola così io vi ascolto. Sono molto curiosa e non vedo l’ora di sentire quello che avete da dirci. Voi siete in un bellissimo posto in montagna, giusto?

Elmar

In colina. Io sono cresciuto tra le Dolomiti, perciò lassù le montagne iniziano dai 2000m in su, mentre qui siamo a 800.
Come avrai notato dai nostri nomi, mia madre è di lingua tedesca. Io sono cresciuto a Bolzano, Michaela proviene dalla Carinzia, una regione al sud dell’Austria. Tra di noi parliamo sempre tedesco perché è la nostra madrelingua e si sente anche dalla flessione forse e dall’accento. Viviamo da trent’anni in Toscana, ma ancora oggi ci considerano quelli venuti dal Nord. Non so quanti secoli bisogna stare in Toscana per essere riconosciuti come toscani.

Io ho incontrato la meditazione già da giovane.

Michaela

Anche io l’ho incontrata da giovane.

Elmar

Anche tu, sì. Abbiamo entrambi un imprinting, si può dire ecclesiastico. Io ho fatto il liceo dei frati francescani di Bolzano, Michaela dalle suore orsoline a Clarens Ford. Perciò la nostra prima religione, quella con la quale siamo cresciuti era la cattolica cristiana. Mi ricordo che l’insegnante di religione un giorno ha detto “Oggi facciamo una cosa nuova, facciamo meditazione”. Noi tutti eravamo bravi, seduti sulle panchine. Lui ha detto “Adesso chiudete gli occhi. Sentite il respiro, osservate il respiro”. Siamo stati lì, mezz’ora, fermi. Poi i primi hanno iniziato a grattare perché si stavano annoiando ed è finita lì.

Michaela

Senza grandi spiegazioni.

Elmar

Esatto, perché non le sapeva. Era un esperimento anche per lui che era un prete.
Almeno per me, la mia prima meditazione continuativa è stata Zazen, cioè la meditazione Zen. A Vienna c’era il maestro Genova che insegnava e lì sono andato ogni giovedì sera per due anni a meditare. Poi ho lasciato perdere, perché era una meditazione molto statica: bisognava stare fermi, osservare tutto quello che c’era. Ma è stato sempre tutto piuttosto teso, uscivo sempre con varie tensioni e alla fine avevo bisogno ogni volta di un massaggio. Così mi sono un po’ scocciato.

Michaela

Ti ricordi che tu mi chiedevi sempre di venire con te? Tutti i giorni “Vieni a fare una meditazione con me?”, così una volta sono andata. E ho solo criticato tutto, ogni cosa: “No, ma questo non va bene, il maestro così, la stanza colà, l’odore…”

Elmar

Per i telespettatori, Micaela è brava a criticare. Critica anche me frequentemente, ma ho sentito dire che fa parte della vita di coppia. Pare che succeda anche ad altri.

Michaela

Sì, anche ad altri. Ero giovane e avevo vent’anni. Fare la meditazione Zazen a vent’anni, dove sei piena di forze, piena di energia, vuoi sperimentare tante tante cose, vuoi avere, almeno io volevo avere, delle avventure… forse non era il non era il metodo giusto. Oggi, quasi quarant’anni dopo, funziona benissimo.
Ogni periodo della vita ha un modo di meditare e una sua forma. Il contenuto è sempre lo stesso, però la forma è diversa.

Elmar

Sì, questo è un aspetto importante che viene trascurato spesso. Specialmente per chi è abituato a vivere in una scuola che tende ad avere un certo tipo di pratica, codificata dalla scuola da secoli, forse. Che questa si chiami Yoga o Zen o Buddismo tibetano o Tantra o Sciamanesimo, eccetera. Si chiede all’allievo di praticare questa meditazione e nessun’altra. Noi che abbiamo provato un po’, non dico di tutto, ma di tanto, abbiamo notato che le forme di meditazione cambiano nell’arco della vita, che non sono sempre le stesse. Mi ricordo bene che i vent’anni sono un periodo da discoteca, non da monastero.

Michaela

Esatto, per andare a ballare, comprare dei vestiti, tacchi, altre cose.
Racconta un po’ di quando andato in Tibet, in India, in Nepal. Hai viaggiato tantissimo prima di conoscerci, hai fatto tante avventure in tanti monasteri.

Elmar

Sì, esatto. Prima di conoscere Michaela sono stato un anno tra India, Nepal e monasteri tibetani. Lì ho provato e volevo proprio provare tutto. Diciamo tanto, non tutto. Tutto è una parola che non si dovrebbe usare perché non è mai tutto.

Michaela

Hai provato tanto, tante cose importanti che oggi insegniamo anche nei corsi.

Elmar

Sì, vero. Ho conosciuto, per esempio, in un monastero tibetano dove ho passato un mese una forma semplice del Tummo del fuoco interiore. Per me è stato folgorante, perché finalmente ho trovato un silenzio. È una meditazione assai complicata, però ti assorbe in un silenzio mentale dove, per diversi minuti, non c’è nient’altro che “essere in quello che c’è, in quel momento”, nella pancia, senza pensieri, quassù nella mente. Ho poi ambìto a ripetere questa esperienza e ho notato che più si ci si impegna a ripetere l’esperienza di cui ci si ricorda, meno accade, perché proprio il pensiero di volerla rinforza l’ego invece della non dualità, della vacuità. Se io penso “è stata molto bella questa esperienza, vorrei riviverla”, succede che questo pensiero disturba il processo dell’entrare in meditazione.

Michaela

Qua forse noi parliamo per persone che hanno già avuto delle esperienze meditative. Però all’inizio, questo volere può anche essere utile a mettere a fuoco le immagini.
Io mi ricordo che, all’inizio, il primo approccio alla meditazione era uno svolgere la tecnica, fare qualcosa, anche con volere. Volevo tutti i giorni fare una meditazione. Questo può essere utile per trovare quel silenzio interiore di cui parlava Elmar. Da qui possono scaturire quei piaceri sottili che derivano proprio dal silenzio. Questi sono momenti meditativi: noi distinguiamo la meditazione, che può essere una cosa che faccio, dai momenti meditativi, ovvero momenti in cui non faccio più.

Elmar

Dove non sono più attivo ma sto con quello che c’è.

Michaela

Nel libro ci sono un po’ tutte le nostre esperienze, tutto quello che abbiamo raccolto nelle varie scuole. Nello stesso tempo descriviamo anche delle meditazioni che abbiamo incontrato e praticato noi per anni e che insegniamo nei corsi. Ci sono anche meditazioni che abbiamo creato noi, in un certo senso, perché possiamo dire che le tradizioni antiche hanno bisogno di essere aggiornate, in qualche modo, al nostro modo di di vivere oggi.

Elmar

Sì, perché noi non siamo persone che vivono in un monastero con un ritmo regolare, che si alzano alle 6 di mattina per fare il saluto al sole. Io di solito mi alzo alle 10 di mattina, ma non ditelo in giro.

Michaela

3000 persone collegate e dici “non ditelo in giro”? Così ti contraddici…

Elmar

Esatto, se dico a più di 3000 persone di non dirlo in giro, questo è il miglior modo per propagare la notizia, così funziona la mente umana…

Michaela

Però lavoriamo la sera o la notte, come stasera, per esempio…

Elmar

Comunque, dopo quell’esperienza, ho sentito dire che in un monastero tibetano facevano pratiche tantriche. Queste mi hanno attratto, avevo già letto dei libri. Nel Tantra, mi ricordavo, si fa sesso durante la meditazione, solo che in tutto quel periodo non si è mai fatto sesso. Non ci siamo nemmeno spogliati e abbiamo meditato come in tutte le altre scuole, così sono uscito un po’ deluso. L’unica meditazione diciamo un po’ più erotica era con una dea visualizzata. Per esempio, per gli uomini era la Tara, per le donne era un divinità maschile e si visualizzava davanti a sé. Io medito e qui davanti mi immagino una dea sentendo come se fossi unito a lei… e medito nei chakra: porto l’energia in su e in giù nei chakra. Non era quello che mi aspettavo. La differenza è un po’ come tra mangiare ciò leggo su un menu e leggere il menu, piuttosto diverso. Però ho pensato che me lo me lo sarei potuto ricordare “Così quando avrò una compagna, lo potrò praticare”. Poi ho incontrato la Vipassana, quella di Satya Narayan Goenka, che focalizza sulle sensazioni corporee. Ci sono diverse forme di Vipassana: alcune focalizzano sui movimenti mentali, questa sulle sensazioni che appaiono. In pratica, per tutto il giorno, dalla mattina alla sera, si ascoltano le sensazioni che ci sono dalla testa fino ai piedi, finché il corpo inizia a diventare sempre più sottile, non nel senso di magro. Le sensazioni fisiche diventano sempre più sottili, più aerose, fino ad un certo momento in cui il corpo sembra che sparisca, che si apra e riempia tutta la sala.
Questa è stata un’esperienza fulminante che mi ha segnato profondamente. Dopo mi hanno spiegato che si chiama samadhi. L’ho praticata poi per diversi anni, sei anni, regolarmente. I samadhi successivi sono stati meno intensi. Come spesso accade, avevo avuto la fortuna del principiante: la prima volta che pratica, si lascia andare e funziona. In seguito, si crea l’immagine della cosa che piace e quindi diventa più difficile riuscirci nuovamente.
Quando lavoravo a Vienna, facevo il consulente aziendale e mi capitava di avere giornate o intere settimane davvero molto pesanti. Mi ero specializzato sulle aziende in crisi, il che significa sono in crisi anche le persone che ci lavorano, il proprietario e tutta la sua famiglia. Ho vissuto momenti intensi di trattative con le banche e molte situazioni toste. Lì ho notato che mi aiutava fare la meditazione dinamica di Osho. La mattina, infatti, andavo con un mio amico sempre nello stesso posto e facevamo la meditazione dinamica. Quello mi dava la forza per andare avanti tutta la giornata. Perciò, per chi ha lavori tosti, compiti impegnativi da svolgere, quella è la più adatta. Invece, una meditazione più tranquilla come la Vipassana, è poco adatta perché in quei momenti è difficile trovare la sensibilità interiore per sentire le sensazioni delicate e fini. Si rischia di rimanere delusi. Così è successo a me, ma anche ad altri che conosco.
Poi ho conosciuto Michaela e ci siamo innamorati. Ci guardavamo negli occhi rimanendo abbracciati per ore e succedeva senza fatica.
Poi siamo andati entrati in crisi, ti ricordi?

Michaela

Mah, vagamente

Elmar

Eh, io mi ricordo bene. Eri insopportabile.

Michaela

Ah, riesco anche oggi se voglio.

Elmar

Non farlo adesso, abbiamo persone che ci guardano…
Beh, nella crisi abbiamo vissuto quello che ogni coppia in crisi vive. Ognuno dice che l’altro è insopportabile pensando di avere ragione. Michaela ha proposto di fare qualcosa per la coppia: “Facciamo una terapia di coppia o qualcosa di simile?” E io le ho detto che se avesse trovato persone che lavoravano col Tantra, ci sarei stato volentieri, perché avevo dei bei ricordi del monastero tibetano. Lei ha trovato degli insegnanti tantrici in Germania. Neo-tantrici, bisogna dire, perché non è l’antico Tantra di 1000 anni fa, ma è quello occidentale che adesso va di moda qui in Europa dagli anni ‘70 e ‘80. Abbiamo fatto lì un corso, che ci ha fatto molto bene e allora abbiamo fatto tutto il percorso durato un anno intero.

Michaela

Poi siamo andati dai loro maestri: Margot e altri.

Elmar

Esatto, e abbiamo imparato da questi. Poi abbiamo fatto assistenze nei loro corsi e così siamo finiti in questo neo-tantrismo anche noi. A quel punto che mi sono chiesto “Ormai il tempo che dedico alla pratica del Tantra è maggiore di quello che dedico al lavoro che faccio. Conviene cambiare”. Così siamo diventati noi stessi insegnanti. Chiaramente, poi abbiamo integrato con la sessuologia e le costellazioni familiari, perché fanno parte della vita di coppia.

Michaela

Abbiamo fatto delle scuole di tutte le tematiche annesse al Tantra: tutto quello che ha da fare con l’essere uomo, essere donna, con la coppia. Dinamiche di coppia, comunicazioni nella coppia, sessualità e corpo. Tutta la percezione, ma anche la fisionomia corporea. La psicologia, le costellazioni, ma anche i massaggi.

Elmar

E tutto questo confluisce adesso nei nostri corsi, dal 1994 quando abbiamo iniziato. Teniamo i corsi prevalentemente in Nord e Centro Italia.

Michaela

Elmar ha raccontato un po’ la sua storia meditativa. Io invece sono cresciuta in una famiglia già che dava molta attenzione all’ambiente nel quale viviamo, all’ecologia. La natura era sempre molto importante, dunque potrei dire che i primi momenti meditativi li ho sperimentati nell’infanzia, in natura con fratelli, papà o mamma. La mamma ha dedicato tutta la sua vita anche all’astrologia, dunque guardavamo ogni sera le stelle, ci spiegava e poi le ammiravamo. Questi erano anche momenti meditativi: guardare il cielo, respirare, stare uniti, in silenzio. C’era anche la consapevolezza di essere piccoli di fronte all’universo. Questi sono momenti meditativi e mi immagino che chi è interessato alla meditazione ha avuto nella sua propria infanzia momenti meditativi, altrimenti non ci sarebbe questo richiamo alla meditazione. Per qualcuno può essere tenere la mano della nonna , oppure guardare negli occhi qualcuno, anche un cane, per esempio. Ho parlato adesso con un vicino di casa che dice “Quando mi guarda il mio cane, io divento molto più silenzioso e sento amore dentro di me, non ci sono pensieri”.

Elmar

In generale vorrei dire una cosa. La meditazione viene spesso trattata come qualcosa di santo, di trascendentale, di al di là di tutto il mondano ecc. Ma questo non è un approccio umano. Questo va bene, forse per gli angeli. Per gli umani è più più facile prendere i momenti silenziosi che ci sono già, che si manifestano nella vita. Come Michaela ha detto, guardare le stelle, stare seduto sotto un albero. In italiano c’è un verbo che si chiama “oziare” che è un po andato fuori moda. Viene usato poco, ma è qualcosa che si avvicina alla meditazione, cioè un momento in cui non sono attivo, non faccio niente, nemmeno penso. Non mi concentro, ma ci sono, semplicemente così. Succede quello che è il nocciolo della meditazione, ovvero essere coscienti di essere in questo senso. Si può manifestare anche in momenti semplici.

Michaela

Questo è sicuramente vero. Sono momenti che non ci costano niente e cambiano molto la qualità della vita. Nello stesso tempo, però, c’è chi vuole veramente avviarsi a una via spirituale perché sente nel proprio cuore un’attrazione verso qualcosa di di più. Sente che c’è qualcosa di più oltre a quel mondo che riesce a cogliere con i propri sensi. Ci sono delle tecniche e delle meditazioni veramente potenti, che ci catapultano proprio in stati di essere talmente attraenti che la persona pensa “il mondo reale è importante, ma c’è un altro mondo incredibilmente potente, non coglibile con i 5 sensi che abbiamo, ma con qualcosa di interno”. E questo è il momento in cui questa via diventa anche un modo di vivere. Nei testi tantrici che sto studiando adesso, per esempio, si parla spesso delle capacità che i maestri hanno. Quello che noi, della nostra esperienza, possiamo dire su queste cose fuori dal comune, è che non possiamo insegnarli perché è veramente una via individuale. Noi possiamo procurarvi le tecniche, se voi poi scoprite delle potenzialità particolari è tutto dato dal vostro modo di essere.
La cosa interessante, che proprio ho letto tre giorni fa, è che queste grandi possibilità non devono mai essere mostrate, soprattutto quando si inizia, perché altrimenti vengono immagazzinate dall’ego e qualsiasi via spirituale si ferma. Mi aggancio a quello che diceva prima Elmar: quando faccio con molto, troppo, impegno una cosa, anche contro il mio essere, contro quello che fa bene al mio essere, al mio corpo, alle mie emozioni, ma soprattutto al mio cuore, allora è controproducente. E la via spirituale si ferma, la meditazione e anche il godimento, il piacere, l’essere lieve e forte nello stesso tempo. Dunque consigliamo sempre di fare piccoli passi, semplici inseriti nel quotidiano per rendere la propria vita un po’ più ricca, un po’ più profonda, più sensata, più libera. Anche più libera, la meditazione rende la vita più libera.

Elmar

Sì, libera. Libera non da un vincolo esterno, ma dai propri vincoli, quelli creati da sé con tutte quelle pressioni che ci imponiamo: “Dovrei fare questo e quello e quell’altro. Dovrei essere così, dovrei essere cosà”.
Non a caso in tutte le vie spirituali viene enfatizzata l’umiltà, perché veramente utile. Nel momento in cui una persona inizia a montarsi la testa, avrà qualche successo ma poi crollerà.

Michaela

Io penso che abbia parlato abbastanza… che dici, carissima Rosa?

Rosa Tumolo

Eccomi qua. Io vi ascoltavo, sono arrivate anche delle domande. Grazie per aver condiviso questa vostra esperienza.
La domanda di Daniela è questa: come migliorare la sessualità dopo i cinquant’anni, quando si ha avuto un’educazione che vede il sesso come sporco?

Elmar

Sì, tutti abbiamo avuto una educazione di questo tipo, più o meno. Chi vede il sesso sporco, chi lo vede come peccato. A casa mia, per esempio, di sesso non si parlava, non non c’era, non esisteva. So che i miei genitori l’hanno fatto, altrimenti non sarei qua i e nemmeno i miei due fratelli. Ma era un tabù, come se non ci fosse. Quando la Chiesa era ancora forte, il sesso era considerato peccato. Non tutto, il sesso nel matrimonio andava bene, ma tutto il resto no. Dopo l’Ottocento, quando le scienze hanno iniziato a prendere sopravvento, il sesso ha iniziato a essere considerato sporco, per chiuderlo di nuovo, per tapparlo, per tenerlo giù.

Michaela

Carissima Daniela, il corpo in sé già è diventato, per la collettività, un oggetto. Dunque anche dalla sessualità, che fa parte del corpo, anche della mente ma soprattutto del corpo adesso, siamo già distaccati. Non lo viviamo più “essere il corpo”, ma ci approcciamo al corpo stesso con una certa distanza, chi più chi meno. Dunque la sessualità ci è già lontana. Una cosa semplice, Daniela, la puoi fare per esempio stasera quando vai a letto, sotto le coperte. Nessuno ti vede, è buio. Metti una mano sui tuoi genitali, proprio leggera. Se anche hai le mutande indosso non importa, ma tieni un contatto con i tuoi genitali e prendi dei respiri consapevoli in modo che cominci a diventare un po’ più amica del tuo corpo. Se questo contatto con i genitali è già troppo, allora puoi anche iniziare con un’altra parte del tuo corpo. Il corpo, per come lo insegniamo noi, è una cosa preziosa che ci tiene in vita, che ci permette tante belle esperienze. Dunque di sporco, quando ti permetti di sentire tutto il corpo, non c’è nulla. Questa è solo un’idea, una convinzione tramandata.

Elmar

Esatto. Michela non intendeva invitare a masturbarti. Beh, puoi fare anche questo, che non fa male.
Intendeva dirti di tenere una mano per sentire “Ah questi sono i miei genitali, eccoli qua”. Possono fare questa cosa anche gli uomini. Se vuoi puoi portare l’altra mano sul cuore, al centro del petto e senti il cuore, sede dell’amore. L’altra mano sui genitali, sede del piacere. Tutti e due fanno parte di te, respiri con questi due e così ti puoi anche addormentare. Se lo farai più volte diventerà una parte del corpo come il gomito o la mandibola. Anzi, diventerà una parte più interessante perché produce grandi piaceri.

Rosa Tumolo

Bene, ora voglio farvi la domanda da parte di Max: “Così come cambia la meditazione con l’età, anche la sessualità cambia?

Elmar

Assolutamente sì! Ci sono persone che dicono di fare sesso a 50 anni così come lo facevano a 20. Sono le stesse persone che dicono di amarsi ancora come quando si sono sposate. Ma non è così, cambia, cambia molto. Già sul piano sul piano fisico, ormonale, cambia. Io, per esempio, sento di avere meno testosterone di una volta. Non lo faccio più tutti i giorni. A proposito di tutti i giorni, è stato un periodo breve, forse 3 o 4 anni. Poi è diventato 2 volte alla settimana, ora se va bene una volta alla settimana e sono soddisfatto. Diventa anche più lento, almeno per me. Una volta dovevo usare pratiche tantriche per non arrivare all’eiaculazione dopo pochi minuti. Oggi questo problema è risolto. Esiste questo cosiddetto “orgasmo della valle”, cioè un lento tuffarsi, rimanere in unione sessuale per ore, soltanto sentendo, senza tanti movimenti. Il tutto diventa molto fine, molto sottile ed è praticamente una meditazione in due.

Michaela

Questa è un’ottima tecnica, un’ottima pratica. La facciamo nel corso avanzato Maithuna.

Rosa Tumolo

Volevo passare alla domanda di Elena: “La meditazione tantrica può aiutare a superare la rigidità e la e l’autodifesa causati da traumi sessuali adolescenziali?

Elmar

La rigidità sì. Anche un po’ la difesa, però il trauma va risolto con un altro metodo e richiede una terapia. La trauma-terapia è stata creata negli anni ‘90 da Peter Levin. Io ho fatto una breve formazione, ma non è una cosa che facciamo durante i nostri corsi.
La meditazione non arriva al trauma. Semmai la meditazione può svegliare il trauma perché quando tutte le difese si abbassano e tu sei lì tranquilla, può darsi che riemerga il trauma. Nella meditazione, in generale, aumentano tutti i problemi, vengono su come mostri, perché nel contrasto con la stabilità e la lucidità della mente risalgono più facilmente. La risoluzione del trauma, però, richiede metodo terapeutico. Questa confusione viene fatta spesso: tra meditazione, counseling e terapia viene messo tutto in un calderone, ma sono sono metodi ben diversi. Come diceva il nostro maestro Jack Rosenberg, la terapia serve per risolvere un problema, per esempio questo trauma sessuale nell’adolescenza. Quando il problema è risolto, la terapia finisce. La meditazione serve per andare al di là di tutti gli schemi, di tutte le dualità, e quella si può fare per una vita.

Michaela

Sì, sì, sono d’accordo. La rigidità si può superare, perché ci sono molte meditazioni che enfatizzano proprio sul movimento. A partire da movimenti molto ampi, molto ampi, fino a movimenti molto sottili.

Rosa Tumolo

Passiamo con la domanda di Ruena: “Il libro va bene anche per le coppie omosessuali?

Michaela

Assolutamente sì.

Elmar

Devono solo cambiare mentalmente alcune frasi del libro in cui c’è scritto “l’uomo e la donna”. Lo cancellano e scrivono “partner A e partner B”.
Ai nostri corsi vengono, ogni tanto, coppie omosessuali. Poche perché sono poche nella totalità della popolazione. Ma i principi sono gli stessi. Anche loro hanno 7 chakra, una bocca per parlare, genitali per provare piacere, un cuore per amare.

Michaela

Abbiamo diversi amici, soprattutto uomini, coppie omosessuali e vediamo che hanno gli stessi problemi, le stesse dinamiche, che i chakra funzionano anche in loro nello stesso modo. Sappiamo, perché ce lo hanno detto privatamente, che tutti gli esercizi funzionano anche per loro.

Rosa Tumolo

Igor invece vi domanda: “Come si possono relazionare il tantra e le costellazioni familiari?

Elmar

A Vienna, ho studiato psicoterapia, Gestalt e bioenergetica, per tre anni e dopo un po’ non ne volevo più sapere. Mi dicevo “Caspita, bisogna sempre tornare ai genitori, ai traumi infantili, alle carenze, ai bisogni… Chi me lo fa fare?”. Allora, come dicevo prima, sono andato in un monastero tibetano. Ho chiesto se mi potevano insegnare una meditazione. Mi hanno detto “Siediti su un cuscino in modo comodo, con la schiena abbastanza dritta, visualizza davanti a te il Buddha e dietro a te i tuoi genitori”.
I genitori di nuovo? Ebbene sì, perché i genitori ti condizioneranno per tutta la vita. Perciò vanno messi anche nella meditazione. Vanno messi i genitori interiorizzati, quelli che ci ricordiamo, non i genitori veri.

Michaela

Inoltre, per come le facciamo noi, tra costellazioni familiari e Tantra io vedo alcuni nessi. Spesso nelle considerazioni familiari non si tocca la sessualità. Noi invece tocchiamo anche questo aspetto. Questa forse è anche una cosa peculiare nostra: vediamo come la vivono, come l’hanno vissuta, cosa hanno tramandato e come vi condiziona oggi. É molto interessante l’unione tra costellazione e Tantra combinati.

Elmar

Si potrebbe dire che le costellazioni sono preliminari al Tantra. Come nel nello Yoga si fanno asana per molti anni prima di passare alle pratiche più intense, o nel nel Tantrismo tibetano si fanno le preghiere. Così le costellazioni sono un buon preliminare per rendersi conto delle proprie convinzioni: non tutte vengono da me, molte le ho prese dai miei antenati, dai miei amici da giovane. E quando hai “gli occhiali” è più facile arrivare alla mente pura.

Rosa Tumolo

Ora voglio proseguire con VB che vi domanda: “Come migliorare il desiderio e il piacere sessuale in menopausa?

Michaela

A questa domanda rispondo io… Sto preparando proprio un corso in questo periodo, un corso che farò a settembre. Nella domanda è già implicito che durante la menopausa il desiderio cala. Questo però non è vero per tutte le donne. Soprattutto per le donne che non hanno questa convinzione, spesso non si non si verifica nemmeno. In più, spesso si innescano dei cortocircuiti per cui, meno faccio sesso, meno mi tocco, meno mi masturbo. meno piacere ho. Questo è vero, ma non c’entra con la menopausa. Lo posso avere a 18 anni, a 40 a 50. Io stessa sono in menopausa e ho verificato che, se mi masturbo o se faccio l’amore, questo calo di desiderio non si verifica. Dunque la vera domanda è questa: “Quanto tempo, quanto piacere ho dedicato al mio corpo, alla mia sessualità, al mio piacere sessuale?”. La menopausa è anche un po’ un rendersi conto di cosa c’è stato, cosa si vorrebbe ancora e cosa il futuro avrà in serbo per me.
Ho voluto rispondere brevemente, però ci sono tante altre cose che si potrebbero dire… ma parlerei adesso per due ore.

Elmar

Cara VB, ho con me un libro di sessuologia, 600 pagine. Questa è una sessuologa clinica si chiama Helen Single Kaplan. Dice che nella menopausa delle donne si polarizzano: su un lato ci sono quelle che dicono “Adesso ho finito, mi sto seccando, non voglio più fare l’amore” e si spengono. Dall’altro lato, le altre donne dicono “Adesso non sono più fertile, non devo più prendere la pillola” e quindi si scatenano, fanno sesso alla grande. Non come lo facevano a trent’anni, cioè fulminante, ma in modo tranquillo. Uno sessualità sensuale, delicata, intensa, intima.

Rosa Tumolo

Posso continuare e tenervi ancora qui con me, ancora un po’ per farvi altre domande?

Michaela

Certo, ci piacciono le domande!

Rosa Tumolo

Allora voglio farvi questa di Antonia che vi domanda: “Quali sono i consigli che dareste a coloro che vogliono iniziare a praticare la meditazione ma non sanno da dove cominciare?

Elmar

Risposta breve: cominciare da se stessi. Inteso non in senso scherzoso, ma veramente come sei, cioè osservare cosa sei, cosa provi, quando chiudi gli occhi come si fa di solito. Ti siedi da qualche parte su un cuscino di meditazione, o una sedia, o a terra, non importa dove, e osservi cosa succede dentro di te, come respiri. E tieni il respiro presente per tutto il tempo. Il respiro, ovviamente, c’è per tutto il tempo e tu devi solo esserne cosciente. Poi, cosa emerge nel corpo? Cosa senti? Per esempio, le dita che formicolano, il freddo sul gomito, il viso che prude, una tensione nella schiena, tutte queste sensazioni e i pensieri che passano nella mente. Non pensare attivamente, ma osserva i pensieri, distanziandosi. Non sei tu il pensiero, ma tu sei colei che osserva il pensiero. Questa è il principio di ogni meditazione e lo puoi fare sempre. Potresti iniziare già adesso.

Michaela

Anche mentre ascolti, chiudere gli occhi, ascoltare il respiro. Già queste due cose sono tanto all’inizio, poi aggiungere, come diceva Elmar, anche le osservazioni di quello che succede dentro di te, non solo i pensieri. Anche le sensazioni sono importantissime.

Elmar

E quando sono troppe, ridurre. Perché se se osservo tutto quello che c’è in me, c’è tantissima roba, allora è necessario ridurre. Solo le sensazioni corporee o solo il respiro.

Michaela

Questo è una buon inizio. Puoi farlo anche ogni giorno per tre minuti o un minuto ogni tanto. Non costa tanto.

Elmar

Oppure quando ne senti il desiderio.

Michaela

Meglio ancora. In una pausa mentre sei sul treno, mentre aspetti qualcuno…

Elmar

Il respiro è una chiave che viene enfatizzata in quasi tutte le vie spirituali, perché connette l’inconscio con il conscio. Fa da ponte: il respiro è inconsapevole, funziona sempre, anche di notte, quando dormiamo, ma al contempo lo possiamo modificare. Il respiro è da un lato incosciente, dall’altro lato lo puoi facilmente rendere cosciente.

Rosa Tumolo

Bene, allora voglio farvi questa da parte di Dona: “Dopo il taglio cesareo ho percepito una limitazione energetica importante. Come riaccostarsi al sentire reciproco dopo questa esperienza e dopo le modifiche per far spazio al figlio?

Michaela

Innanzitutto, qualsiasi tipo di ferita sul proprio corpo va risanata in qualche modo, ed un taglio cesareo è una ferita forte. Lì la pancia ha subito un trauma. Nello stesso tempo, il figlio durante la nascita non ha avuto la possibilità di sentire quanto è faticoso arrivare al mondo. Il bambino non ha in sé questa esperienza che nel mondo possono esserci anche dei momenti difficili. Queste due esperienze, di mamma e figlio sono diverse e vanno risanate per conto proprio. Ci sono modi per poterlo fare. Non c’è niente da modificare, ma va in primis accettata fino in fondo la situazione e rivivere come una persona di fiducia, un terapista o uno psicologo specializzato in questi traumi. Questo è il miglior modo per risanare il trauma. Il legame tra madre e figlio è dato proprio dall’esperienza traumatica che avute vissuto entrambi. Questo lega molto. Come le esperienze bellissime, piacevolissime ed estatiche, così anche le situazioni traumatiche legano molto.

Rosa Tumolo

Davide vi domanda: “Il libro è una nuova edizione? Quali sono le aggiunte e le modifiche rispetto all’edizione precedente?

Elmar

Le aggiunte sono 0 e le modifiche sono 0. E’ lo stesso libro. Era prima pubblicato da Rizzoli, ma Rizzoli non ha voluto fare una terza edizione perché il libro ha già 10 anni. Io gli ho risposto che la meditazione ha 3000 anni e viene ancora praticata, ma questo per loro non è un’argomentazione valida. Allora siamo andati da una casa editrice specializzata su spiritualità che pubblica libri anche solo perché buoni, anche se non la tiratura non è di 50.000 copie.

Rosa Tumolo

Voglio proseguire con questa domanda che vi fa Luca: “Nelle mie esperienze di meditazione mi trovo focalizzato sulle sensazioni corporee negative. Anche l’aver sentito la vibrazione del mio corpo l’ho trovata associata ad una paura. Avete un consiglio a riguardo per focalizzare ciò che è positivo?

Elmar

Nella domanda c’è già la risposta, Luca. Focalizzare sulle sensazioni positive, cioè dare loro altrettanto

Michaela

Hai già chiaro che tendi a focalizzare sulle sensazioni corporee negative. Dunque è già una tendenza mentale tua di base. Dunque mi immagino che sei anche una persona piuttosto critica con te stesso e, immagino, anche con gli altri. E’ corretto quello che ha detto Elmar, ma nello stesso tempo bisogna anche accettare “Sono di nuovo focalizzo solo sulle sensazioni negative” e poi cambiare. Questo è il primo passo, osservare che la mente funziona così e tende in questa direzione. Adesso le puoi far fare anche un’altra esperienza.

Elmar

Luca, ti posso citare Osho. Osho diceva: “When you focalized only on the problems, you will ever have always problems in your life, because you cultivate problems. Whenever you concentrate on a problem, it will become greater and greater.”
Lo conosciamo questo meccanismo. Per esempio, quando un ginocchio fa male, o la schiena, la concentrazione viene tutta assorbita lì e inizia a fare ancora più male. Appena la concentrazione va nelle nelle zone circostanti, il dolore si diluisce. Per esempio, mettiamo che ti fa male la pancia. Allora prova a focalizzare sul petto, che è subito sopra la pancia, e noterai che starai meglio. Non è che va via il male, però diventa relativo. Noti che è solo una percentuale del corpo, non è tutto.

Rosa Tumolo

Alcuni partecipanti hanno domandato se fate corsi…

Elmar

Sì, sì. Ogni mese 1 o 2 corsi.
Alla fine del libro c’è l’indirizzo e potete vedere i vari corsi che organizziamo. Il sito è molto semplice, www.tantra.it.

Rosa Tumolo

Dove fate i corsi? Nella vostra sede o vi spostate?

Elmar

Facciamo corsi in Emilia-Romagna, per esempio, dove siete voi sopra a Bologna. Abbiamo una sede a Bergamo, una a Siena, una a Gubbio, una in Veneto e una a Firenze. In realtà non abbiamo delle sedi, ma sono alberghi convenzionati. Affittiamo tutto l’albergo, teniamo i corsi nella sala, si dorme e si mangia lì.

Michaela

Sì, anche noi siamo ospiti in questi in questi centri o alberghi.
Quando ci chiami per sapere dei corsi, possiamo capire insieme quale sarebbe meglio per te, cosa hai già fatto, cosa ti interessa. Anche in base a quanto tempo hai a disposizione. Perché magari una coppia con bambini piccoli, valuterà se fare insieme il corso, oppure prima uno e poi l’altro. Insomma, vediamolo insieme che cosa va bene per te, qual è la cosa migliore. Una consulenza personalizzata è sempre meglio.

Elmar

Sì, come per la meditazione in sé, ognuno deve trovare un po’ il suo modo di meditare, in questo suo periodo della vita. Su questo diamo molta importanza e ne diamo meno sull’insegnare tecniche. Le tecniche sono, in fondo, piuttosto facili. Si insegnano in poche sessioni. Ma la cosa importante è trovare la propria, che va bene per sé e che cambia poi nella vita.

Michaela

Anche trovare il momento giusto quando cambia, in cui sento che qualcosa è diverso. Non è un volerlo, ma quando sono talmente sazio di un tipo di meditazione mi rivolgo quasi naturalmente e organicamente ad altro.

Rosa Tumolo

Grazie Elmar e Michaela. Io voglio ringraziarvi per la vostra disponibilità a rispondere alle domande dei partecipanti durante questa serata. Ci dispiace se non siamo riusciti a soddisfare tutti. Ma le domande erano molte e abbiamo poco più di un’ora a disposizione. Tuttavia vogliamo ringraziare i partecipanti per aver reso questa serata ricca di apprendimento e di crescita personale grazie alle loro domande.

Elmar

Se avete ancora una domanda che non siete riusciti a farle qui, la potete scrivere dal nostro sito e noi rispondiamo per email.

Rosa Tumolo

[omissis] Elmar e Michaela, vorrei ringraziarvi di cuore per la vostra partecipazione al nostro webinar di questa sera. Il tempo che ci avete dedicato e la vostra condivisione di conoscenza sono stati davvero preziosi per tutti noi. Siamo grati per il vostro contributo alla serata e per averci regalato una prospettiva unica sulla meditazione e sul tantra. Sono certa che i nostri spettatori hanno molti spunti di riflessione. Sono sicura che le vostre parole continueranno a ispirare la loro crescita personale e spirituale. Vi voglio domandare, se volete, come chiusura finale, lasciare un messaggio.

Michaela

Se hai un dubbio, se non sei sicuro su cosa fare o cosa scegliere, metti una mano sul cuore. Senti sotto la mano il cuore. Cosa è giusto in questo momento per me? Questo lo puoi dire solo tu a te stesso. Auguri e non dimenticare mai il cuore.


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