Amore e difficoltà nella coppia

Amore e difficoltà nella coppia

Stiamo insieme, ma lei non è innamorata di me

Luciano: Ho conosciuto la collega di mia sorella che si è lasciata con il suo ragazzo dopo quattro anni di fidanzamento. Ci stiamo frequentando e facciamo l’amore insieme. C’è molta passione tra di noi, ma lei mi ripete sempre che se non ci si innamora da subito, non ci si innamora più. Io cerco di farle capire che l’infatuazione è una cosa, mentre il vero amore è un’altra e viene col tempo. Adesso sono passati sei mesi, ma lei non molla.

Michaela: Luciano, se soltanto gli innamorati stessero insieme, il 98% della popolazione sarebbe single. Invece si vedono tante coppie. Molte coppie non stanno insieme perché sono innamorati, ma per motivi meno romantici: per colmare un vuoto, per non stare soli, per attrazione sessuale, per amicizia, perché non trovano un partner migliore, perché gli è capitato un figlio, per varie ragioni. L’innamoramento è una bella cosa, che porta le persone insieme, ma non necessariamente crea la coppia più stabile. Il problema sta nell’idea fissa della tua ragazza che vede l’innamoramento non come una fase temporanea (spesso iniziale) nel ciclo di vita della coppia, ma lo considera un presupposto. Se fosse coerente a questa convinzione, ti dovrebbe mollare all’istante. Forse la sua mente e il suo cuore non sono così sintonizzati come vorrebbe? O forse ti vuole più bene di quello che crede? Oppure usa questa convinzione per creare un po’ di distanza tra di voi, per mantenersi una porta d’uscita sempre aperta? Non lo posso sapere dalle poche informazioni ricevute per e-mail, ma al primo corso in cui verrete, vedremo in profondo alle vostre incomprensioni. Nel frattempo non insistere sulla tua versione di amore e innamoramento. Non è una questione razionale, ma va risolto sul piano dei sentimenti, sia per te come per lei.

Dopo 4 anni che stiamo insieme, il mio compagno non sa ancora se mi ama

Paola: Sono sicura dell’amore che provo per il mio compagno e sento che lui ha bisogno di me e che non riuscirei mai a tradirlo, eppure lui dopo 4 anni che stiamo insieme, ha ancora bisogno di tempo per capire se mi ama.

Michaela: Interessante, ma il tuo compagno come vede la questione?

Giovanni: Beh, Paola tendenzialmente mi vuole ingabbiare con le sue pretese, inoltre non so se lei è sincera, spesso mi sento tradito da lei.

Michaela: Diventa sempre più interessante. Come prima cosa vi consiglio di parlare ognuno dei propri sentimenti e non di quelli dell’altro, perché in fondo non li conoscete, anche se pensate di conoscervi molto bene. Perciò sostituite il “lui ha bisogno di me” con “penso che lui abbia bisogno di me” e il “lei mi vuole ingabbiare” con “mi sento ingabbiato”. Prendetevi almeno 15 minuti ogni giorno per allenarvi in questo modo di comunicare: ogni volta che vorresti dire “tu sei, tu fai” lo sostituite con “io penso, sento”.

Paola: L’abbiamo provato per 10 giorni e abbiamo scoperto che io ho bisogno di più contatto fisico, di essere guardata da lui mentre parliamo, di sentirlo più vicino.

Giovanni: Io invece ho bisogno di avere più tempi liberi per me, di poter chiudere gli occhi quando facciamo l’amore, di sapere di essere amato così come sono, altrimenti mi sento tradito. Ci vediamo molto in quella dinamica che nel libro Tantra per due descrivete come il “dilemma tra abbandonato e invaso”. Abbiamo deciso insieme di venire ad un corso per lavorare su questa questione che per la nostra relazione è diventata cruciale, per e-mail ci sembra troppo limitativo.

Michaela: Ora le cose mi sembrano più chiare. Intanto potete continuare con il dialogo ogni giorno e nei momenti più intimi cercate una posizione o una distanza che vada bene a entrambi, probabilmente non sarà né così vicina come la vuole Paola e nemmeno così lontana come la vorrebbe Giovanni. Se non riuscite a trovare una soluzione, la vedremo al corso.

Prima io non volevo, ma ora che io lo amo, lui prende le distanze

Azzurra: Come era prevedibile ora nella nostra coppia tutto sembra sgretolarsi, le distanze si fanno più ampie, la vitalità scende a picco, il respiro si blocca continuamente e i miei sentimenti vacillano. Federico ha proposto alcuni cambiamenti che io non condivido, non sento, non corrispondono ai miei bisogni, ma che a quanto pare dovrò accettare forzatamente, perchè attualmente rappresentano quello di cui ha bisogno lui:
– dormire in letti separati;
– frequentare altre persone senza bisogno di comunicarlo;
– darsi un tempo per verificare se qualcosa è cambiato;
Non ha più intenzione di investire nella relazione, perchè dall’ultimo grande litigio lui non si sente più una coppia. Io, sorprendentemente, nonostante la mia dichiarazione, mi sento ancora legata a lui. Ora sento la distanza che diventa immensa, le nuove potenzialità senza terreno fertile e un senso di colpa che mina la relazione. Provo a stare con questa terribile sensazione di “fine” che mi sento in tutto il corpo e provo a lasciare sedimentare tutto ciò che è accaduto. C’è altro che posso fare?

Michaela: Ciao Azzurra, ora non mi rivolgo solo a te, ma a tutti e due. Se le cose stanno come le descrivi e Federico non ha una versione completamente diversa dalla tua, tutta la dinamica sembra essere un gioco di carattere difensivo. Prima tu eri restia all’intimità e lui ti cercava. Ora tu ti sei aperta e lui non ti vuole più. In altri termini: quando uno vuole essere vicino, l’altro si allontana, e viceversa. L’importante per ora è di comprendere che questi movimenti non sono delle decisioni, ma sono delle reazioni difensive all’apertura del partner. Vi alternate nel ruolo di chi dice sì e chi dice no, ma l’esito è sempre lo stesso: vi allontana dall’intimità.
Se venite al prossimo corso, indipendentemente dalla “definizione di coppia” (che in questo periodo non è una libera scelta, ma una reazione difensiva a ciò che fa il partner, un’altalena di ripicche), possiamo andare nel profondo: vedere cosa sta sotto tutte queste reazioni, che sono sintomi e non sono i veri problemi. Se volete fare il prossimo passo, è utile se nel frattempo fate alcuni compiti:
1. De-frammentazione da carattere e da scenario, quando siete frammentati
2. Riflettere su quali sono i vostri giochi di potere. Specialmente il potere del partner di turno che dice “no” alle proposte dell’altro
3. Non prendere grandi decisioni, quando siete in difesa caratteriale (o quando non amate), perché aumentano le reazioni del partner anziché portare al nocciolo della faccenda. Succede come in Palestina: io oggi ti butto un razzo, perché tu ieri hai ucciso un mio soldato. So che domani tu farai esplodere un kamikaze, perciò dopodomani bombarderò un tuo villaggio, ecc. Mando un abbraccio a tutti e due.

Se mio marito mi tradisce, vuol dire che qualcosa non va?

Tara: Ho 60 anni e non ho mai avuto fantasie sessuali con mio marito. I rapporti sono molto teneri ma l’anno scorso ho scoperto che mi ha tradito. Voglio fare qualcosa per me e sapere che cosa non va.

Michaela: Ciao Tara, in quasi tutte le coppie che hanno rapporti molto teneri e dove la passione focosa non sta in primo piano, uno dei due prima o poi tradisce. E questo tradimento non è da considerarsi un’ostilità contro il partner amato, ma è una ricerca della passione, delle fantasie sessuali ecc. che il “traditore” crede di non poter trovare all’interno della relazione, che conosce solo come tenera e dolce. In fondo tuo marito nei fatti dichiara la stessa cosa, che tu dici a me a parole: Cosa non va?
Mentre tu ti fai il quesito, lui è andato a cercare la soluzione altrove. Il prossimo passo consiste nel trovare la passione anche all’interno del vostro rapporto. Se venite a uno dei corsi introduttivi, vi possiamo consigliare delle pratiche corpo-mente adatte a voi e alla vostra ricerca della passione. Nel frattempo potreste leggere il libro Tantra per due.


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