Relazionarsi con l’altro e osservare se stessi

Relazionarsi con l’altro e osservare se stessi

Sapere troppo su se stessi può rendere una relazione più difficile?

Maurizio: Vi scrivo perchè ho da porvi due quesiti.
1) Sto lavorando su me stesso e sui miei chakra dopo aver letto i vostri libri e mi sto accorgendo di aver vissuto male molti rapporti, ne sto capendo le cause e sono ottimista per il futuro. Eppure mi chiedo: come farò a trovare una ragazza che conosca anche lei questi metodi per equilibrare la propria persona ed il rapporto di coppia e le tecniche tantriche per i rapporti sessuali? Spiegandole io ogni cosa non si rischia di incorrere in un rapporto maestro-allieva piuttosto che in quello di due amanti, partendo direttamente con il piede sbagliato?
2) Ho generalmente difficoltà a trovare ragazze che mi piacciano. Da cosa dipende questo problema? Mi pare di aver trovato poco sui vostri libri che tratti dell’approccio iniziale del rapporto, cioè in base a cosa una persona si sente attratta da un’altra a livello fisico. E poi mi chiedo, adesso che conosco queste dinamiche in maniera più precisa, non correrò il rischio di avere ancor più difficoltà? Sono poche le ragazze che conoscono a loro volta queste dinamiche e con cui riuscirei a costruire un rapporto fondato su salde basi. Temo che questa prospettiva possa abbattere ancor di più il mio interesse iniziale per una persona.

Michaela: Ciao Maurizio, in effetti, questo pericolo c’è.
1. Va bene insegnare al proprio partner finché si tratta di cose tecniche, come posizioni, modi di respirare, massaggi, ecc. Siccome la gran parte delle pratiche tantriche ci coinvolgono emotivamente confonderesti due ruoli: quello di partner che è paritario con quello di insegnante che è gerarchico. Insomma: partiresti con il piede sbagliato.
2. Vedo il secondo punto collegato al primo: se hai difficoltà a trovare donne che ti piacciono, il primo passo non è quello di insegnare loro qualcosa, ma di vedere in faccia le tue difficoltà. Se ti senti sistematicamente attratto da donne “inferiori” in termini di conoscenza, ti puoi chiedere se usi la conoscenza per creare una barriera verso le donne, anziché farla diventare un ponte. Come fai a non incontrare donne alla pari.
Non trattiamo questo punto nei libri, perché solitamente le coppie iniziano con le pratiche tantriche quando hanno sperimentato tutte le pratiche sessuali “normali” e sentono il desiderio di “qualcosa in più”. In breve: conviene partire da te e dalle tue difficoltà di relazionarti senza dare la colpa alla presunta “ignoranza” delle donne. Una volta che hai una relazione stabile, iniziare con le pratiche tantriche.

La distanza che tengo con le persone non è quella che vorrei

Gilda: Ho pensato di scrivervi su un argomento che è lo spazio proprio (l’aura) e la giusta distanza rispetto al mio partner. L’ho già affrontato al corso Intimità e carattere, però in questo momento avverto che vivo in due spazi propri diversi: quello esterno è delimitato da un confine molto lontano da me, cioè sono in uno spazio molto grande che tiene lontano il mio partner, ma anche le altre persone. Il secondo spazio, più interno, invece è al minimo, mi sento costretta e mi ritrovo spesso con il fiato sospeso.
In questa situazione mi sento lontana dagli altri, o meglio, irraggiungibile, sono in mezzo a questo grande spazio deserto e vedo anche poco gli altri. Del resto non sono neanche in contatto con me così tutta stretta. Quando gli altri si avvicinano a me o io a loro, avviene un corto circuito, perdo la percezione di me stessa e mi distanzio interiormente gelando completamente le risposte sensoriali. Non è ovviamente una cosa nuova, ma mi sorprende questa distanza interiore che provo e che esteriormente non esprimo; però mi chiedo: tutto questo ha una ragione o una necessità? So anche che oggi la lontananza dalle persone che amo mi causa dispiacere e un senso di frustrazione, ma cosa ci faccio io dentro quell’aura enorme?
Il tema è che questa distanza sottile e profonda tra me e gli altri é mantenuta in piedi da una parte di me che non coincide assolutamente con la Gilda come si presenta esteriormente, ma da una Gilda dolorante, che è stanca, rassegnata e impaurita.

Michaela: Cara Gilda, mi sembra che hai fatto un passo importante. Hai notato che vivi praticamente in due cerchi (o in due strati dell’aura) che confondono te stessa e, di seguito le tue relazioni. Molte persone non trovano mai la distanza giusta nelle relazioni: quando il partner le vuole stare vicino, si allontanano; quando il partner chiede più intimità, sentono un forte impulso d’essere più da soli.
Ti ricordi gli esercizi che abbiamo fatto al corso? Il tuo cerchio più piccolo corrisponde allo spazio corporeo, quello più grande allo strato mentale. Il tuo corpo e la tua mente in questo momento richiedono distanze diverse dalle altre persone e ciò non rende facili le relazioni, perché attirerai persone che a loro volta vivono una scissione tra corpo e mente.
Ti do una meditazione con la quale puoi sperimentare per te, senza l’influenza delle altre persone:
1° fase: permetti al corpo di muoversi liberamente e spontaneamente in qualsiasi modo gli piaccia. Mentre il tuo corpo si muove, tieni presente il cerchio esterno.
2° fase: fai uno stop improvviso come lo stop della dinamica e fermati esattamente nella postura nella quale ti trovi. Dirigi la consapevolezza al respiro e tieni presente il cerchio interno respirando con lui.
3° fase: riprendi i movimenti spontanei come nella prima fase, includendo questa volta entrambi i cerchi nel respiro. Se ti piace puoi anche farli pulsare oppure oscillare dall’uno all’altro.
La durata può essere 3 x 10 minuti oppure di più, se ti piace. Probabilmente non avrà un effetto immediato, ma ti puoi aspettare un sottile cambiamento nell’arco di qualche settimana. Un abbraccio a te e agli strati del tuo essere!

Gilda: Ho fatto questa meditazione per due mesi e ho notato che i due strati dell’aura si sono diluiti lasciandomi in una sensazione di maggiore integrità, sia da sola che con le persone. E quelle volte che percepisco lo spazio corporeo e lo spazio mentale come separati, almeno ce l’ho così chiaro, che riesco a regolarmi di conseguenza, o riesco a comunicarlo alle persone.

Dire alla compagna frasi d’amore o scrivere lettere d’amore è fuori moda?

Gilberto: Sono un tipo romantico e spesso mi trovo a dire frasi d’amore alla mia compagna, perché quando il mio cuore è pieno non riesco più a trattenermi, devo parlare, dirlo a qualcuno. Qualche volta, specialmente la sera quando divento creativo, le frasi si concatenano per diventare poesie d’amore, altre volte, quando sono di fretta, le mando soltanto un sms d’amore.
La mia ragazza dice che sono all’antica, che sono esagerato, talvolta anche un po’ kitsch. Ma per me è giusto, o dovrei fingere di non sentire l’amore che provo per lei e trattenermi?

Elmar: Caro Gilberto, è la prima volta che sento che una donna si lamenta di troppe frasi d’amore. Di solito le donne si lamentano del contrario: che si aspettano qualche poesia d’amore o una lettera d’amore e che non la ricevono. E quando non arrivano, ovviamente, non possono chiederle all’uomo, altrimenti questo dovrebbe fingere. Allora aspettano e aspettano e… dopo un po’ vanno in libreria per leggere qualche poesia d’amore di un grande poeta. Se le tue espressioni sono vere e autentiche, non trattenerti, sarebbe un peccato. E se il tuo livello di romanticismo è troppo per la tua compagna, perché non prendi carta e penna e inizi a scrivere? Ti puoi immaginare che la tua compagna diventi la tua musa ispiratrice per scrivere una lettera d’amore che non spedirai mai, ma che un giorno potrai pubblicare nella raccolta “Poesie e lettere d’amore di Gilberto”. Oppure le puoi mettere su internet, mettendole a disposizione a tutti quegli uomini che sono meno creativi di te e che hanno una compagna che volentieri gradirebbe ricevere un sms d’amore, anche se non è stato inventato dal suo ragazzo. Se ti interessa sapere di più sulla natura dell’amore puoi leggere il nostro libro Tantra per due.


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