Spiritualità ed eiaculazione, meditazione e ritenzione del seme

Spiritualità ed eiaculazione, meditazione e ritenzione del seme

Come posso evitare la perdita di energia dovuta alle polluzioni?

Carlo: Sono un praticante di Qi gong da 22 anni e ho un problema di polluzioni notturne. La mia pratica mi sta dando risultati molto soddisfacenti, ma mi capita periodicamente (circa ogni 12-15 giorni) di avere delle polluzioni notturne. A volte riesco a controllarle con dei bhanda, ma altre volte mi distruggono letteralmente impedendomi l’accesso alle mie energie per almeno un paio di giorni. Come posso fare per impedire questi spiacevoli avvenimenti?

Elmar: Ciao Carlo, se chiedi a un taoista, ti dirà che le polluzioni come l’eiaculazione diurna devono essere controllate. Siccome hai chiesto ad un tantrico, ti dico il contrario: lascia i processi fisiologici avvenire come avvengono per natura, senza impedirli. Se durante la tua giornata con un respiro cosciente secondo per secondo ti carichi di energia (che abbonda nell’universo), la piccola perdita non sarà più un problema. Per approfondire l’argomento puoi leggere il libro Tantra e meditazione oppure Tantra – La via dell’estasi sessuale.

Carlo: C’è verità in ciò che dici. Grazie di cuore per la risposta e per lo scambio! In effetti, quando non dò peso all’avvenimento e continuo a rimanere centrato nel mio essere, non accuso più di tanto la mancanza di energia, né fisicamente né mentalmente. Comunque è stato prezioso, leggerò il vostro libro.

Posso eiaculare se sono su un cammino spirituale?

Cristiano: Sono felicemente sposato e ho letto il vostro libro Tantra – La via dell’estasi sessuale, l’ho trovato molto interessante e vorrei farvi una domanda: nel libro voi dite che si può giungere all’orgasmo con la perdita dell’ens seminis (energia del seme) senza che questo comprometta l’evoluzione spirituale o riduca la vita (come diversi altri autori tantrici dicono). Quindi vorrei una spiegazione più dettagliata su questo argomento: è possibile a volte, lasciare che avvenga l’orgasmo fisiologico?

Elmar: Caro Cristiano, è possibile. Basta osservare ciò che avviene effettivamente nella tua pratica sessuale e non nei libri. Dopo l’eiaculazione ti senti stanco per un certo periodo (il cosiddetto periodo refrattario) e poi ti ricarichi di nuovo. Più ti apri energeticamente, più velocemente ti ricarichi. Finché non sei malato o depresso quell’avarizia energetica di risparmiare il seme esiste più nei libri che nella realtà. Se fai per esempio l’amore con le 4 chiavi o inglobi l’atto sessuale nella consapevolezza dei chakra durante una meditazione tantrica (come descritta nel libro che hai in mano), non fa più alcuna differenza se eiaculi o no; rimani integro nel tuo campo energetico in entrambi i casi.
Puoi anche scegliere di venire all’orgasmo una o più volte energeticamente senza eiaculare e la successiva volta con l’eiaculazione e osservare l’andamento energetico.

Si può ottenere un orgasmo senza eiaculare?

Cristiano: Sono un ragazzo di 26 anni e mi piacerebbe sapere se è vero che si possa ottenere un orgasmo senza eiaculazione e, se sì, quali siano gli esercizi da fare per riuscire in questa pratica.

Elmar: Ciao Giuseppe, è vero, lo insegniamo anche nei corsi. Tieni però conto che non è un normale orgasmo, dal quale togli soltanto l’eiaculazione; è molto più coinvolgente sul piano emotivo e richiede una certa disponibilità di lavorare su se stessi non soltanto in senso sessuale, ma in un senso più totale. Non è una questione “idraulica”, ma piuttosto l’effetto di espandere la tua energia in modo rivoluzionario nel tuo corpo e nella tua mente; è una pratica che ha più a che fare con la meditazione che con una “ginnastica sessuale”. Trovi più informazioni nel nostro libro Tantra – La via dell’estasi sessuale.

L'atto amoroso può portare oltre il semplice godimento fisico?

Cristiano: Ho 42 anni, vi scrivo per avere chiarimenti sulle tecniche di ritenzione del seme. Attualmente sto leggendo due libri al riguardo: “Sessualità e spiritualità nel tantra” di Sunyata Saraswati e “Tao Yoga dell’amore” di Mantak Chia. Sono arrivato a queste letture perché mi interessano le materie spirituali e credo veramente che possano dare un aiuto per migliorare la propria vita e il mondo in generale. Vorrei capire se l’atto d’amore può diventare qualcosa di più che un semplice “godimento” fisico, ma possa diventare una chiave d’ingresso per stati di benessere superiore. Vorrei capire se ci sono controindicazioni nel seguire i consigli dati dai libri sopra indicati, oppure se avete altri testi da consigliare.

Elmar: Caro Cristiano, sulla ritenzione del seme è stato scritto molto; nelle varie scuole tantriche e taoiste trovi degli approcci molto diversi e, talvolta, contraddittori. Conosco entrambi i libri che citi e li ritengo validi sull’argomento.
Nella nostra pratica, seguiamo un altro metodo che porta il corpo maschile ad una tale scioltezza e sensibilità che la questione della ritenzione non si pone più. Semplicemente non vieni più, senza trattenere alcunché. Trovi una descrizione sommaria nei nostri due libri Tantra – La via dell’estasi sessuale e Tantra per due. La tua domanda “capire se l’atto d’amore può […] essere una chiave d’ingresso per stati di benessere superiore” è il nocciolo del tantra sessuale, perciò un elemento costante in tutti i nostri corsi.
Se vuoi avere la certezza, quale sia il metodo più adatto a te, puoi scegliere dai vari libri quelle tecniche che ti ispirano di più e metterle in pratica per un certo periodo (1-2 mesi). Poi valuta qual è quella più piacevole e che ti ha dato il maggior successo.

Mi piace arrivare all'orgasmo senza eiaculare.

Marco: Ciao, ho 29 anni, sono fedelmente fidanzato da due anni e molto innamorato. Ho letto il vostro libro Tantra – La via dell’estasi sessuale che ho trovato molto interessante. Successivamente ho letto anche il “Tao dell’amore” di Mantak Chia. Il discorso della ritenzione dello sperma ha destato particolare interesse in me. Provando qualche volta e contraendo sempre con meno forza i muscoli della zona pelvica e il diaframma sono riuscito a raggiungere l’orgasmo senza espellere il seme che lui chiama ‘linfa vitale’. Effettivamente mi sento meglio, non svuotato e sempre attratto dalla mia ragazza. Ma non sono comunque convinto che non sia una cosa contro natura e ho paura di eventuali controindicazioni, infatti non pratico la ritenzione per la maggior parte delle volte anche se ho notato che più la pratico, più riesco a rilassarmi godendo e sentire l’energia salire.
Anche se ho letto la tua battuta, Elmar, dove dici “se si avessero un numero limitato di eiaculazioni durante la vita, io sarei già morto da un pezzo” vorrei sapere se tu eiaculi a ogni rapporto (se non sono troppo invadente).

Elmar: Caro Marco, trovo molto interessante la tua mail, anche perché su questo tema se ne sentono di tutti i colori. Se a te fa bene praticare la ritenzione contraendo i muscoli pelvici e il diaframma, continua tranquillamente a farlo. Ogni tecnica che ti fa stare bene va bene.
Nel nostro libro abbiamo consciamente preso una posizione controcorrente, perché nella maggior parte dei testi sembra che la ritenzione del seme sia l’essenza delle pratiche tantriche, e non lo è.
Ogni tecnica va bene per alcuni uomini e non va bene per altri. Ciò dipende dal livello di energia, dalla struttura caratteriale, dalla costituzione fisica, dall’armatura muscolare, … Conosco uomini che, se lo fanno una volta, quasi “esplodono”, altri che trovano un buon equilibrio eiaculando una volta sì e una no, altri che possono praticare la ritenzione per diverse volte di seguito. In generale, il corpo ti dà dei segnali precisi, cosa vuole e cosa non vuole.
Personalmente, preferisco una pratica dove, in un atto molto lungo, si tira l’energia più in alto possibile e per un lungo periodo, e alla fine non importa più se eiaculo o no, non fa più alcuna differenza. Quello che però va bene a me non necessariamente è un bene anche per te: predi il tuo piacere come riferimento e non quello di un altro.

Pratico la ritenzione da un anno, ma ho un conflitto concettuale.

Primo: Ho praticato a lungo le tecniche insegnate da Mantak Chia, compresa la ritenzione prolungata del seme. Penso che non ci sia niente di male nell’eiaculazione, ma credo che per risvegliare certe energie sia necessario portare l’energia sessuale verso l’interno per attivare l’orbita microcosmica e gli altri canali energetici, per indirizzare l’esplosione energetica dell’orgasmo verso l’interno con alcuni bhanda e con la respirazione.
Le mie domande sono le seguenti:
1. So che Mantak Chia si è astenuto dall’eiaculazione per 10 anni di seguito. Io personalmente sono stato senza eiaculare per più di un anno, con una pratica sessuale quotidiana. Esistono informazioni scientifiche sulla ritenzione prolungata del seme? A me soddisfa molto portare l’energia all’interno e stare senza eiaculare per diversi mesi di seguito, ma non so cosa accade esattamente alla produzione spermatica in questi casi.
2. Che dire della fantasia sessuale? Alcuni autori, fra i quali lo stesso Mantak Chia, tendono a demonizzarla. Che rapporto assumere con la nostra società così piena d’immagini sessuali?
3. Ho letto in parte i vostri libri e mi sono piaciuti, ma li ho trovati carenti dal punto di vista della riflessione sul “perché” del sesso. Trovo limitante parlare del piacere e della gratificazione come del fine più importante dell’esperienza sessuale. Cosa ne pensate dei tentativi di costruire una metafisica del sesso? Conoscete le idee di Julius Evola e di Aleister Crowley?

Elmar: Caro Primo, vedo che vuoi arrivare fino in fondo a questa questione.
1. Non so se ci sono ricerche scientifiche sulla ritenzione prolungata del seme, credo che Mantak Chia sia più aggiornato di noi che non la pratichiamo.
2. Le fantasie sessuali sono prodotti della mente come mille altri pensieri, sono idee che arrivano e che passano come tutti gli altri. E allora?
3. Questa domanda è legata alla precedente. Se demonizzo una categoria di pensieri, ne devo creare un’altra. In questo caso noi preferiamo le fantasie erotiche alla metafisica del sesso, perché le fantasie erotiche sono spontanee e naturali, la metafisica del sesso è tutta una costruzione fatta a posteriori. Conosciamo le idee di Julius Evola e di Aleister Crowley, non c’interessa pensare molto sul sesso, ma viverlo fino in fondo. Per chi entra nel piacere interamente dissolvendosi in esso, non trova più nulla da trascendere né da trasformare, perché è già diventato uno con l’esperienza. Lasciamo queste domande ai teologi del tantrismo e del taoismo, intanto noi continuiamo a praticare.

Primo: Grazie per la risposta gentile. Mantak Chia pensa, che l’instaurarsi di una possente orbita microcosmica faccia “evaporare” (termine simbolico) gli spermatozoi e i fluidi in eccesso dalla zona sessuale verso il resto dell’organismo. Il circuito si chiude verso l’interno, senza lasciar sfuggire niente né attraverso la vescica né attraverso le polluzioni notturne, che sono la prima cosa che il taoista si preoccupa di eliminare. In pratica, si dice che l’eiaculazione non si sfoga più, energeticamente e fisiologicamente, verso l’esterno, ma verso l’interno come un “fiume” d’energia vitale che scorre a ritroso, alimentando l’alchimia interna dell’organismo. Ho domandato la vostra opinione perché vi sapevo particolarmente critici nei confronti di quest’aspetto dello yoga sessuale.
Un’altra cosa: Il mio problema principale consiste soprattutto nel forte conflitto tra il mondo di concetti che la mia mente ha a disposizione e l’emergere di intuizioni ed esperienze profonde ma ignorate o contraddette da tali concetti. Tale conflitto ha assunto in alcuni periodi aspetti drammatici.

Elmar: Mi posso immaginare che i tuoi troppi concetti mentali ti possano portare al conflitto che descrivi. Una cosa non mi torna nelle tue lettere: l’effetto della non-eiaculazione dovrebbe esser proprio quello di mandare l’energia nei chakra alti, in modo da aprirli energeticamente spazzando via tutti i pensieri e svuotato la testa per fare posto a quegli stati meditativi che sono al di là di tutti i concetti mentali. Allora come mai tu – che fai queste pratiche – hai la testa piena di concetti?

Primo: Il mio problema non è la presenza di concetti: io amo la riflessione. Il vero problema è il forte conflitto tra diversi aspetti del mio essere, e io non vorrei “scacciare” i pensieri, ma chiarirli, perché riguardano l’impostazione di base della mia vita. L’apertura dell’orbita microcosmica facilita molto la meditazione, il silenzio interiore e lo sviluppo della coscienza, ma io sono purtroppo una persona strana e complicata. La stessa gestione dell’energia interna è collegata con atteggiamenti verso la vita sui quali mi sento in forte conflitto: l’etica del sesso, lo sport, che io amo praticare ma che non riesco ad accettare del tutto da un punto di vista mentale, l’alimentazione e i problemi posti dai vegetariani sull’etica dell’alimentazione, e tante altre questioni morali o conoscitive che mi fanno soffrire. Sono tutti argomenti che non si risolvono solo ignorandoli, e per una serie di circostanze mi sono trovato in un crocevia di pensieri e questioni piuttosto insidioso.

Elmar: Cosa ti dà la sicurezza che tutte queste questioni possano trovare una risposta nella riflessione? Qualsiasi risposta ti dai, anche questa “opinione” sarà un pensiero, anzi un meta-pensiero, cioè un pensiero sul mondo dei tuoi pensieri. Ma chi ti dice che la riflessione sia lo strumento più adatto? Questa scelta di metodo implica già una scelta di risultato.
Hai mai fatto un test per cui la danza o la mano sensuale di una donna sulla tua pelle potrebbero essere dei metodi più efficaci per risolvere una parte dei tuoi quesiti? Questa non è una battuta o un gioco di parole, lo puoi prendere alla lettera. Prova a fare questa prova per tre settimane: se finora sei abituato a riflettere per un’ora al giorno sulle tue questioni, prova a dedicare lo stesso tempo alla danza o alle carezze per osservare cosa cambia nel tuo sistema corpo-mente. Potresti rimanere sorpreso.

Primo: Alcune persone sopravvalutano il potere dell’intelletto, altre lo sottovalutano. Comunque, quando parlo di riflessione, intendo in realtà una meditazione – riflessione, che include anche un lavoro yoghico. Il tuo suggerimento è lo stesso interessante: per seguirlo dovrei trovare solo il tempo. In ogni caso, Gurdjieff diceva, riferendosi ai tre “centri” del pensiero, dell’emozione e della sensazione: capire con un solo centro è allucinare, capire con due centri è semi-allucinare, solo capire con tre centri è veramente capire. Saluti, e spero di poter venire a qualche corso!

Elmar: Benissimo, è esattamente il punto al quale ti voglio portare: bilanciare nella tua vita le tre attività di pensare, emozionarsi e sentire. Ad ora sei completamente focalizzato sul pensare e ogni domanda ti riporta nel regno dei ragionamenti, ti porta a pensare, a riflettere e a pensare sui pensieri. Questo è un metodo efficiente per tutte le questioni che seguono una logica lineare, come la tecnologia e la giurisprudenza, ma è completamente inutile per i massimi sistemi, come il senso della vita, la morte, il piacere, l’amore, l’orgasmo mistico… Quando inizierai con la pratica tantrica bilanciando i tre centri, noterai che molte domande diventeranno più leggere e sboccheranno non in una risposta pensata, ma in un’esperienza riflettuta-sentita che ti emozionerà per la sua totalità che coinvolge tutto il tuo essere.


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Come stimolare il punto G?

Come stimolare il punto G?

Per poter stimolare efficacemente il punto G, dovrai prima metterti alla ricerca, piegando il dito in alto e tastando avanti e indietro sulle ore 12 nella vagina della tua compagna, lungo una linea immaginaria che va dall’osso pubico fino al collo dell’utero. Generalmente riconosci il punto G dal suo tessuto leggermente più rugoso e talvolta più turgido, più in rilievo rispetto alle zone limitrofe, come il tetto del palato. Gli uomini lo descrivono come un’oliva, una noce, una piccola isola. Se non sei sicuro di essere sul punto, prova la stessa pressione in un’area di 1 cm più avanti, più indietro o lateralmente, finché la differenza diventa palpabile. Per approfondire l’argomento, ti invitiamo a leggere questo articolo.
Non sempre il punto sacro è riconoscibile al primo contatto, anzi, spesso è dormiente e si inturgidisce soltanto quando viene stimolato. In quel caso ti ritrovi alle prese con un paradosso: per trovarlo bisogna stimolarlo, ma per stimolarlo bisogna prima averlo trovato. L’unica soluzione è continuare a toccare i diversi punti sulla linea delle 12 e con un po’ di pazienza, prima o poi, troverai una zona che cambierà consistenza sotto la tua pressione, gonfiandosi. Tastandolo potresti percepire anche delle piccole scariche. Nel dubbio chiedi conferma alla tua compagna.
Una volta che hai individuato l’area che ti interessa, rimani lì e mantieni un contatto dolce e benevolo immaginando di passare con il tuo respiro attraverso il dito. Il Koka Sastra indiano chiama questo gioco col dito ardhentu o “mezzaluna”. Se teniamo presente che sulle latitudini dell’India la luna è più “sdraiata” sull’orizzonte rispetto al cielo italiano, ne otteniamo una bella immagine del dito inserito nella vagina e curvato verso l’alto proprio come una mezza luna.

Come donna, riconosci di averlo trovato dall’inconfondibile sensazione di dover urinare anche se avevi svuotato la vescica poco tempo prima. E’ solo un’impressione passeggera, quindi prova a non assecondarla interrompendo il massaggio. Molte volte avverti anche un senso di fastidio, di bruciore, di fitte, o di scariche elettriche. Insomma, nulla di piacevole, ma almeno sai di aver trovato il punto giusto. Circa la metà degli uomini lo trova nell’arco di alcuni minuti, una percentuale leggermente inferiore ne impiega 2 o 3, altri cercano per più di 5 minuti.

Come uomo, se inizialmente esercitavi un tocco delicato, quando il punto G si inturgidisce puoi gradualmente aumentare la pressione per circa 5 minuti. Poi allentala di nuovo, anche se non del tutto, per far riposare un po’ il dito. Volendo, puoi inserirne un altro senza ritirare il primo (per esempio aggiungere l’indice al medio) e prepararti a una pressione ancora più decisa. Il punto G non è delicato come il clitoride, richiede molta più pressione. Per cambiare, puoi anche alternare il tocco costante con diversi movimenti accompagnati dal tuo respiro:

  • Lo stantuffo: avanti e indietro come un pistone
  • La fluttuazione: come lo stantuffo, con movimenti più dolci e più lenti
  • La vibrazione: movimenti ancora più dolci, ma più veloci, come quando tremi dal freddo
  • L’invito: piegando il dito in su verso di te come nel gesto che significa “vieni qua”

Rimani almeno 15-20 minuti sul punto G. Generalmente un movimento costante e continuo aiuta più a rilassarsi, mentre un movimento ritmato viene percepito come più stimolante, perciò è bello alternare i due. Con la mano libera accarezza qualche volta le gambe, le braccia, la pancia della donna per distribuire la carica, in modo che l’energia liberata possa diffondersi in tutto il corpo.
Un consiglio per l’uomo: se fai partire il movimento dal respiro, ti risparmi parecchia fatica. Hai presente la differenza tra uno sforzo muscolare e un movimento fatto con il respiro? Ricordarti quando con il cacciavite devi superare una filettatura arrugginita o quando devi aprire un barattolo di marmellata sottovuoto. Se ti concentri molto sullo sforzo nella mano, diventa faticoso. Se fai lo stesso movimento accompagnandolo dall’espirazione, il risultato è sorprendentemente facile. Con lo stesso principio i karateka spaccano mattoni senza farsi male. Tradotto nel massaggio del punto G questa armonizzazione tra movimento e respiro ti dà la capacità di stimolare la donna per un lungo periodo con una forte pressione senza stancarti. Lei non si sente in colpa vedendo la tua fatica o il tuo disagio e tu puoi godere dello spettacolo del suo piacere.
Se ti piacciono le visualizzazioni, ti puoi immaginare che nell’espirazione l’energia parta dal tuo gomito (non dal dito) per arrivare come un raggio fino al punto G e che l’aria uscente crei pulsazioni e vibrazioni stimolanti per la donna.
Molti uomini raccontano che non è facile rimanere centrati e presenti quando nella donna si svegliano le energie sessuali.
Quando la donna si permette di lasciarsi andare alle sensazioni più svariate, probabilmente ti arriveranno ondate di piacere femminile, di sentimenti che ti potranno incuriosire, infastidire o fare paura. In questi momenti, non reagire, ma osserva semplicemente quanto succede nel tuo corpo, mentre continui il massaggio rimanendo ben centrato nel tuo polo maschile e nel respiro. Non è necessario che tu capisca o sappia interpretare tutto quello che sta accadendo alla donna: assecondalo e lasciati sorprendere dalla ricchezza di emozioni e sensazioni alternanti.
Non aspettarti per forza le classiche contrazioni del tratto più esterno della vagina come avvengono durante l’orgasmo clitorideo. Qui potrebbe anche non accadere niente di simile, anzi, l’apertura si può addirittura allargare. Inoltre può – ma non deve – accadere, che la donna arrivi all’apice del piacere con un’eiaculazione. Per questa eventualità tieni preparato un asciugamano. E’ anche possibile che in certi momenti la donna ti chieda di muovere il dito più velocemente, di passare più in fretta alla fase successiva o di fare tutta un’altra cosa. Segui ugualmente i tempi indicati, non per essere pignolo, ma per svelare il punto G.

Alcuni autori descrivono il punto G come la parte interiore del clitoride. Tralasciando l’aspetto anatomico possiamo dire che i vissuti di queste due zone sensibili non riflettono affatto questa tesi.
Il clitoride ha una reazione lineare: il primo tocco è piacevolmente eccitante, e i successivi sono via via sempre più eccitanti fino a raggiungere l’orgasmo.
Il punto G è tutto il contrario, la sua reazione è ondeggiante, oscilla dal dolore al piacere, dal pianto al riso, dal non star più nella pelle fino alla pace più profonda; insomma, da un estremo all’altro. Attraverso la stimolazione di un unico punto la donna può sperimentare l’intero universo di sentimenti che il suo corpo le può offrire. Oltretutto, le sensazioni non rimangono limitate all’area pubica o al bacino, ma tendono a coinvolgere la totalità del corpo.

Se questo argomento ti interessa abbiamo scritto un libro a riguardo: “Il punto G – La ricerca iniziatica del piacere sessuale”.


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Domande pre-corso e dubbi post-corso

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Fare un corso può ricucire un rapporto in crisi?

Robert: Da pochi mesi ho interrotto la mia convivenza con la mia ragazza. Fondamentalmente, io credo che nonostante il grandissimo amore reciproco abbiamo perso la capacità di comunicare e lentamente siamo scivolati nella diffidenza. Lei è diventata una pessimista convinta, io mi sono sentito ingabbiato e senza speranze. Abbiamo iniziato ad essere diffidenti e a soffermarci su tutto ciò che non andava. Alla fine sono esploso. All’inizio il sesso è stato un elemento fondamentale del nostro rapporto, ma via via ha perso intensità fino a scomparire, proporzionalmente all’aumento delle tensioni.
Pensi che se riuscissi a convincerla a venire ad un corso introduttivo potremmo trovare il modo per ritornare ad apprezzarci nuovamente ai nostri lati positivi? Se la risposta è “sì”, allora come posso fare a convincerla a venire con me?

Elmar: Caro Robert, la risposta è “sì” o meglio: “c’è una buona probabilità di trovare il modo per ritornare ad apprezzarvi, ma non c’è alcuna garanzia su questo esito”. Se anche lei, come te, vuole comprendere meglio come ha contribuito a entrare in un vortice che vi ha tirato sempre più in basso, allora questa conoscenza vi potrà aiutare nella vostra relazione o – se vi separate – nella prossima relazione che ognuno di voi inizierà eventualmente con un altro partner.
Non è necessario convincerla, parlale semplicemente, le esponi i tuoi obiettivi e le chiedi se anche lei è disponibile a lavorare su se stessa e/o sul vostro rapporto. Se vuoi avere più nozioni sull’argomento, puoi leggere, prima di iscriverti a un corso, Tantra per due, che dà delle buone descrizioni sulle dinamiche di coppia come la vostra e mostra anche alcune via d’uscita da quelle che fanno soffrire.
Cari saluti e buon anno nuovo!

Vorrei iniziare, ma sono in crisi con la mia compagna

Carlo: Attualmente il nostro rapporto è in crisi. Non sappiamo se partecipare a un corso ora o aspettare finché siamo di nuovo a posto. Cosa ci consigliate?

Elmar: Non perdere tempo, una crisi è un’ottima occasione per ripartire. Durante la crisi l’occhio critico sul partner e sulla relazione è già attivo, vale la pena guardare fino in fondo tutto ciò che non va e fare piazza pulita. Durante la crisi, proprio quando non ne possiamo più, siamo anche più disponibili a vedere delle soluzioni al di fuori di tutto quello che conosciamo e che abbiamo già provato, proprio perché quello che abbiamo già provato non funziona più. Durante la crisi ognuno è anche più in contatto con le parti di sé che non gli piacciono come: la rabbia, la solitudine, l’oppressione, i dubbi, il non sapere, la tristezza, la disperazione, l’amore ferito, il sesso disastroso, la noia, etc. Essendo già in contatto con le vostre ombre potete subito lavorare consapevolmente con esse, non le dovete più andare a cercare, sono già li, davanti ai vostri occhi. La crisi è un ottimo momento per cambiare perché ci si trova già nella condizione peggiore, che può solo migliorare.

La comunicazione diventa sempre più difficile

Roberto: Proprio in conseguenza dell’ultimo corso Intimità e carattere stiamo attraversando una fase dove i nostri caratteri “io invaso” e “lei abbandonata” emergono con maggior forza e richiedono l’attenzione. Io sento forte il bisogno d’autonomia nelle scelte che voglio intraprendere, di sentirmi letteralmente “con le ali legate”. Quando non riesco ad esprimerlo chiaramente a Giuly, quando non glielo dico “con il cuore”, lei si sente molto dipendente e vede minacciato il rapporto con me.

Elmar: Ciao Roberto, ora che ci hai lavorato sopra e che la cosa ha ricevuto un nome, ovviamente ti accorgi prima della sensazione di esser invaso.
Prova a fare così: ogni volta che ti senti invaso, dici a Giuly “Senti Giuly, mi sento invaso. Ho bisogno di stare mezz’ora da solo nella mia camera” anziché andare in difesa accusandola con una frase come “Tu mi hai invaso”. Poi ti prendi il tempo o lo spazio necessario per sentirti di nuovo in pace con te e presente al mondo. Al corso hai imparato tutti gli strumenti per tutelare il tuo bisogno: sono strumenti che funzionano soltanto quando li usi! Buon proseguimento!

Roberto: Il problema è che, a parte le volte in cui mi riconosco, ci sono altri momenti in cui non mi accorgo di sentirmi invaso, ma dove rispondo di riflesso. Lei allora ha una sensazione di incomunicabilità, come se qualcosa nelle parole non passasse proprio. In questi momenti crolla tutta la sintonia che c’è, e spesso succede durante i momenti d’intesa sessuale e affettiva. Potete forse darci ulteriori consigli su queste dinamiche?

Elmar: Ciao cari, non esiste qualcosa come una “incomunicabilità”, questa è un’astrazione del processo di comunicazione che tende a confondere le cose. Invece di descrivere il vostro problema in termini astratti, prova a chiederti:

  • Chi non ha comunicato?
  • Chi non ha recepito il messaggio comunicato?
  • Ho sentito le parole, ma non le ho prese sul serio?
  • Ho sentito le parole, ma le ho interpretate attraverso il mio schema mentale, il mio carattere?

Vi ricordo che ciò che per un invaso è già troppo stretto, per un abbandonato non è abbastanza vicino. In questi momenti le parole pesano e bisogna tener conto che l’altro le interpreta in modo diverso. Per esempio la frase “Ti voglio bene” per un invaso è già una cosa grossa e forse deve fare uno sforzo per pronunciarla. Al contrario l’abbandonato rimane deluso, perché si aspettava una frase come “Ti amo come nessun altro su questo mondo”.
Piuttosto che litigare sulle parole, iniziate a spiegare ciò che avete comunicato. In quel momento chi ascolta deve assolutamente prendere sul serio quello che il suo partner dice, senza filtrarle attraverso le proprie interpretazioni. Buoni dialoghi!

Da quando ho iniziato il training di tantra, tutta la mia famiglia sta meglio

Miria: Carissimi Elmar e Michaela, innanzitutto voglio ancora dirvi grazie, è la prima cosa che mi viene in mente quando mi rivolgo a voi. Grazie di esserci e di avere il coraggio di fare quello che fate. Per me al corso Ardore nel cuore sì è aperta una porta di cui non immaginavo nemmeno l’esistenza, figuriamoci di quello che c’è oltre. La sensazione è quella di essere viva, dentro un corpo vivo con tutte le sensazioni amplificate. Adesso, se c’è qualcosa che infastidisce il mio corpo, non posso più ignorarla come facevo un tempo perché è diventa intollerabile. Sono cambiati molti comportamenti nella mia vita, addirittura il modo di fare la pipì: non c’è più la pressione di una volta, ma esce dolcemente come da una fontanella. Per non parlare del mio peso, che durante l’ultimo corso è diminuito di 2,5 chili ed è lì stabile senza alcuno sforzo, e così tante altre cose.
La sessualità consapevole è stata per me davvero fondamentale, sicuramente perché innestato sugli altri sei corsi frequentati in rapida successione. Devo dirvi che trovo ogni corso collegato con l’altro in una maniera davvero sorprendente: finito uno con tutto quello che ci si porta a casa si avviano le dinamiche che ti preparano al successivo, in un viaggio davvero ben organizzato! In Le dinamiche di coppia e in I mostri interiori in particolare sono venuta a contatto con un nodo molto doloroso per me e anche se sembra incredibile, ho scoperto che per stare molto meglio basta così poco.
Per quanto riguarda l’esperimento di aprire la nostra coppia (veramente l’idea è partita da mio marito), è stata un’esperienza davvero sorprendente: rendersi conto di come faccia molto più male una mancata attenzione da parte di lui che saperlo fare l’amore con un’altra donna. Questo va contro tutto quello che credevo fino ad oggi ed è un grande insegnamento. Non è una strada facile, ma la sensazione è che ci avvicini molto in un grado d’intimità a noi prima totalmente sconosciuto. Non mancano i momenti difficili, perché mi sento in “carne viva” con tutte le sensazioni amplificate, ma sono molto fiduciosa di saper vivere momento per momento quello che arriverà, anche con l’ausilio dei nuovi strumenti appresi da voi.
Da quando sono più felice con mio marito, anche i bambini sono cambiati, li vedo sereni e stanno proprio bene, questo m’incoraggia molto a prendere la decisione di impegnarmi ai corsi. Sono curiosa delle esperienze nei prossimi corsi del training. Un abbraccio forte.

Michaela: Cara Miria, mi fa piacere sentire che le relazioni nella tua vita migliorano. Anch’io ho una figlia e quando vado ad imparare dal mio Lama o da altri maestri la devo lasciare con la nonna o la babysitter. Al ritorno, vedo come la mia serenità e chiarezza emozionale si rifletta nella relazione con Elmar e la famiglia. Come mamma, penso che questo sia il miglior dono che io possa fare a mia figlia e questo mi dà la maggiore spinta a proseguire sul cammino.

Da quando scopro i miei desideri, sono troppo esigente per il partner

Rita: Ciao Michaela, da quando sto facendo i corsi, sto diventando più esigente, ma non so come gestire la cosa. Federico mi guarda un po’ interdetto come a dire “adesso questa che cosa vuole?”. Sto parlando di eros appagante, erotismo, sensualità, gioco… Inizio a essere più coerente (cosa per me molto difficile), ad ascoltarmi e capire bene quello che voglio, ma non riesco a ottenerlo. Non lo dovrei dire, ma spero che tu capisca quello che voglio dire… parlo di sensazioni difficili da spiegare.

Michaela: Ciao Rita, questo è un periodo passeggero sul percorso. E’ legato alla scoperta dei tuoi bisogni e delle tue esigenze. Il primo passo è di comprendere cosa desideri e di comunicarlo con coerenza. Il secondo passo di distinguere i desideri veri dai capricci (che sono spesso incoerenti). Il terzo di valutare come ottenerlo: da te stessa, dal partner, da qualcun altro. Se lo chiedi al partner, vedi di tenere il dare e il ricevere in equilibrio. Per ogni cosa che richiedi da lui, ci deve essere anche una che dai a lui.

Desideriamo più serenità nella relazione

Gianni e Mariella: Cari Elmar e Michaela, al nostro rientro dal corso Ardore nel cuore abbiamo cercato di riordinare le idee sull’esperienza che abbiamo vissuto. Da qui sono nate in noi tantissime domande e il desiderio di riuscire a vivere consapevolmente e in serenità ogni giorno della nostra vita, sia individualmente che a livello di coppia. Per questo vi chiediamo un consiglio sul tipo di formazione che possiamo seguire.

Più nel dettaglio:

Mariella: Ho scoperto di avere una rabbia repressa, ma non riesco a capirne la provenienza; ho bisogno delle attenzioni dalle persone che mi circondano, ma se queste mi contraddicono costruisco un muro tra me e loro. Ultima cosa, mi irrito soprattutto con le donne di casa.

Gianni: Durante il corso ho avuto la sensazione di poter dare veramente un altro taglio alla mia vita affettiva e l’ho anche provato in alcuni momenti; purtroppo tornando alla vita di tutti i giorni diventa molto difficile vivere queste cose, soprattutto perché io e Mariella non viviamo insieme. Vorrei riuscire a trovare la volontà per percorrere questo cammino. Soprattutto a livello sessuale è stata una vera scoperta. Riesco finalmente a vedere un corpo di donna nella sua effettiva bellezza e non in modo volgare. In ultimo vorrei imparare veramente a far godere pienamente la mia donna nei momenti di intimità perché mi rendo conto che abbiamo delle grandi potenzialità che non riusciamo a liberare. Non sappiamo ancora con che frequenza riusciremo a seguire i vostri corsi, ma vi saremmo grati se ci indicaste un eventuale cammino da seguire. A presto!

Elmar e Michaela: Ciao cari, i problemi e le tematiche che incontrate dopo questo corso sono molto comuni: come trasportare le esperienze intense vissute durante il corso poi nella propria vita quotidiana? La chiave è quella che menzionate all’inizio della vostra e-mail, cioè di “vivere consapevolmente ogni giorno della vostra vita” con tutti gli alti e bassi, tentativi ed “errori” che comporta, focalizzandovi su quelli che riconoscete già come i vostri temi caldi.
Mariella: sperimenta con la tua rabbia, portala nei tuoi pugni e battila su un cuscino, danzala, respirala e innanzitutto, ricordati dalla fonte della rabbia, il bisogno di essere riconosciuta. Perciò ogni volta che non ti senti riconosciuta da Gianni, gli puoi chiedere: “Mi vedi?”, “Mi senti?”, “Mi capisci?” o puoi fare tutto quello che ritieni opportuno per riprendere la sensazione di sentirti riconosciuta. In questo modo ti riconosci tu per prima, e questo rende più facile agli altri riconoscerti. Se tu stessa invece non riconosci il bisogno che sta in fondo alla tua rabbia, perché un altro dovrebbe riconoscerti?
Gianni: Continua pure sulla strada che descrivi, ma vedi anche di centrarti altrettanto sul tuo piacere come ti concentri sul piacere di lei, altrimenti le cose si complicheranno. Far godere pienamente la tua donna è l’effetto e non la causa del tuo star bene.
Da settembre in poi potete seguire i corsi del training, o almeno quelli che potete inserire nella vostra agenda. Soprattutto tra i primi corsi troverete degli strumenti pratici per liberare le potenzialità della vostra relazione. Buon percorso insieme!

Domani ho un appuntamento con mio marito

Rita: Cara Michaela, durante il corso Ardore nel cuore io e mio marito ci siamo resi conto di quanto ci eravamo trascurati e abbiamo deciso fare sul serio. Il giorno dopo il corso abbiamo messo subito in atto i vostri consigli sul dialogo e ogni sera parliamo nel modo in cui ci avete insegnato. Funziona: lui mi ascolta! Ora abbiamo provato anche con gli appuntamenti, che bello! Ti racconto una telefonata che ho fatto con una mia amica recentemente:

Rita: Ciao Federica, volevamo invitarvi a cena una volta. Come siete messi?
Federica: Sì volentieri, per noi va bene giovedì.
Rita: Mi dispiace, ma giovedì faccio l’amore con mio marito.
Federica: (stupita) Come… sarebbe a dire?
Rita: Vuol dire che tutta la sera di giovedì è dedicata a noi due.
Federica: Tutta la sera? Caspita! Scusami, ma non vi basta una mezz’ora?
Rita: Sai Federica, di sveltine ne ho fatte abbastanza e sinceramente mi sono stufata. Non mi diverte più farlo alla fine della giornata, io stanca e lui esausto, in 10 minuti, giusto per sfogarsi e dormire meglio. Voglio riprendere a “fare l’amore” con lui, come lo abbiamo fatto in passato. E perciò abbiamo scelto giovedì, perché quel giorno i bambini vanno a letto presto e non c’è nulla da preparare per il lavoro del giorno dopo. E’ diventato il nostro giorno fisso. Spesso non c’è nemmeno un bel film in televisione… (rido)
Così abbiamo molto molto tempo, possiamo rotolarci nel letto, coccolarci, farci un massaggio, guardarci negli occhi, lasciarci trasportare dalla passione o rimanere silenziosamente sdraiati con lui dentro di me. E così le ore passano… Capisci perché non potete venire giovedì?
Federica: Ti capisco. Mi hai fatto venire un’idea. La proporrò al mio fidanzato.

Michaela: Vedo che avete fatto chiarezza e rispolverate la passione. Buoni appuntamenti!

Come possiamo capire se il Weekend d'assaggio fa per noi?

Giovanna:Buongiorno, sono Giovanna, mamma, moglie, donna di 35 anni orami. Sono incuriosita dal vostro mondo, vorrei coinvolgere mio marito, penso che abbiamo bisogno di un guida in questo momento della nostra vita in cui sembra esserci sfuggito il piacere dalle mani come una saponetta bagnata nel lavandino.
Ho visto i weekend, ma possiamo capire meglio se fa per noi? Organizzate conferenze o incontri prima di Aprile? Noi abitiamo tra Lecco Milano Bergamo.
Grazie mille

Elmar: Buongiorno Giovanna, comprendo che in un momento in cui il piacere vi è sfuggito “come una saponetta bagnata nel lavandino” (questa metafora mi ha fatto sorridere), ti impegni per riportare la coppia sul binario giusto. Per sapere se il “Weekend d’assaggio” fa al caso vostro (tra l’altro ne teniamo uno a Taleggio in provincia di Bergamo), mi puoi chiamare per telefono un giorno feriale e così può fare anche tuo marito, se vuole sapere maggiori dettagli prima di iscriversi.

Prima di aprile c’è soltanto un corso mediamente avanzato e piuttosto impegnativo che dura 5 giorni. Se avete fatto altri percorsi di crescita, potete partecipare; in caso contrario ve lo sconsiglio.
In alternativa potete prenotare una consulenza online della durata di 1 h o 1h e mezza per poter gestire almeno i problemi più grossi prima del  corso in primavera.

PS: La tua presentazione “Sono Giovanna, mamma, moglie, donna di 35 anni orami” l’ho sentita anni fa in modo simile da una certa Giorgia che ora è Presidente del Consiglio dei ministri. Lei alle tue parole ha aggiunto “sono italiana, sono cristiana”.

Un caro saluto a te e a tuo marito, Elmar


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Amore, innamoramento e passione

Amore, innamoramento e passione

Qual è la differenza tra amore e innamoramento?

Beatrice: Nelle relazioni di coppia si parla facilmente di “amore” ma spesso accade che non sia ben chiaro il concetto di “amore” e quali siano le differenze che distinguono l’amore dall’innamoramento.
C’è qualcosa di razionalmente spiegabile per individuare la qualità del sentimento ove una persona non riuscisse a distinguerlo emotivamente?

Elmar: Cara Beatrice, si, questi due si distinguono nettamente, anche se compaiono talvolta insieme in dei momenti dove si respira la vita come un fiume in piena. L’amore ha il centro delle sensazioni nel petto, ha una qualità leggera ed è orientato in misura uguale su di sé e sull’altro, comprende una grande autonomia di scelte proprie. L’innamoramento ha il centro delle sensazioni nella pancia, una qualità più liquida e coinvolgente, centrato più sull’altro, porta facilmente a perdere la propria autonomia nell’altro e a diventare un po’ schematici nei pensieri e nei sentimenti che sono pure piacevoli. Nel testo Tantra per due abbiamo dedicato un capitolo intero a questo argomento proprio perché i due vengono spesso confusi. In generale l’innamoramento è molto più diffuso dell’amore e spesso viene anche scambiato per amore da persone che conoscono poco quest’ultimo. Come è nella tua relazione? Riconosci qualche elemento?

Beatrice: Caro Elmar, ti ringrazio per la tua risposta che, in realtà, era un po’ meno mia e un po’ più del mio partner. Siamo due persone che credono e vivono – nei limiti concessi dalla società in cui viviamo – nelle filosofie orientali, con particolare preferenza per gli insegnamenti di Osho. Abbiamo iniziato a leggere insieme il vostro libro Tantra per due e desideriamo approfondire il concetto che ti ho espresso. Io ho le idee chiare, perché vivo di sensibilità e di emozioni che la mia mente successivamente razionalizza, mentre lui vive prevalentemente di mente. Non perché non sia sensibile o emotivo, ma perché credo le abbia ben “ingabbiate” in una difficile personalità, prevaricando e confondendo ogni emozione.

Elmar: Cara Beatrice, leggendo le tue righe mi pare che anche tu conosca bene le gabbie mentali. Prendi soltanto l’ultima lettera e fai un’analisi del testo contando quante convinzioni trovi su di te e quante su di lui, quali associazioni (come per esempio: evoluto, positivo, negativo, spirituale, da cambiare, ecc.) hai rispetto a “sensibilità”, a “emozione” e a “mente”.
Se state leggendo Tantra per due, trovate una serie di esercizi che potete provare per sperimentare sul piano corporeo nel vivo le vostre domande.

Non sono mai riuscita a distinguere l'amore dalla passione. Perché?

Elena: Ho sempre vissuto l’esperienza del sesso e dell’amore insieme o forse ho sempre vissuto l’amore nel sesso, non lo so, non sono mai riuscita a distinguere l’uno dall’altro, non conosco il limite o il momento nel quale si separano. Nei miei rapporti quando è cominciato a mancare il desiderio verso l’altro, pian piano si è spento anche l’amore che provavo; non è mai diventato un rapporto diverso “fatto di altre cose” come affetto, comprensione, condivisione, etc. Questi concetti li ho sempre e unicamente trovati quando ho vissuto una passione piena, travolgente, un eros appagante, nella quale mi sono persa completamente. Solo in questi momenti ho avuto anche la voglia di fare mille altre cose con quell’uomo, perché?

Michaela: Cara Elena, sai perché? Perché sei fatta così. La tua esperienza non è unica, siamo noi donne che attraverso la passione cerchiamo l’amore e attraverso l’amore cerchiamo la passione in un rapporto soddisfacente. L’amore non distingue, l’amore tende all’unione, alla completezza e quando amo, amo totalmente e non mi chiedo più se questo si chiama amore o sesso o passione. Quando l’amore, per varie ragioni viene meno spesso non è colpevole il partner o le circostanze (come spesso ci suggeriamo perché ci fa più comodo), ma la nostra incapacità di vedere la realtà in noi stessi. Come donna in questa situazione l’unica cosa da fare è di metterti in cammino a ritrovare quell’amore nel tuo petto e di lasciarlo risvegliarsi nel tuo corpo per sperimentare in modo più maturo e più consapevole l’amore anche negli incontri intimi con il tuo uomo. Allora questi possono diventare di nuovo travolgenti e passionali offrendoci quelle tante piccole meraviglie che rendono la vita così bella e unica.
Trovi delle indicazioni per distinguere l’amore dalla passione nel libro Tantra per due, capitolo 3 e 6.

Scappiamo dall'amore rifugiandoci nel sesso?

Loris: Ciao, stiamo tutti e due leggendo i vostri libri sul tantra. Si sono presentati dei problemi nella nostra coppia intorno al rapporto sessuale: facciamo l’amore ma lei non si concede completamente. Le cose stanno peggiorando nella relazione tra me e Sonia, anche dal punto di vista comunicativo e dell’affetto, però il sesso rimane il nostro punto di riferimento e crescita mutuale. A me sembra molto strano, ma è anche stato così con la mia ex, quindi mi chiedo: il sesso diventa una sorta di fuga o diventa l’unico punto d’incontro per le coppie che stanno crollando nell’amore e nelle altre dimensioni della relazione? E’ strano per me, ma ovviamente il sesso non basta per legare due persone, se poi si sviluppa un discordo tra di loro.
Lei ha paura di compromettersi all’uomo: l’intimità per lei significa rivivere il trauma che ha visto tra i suoi genitori quando era piccola. Io sono pronto, ma tendo a spingere troppo e non ce la faccio ad aspettare una donna che non vuole compromettersi, che mi respinge, ma che tuttavia si sente completamente a suo agio con me a letto. Quali corsi ci consigliereste per il nostro problema?

Elmar: Anche se non ho ancora capito tutte le contraddizioni nella vostra relazione, vi posso dare un orientamento per iniziare. Il sesso vi lega, ma nella relazione e nella comprensione reciproca ci sono degli intoppi. Mentre vedi chiaro che per la tua compagna è dovuto a ciò che ha vissuto da piccola, per te stesso non lo hai altrettanto chiaro, infatti ti pare strano che con la ex era la stessa cosa. Questo tuo schema caratteriale, che si ripropone per la seconda volta, è l’anello mancante nella storia, inoltre confondi il tuo bisogno con amore, la paura di sentirti abbandonato in intimità. I corsi più specifici alla vostra difficoltà sono Comprendersi nel corpo e Intimità e carattere.


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Relazione, matrimonio e amore

Relazione, matrimonio e amore

Le nozze sono pronte, ma ci sono seri dubbi

Aldo: Ciao Elmar, ho frequentato dei corsi con voi un paio di anni fa. Scrivo perché mi trovo di fronte a una difficoltà e non riesco ad uscirne: dopo molti anni vissuti da single ho incontrato Lorella, ci siamo innamorati, e dopo pochi mesi di convivenza abbiamo deciso di sposarci. Lo abbiamo deciso intorno a fine giugno, con grande slancio, allegria e felicità da parte di tutti e due. Abbiamo cominciato a organizzare le nozze: vestiti, bomboniere, data di nozze, ecc. Da circa un mese mi sono completamente bloccato. Sono subentrati una serie di dubbi: e se poi va male? Se mi accadrà di tradirla? E se avremo figli e non andremo d’accordo? Considera che il matrimonio è per me, per noi, il desiderio di un passo definitivo, cioè non mi sposo per fare una cosa diversa, ma per un progetto di vita da condividere. Anni fa ho già avuto un bambino che ora ha quattro anni da un’altra donna, e la separazione è stata molto dolorosa.
Ne ho parlato con Lorella, e da un paio di settimane ci stiamo domandando se è il caso di proseguire nella nostra scelta. Puoi immaginare che tutto è pronto, ma nello stesso tempo tutto è fermo? Ho rimandato le partecipazioni e altre cose. I tempi stringono, tutto è pronto, e io ho rimesso in dubbio la decisione e non riesco a muovermi.
Ti chiedo se c’è un modo, un esercizio, per trovare un criterio per decidere.

Elmar: Ciao Aldo, sì, un esercizio c’è: rimandare le nozze e vedere meglio in faccia tutti i dubbi che sono emersi. Non permettere che le bomboniere e i vestiti condizionino il tuo matrimonio. Nel nostro training c’è il corso Dinamiche di coppia, ottima occasione per vedere le difficoltà in faccia, comprendere quali dubbi sono tuoi, quali della tua compagna, quale difficoltà appartiene alla relazione tra voi due. Per distinguere l’amore di fondo dalle difficoltà in superficie e dai dolori passati.
Un abbraccio a te e alla tua compagna.

Lasciando mia moglie sono caduto dalla padella alla brace

Enigma: Sono separato da mia moglie da pochissimo tempo e nel mentre ho conosciuto un’altra donna che fa del sesso una sua ragione di vita. Neanche a farlo apposta nei pochi incontri avuti sono stato un vero e proprio disastro! Mancanza di erezione, eiaculazione precoce sono gli aspetti più eclatanti di quello che è successo. Preciso che, pur non avendo avuto mai un grande desiderio di fare l’amore, con la mia ex-moglie non ho mai avuto questo tipo di problemi, anzi è sempre rimasta piuttosto soddisfatta delle mie performance. Ora che dovrei ritenermi “fortunato” di aver incontrato una donna così, non capisco cosa mi stia succedendo. Ovviamente lei, l’altra, vista la mia premessa non ne vuole più sapere di continuare la nostra relazione a meno che non le dimostri di poterla soddisfare ed anche piuttosto in fretta! Io non riesco a fare a meno di lei e questo mi sta facendo precipitare in una spirale da cui non riesco ad uscire! Potrebbe la tecnica da voi praticata aiutarmi in qualche modo? Potrebbe aiutarmi la lettura dei vostri libri oppure un dialogo via e-mail? Vi ringrazio per l’attenzione!

Elmar: Caro Enigma, come lettura puoi prendere Tantra per due, che approfondisce bene certe dinamiche tra uomo e donna, come quella che descrivi e offre anche diverse “tecniche” per uscirne. Beh, se non hai mai avuto un gran desiderio di fare l’amore, una donna come questa ti può soltanto portare alla famosa ansia da prestazione, non ne ho dubbi. Sessualizzare (cioè fare del sesso una ragione di vita) da una parte e una cattiva performance sessuale dall’altra sono le due facce della stessa medaglia. E se adesso c’è anche la pressione di doverla soddisfare in fretta per tenerla con te, è meglio dire subito addio. Buon sesso, amore, creatività, spontaneità, ecc. sono gli aspetti della vita che non si possono avere su comando. Se lei ti dice “O mi scopi bene subito, oppure ti lascio” è soltanto una maniera per dire “Ti lascio”. Se ci tiene a te ed è disponibile a mettersi in gioco insieme a te, si può lavorare con il tantra o con un altro metodo. In tal caso ci sarà qualche sorpresa anche per lei e non solo per te, ne sono certo.
Per continuare il dialogo ti faccio alcune domande:

  • Per quanto tempo sei stato con tua moglie e da quanto vi siete separati?
  • Per quale ragione vi siete separati?
  • Sei sicuro di aver “digerito” la separazione?
  • Tua moglie era per caso l’opposto della donna attuale? Se si, in che senso?

Enigma: Sinceramente ancora non so se la mia nuova compagna sia disponibile nei miei confronti, ma apparentemente sembrerebbe di si. Comunque vorrei rispondere alle tue domande:

  • Mia moglie la conosco da vent’anni; dapprima eravamo dei buoni amici poi ci siamo innamorati e quindi ci siamo sposati 14 anni fa.
  • La nostra separazione è avvenuta circa sei mesi fa quando mi sono reso conto di non provare più amore per lei, ma semplice affetto.
  • Ne deduco che, poiché sono stato io a chiederle la separazione, dovrei averla già digerita.
  • Per quanto riguarda la tua ultima domanda ti dico che fisicamente, in effetti, mia moglie è l’esatto contrario dell’altra, ma per ciò che concerne altri aspetti non credo siano così diverse. Tutto sommato ritengo che mia moglie sia stata senz’altro più comprensiva e molto più attiva per quanto riguarda il sesso. Forse proprio per questo con lei non ho mai avuto alcun problema. La mia nuova compagna invece è sicuramente molto più esigente, ma noto che non si sforza mai più di tanto: aspetta sempre che sia io a condurre il gioco anche se lo inizia prima lei.

Lasciarla? Ci ho pensato, ma mi sono anche detto: se capita questo con lei probabilmente capiterà anche con altre. Per questo sono deciso ad insistere al di là del fatto che, fuori dalla sfera sessuale, stiamo molto bene insieme.

Elmar: Caro Enigma, due cose mi saltano subito all’occhio: dopo una conoscenza di 20 anni pretendere di sentirsi separato dopo soli 6 mesi mi pare un’illusione. Sto parlando della separazione interiore non degli aspetti pratici. Come nel lutto, un anno è il minimo per tale processo.
Se hai lasciato la tua ex-moglie perché l’amore si era trasformato in affetto – che è il normale processo in una relazione lunga – hai fatto esattamente la stessa cosa con tua moglie che la tua attuale partner fa con te, si potrebbe dire che “sei molto esigente, ma non ti sforzi mai più di tanto”. Verso tua ex-moglie hai avuto grandi pretese sul piano affettivo, la tua donna attuale verso di te ha grandi pretese sul piano sessuale. Ma in fondo fate la stessa cosa: non accettare il partner e pretendere senza dare.
Perciò non devi cercare la soluzione da nessuna parte fuorché dentro di te. Attualmente ti si stanno già riproponendo i problemi irrisolti della tua relazione precedente, puoi soltanto imparare dagli errori o ti si riproporranno ancora nella veste di nuove donne.
So che queste parole non ti piaceranno e forse non sai neanche bene come e in che senso cercare una soluzione dentro di te, forse tutto ti pare così ovvio… Ci entreremo in merito quando ci vedremo.
Buone riflessioni.

Non so se ho fatto bene a separarmi. Quanto bisogna lottare per l’amore?

Milka: Il mio nome è Ma Milura (nome Sannyasin), ho un passato di meditazione zazen e ora anche di “ricerca della vita estatica” con Osho.
Sono fortemente attratta dalla ricerca del sé più profondo e silenzioso, tramite il tantra che, ritengo, possa essere un grande sistema di unione e di evoluzione in una coppia. Ed è così che sono arrivata al vostro libro Tantra e meditazione. Mi sembrate le persone giuste a cui porre una domanda, per me molto importante. Sono separata e al momento non ho un compagno fisso. Ho un pensiero che mi tormenta: se siamo noi a vivere in amore, a portare amore nelle nostre relazioni, allora quanto è davvero importante il compagno che scegliamo? Ho come l’impressione, in certi momenti, che si possa arrivare ad amare tutti, in ugual misura. Ma altre volte, non è così. E quando l’innamoramento si affievolisce e siamo disposti a meno compromessi, non è proprio lì, forse, che capiamo che dipende soltanto da noi? Mi chiedo se ho fatto bene a separarmi, anche se il mio cuore non è contento all’idea di tornare a vivere con lui. Quanto si deve “lottare” per la coppia?

Elmar: Cara Milka, descrivi accuratamente un fenomeno che può sembrare misterioso. Quando il cuore è aperto, possiamo amare tutti. Quando invece è chiuso, non vanno bene nemmeno le persone che abbiamo selezionato. Questo è il dilemma di chi sta aprendo il suo cuore. Non è un processo lineare, ma oscillante, perciò stai vivendo questo altalenarsi tra posizioni opposte.
Il capire che ciò dipende tutto da noi, è utile per la comprensione, ma non è sufficiente per poterlo vivere fino in fondo. Il motivo è che anche questa comprensione ci viene soltanto nei momenti di cuore aperto. Quando è chiuso, invece, ci barrichiamo dietro le nostre difese caratteriali che allontanano il partner da noi e noi dalla nostra coscienza saggia.
Quanto bisogna lottare per l’amore? Bella domanda.
Io direi di usare gli stessi principi come nello sport. Mi alleno per diventare migliore, ma quello che non riesco a fare (per esempio, presentarmi alle Olimpiadi) non lo vado a cercare. Nella coppia lo stesso: mi guardo e riguardo le mie difese e dirigo la consapevolezza sull’amore e sulla comprensione delle mie ferite primarie, quando vengono ferite nella relazione attuale. Ma ciò che va oltre i miei limiti, non lo cerco attraverso la lotta contro me stesso. Se vuoi iniziare un lavoro pratico sulla relazione potreste venire ai corsi Comprendersi nel corpo, Intimità e carattere e Dinamiche di coppia. Sono i corsi che più di altri vi danno degli strumenti per migliorare la relazione. Per conoscere i principali metodi, puoi sfogliare Tantra per due.

Milka: Ciao Elmar, grazie infinite per le tue parole, credo di avere qualcosa su cui riflettere, e tanta pazienza da sfoderare, ancora. Non sono in coppia al momento. So che la mia strada di crescita passerà anche attraverso questa pratica, e non vedo l’ora di poterlo fare! Si può praticare anche da single, come ho letto sul vostro sito, per cui terrò d’occhio i vostri calendari.


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Punizioni subdole e punizioni piacevoli

Punizioni subdole e punizioni piacevoli

Punire ed essere puniti è una tematica che tutti conoscono, dall’andare a letto senza televisione nell’infanzia fino alle multe dell’autovelox o a conseguenze disciplinari per errori combinati da adulti. Anche nella vita di coppia esistono diverse forme di punizioni che uomini e donne si infliggono reciprocamente tutti i giorni, senza mai dichiararle come tali:

  • Arrivare in ritardo agli appuntamenti
  • Minacciare di lasciarlo o lasciarla
  • Negare il sostegno emozionale quando ne ha bisogno
  • Raccontargli o raccontarle per filo e per segno tutta la giornata quando è già stanco o stanca
  • Fare una scenata
  • Negargli o negarle il sesso
  • Evitare il contatto, non abbracciarlo/a, ignorarlo/a, uscire senza dire nulla
  • Indovinare il suo punto debole e farlo/a sentire in colpa
  • Sabotare le sue iniziative e i suoi progetti
  • Ridicolizzare i suoi desideri
  • Prendere le proprie difficoltà sessuali come scusa
  • Indulgere nei propri problemi come lo stress o la depressione

Tutte queste azioni, talvolta subdole e manipolative, molto spesso hanno un obiettivo ben preciso: punire il partner per qualche ferita effettiva o immaginata che abbiamo subito. Avvengono però in modo indiretto, mascherato da buone ragioni e mille scuse come: “Non me la sento di…”, “Mi sento così male, che… ” o “Questo è il tuo problema e non il mio!”.

In questo modo nell’arco di una giornata di una coppia “normale” si accumulano più sadismi che in una intera sessione sadomaso. Specialmente nella vita intima, con le punizioni subdole, che fanno soffrire il cuore e il sesso, giochiamo un one for one, oppure un payback del tipo: “siccome tu ieri mi hai…, io oggi ti…” sapendo che “domani lui mi farà… ” ma sapendo pure che “allora io dopodomani…”.

Allora perché non giocarlo consapevolmente, dichiarando apertamente “Caro, accanto a te, con tutto l’amore che provo, sto anche soffrendo. Perciò ti voglio punire! E mi piace pure”? Con una tale frase chiara si sente l’aria cambiare! Quando ammettiamo le cose come stanno veramente, senza giustificazioni e buone scuse, improvvisamente nella nostra testa qualcosa si apre, fa spazio a un nuovo modo di relazionarci.

Se questo argomento ti interessa abbiamo scritto un libro che comprende anche questi aspetti: “Trasgredire con amore”.


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Il piacere del sesso anale

Il piacere del sesso anale

Generalmente parlando, il sesso anale è più diffuso di quanto si pensa.

“Circa un quarto degli americani hanno avuto rapporti anali almeno una volta nel corso della vita. E il 10% hanno avuto rapporti anali nell’ultimo anno.” (1)

E come stanno le cosa in Italia? Molto simili: “Una donna su quattro ha conosciuto almeno una volta nella vita il coito anale, il 15% degli uomini e il 10% delle donne lo praticano abitualmente.” (2)

Nell’ano sono immagazzinate le nostre paure più profonde: la paura di lasciarsi andare, la paura di concedersi totalmente a un’altra persona, di abbandonarsi alle proprie energie, di darsi all’altro senza riserve. Esplorare l’ano o essere penetrato lì dal partner può essere un’esperienza che crea un’enorme intimità e rinforza la fiducia reciproca. Se non l’hai mai fatto, trovi qua alcuni consigli per renderlo più piacevole la prima volta.

Innanzitutto considera che la penetrazione anale richiede più pazienza di quella vaginale e che le prime volta ci vuole ancora più pazienza. Non è soltanto questione di allargare lo sfintere, ma è questione di abituarsi ad aprire anche a qualcosa che entra. L’ano è composto da due anelli muscolari: lo sfintere esterno è sotto il controllo del sistema nervoso centrale e lo possiamo influenzare con la nostra volontà, lo sfintere interno sta sotto il controllo del sistema nervoso autonomo. Nelle persone che hanno difficoltà a lasciarsi andare, l’ano è teso cronicamente come lo possono essere le spalle o la nuca.

“Sono sposata da 22 anni e ho due figli. Mi piace mettermi nuda davanti a mio marito e poi piegarmi. So che questa visione lo eccita subito. E anch’io ho la sensazione che il mio cervello attivi delle memorie di tempi ancestrali, quando esisteva una sola posizione: da dietro. Oggi considero il sesso anale tra le esperienze erotiche più belle in assoluto, e ne abbiamo provato tante.”
Paola

(1) Robert T. Michael e altri, Sexwende – Liebe in den 90ern – Der Report, München 1994, orig: Sex in America, p. 185
(2) Dino Cafaro, 2° Rapporto Asper – Sesso 2000 , Roma 1992, p. 121

Se questo argomento ti interessa abbiamo scritto un libro che comprende anche questi aspetti: “Trasgredire con amore”.


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Come trasgredire senza turbare la relazione di coppia?

Come trasgredire senza turbare la relazione di coppia?

Se appartieni a coloro che hanno diverse fantasie sessuali e desideri erotici che non riescono a mettere in pratica, sappi che non sei solo.
Tutti, prima o poi, desideriamo sperimentare qualcosa di diverso nel sesso. Purtroppo molte persone con una relazione stabile vivono i desideri trasgressivi come un pericolo per l’armonia della coppia, trascinandoli per anni nella loro mente, senza mai comunicarli al partner. Li vivono di nascosto, nella fantasia o in un’avventura extraconiugale, e si sentono insoddisfatti.

Come comunicare la mia fantasia trasgressiva

Una volta che hai ammesso a te stesso le fantasie e i desideri più nascosti, sei pronto a fare anche il prossimo passo: comunicarli al partner. Se anche lui ha fatto l’elenco delle sue fantasie, potete scambiarvi gli elenchi e il racconto dettagliato della fantasia più energetica, osservando durante la lettura:

  • Con quale fantasia del mio partner mi trovo in sintonia?
  • Abbiamo fantasie simili o complementari?
  • Con quale fantasia del mio partner ho delle difficoltà: forti giudizi, sensazione di rigetto, di schifo, mi rendono nervose?
  • Cosa penso che il mio partner pensi delle mie fantasie: le accetta, mi comprende con questi desideri, si sente stimolato? Oppure non mi stima più, mi considera un porco, mi considera poco maschile o poco femminile, o pensa addirittura a lasciarmi?

Se osservi le tue reazioni corporee spontanee, i momenti che trattieni il fiato, i piccoli fulmini di eccitazione, le paure e ti accetti in queste reazioni, ricevi degli ottimi indizi su quello che saranno in futuro le difficoltà e i piaceri che troverai. Puoi osservare con la stessa accuratezza le strutture delle tua mente: quanta apertura ti permetti leggendo il segreto che il tuo partner ti ha appena rivelato? Un consiglio, che noi abbiamo sempre seguito in questa situazione, è: “Non ridere mai dei sogni degli altri”.
Se non hai un partner, o se per te è più facile confidarti la prima volta con qualcun altro che non sia il tuo partner, puoi anche rivolgerti alla miglior amica o al miglior amico o a un tuo terapista di ascoltare le tue fantasie erotiche.

Comunicare le proprie fantasie più intime al partner ha un effetto sulla coppia. Finché le hai tenute per te, nelle segrete della tua mente, lontane dal partner, una parte della tua mente è trattenuta lì e con essa una parte dell’energia vitale: il potenziale ci sarebbe, ma non viene usato. Nel momento che le condividi con il partner, quella parte di te che hai tenuto in serbo diventa disponibile nella relazione e ringiovanisce il rapporto. Questo non vale per fantasie di poca importanza o per pensieri passeggeri, ma per quelle fantasie che affascinano la tua mente e che sono una fonte di eccitazione e di piacere erotico. Mettendoli sul piatto, arricchisci la relazione.

Se preferisci non scambiarti le descrizioni, ma raccontare le tue fantasie a voce al tuo partner, ricordati che, indipendentemente da quali siano i tuoi timori, conviene esprimerle esattamente così come sono, come appaiono nei tuoi pensieri, come le hai descritte prima tra te e te nel tuo diario. Per molte persone è già trasgressivo ammettere al partner o a qualcun altro di avere fantasie che si discostano dal tradizionale modo di fare sesso. Quando ti accorgi che ti senti eccitato mentre stai per descrivere al tuo partner qualcosa che non gli hai mai detto, e subito dopo una censura interiore interrompe il flusso prima ancora che tu riesca a pronunciarlo, sappi che questo è assai normale. Arrivano frasi del tipo “Ma che sciocco” o “Questo non lo posso dire, altrimenti ferisco il partner” o “Questa idea me la tengo per me, tanto non mi capirebbe nessuno” che stroncano ogni impulso interiore, ogni desiderio, ogni novità. Se segui la tua censura, il risultato sarà che uccidi i teneri impulsi creativi che tendono a cambiare le dinamiche della coppia, e che questa con il passare del tempo diventerà noiosa, perché rimane ingabbiata nelle abitudini e nel conosciuto.

Invece inizia a comunicare anche gli ostacoli nel parlare, descrivi le emozioni che accompagnano il tuo racconto e i commenti che fai tra te e te, come: “in questo momento mi vergogno di dirti queste cose” o “ho paura che tu giudichi le mie fantasie perverse” oppure “ho timore, mi sento subito inferiore”. Comunicando apertamente questi stati, porti chiarezza e consapevolezza nel dialogo e ti apri in modo sincero verso il tuo partner. Comunicando non soltanto la fantasia, ma anche come ti senti con essa, raccontando le tue gioie e i tuoi dolori, una parte delle tua attenzione è anche rivolta a te stesso, e questo dona alla tua comunicazione una maggiore interiorità. Se l’emozione diventasse troppa e senti che inizi a trattenere il fiato, prendi alcuni respiri profondi, chiudi per un attimo gli occhi per riprendere le sensazioni dentro di te, e poi continua a raccontare con esse.
Allora ti esprimi su un piano che va oltre il controllare la comunicazione, va oltre il ponderare le parole, ma esprimi ciò che avviene dentro di te e con questo crei un ponte tra corpo, mente e sentimento. La parola, oltre a comunicare al partner la tua vita interiore, diventa anche un mezzo per unire le parti in te, per riconciliare ciò che finora era separato in te. Aprirti a te stesso e aprirti al partner diventano la stessa cosa.

Se questo argomento ti interessa abbiamo scritto un libro che comprende anche questi aspetti: “Trasgredire con amore”.


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L’energia di una posizione

KAMASUTRA – Le posizioni del piacere

Tra tutte le opere sull’ars amandi orientale, il Kamasutra di Mallanaga Vatsyayana è il più conosciuto.
Tradotto letteralmente kama-sutra significa “insegnamenti sui piaceri”, intesi come piaceri del corpo, della mente e dell’anima.
Altri testi simili sono il Kokasastra, l’Ananga Ranga e il Kamasastra, tutti intesi ad allargare la mappa erotica, a trovare nuovi modi di baciarsi, di accarezzarsi, di unirsi e di muoversi, per uscire dall’abitudine.
Il pericolo consiste nel prenderle come semplici tecniche, come una specie di ginnastica amorosa, mentre si tratta di posizioni che inducono determinati stati d’animo, una certa atmosfera o energia, un certo gusto del sentirsi insieme.

Conosciamo due approcci estremi per quanto riguarda lo sperimentare le posizioni. C’è la coppia che dopo aver trovato una posizione piacevole per tutti e due, continua per anni a ripeterla sempre e soltanto in quel modo, magari meravigliandosi che il sesso sia diventato un po’ monotono. Poi esiste la coppia costantemente a caccia di nuove sensazioni, che cambia posizione anche quattro o cinque volte durante un amplesso. Chi si riconosce nel primo tipo finalmente potrà sperimentare qualche nuova posizione, con la sicurezza di non nuocere al rapporto. A chi appartiene al secondo tipo, possiamo invece dire con certezza che sensazioni più intense non si trovano nelle posizioni: il segreto è dare maggiore importanza ai diversi stati d’animo.

I nostri maestri Jack Rosenberg e Beverly K.M., che si occupano fondamentalmente della qualità energetica dell’atto sessuale, citano “alcuni criteri necessari perché in una particolare posizione si possa percorrere l’intera curva orgasmica”. Quelle che chiamiamo le cinque libertà sono indispensabili per caricare, contenere, estendere e infine rilasciare l’energia sessuale nell’orgasmo.

  1. La libertà di vedere e di entrare in contatto visivo: per mantenere intimità e per scambiarsi l’energia dobbiamo essere in touch attraverso gli occhi. Fare l’amore al buio non è proficuo in questo senso; mentre per le posizioni “da dietro” il problema può essere risolto con uno specchio posto di lato.
  2. La libertà di muovere il bacino: per ottenere un’alta carica energetica dobbiamo essere in grado di ruotare il bacino in modo orgasmico. Infatti, se i muscoli addominali sono in tensione, interrompiamo la carica diminuendo, se non trattenendo, l’orgasmo.
  3. La libertà di muovere la nuca e la testa: siccome queste parti sono correlate ai movimenti pelvici, il segmento cervicale (corrispondente al quinto chakra) deve potersi muovere liberamente per estendere l’orgasmo.
  4. La libertà di muovere il petto e di respirare pienamente: il petto è il luogo in cui il respiro può creare una forte carica. Deve essere altrettanto libero di provare i sentimenti del cuore e il senso corporeo di noi stessi. Senza la possibilità di aprire il cuore e di intenerirsi, il sesso rimane privo d’amore.
  5. La libertà di tenere un buon grounding (contatto con la terra) attraverso i piedi o le ginocchia. Finché non possiamo stabilizzarci spingendo con i piedi o con le ginocchia, è impossibile ruotare il bacino senza utilizzare i muscoli addominali. Il grounding è anche correlato agli occhi e all’osservatore interiore, perciò senza un buon grounding diventa difficile tollerare intensi livelli sessuali o intimi.”

Oltre a questi criteri, che sono necessari affinché l’energia sessuale scorra in modo soddisfacente attraverso il corpo fisico e quello energetico, ogni coppia ha ulteriori criteri emozionali e personali per apprezzare la qualità di un rapporto sessuale. Questi dipendono molto dal carattere dei partner, dal grado di intimità che vogliono raggiungere, dai sentimenti che entrambi vogliono provare e dalle tematiche correlate ai chakra che la coppia sta attraversando in quel periodo. Vediamo insieme quali possono essere questi criteri:

  • Le emozioni. Esistono posizioni che favoriscono alcune emozioni, mentre altre non le facilitano per nulla. Non tutte le posizioni, per esempio, favoriscono la sensazione di essere molto uniti, oppure avvolti dal partner.
  • I chakra. Anche se la posizione non è l’unico fattore per stimolare un determinato chakra, questa può favorire l’entrata in contatto con uno o più strati e dare una determinata nota o tonalità all’energia che si libera durante l’atto sessuale.
  • Libertà delle mani. Per alcuni è molto importante continuare le carezze, le coccole, i tocchi e le stimolazioni erotiche manuali durante tutto il rapporto sessuale, mentre altri li limitano ai preliminari. Il contatto e le carezze possono aumentare la presenza corporea e favorire l’espansione dell’energia nelle diverse parti del corpo.
  • Tipologia anatomica. In relazione alla distanza del clitoride dall’entrata della vagina, alcune posizioni aiutano più di altre la stimolazione. Lo stesso vale per il punto G.
  • Altri fattori. Durante la gravidanza si escludono tutte le posizioni che possono procurare pressione sulla pancia della donna. Alcune posizioni si prestano particolarmente per risolvere alcuni disturbi sessuali.

Partiamo dalla posizione cosiddetta “del missionario” che, anche se criticata da molte donne che si sono battute per una maggior libertà sessuale, è ancora la più usata. Malgrado la sua “celebrità”, questa posizione mostra però una serie di svantaggi dal punto di vista energetico che riguardano sia l’uomo sia la donna e che non permettono una curva orgasmica alta, benché essa corrisponda emotivamente al modo in cui molte coppie vivono il loro rapporto.

  • La posizione soddisfa entrambi se lui trova eccitante dominare attivamente l’atto sessuale e se a lei piace abbandonarsi all’emozione di essere presa e coperta da lui. L’uomo controlla il ritmo dei movimenti e può penetrare profondamente la donna, se lei tiene le gambe molto aperte.
  • In questa posizione il primo chakra si unisce all’energia del terzo: chi sta sopra decide il modo di provare piacere, dà l’impronta ai ritmi e ai tempi dell’atto ed è libero di esprimersi sessualmente. Il rischio, però, è che il primo chakra possa combinarsi con la strategia del terzo. In questo caso, attivo può essere solo lui, mentre lei è passiva.
  • Lei può accarezzare l’uomo, ma non viceversa, perché lui deve sorreggersi con le braccia. Inoltre, per la donna è molto difficile toccarsi il clitoride in modo rilassato.
  • Nella donna cerva e nella donna lupa il clitoride viene indirettamente stimolato attraverso la pressione che lui esercita col pube.
  • Questa posizione è valida quando lei è stanca e vuole lasciare che sia l’uomo a dirigere l’atto.

Se questo argomento ti interessa abbiamo scritto un libro che comprende anche questi aspetti: “Trasgredire con amore”.


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