Relazionarsi con l’altro e osservare se stessi

Relazionarsi con l’altro e osservare se stessi

Sapere troppo su se stessi può rendere una relazione più difficile?

Maurizio: Vi scrivo perchè ho da porvi due quesiti.
1) Sto lavorando su me stesso e sui miei chakra dopo aver letto i vostri libri e mi sto accorgendo di aver vissuto male molti rapporti, ne sto capendo le cause e sono ottimista per il futuro. Eppure mi chiedo: come farò a trovare una ragazza che conosca anche lei questi metodi per equilibrare la propria persona ed il rapporto di coppia e le tecniche tantriche per i rapporti sessuali? Spiegandole io ogni cosa non si rischia di incorrere in un rapporto maestro-allieva piuttosto che in quello di due amanti, partendo direttamente con il piede sbagliato?
2) Ho generalmente difficoltà a trovare ragazze che mi piacciano. Da cosa dipende questo problema? Mi pare di aver trovato poco sui vostri libri che tratti dell’approccio iniziale del rapporto, cioè in base a cosa una persona si sente attratta da un’altra a livello fisico. E poi mi chiedo, adesso che conosco queste dinamiche in maniera più precisa, non correrò il rischio di avere ancor più difficoltà? Sono poche le ragazze che conoscono a loro volta queste dinamiche e con cui riuscirei a costruire un rapporto fondato su salde basi. Temo che questa prospettiva possa abbattere ancor di più il mio interesse iniziale per una persona.

Michaela: Ciao Maurizio, in effetti, questo pericolo c’è.
1. Va bene insegnare al proprio partner finché si tratta di cose tecniche, come posizioni, modi di respirare, massaggi, ecc. Siccome la gran parte delle pratiche tantriche ci coinvolgono emotivamente confonderesti due ruoli: quello di partner che è paritario con quello di insegnante che è gerarchico. Insomma: partiresti con il piede sbagliato.
2. Vedo il secondo punto collegato al primo: se hai difficoltà a trovare donne che ti piacciono, il primo passo non è quello di insegnare loro qualcosa, ma di vedere in faccia le tue difficoltà. Se ti senti sistematicamente attratto da donne “inferiori” in termini di conoscenza, ti puoi chiedere se usi la conoscenza per creare una barriera verso le donne, anziché farla diventare un ponte. Come fai a non incontrare donne alla pari.
Non trattiamo questo punto nei libri, perché solitamente le coppie iniziano con le pratiche tantriche quando hanno sperimentato tutte le pratiche sessuali “normali” e sentono il desiderio di “qualcosa in più”. In breve: conviene partire da te e dalle tue difficoltà di relazionarti senza dare la colpa alla presunta “ignoranza” delle donne. Una volta che hai una relazione stabile, iniziare con le pratiche tantriche.

La distanza che tengo con le persone non è quella che vorrei

Gilda: Ho pensato di scrivervi su un argomento che è lo spazio proprio (l’aura) e la giusta distanza rispetto al mio partner. L’ho già affrontato al corso Intimità e carattere, però in questo momento avverto che vivo in due spazi propri diversi: quello esterno è delimitato da un confine molto lontano da me, cioè sono in uno spazio molto grande che tiene lontano il mio partner, ma anche le altre persone. Il secondo spazio, più interno, invece è al minimo, mi sento costretta e mi ritrovo spesso con il fiato sospeso.
In questa situazione mi sento lontana dagli altri, o meglio, irraggiungibile, sono in mezzo a questo grande spazio deserto e vedo anche poco gli altri. Del resto non sono neanche in contatto con me così tutta stretta. Quando gli altri si avvicinano a me o io a loro, avviene un corto circuito, perdo la percezione di me stessa e mi distanzio interiormente gelando completamente le risposte sensoriali. Non è ovviamente una cosa nuova, ma mi sorprende questa distanza interiore che provo e che esteriormente non esprimo; però mi chiedo: tutto questo ha una ragione o una necessità? So anche che oggi la lontananza dalle persone che amo mi causa dispiacere e un senso di frustrazione, ma cosa ci faccio io dentro quell’aura enorme?
Il tema è che questa distanza sottile e profonda tra me e gli altri é mantenuta in piedi da una parte di me che non coincide assolutamente con la Gilda come si presenta esteriormente, ma da una Gilda dolorante, che è stanca, rassegnata e impaurita.

Michaela: Cara Gilda, mi sembra che hai fatto un passo importante. Hai notato che vivi praticamente in due cerchi (o in due strati dell’aura) che confondono te stessa e, di seguito le tue relazioni. Molte persone non trovano mai la distanza giusta nelle relazioni: quando il partner le vuole stare vicino, si allontanano; quando il partner chiede più intimità, sentono un forte impulso d’essere più da soli.
Ti ricordi gli esercizi che abbiamo fatto al corso? Il tuo cerchio più piccolo corrisponde allo spazio corporeo, quello più grande allo strato mentale. Il tuo corpo e la tua mente in questo momento richiedono distanze diverse dalle altre persone e ciò non rende facili le relazioni, perché attirerai persone che a loro volta vivono una scissione tra corpo e mente.
Ti do una meditazione con la quale puoi sperimentare per te, senza l’influenza delle altre persone:
1° fase: permetti al corpo di muoversi liberamente e spontaneamente in qualsiasi modo gli piaccia. Mentre il tuo corpo si muove, tieni presente il cerchio esterno.
2° fase: fai uno stop improvviso come lo stop della dinamica e fermati esattamente nella postura nella quale ti trovi. Dirigi la consapevolezza al respiro e tieni presente il cerchio interno respirando con lui.
3° fase: riprendi i movimenti spontanei come nella prima fase, includendo questa volta entrambi i cerchi nel respiro. Se ti piace puoi anche farli pulsare oppure oscillare dall’uno all’altro.
La durata può essere 3 x 10 minuti oppure di più, se ti piace. Probabilmente non avrà un effetto immediato, ma ti puoi aspettare un sottile cambiamento nell’arco di qualche settimana. Un abbraccio a te e agli strati del tuo essere!

Gilda: Ho fatto questa meditazione per due mesi e ho notato che i due strati dell’aura si sono diluiti lasciandomi in una sensazione di maggiore integrità, sia da sola che con le persone. E quelle volte che percepisco lo spazio corporeo e lo spazio mentale come separati, almeno ce l’ho così chiaro, che riesco a regolarmi di conseguenza, o riesco a comunicarlo alle persone.

Dire alla compagna frasi d’amore o scrivere lettere d’amore è fuori moda?

Gilberto: Sono un tipo romantico e spesso mi trovo a dire frasi d’amore alla mia compagna, perché quando il mio cuore è pieno non riesco più a trattenermi, devo parlare, dirlo a qualcuno. Qualche volta, specialmente la sera quando divento creativo, le frasi si concatenano per diventare poesie d’amore, altre volte, quando sono di fretta, le mando soltanto un sms d’amore.
La mia ragazza dice che sono all’antica, che sono esagerato, talvolta anche un po’ kitsch. Ma per me è giusto, o dovrei fingere di non sentire l’amore che provo per lei e trattenermi?

Elmar: Caro Gilberto, è la prima volta che sento che una donna si lamenta di troppe frasi d’amore. Di solito le donne si lamentano del contrario: che si aspettano qualche poesia d’amore o una lettera d’amore e che non la ricevono. E quando non arrivano, ovviamente, non possono chiederle all’uomo, altrimenti questo dovrebbe fingere. Allora aspettano e aspettano e… dopo un po’ vanno in libreria per leggere qualche poesia d’amore di un grande poeta. Se le tue espressioni sono vere e autentiche, non trattenerti, sarebbe un peccato. E se il tuo livello di romanticismo è troppo per la tua compagna, perché non prendi carta e penna e inizi a scrivere? Ti puoi immaginare che la tua compagna diventi la tua musa ispiratrice per scrivere una lettera d’amore che non spedirai mai, ma che un giorno potrai pubblicare nella raccolta “Poesie e lettere d’amore di Gilberto”. Oppure le puoi mettere su internet, mettendole a disposizione a tutti quegli uomini che sono meno creativi di te e che hanno una compagna che volentieri gradirebbe ricevere un sms d’amore, anche se non è stato inventato dal suo ragazzo. Se ti interessa sapere di più sulla natura dell’amore puoi leggere il nostro libro Tantra per due.


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Relazionarsi con l’altro sesso

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Le poche relazioni con le donne sono state un disastro

Giò: Ho 38 anni, e la mia domanda riguarda la paura di avere rapporti con le donne. I pochissimi rapporti che ho avuto, erano un disastro, tanto da non provare alcun tipo di piacere sessuale e la difficoltà a mantenere l’erezione sufficiente alla penetrazione. Dato che sono una persona timidissima, mi domando se ci sono rimedi attuabili.

Elmar: I rimedi ci sono, ma non li trovi sul piano sessuale, cercarli lì sarebbe uno spreco di tempo. Li trovi in una serie di reazioni emozionali automatiche alle donne, la cui origine sta nella relazione con i tuoi genitori. È un tema che non possiamo approfondire per e-mail, è più indicata una consulenza come avviene nel corso I mostri interiori, oppure una psicoterapia presso un terapeuta di tua fiducia.

La prima volta è stato fantastico. Come posso rivivere quel momento magico?

Janura: la prima volta che ero innamorata e che ho fatto l’amore è stata una cosa meravigliosa, incredibile. Ho scoperto lo stato supremo dell’essere, ma dopo quella volta non ho più vissuto un rapporto così bello ed intenso e mi dispiace. Sono rimasta bloccata e non so più come aprirmi di nuovo. Ora sono attratta nuovamente da un uomo ma siamo diversi, lui è più fisico ed io più mentale. Come riuscire a creare il momento magico? Grazie

Elmar: Cara Janura, sta nella natura dei momenti magici che sono difficili da riprodurre.
Che uno stia nella mente e l’altro nel corpo, è un’ottima combinazione. In due coprite una più vasta gamma dei potenziali umani che ognuno da solo.
A diverse persone succede che la prima volta (primo sesso, primo viaggio, prima meditazione, prima relazione, primo piatto di una cucina sconosciuta) è fantastica. La seconda volta sono già condizionati e anticipano mentalmente il vissuto della prima, che puntualmente non si ripete. La terza volta vanno in crisi, perché già la seconda volta era stata meno bella, la quarta diventa una delusione, e così via. Dopo la 100° volta finalmente si arrendono, e guarda caso, la 101° volta è quella buona: tutto si è aperto di nuovo. Sembra paradossale, ma troppo piacere può bloccare. Lo conosco anch’io.
Un buon modo per uscire dalla trappola: vivere ogni volta nella freschezza dell’attimo, rimanere con le sensazioni del momento e le emozioni del giorno, mettendo da parte i paragoni e i “dovrebbe essere diverso”. Perciò nel tantra e in altre discipline si focalizza la mente sul respiro, perché puoi stare soltanto con il respiro presente, non puoi focalizzare sul respiro di un anno fa. Trovi un approfondimento e alcune soluzioni al tuo problema nel nostro libro Tantra per due.

Non è facile trovare una persona per praticare il tantra

Roberto: Ora ho 36 anni, quando ne avevo 23 ho fatto due anni di vita monastica, poi sono stato fidanzato per 10 anni lunghissimi e un anno fa ho troncato la relazione perché lei era troppo complessata sessualmente. In generale, soltanto per amore sono rimasto con lei per così lungo tempo. Ho letto il vostro primo libro Tantra. La via dell’estasi sessuale, mi piacerebbe praticare il tantra e conoscere anche una partner che sia disponibile ad affrontarlo con me. Non cerco una ragazza all’avventura, e non è facile incontrare una persona che abbia le mie stesse idee…. Voi potete aiutarmi ad incontrarla?

Elmar: Caro Roberto, mettiamo alcune cose in chiaro:
1. Quello che tu chiami “soltanto per amore sono rimasto con lei” noi la chiamiamo “ipocrisia”. Se fossi rimasto con lei veramente per amore, non ti sembrerebbero “10 lunghissimi anni” e non la considereresti “troppo complessata”.
2. Noi insegniamo il tantra, ma non siamo un’agenzia matrimoniale
3. Prima hai fatto una vita monastica, poi sei rimasto 10 anni con una donna sessualmente chiusa, poi “non cerchi una ragazza all’avventura”…… un percorso interessante. Quando vuoi fare luce sui collegamenti tra sesso, amore e spirito, sei benvenuto.
Se vieni ad uno dei nostri corsi introduttivi possiamo fare luce su queste contraddizioni.

Come mai allontano le donne?

Paco: Ciao Elmar, innanzitutto vorrei ringraziarti per il week end introduttivo al tantra fatto a Milano. Ho capito alcune cose riguardo al rapporto con le donne: nel seminario si e un po’ ripetuto quello che mi succede sempre nel rapporto con le donne. L’amore è l’unica strada che porta ad un rapporto duraturo, ma prima ho capito che bisogna amare se stessi. Non sono mai riuscito a dare sicurezza ad una donna e ho capito che ora è il momento di cambiare rotta. Puoi darmi un consiglio? Come mai allontano le donne? Vorrei sapere quali sono i miei meccanismi che fanno scattare tutto ciò.

Elmar: Hai osservato durante il weekend come allontani le donne? Se non ti fosse ancora del tutto chiaro, inizia a chiederlo ad ogni donna che si allontana da te. Chiedile perché si allontana e chiedile di darti una risposta precisa!
Da tuo canto puoi iniziare ad osservarti meglio come le allontani. Osserva se in qualche modo, avvicinandoti ad una donna, ti stai allontanando da te stesso emozionalmente, se nella vicinanza di una donna chiudi i sentimenti. Osserva se smetti di sentire una parte del tuo corpo, se ti restringi fisicamente o se trattieni il respiro. Osserva se vai con i pensieri altrove, se entri in una mini-trance o in un film interiore, se mentalmente ti preoccupi come fare colpo su di lei trascurando la comunicazione e il sapore del momento. Osservati durante tutti gli incontri!


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Domande pre-corso e dubbi post-corso

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Fare un corso può ricucire un rapporto in crisi?

Robert: Da pochi mesi ho interrotto la mia convivenza con la mia ragazza. Fondamentalmente, io credo che nonostante il grandissimo amore reciproco abbiamo perso la capacità di comunicare e lentamente siamo scivolati nella diffidenza. Lei è diventata una pessimista convinta, io mi sono sentito ingabbiato e senza speranze. Abbiamo iniziato ad essere diffidenti e a soffermarci su tutto ciò che non andava. Alla fine sono esploso. All’inizio il sesso è stato un elemento fondamentale del nostro rapporto, ma via via ha perso intensità fino a scomparire, proporzionalmente all’aumento delle tensioni.
Pensi che se riuscissi a convincerla a venire ad un corso introduttivo potremmo trovare il modo per ritornare ad apprezzarci nuovamente ai nostri lati positivi? Se la risposta è “sì”, allora come posso fare a convincerla a venire con me?

Elmar: Caro Robert, la risposta è “sì” o meglio: “c’è una buona probabilità di trovare il modo per ritornare ad apprezzarvi, ma non c’è alcuna garanzia su questo esito”. Se anche lei, come te, vuole comprendere meglio come ha contribuito a entrare in un vortice che vi ha tirato sempre più in basso, allora questa conoscenza vi potrà aiutare nella vostra relazione o – se vi separate – nella prossima relazione che ognuno di voi inizierà eventualmente con un altro partner.
Non è necessario convincerla, parlale semplicemente, le esponi i tuoi obiettivi e le chiedi se anche lei è disponibile a lavorare su se stessa e/o sul vostro rapporto. Se vuoi avere più nozioni sull’argomento, puoi leggere, prima di iscriverti a un corso, Tantra per due, che dà delle buone descrizioni sulle dinamiche di coppia come la vostra e mostra anche alcune via d’uscita da quelle che fanno soffrire.
Cari saluti e buon anno nuovo!

Vorrei iniziare, ma sono in crisi con la mia compagna

Carlo: Attualmente il nostro rapporto è in crisi. Non sappiamo se partecipare a un corso ora o aspettare finché siamo di nuovo a posto. Cosa ci consigliate?

Elmar: Non perdere tempo, una crisi è un’ottima occasione per ripartire. Durante la crisi l’occhio critico sul partner e sulla relazione è già attivo, vale la pena guardare fino in fondo tutto ciò che non va e fare piazza pulita. Durante la crisi, proprio quando non ne possiamo più, siamo anche più disponibili a vedere delle soluzioni al di fuori di tutto quello che conosciamo e che abbiamo già provato, proprio perché quello che abbiamo già provato non funziona più. Durante la crisi ognuno è anche più in contatto con le parti di sé che non gli piacciono come: la rabbia, la solitudine, l’oppressione, i dubbi, il non sapere, la tristezza, la disperazione, l’amore ferito, il sesso disastroso, la noia, etc. Essendo già in contatto con le vostre ombre potete subito lavorare consapevolmente con esse, non le dovete più andare a cercare, sono già li, davanti ai vostri occhi. La crisi è un ottimo momento per cambiare perché ci si trova già nella condizione peggiore, che può solo migliorare.

La comunicazione diventa sempre più difficile

Roberto: Proprio in conseguenza dell’ultimo corso Intimità e carattere stiamo attraversando una fase dove i nostri caratteri “io invaso” e “lei abbandonata” emergono con maggior forza e richiedono l’attenzione. Io sento forte il bisogno d’autonomia nelle scelte che voglio intraprendere, di sentirmi letteralmente “con le ali legate”. Quando non riesco ad esprimerlo chiaramente a Giuly, quando non glielo dico “con il cuore”, lei si sente molto dipendente e vede minacciato il rapporto con me.

Elmar: Ciao Roberto, ora che ci hai lavorato sopra e che la cosa ha ricevuto un nome, ovviamente ti accorgi prima della sensazione di esser invaso.
Prova a fare così: ogni volta che ti senti invaso, dici a Giuly “Senti Giuly, mi sento invaso. Ho bisogno di stare mezz’ora da solo nella mia camera” anziché andare in difesa accusandola con una frase come “Tu mi hai invaso”. Poi ti prendi il tempo o lo spazio necessario per sentirti di nuovo in pace con te e presente al mondo. Al corso hai imparato tutti gli strumenti per tutelare il tuo bisogno: sono strumenti che funzionano soltanto quando li usi! Buon proseguimento!

Roberto: Il problema è che, a parte le volte in cui mi riconosco, ci sono altri momenti in cui non mi accorgo di sentirmi invaso, ma dove rispondo di riflesso. Lei allora ha una sensazione di incomunicabilità, come se qualcosa nelle parole non passasse proprio. In questi momenti crolla tutta la sintonia che c’è, e spesso succede durante i momenti d’intesa sessuale e affettiva. Potete forse darci ulteriori consigli su queste dinamiche?

Elmar: Ciao cari, non esiste qualcosa come una “incomunicabilità”, questa è un’astrazione del processo di comunicazione che tende a confondere le cose. Invece di descrivere il vostro problema in termini astratti, prova a chiederti:

  • Chi non ha comunicato?
  • Chi non ha recepito il messaggio comunicato?
  • Ho sentito le parole, ma non le ho prese sul serio?
  • Ho sentito le parole, ma le ho interpretate attraverso il mio schema mentale, il mio carattere?

Vi ricordo che ciò che per un invaso è già troppo stretto, per un abbandonato non è abbastanza vicino. In questi momenti le parole pesano e bisogna tener conto che l’altro le interpreta in modo diverso. Per esempio la frase “Ti voglio bene” per un invaso è già una cosa grossa e forse deve fare uno sforzo per pronunciarla. Al contrario l’abbandonato rimane deluso, perché si aspettava una frase come “Ti amo come nessun altro su questo mondo”.
Piuttosto che litigare sulle parole, iniziate a spiegare ciò che avete comunicato. In quel momento chi ascolta deve assolutamente prendere sul serio quello che il suo partner dice, senza filtrarle attraverso le proprie interpretazioni. Buoni dialoghi!

Da quando ho iniziato il training di tantra, tutta la mia famiglia sta meglio

Miria: Carissimi Elmar e Michaela, innanzitutto voglio ancora dirvi grazie, è la prima cosa che mi viene in mente quando mi rivolgo a voi. Grazie di esserci e di avere il coraggio di fare quello che fate. Per me al corso Ardore nel cuore sì è aperta una porta di cui non immaginavo nemmeno l’esistenza, figuriamoci di quello che c’è oltre. La sensazione è quella di essere viva, dentro un corpo vivo con tutte le sensazioni amplificate. Adesso, se c’è qualcosa che infastidisce il mio corpo, non posso più ignorarla come facevo un tempo perché è diventa intollerabile. Sono cambiati molti comportamenti nella mia vita, addirittura il modo di fare la pipì: non c’è più la pressione di una volta, ma esce dolcemente come da una fontanella. Per non parlare del mio peso, che durante l’ultimo corso è diminuito di 2,5 chili ed è lì stabile senza alcuno sforzo, e così tante altre cose.
La sessualità consapevole è stata per me davvero fondamentale, sicuramente perché innestato sugli altri sei corsi frequentati in rapida successione. Devo dirvi che trovo ogni corso collegato con l’altro in una maniera davvero sorprendente: finito uno con tutto quello che ci si porta a casa si avviano le dinamiche che ti preparano al successivo, in un viaggio davvero ben organizzato! In Le dinamiche di coppia e in I mostri interiori in particolare sono venuta a contatto con un nodo molto doloroso per me e anche se sembra incredibile, ho scoperto che per stare molto meglio basta così poco.
Per quanto riguarda l’esperimento di aprire la nostra coppia (veramente l’idea è partita da mio marito), è stata un’esperienza davvero sorprendente: rendersi conto di come faccia molto più male una mancata attenzione da parte di lui che saperlo fare l’amore con un’altra donna. Questo va contro tutto quello che credevo fino ad oggi ed è un grande insegnamento. Non è una strada facile, ma la sensazione è che ci avvicini molto in un grado d’intimità a noi prima totalmente sconosciuto. Non mancano i momenti difficili, perché mi sento in “carne viva” con tutte le sensazioni amplificate, ma sono molto fiduciosa di saper vivere momento per momento quello che arriverà, anche con l’ausilio dei nuovi strumenti appresi da voi.
Da quando sono più felice con mio marito, anche i bambini sono cambiati, li vedo sereni e stanno proprio bene, questo m’incoraggia molto a prendere la decisione di impegnarmi ai corsi. Sono curiosa delle esperienze nei prossimi corsi del training. Un abbraccio forte.

Michaela: Cara Miria, mi fa piacere sentire che le relazioni nella tua vita migliorano. Anch’io ho una figlia e quando vado ad imparare dal mio Lama o da altri maestri la devo lasciare con la nonna o la babysitter. Al ritorno, vedo come la mia serenità e chiarezza emozionale si rifletta nella relazione con Elmar e la famiglia. Come mamma, penso che questo sia il miglior dono che io possa fare a mia figlia e questo mi dà la maggiore spinta a proseguire sul cammino.

Da quando scopro i miei desideri, sono troppo esigente per il partner

Rita: Ciao Michaela, da quando sto facendo i corsi, sto diventando più esigente, ma non so come gestire la cosa. Federico mi guarda un po’ interdetto come a dire “adesso questa che cosa vuole?”. Sto parlando di eros appagante, erotismo, sensualità, gioco… Inizio a essere più coerente (cosa per me molto difficile), ad ascoltarmi e capire bene quello che voglio, ma non riesco a ottenerlo. Non lo dovrei dire, ma spero che tu capisca quello che voglio dire… parlo di sensazioni difficili da spiegare.

Michaela: Ciao Rita, questo è un periodo passeggero sul percorso. E’ legato alla scoperta dei tuoi bisogni e delle tue esigenze. Il primo passo è di comprendere cosa desideri e di comunicarlo con coerenza. Il secondo passo di distinguere i desideri veri dai capricci (che sono spesso incoerenti). Il terzo di valutare come ottenerlo: da te stessa, dal partner, da qualcun altro. Se lo chiedi al partner, vedi di tenere il dare e il ricevere in equilibrio. Per ogni cosa che richiedi da lui, ci deve essere anche una che dai a lui.

Desideriamo più serenità nella relazione

Gianni e Mariella: Cari Elmar e Michaela, al nostro rientro dal corso Ardore nel cuore abbiamo cercato di riordinare le idee sull’esperienza che abbiamo vissuto. Da qui sono nate in noi tantissime domande e il desiderio di riuscire a vivere consapevolmente e in serenità ogni giorno della nostra vita, sia individualmente che a livello di coppia. Per questo vi chiediamo un consiglio sul tipo di formazione che possiamo seguire.

Più nel dettaglio:

Mariella: Ho scoperto di avere una rabbia repressa, ma non riesco a capirne la provenienza; ho bisogno delle attenzioni dalle persone che mi circondano, ma se queste mi contraddicono costruisco un muro tra me e loro. Ultima cosa, mi irrito soprattutto con le donne di casa.

Gianni: Durante il corso ho avuto la sensazione di poter dare veramente un altro taglio alla mia vita affettiva e l’ho anche provato in alcuni momenti; purtroppo tornando alla vita di tutti i giorni diventa molto difficile vivere queste cose, soprattutto perché io e Mariella non viviamo insieme. Vorrei riuscire a trovare la volontà per percorrere questo cammino. Soprattutto a livello sessuale è stata una vera scoperta. Riesco finalmente a vedere un corpo di donna nella sua effettiva bellezza e non in modo volgare. In ultimo vorrei imparare veramente a far godere pienamente la mia donna nei momenti di intimità perché mi rendo conto che abbiamo delle grandi potenzialità che non riusciamo a liberare. Non sappiamo ancora con che frequenza riusciremo a seguire i vostri corsi, ma vi saremmo grati se ci indicaste un eventuale cammino da seguire. A presto!

Elmar e Michaela: Ciao cari, i problemi e le tematiche che incontrate dopo questo corso sono molto comuni: come trasportare le esperienze intense vissute durante il corso poi nella propria vita quotidiana? La chiave è quella che menzionate all’inizio della vostra e-mail, cioè di “vivere consapevolmente ogni giorno della vostra vita” con tutti gli alti e bassi, tentativi ed “errori” che comporta, focalizzandovi su quelli che riconoscete già come i vostri temi caldi.
Mariella: sperimenta con la tua rabbia, portala nei tuoi pugni e battila su un cuscino, danzala, respirala e innanzitutto, ricordati dalla fonte della rabbia, il bisogno di essere riconosciuta. Perciò ogni volta che non ti senti riconosciuta da Gianni, gli puoi chiedere: “Mi vedi?”, “Mi senti?”, “Mi capisci?” o puoi fare tutto quello che ritieni opportuno per riprendere la sensazione di sentirti riconosciuta. In questo modo ti riconosci tu per prima, e questo rende più facile agli altri riconoscerti. Se tu stessa invece non riconosci il bisogno che sta in fondo alla tua rabbia, perché un altro dovrebbe riconoscerti?
Gianni: Continua pure sulla strada che descrivi, ma vedi anche di centrarti altrettanto sul tuo piacere come ti concentri sul piacere di lei, altrimenti le cose si complicheranno. Far godere pienamente la tua donna è l’effetto e non la causa del tuo star bene.
Da settembre in poi potete seguire i corsi del training, o almeno quelli che potete inserire nella vostra agenda. Soprattutto tra i primi corsi troverete degli strumenti pratici per liberare le potenzialità della vostra relazione. Buon percorso insieme!

Domani ho un appuntamento con mio marito

Rita: Cara Michaela, durante il corso Ardore nel cuore io e mio marito ci siamo resi conto di quanto ci eravamo trascurati e abbiamo deciso fare sul serio. Il giorno dopo il corso abbiamo messo subito in atto i vostri consigli sul dialogo e ogni sera parliamo nel modo in cui ci avete insegnato. Funziona: lui mi ascolta! Ora abbiamo provato anche con gli appuntamenti, che bello! Ti racconto una telefonata che ho fatto con una mia amica recentemente:

Rita: Ciao Federica, volevamo invitarvi a cena una volta. Come siete messi?
Federica: Sì volentieri, per noi va bene giovedì.
Rita: Mi dispiace, ma giovedì faccio l’amore con mio marito.
Federica: (stupita) Come… sarebbe a dire?
Rita: Vuol dire che tutta la sera di giovedì è dedicata a noi due.
Federica: Tutta la sera? Caspita! Scusami, ma non vi basta una mezz’ora?
Rita: Sai Federica, di sveltine ne ho fatte abbastanza e sinceramente mi sono stufata. Non mi diverte più farlo alla fine della giornata, io stanca e lui esausto, in 10 minuti, giusto per sfogarsi e dormire meglio. Voglio riprendere a “fare l’amore” con lui, come lo abbiamo fatto in passato. E perciò abbiamo scelto giovedì, perché quel giorno i bambini vanno a letto presto e non c’è nulla da preparare per il lavoro del giorno dopo. E’ diventato il nostro giorno fisso. Spesso non c’è nemmeno un bel film in televisione… (rido)
Così abbiamo molto molto tempo, possiamo rotolarci nel letto, coccolarci, farci un massaggio, guardarci negli occhi, lasciarci trasportare dalla passione o rimanere silenziosamente sdraiati con lui dentro di me. E così le ore passano… Capisci perché non potete venire giovedì?
Federica: Ti capisco. Mi hai fatto venire un’idea. La proporrò al mio fidanzato.

Michaela: Vedo che avete fatto chiarezza e rispolverate la passione. Buoni appuntamenti!

Come possiamo capire se il Weekend d'assaggio fa per noi?

Giovanna:Buongiorno, sono Giovanna, mamma, moglie, donna di 35 anni orami. Sono incuriosita dal vostro mondo, vorrei coinvolgere mio marito, penso che abbiamo bisogno di un guida in questo momento della nostra vita in cui sembra esserci sfuggito il piacere dalle mani come una saponetta bagnata nel lavandino.
Ho visto i weekend, ma possiamo capire meglio se fa per noi? Organizzate conferenze o incontri prima di Aprile? Noi abitiamo tra Lecco Milano Bergamo.
Grazie mille

Elmar: Buongiorno Giovanna, comprendo che in un momento in cui il piacere vi è sfuggito “come una saponetta bagnata nel lavandino” (questa metafora mi ha fatto sorridere), ti impegni per riportare la coppia sul binario giusto. Per sapere se il “Weekend d’assaggio” fa al caso vostro (tra l’altro ne teniamo uno a Taleggio in provincia di Bergamo), mi puoi chiamare per telefono un giorno feriale e così può fare anche tuo marito, se vuole sapere maggiori dettagli prima di iscriversi.

Prima di aprile c’è soltanto un corso mediamente avanzato e piuttosto impegnativo che dura 5 giorni. Se avete fatto altri percorsi di crescita, potete partecipare; in caso contrario ve lo sconsiglio.
In alternativa potete prenotare una consulenza online della durata di 1 h o 1h e mezza per poter gestire almeno i problemi più grossi prima del  corso in primavera.

PS: La tua presentazione “Sono Giovanna, mamma, moglie, donna di 35 anni orami” l’ho sentita anni fa in modo simile da una certa Giorgia che ora è Presidente del Consiglio dei ministri. Lei alle tue parole ha aggiunto “sono italiana, sono cristiana”.

Un caro saluto a te e a tuo marito, Elmar


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Amore, innamoramento e passione

Amore, innamoramento e passione

Qual è la differenza tra amore e innamoramento?

Beatrice: Nelle relazioni di coppia si parla facilmente di “amore” ma spesso accade che non sia ben chiaro il concetto di “amore” e quali siano le differenze che distinguono l’amore dall’innamoramento.
C’è qualcosa di razionalmente spiegabile per individuare la qualità del sentimento ove una persona non riuscisse a distinguerlo emotivamente?

Elmar: Cara Beatrice, si, questi due si distinguono nettamente, anche se compaiono talvolta insieme in dei momenti dove si respira la vita come un fiume in piena. L’amore ha il centro delle sensazioni nel petto, ha una qualità leggera ed è orientato in misura uguale su di sé e sull’altro, comprende una grande autonomia di scelte proprie. L’innamoramento ha il centro delle sensazioni nella pancia, una qualità più liquida e coinvolgente, centrato più sull’altro, porta facilmente a perdere la propria autonomia nell’altro e a diventare un po’ schematici nei pensieri e nei sentimenti che sono pure piacevoli. Nel testo Tantra per due abbiamo dedicato un capitolo intero a questo argomento proprio perché i due vengono spesso confusi. In generale l’innamoramento è molto più diffuso dell’amore e spesso viene anche scambiato per amore da persone che conoscono poco quest’ultimo. Come è nella tua relazione? Riconosci qualche elemento?

Beatrice: Caro Elmar, ti ringrazio per la tua risposta che, in realtà, era un po’ meno mia e un po’ più del mio partner. Siamo due persone che credono e vivono – nei limiti concessi dalla società in cui viviamo – nelle filosofie orientali, con particolare preferenza per gli insegnamenti di Osho. Abbiamo iniziato a leggere insieme il vostro libro Tantra per due e desideriamo approfondire il concetto che ti ho espresso. Io ho le idee chiare, perché vivo di sensibilità e di emozioni che la mia mente successivamente razionalizza, mentre lui vive prevalentemente di mente. Non perché non sia sensibile o emotivo, ma perché credo le abbia ben “ingabbiate” in una difficile personalità, prevaricando e confondendo ogni emozione.

Elmar: Cara Beatrice, leggendo le tue righe mi pare che anche tu conosca bene le gabbie mentali. Prendi soltanto l’ultima lettera e fai un’analisi del testo contando quante convinzioni trovi su di te e quante su di lui, quali associazioni (come per esempio: evoluto, positivo, negativo, spirituale, da cambiare, ecc.) hai rispetto a “sensibilità”, a “emozione” e a “mente”.
Se state leggendo Tantra per due, trovate una serie di esercizi che potete provare per sperimentare sul piano corporeo nel vivo le vostre domande.

Non sono mai riuscita a distinguere l'amore dalla passione. Perché?

Elena: Ho sempre vissuto l’esperienza del sesso e dell’amore insieme o forse ho sempre vissuto l’amore nel sesso, non lo so, non sono mai riuscita a distinguere l’uno dall’altro, non conosco il limite o il momento nel quale si separano. Nei miei rapporti quando è cominciato a mancare il desiderio verso l’altro, pian piano si è spento anche l’amore che provavo; non è mai diventato un rapporto diverso “fatto di altre cose” come affetto, comprensione, condivisione, etc. Questi concetti li ho sempre e unicamente trovati quando ho vissuto una passione piena, travolgente, un eros appagante, nella quale mi sono persa completamente. Solo in questi momenti ho avuto anche la voglia di fare mille altre cose con quell’uomo, perché?

Michaela: Cara Elena, sai perché? Perché sei fatta così. La tua esperienza non è unica, siamo noi donne che attraverso la passione cerchiamo l’amore e attraverso l’amore cerchiamo la passione in un rapporto soddisfacente. L’amore non distingue, l’amore tende all’unione, alla completezza e quando amo, amo totalmente e non mi chiedo più se questo si chiama amore o sesso o passione. Quando l’amore, per varie ragioni viene meno spesso non è colpevole il partner o le circostanze (come spesso ci suggeriamo perché ci fa più comodo), ma la nostra incapacità di vedere la realtà in noi stessi. Come donna in questa situazione l’unica cosa da fare è di metterti in cammino a ritrovare quell’amore nel tuo petto e di lasciarlo risvegliarsi nel tuo corpo per sperimentare in modo più maturo e più consapevole l’amore anche negli incontri intimi con il tuo uomo. Allora questi possono diventare di nuovo travolgenti e passionali offrendoci quelle tante piccole meraviglie che rendono la vita così bella e unica.
Trovi delle indicazioni per distinguere l’amore dalla passione nel libro Tantra per due, capitolo 3 e 6.

Scappiamo dall'amore rifugiandoci nel sesso?

Loris: Ciao, stiamo tutti e due leggendo i vostri libri sul tantra. Si sono presentati dei problemi nella nostra coppia intorno al rapporto sessuale: facciamo l’amore ma lei non si concede completamente. Le cose stanno peggiorando nella relazione tra me e Sonia, anche dal punto di vista comunicativo e dell’affetto, però il sesso rimane il nostro punto di riferimento e crescita mutuale. A me sembra molto strano, ma è anche stato così con la mia ex, quindi mi chiedo: il sesso diventa una sorta di fuga o diventa l’unico punto d’incontro per le coppie che stanno crollando nell’amore e nelle altre dimensioni della relazione? E’ strano per me, ma ovviamente il sesso non basta per legare due persone, se poi si sviluppa un discordo tra di loro.
Lei ha paura di compromettersi all’uomo: l’intimità per lei significa rivivere il trauma che ha visto tra i suoi genitori quando era piccola. Io sono pronto, ma tendo a spingere troppo e non ce la faccio ad aspettare una donna che non vuole compromettersi, che mi respinge, ma che tuttavia si sente completamente a suo agio con me a letto. Quali corsi ci consigliereste per il nostro problema?

Elmar: Anche se non ho ancora capito tutte le contraddizioni nella vostra relazione, vi posso dare un orientamento per iniziare. Il sesso vi lega, ma nella relazione e nella comprensione reciproca ci sono degli intoppi. Mentre vedi chiaro che per la tua compagna è dovuto a ciò che ha vissuto da piccola, per te stesso non lo hai altrettanto chiaro, infatti ti pare strano che con la ex era la stessa cosa. Questo tuo schema caratteriale, che si ripropone per la seconda volta, è l’anello mancante nella storia, inoltre confondi il tuo bisogno con amore, la paura di sentirti abbandonato in intimità. I corsi più specifici alla vostra difficoltà sono Comprendersi nel corpo e Intimità e carattere.


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Relazione, matrimonio e amore

Relazione, matrimonio e amore

Le nozze sono pronte, ma ci sono seri dubbi

Aldo: Ciao Elmar, ho frequentato dei corsi con voi un paio di anni fa. Scrivo perché mi trovo di fronte a una difficoltà e non riesco ad uscirne: dopo molti anni vissuti da single ho incontrato Lorella, ci siamo innamorati, e dopo pochi mesi di convivenza abbiamo deciso di sposarci. Lo abbiamo deciso intorno a fine giugno, con grande slancio, allegria e felicità da parte di tutti e due. Abbiamo cominciato a organizzare le nozze: vestiti, bomboniere, data di nozze, ecc. Da circa un mese mi sono completamente bloccato. Sono subentrati una serie di dubbi: e se poi va male? Se mi accadrà di tradirla? E se avremo figli e non andremo d’accordo? Considera che il matrimonio è per me, per noi, il desiderio di un passo definitivo, cioè non mi sposo per fare una cosa diversa, ma per un progetto di vita da condividere. Anni fa ho già avuto un bambino che ora ha quattro anni da un’altra donna, e la separazione è stata molto dolorosa.
Ne ho parlato con Lorella, e da un paio di settimane ci stiamo domandando se è il caso di proseguire nella nostra scelta. Puoi immaginare che tutto è pronto, ma nello stesso tempo tutto è fermo? Ho rimandato le partecipazioni e altre cose. I tempi stringono, tutto è pronto, e io ho rimesso in dubbio la decisione e non riesco a muovermi.
Ti chiedo se c’è un modo, un esercizio, per trovare un criterio per decidere.

Elmar: Ciao Aldo, sì, un esercizio c’è: rimandare le nozze e vedere meglio in faccia tutti i dubbi che sono emersi. Non permettere che le bomboniere e i vestiti condizionino il tuo matrimonio. Nel nostro training c’è il corso Dinamiche di coppia, ottima occasione per vedere le difficoltà in faccia, comprendere quali dubbi sono tuoi, quali della tua compagna, quale difficoltà appartiene alla relazione tra voi due. Per distinguere l’amore di fondo dalle difficoltà in superficie e dai dolori passati.
Un abbraccio a te e alla tua compagna.

Lasciando mia moglie sono caduto dalla padella alla brace

Enigma: Sono separato da mia moglie da pochissimo tempo e nel mentre ho conosciuto un’altra donna che fa del sesso una sua ragione di vita. Neanche a farlo apposta nei pochi incontri avuti sono stato un vero e proprio disastro! Mancanza di erezione, eiaculazione precoce sono gli aspetti più eclatanti di quello che è successo. Preciso che, pur non avendo avuto mai un grande desiderio di fare l’amore, con la mia ex-moglie non ho mai avuto questo tipo di problemi, anzi è sempre rimasta piuttosto soddisfatta delle mie performance. Ora che dovrei ritenermi “fortunato” di aver incontrato una donna così, non capisco cosa mi stia succedendo. Ovviamente lei, l’altra, vista la mia premessa non ne vuole più sapere di continuare la nostra relazione a meno che non le dimostri di poterla soddisfare ed anche piuttosto in fretta! Io non riesco a fare a meno di lei e questo mi sta facendo precipitare in una spirale da cui non riesco ad uscire! Potrebbe la tecnica da voi praticata aiutarmi in qualche modo? Potrebbe aiutarmi la lettura dei vostri libri oppure un dialogo via e-mail? Vi ringrazio per l’attenzione!

Elmar: Caro Enigma, come lettura puoi prendere Tantra per due, che approfondisce bene certe dinamiche tra uomo e donna, come quella che descrivi e offre anche diverse “tecniche” per uscirne. Beh, se non hai mai avuto un gran desiderio di fare l’amore, una donna come questa ti può soltanto portare alla famosa ansia da prestazione, non ne ho dubbi. Sessualizzare (cioè fare del sesso una ragione di vita) da una parte e una cattiva performance sessuale dall’altra sono le due facce della stessa medaglia. E se adesso c’è anche la pressione di doverla soddisfare in fretta per tenerla con te, è meglio dire subito addio. Buon sesso, amore, creatività, spontaneità, ecc. sono gli aspetti della vita che non si possono avere su comando. Se lei ti dice “O mi scopi bene subito, oppure ti lascio” è soltanto una maniera per dire “Ti lascio”. Se ci tiene a te ed è disponibile a mettersi in gioco insieme a te, si può lavorare con il tantra o con un altro metodo. In tal caso ci sarà qualche sorpresa anche per lei e non solo per te, ne sono certo.
Per continuare il dialogo ti faccio alcune domande:

  • Per quanto tempo sei stato con tua moglie e da quanto vi siete separati?
  • Per quale ragione vi siete separati?
  • Sei sicuro di aver “digerito” la separazione?
  • Tua moglie era per caso l’opposto della donna attuale? Se si, in che senso?

Enigma: Sinceramente ancora non so se la mia nuova compagna sia disponibile nei miei confronti, ma apparentemente sembrerebbe di si. Comunque vorrei rispondere alle tue domande:

  • Mia moglie la conosco da vent’anni; dapprima eravamo dei buoni amici poi ci siamo innamorati e quindi ci siamo sposati 14 anni fa.
  • La nostra separazione è avvenuta circa sei mesi fa quando mi sono reso conto di non provare più amore per lei, ma semplice affetto.
  • Ne deduco che, poiché sono stato io a chiederle la separazione, dovrei averla già digerita.
  • Per quanto riguarda la tua ultima domanda ti dico che fisicamente, in effetti, mia moglie è l’esatto contrario dell’altra, ma per ciò che concerne altri aspetti non credo siano così diverse. Tutto sommato ritengo che mia moglie sia stata senz’altro più comprensiva e molto più attiva per quanto riguarda il sesso. Forse proprio per questo con lei non ho mai avuto alcun problema. La mia nuova compagna invece è sicuramente molto più esigente, ma noto che non si sforza mai più di tanto: aspetta sempre che sia io a condurre il gioco anche se lo inizia prima lei.

Lasciarla? Ci ho pensato, ma mi sono anche detto: se capita questo con lei probabilmente capiterà anche con altre. Per questo sono deciso ad insistere al di là del fatto che, fuori dalla sfera sessuale, stiamo molto bene insieme.

Elmar: Caro Enigma, due cose mi saltano subito all’occhio: dopo una conoscenza di 20 anni pretendere di sentirsi separato dopo soli 6 mesi mi pare un’illusione. Sto parlando della separazione interiore non degli aspetti pratici. Come nel lutto, un anno è il minimo per tale processo.
Se hai lasciato la tua ex-moglie perché l’amore si era trasformato in affetto – che è il normale processo in una relazione lunga – hai fatto esattamente la stessa cosa con tua moglie che la tua attuale partner fa con te, si potrebbe dire che “sei molto esigente, ma non ti sforzi mai più di tanto”. Verso tua ex-moglie hai avuto grandi pretese sul piano affettivo, la tua donna attuale verso di te ha grandi pretese sul piano sessuale. Ma in fondo fate la stessa cosa: non accettare il partner e pretendere senza dare.
Perciò non devi cercare la soluzione da nessuna parte fuorché dentro di te. Attualmente ti si stanno già riproponendo i problemi irrisolti della tua relazione precedente, puoi soltanto imparare dagli errori o ti si riproporranno ancora nella veste di nuove donne.
So che queste parole non ti piaceranno e forse non sai neanche bene come e in che senso cercare una soluzione dentro di te, forse tutto ti pare così ovvio… Ci entreremo in merito quando ci vedremo.
Buone riflessioni.

Non so se ho fatto bene a separarmi. Quanto bisogna lottare per l’amore?

Milka: Il mio nome è Ma Milura (nome Sannyasin), ho un passato di meditazione zazen e ora anche di “ricerca della vita estatica” con Osho.
Sono fortemente attratta dalla ricerca del sé più profondo e silenzioso, tramite il tantra che, ritengo, possa essere un grande sistema di unione e di evoluzione in una coppia. Ed è così che sono arrivata al vostro libro Tantra e meditazione. Mi sembrate le persone giuste a cui porre una domanda, per me molto importante. Sono separata e al momento non ho un compagno fisso. Ho un pensiero che mi tormenta: se siamo noi a vivere in amore, a portare amore nelle nostre relazioni, allora quanto è davvero importante il compagno che scegliamo? Ho come l’impressione, in certi momenti, che si possa arrivare ad amare tutti, in ugual misura. Ma altre volte, non è così. E quando l’innamoramento si affievolisce e siamo disposti a meno compromessi, non è proprio lì, forse, che capiamo che dipende soltanto da noi? Mi chiedo se ho fatto bene a separarmi, anche se il mio cuore non è contento all’idea di tornare a vivere con lui. Quanto si deve “lottare” per la coppia?

Elmar: Cara Milka, descrivi accuratamente un fenomeno che può sembrare misterioso. Quando il cuore è aperto, possiamo amare tutti. Quando invece è chiuso, non vanno bene nemmeno le persone che abbiamo selezionato. Questo è il dilemma di chi sta aprendo il suo cuore. Non è un processo lineare, ma oscillante, perciò stai vivendo questo altalenarsi tra posizioni opposte.
Il capire che ciò dipende tutto da noi, è utile per la comprensione, ma non è sufficiente per poterlo vivere fino in fondo. Il motivo è che anche questa comprensione ci viene soltanto nei momenti di cuore aperto. Quando è chiuso, invece, ci barrichiamo dietro le nostre difese caratteriali che allontanano il partner da noi e noi dalla nostra coscienza saggia.
Quanto bisogna lottare per l’amore? Bella domanda.
Io direi di usare gli stessi principi come nello sport. Mi alleno per diventare migliore, ma quello che non riesco a fare (per esempio, presentarmi alle Olimpiadi) non lo vado a cercare. Nella coppia lo stesso: mi guardo e riguardo le mie difese e dirigo la consapevolezza sull’amore e sulla comprensione delle mie ferite primarie, quando vengono ferite nella relazione attuale. Ma ciò che va oltre i miei limiti, non lo cerco attraverso la lotta contro me stesso. Se vuoi iniziare un lavoro pratico sulla relazione potreste venire ai corsi Comprendersi nel corpo, Intimità e carattere e Dinamiche di coppia. Sono i corsi che più di altri vi danno degli strumenti per migliorare la relazione. Per conoscere i principali metodi, puoi sfogliare Tantra per due.

Milka: Ciao Elmar, grazie infinite per le tue parole, credo di avere qualcosa su cui riflettere, e tanta pazienza da sfoderare, ancora. Non sono in coppia al momento. So che la mia strada di crescita passerà anche attraverso questa pratica, e non vedo l’ora di poterlo fare! Si può praticare anche da single, come ho letto sul vostro sito, per cui terrò d’occhio i vostri calendari.


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Come trovo il partner giusto?

Come trovo il partner giusto?

Come trovo il partner giusto? Provo attrazione per donne molto più grandi di me.

Adam: Ciao, sono un ragazzo di 19 anni. Vi scrivo perché, vista la mia età ho un’attività ormonale esplosiva che però non riesco a condividere con una donna. Il problema non è tanto il fatto di non avere una fidanzata e che quindi faccio sesso saltuariamente, ma che non voglio una fidanzata! Mi spiego meglio: provo un’attrazione indescrivibile per donne molto più grandi di me, le classiche donne mature che hanno quello sguardo sensuale ed arrapante (scusatemi il termine) che le ragazze della mia età non hanno, anche se sono più sode. Non sono quindi soddisfatto neanche dei pochi rapporti che ho con ragazze coetanee. Capisco che forse voi non possiate aiutarmi a trovare donne di 30-45 anni con cui fare sesso, ma potete “almeno” dirmi come si possono controllare gli istinti sessuali? Quest’attrazione insoddisfatta mi porta a masturbarmi molte volte al giorno, il che è molto frustrante sia fisicamente che mentalmente. Posso riuscire con la meditazione a limitare il mio carico esplosivo di energia sessuale (anche se è un vero peccato)? Credetemi che nonostante il tono ironico per me è un vero problema.

Elmar: Perché non scegli la strada più facile: cercare una donna matura? Sai quante donne mature volentieri lo proverebbero con uno giovane? Non lo dicono apertamente, perché è ancora un argomento tabù, ma il desiderio c’è. Fra poco inizia l’estate e nelle piscine, al mare… Dopo ore che le signore passano al sole, qualcosa inizia a scaldarsi anche all’interno.
Per il tuo problema dimentica la meditazione! Oppure leggi Tantra e meditazione. Quest’ultima è una cosa bellissima, ma non è fatta per controllare gli istinti o per limitare la tua sessualità esplosiva. Sarebbe davvero un peccato e non è proprio il suo compito. Un mio maestro diceva “Quando Dio ha creato gli umani, probabilmente stanco dalle creazioni dei giorni prima, gli è successo un errore: gli uomini a 20 anni hanno una gran voglia di sesso e le donne si concedono poco. A 40 anni le donne vorrebbero tutti i giorni e gli uomini iniziano a diventare stanchi.” Suona come un’ironia, ma purtroppo la fisiologia è questa. Ti auguro delle buone avventure con donne mature!

Incontro sempre uomini bloccati e monolitici.

Elisabetta: Carissimi, finalmente vi scrivo! Ho letto i vostri libri, ho iniziato a fare meditazione, ho davvero trasformato la mia vita e la mia mente… eppure… eppure la mia vita intima è inesistente, da sempre. Finisce che tutte le cose che mi piacerebbe provare non riesco mai a metterle in pratica, tra disastri sentimentali vari, e persone che sono assolutamente “automatizzate” nel rapporto persino con il loro corpo. Non c’è niente di più triste che trovarsi in intimità con un corpo e non con una persona, e rendersi conto che la propria consapevolezza e sensibilità, da sola, non potrà aiutare a sbloccare quest’altro. È successo da poco, quindi lo ricordo bene, quest’ uomo non si voleva mettere in gioco né sentimentalmente, né fisicamente. Come lui trovo solo persone talmente concentrate su se stesse da avere il sacro terrore da questo solito “monolite” di autoreferenzialità… Leggo che si può venire anche da soli ai vostri corsi, ma se già adesso c’è questo tremendo gap di consapevolezza tra me e gli uomini che incontro, dopo, non sarà ancora peggio? Credo che voi sappiate in che stato si trovano gli uomini italiani intorno ai trent’anni… aiuto! È l’unica cosa da dire! Fatemi sapere come posso conciliare tutto questo in un percorso esperienziale. Un abbraccio.

Michaela: Cara Elisabetta, se vieni da sola a un corso, farai le tue esperienze da sola e insieme ad altri, la gran parte degli esercizi non sono talmente intimi da richiedere un partner fisso; ci sono donne e uomini che da soli fanno tutto il training, figurati.
Da quello che scrivi, penso che il nocciolo della questione sia trovare quegli uomini che come te si mettono in gioco, vogliono crescere… Mi si pone la domanda come fai a capitare proprio nelle mani dei “monolitici autoreferenziali”. Ci sarà qualche “magica attrazione” o qualche dinamica inconscia che ti fa finire con chi non vorresti mai?

Elisabetta: Mi sa che c’è qualche “magica attrazione”, ma anche in giro la gente che si difende da se stessa è di più di quella che si vuole bene. Ve lo ricordo!

Michaela: Hai ragione nel dire che molte persone si difendono da se stesse e che alzano dei muri interiori per separarsi dal loro cuore, dai loro sentimenti, dal proprio piacere e dal silenzio interiore.
Nelle tue relazioni il criticare gli altri forse riesce a liberarti da quella irritazione che provi verso le “persone chiuse”, ma oltre a questo non ti porta da nessuna parte. Per la tua ricerca puoi soltanto occuparti pazientemente e sistematicamente di quel 50% della relazione che sta dalla tua parte, cioè la tua attrazione verso “uomini bloccati e monolitici”, è il miglior modo per inspirare l’altro ad occuparsi dell’altro 50% che sta dalla sua parte. Finché contesti gli uomini dai quali ti senti “magicamente” attratta stai lottando in verità contro te stessa, perché l’attrazione parte da te.

Elisabetta: Grazie, per le saggissime parole… e infatti io mi metto al lavoro!

Sto ancora cercando l’anima gemella, ma esiste?

Giovanna: Ho 46 anni ed è da un quarto di secolo ormai che cerco l’anima gemella. Ho letto alcuni libri sull’anima gemella, che è fatta per me ed esiste, in qualche parte del mondo, e che bisogna soltanto trovarla. Ma ad oggi sono in aumento i momenti dove non ci credo più, eppure una voce dentro di me dice che da qualche parte dovrà pure esistere un uomo adatto a me. Quindi mi chiedo: esiste o è soltanto una credenza?

Michaela: Sai Giovanna, con l’anima gemella è come con tutte le credenze: se ci credi, esiste. Se non ci credi allora non esiste. Ciò che esiste, senza ombra di dubbio, è il concetto di anima gemella nella tua mente. Ed è quello che determina la tua vita. Perciò credendo nell’anima gemella ti regoli di conseguenza: incontri gli uomini in un certo modo, cioè nel modo di una donna che cerca l’anima gemella, che scruta l’altro sesso, e in ogni incontro si chiede: è lui o non lo è? Se invece non ci credi e incontri gli uomini senza questo concetto, i tuoi comportamenti cambieranno. Sarai più aperta a quell’uomo così come si presenta a te, lo vedrai senza il filtro di “anima gemella” davanti agli occhi e avendo meno aspettative, tutto il vostro avvicinarsi sarà più fluido e più naturale. E incontrandolo con scioltezza e godendoti il piacere momento per momento senza quella fatidica domanda sempre in testa, potrai entrare con lui in una relazione più realistica, naturale, come fanno gli umani che amano altri umani con i loro pregi e difetti. E la volta che ami qualcuno e dici a lui un “sì” dal tuo cuore, la domanda sull’esistenza dell’anima gemella si dissolverà nel nulla. Perché è una domanda metafisica e quel tipo di domande, per loro natura, non possono avere una risposta definitiva. Se in 2000 anni di storia nessuno è ancora riuscito a dimostrare che Dio esiste, ma nemmeno che non esiste, figurati se uno troverà la prova per l’esistenza dell’anima gemella.

Giovanna: Arrivata a questo punto mi sono anche stancata a chiedermi se esiste o se non esiste, a farmi delle speculazioni teoriche e leggere libri sull’anima gemella. Vorrei soltanto trovare un uomo con il quale trovare una buona affinità di coppia. O sono forse io quella che complica le cose?

Michaela: Questo è un buon punto: passare dalle speculazioni metafisiche alle domande personali. Ora possiamo iniziare a lavorare seriamente, a fare luce sulle tue origini personali che hanno partorito il concetto di anima gemella, a quel desiderio insaziabile che sta in fondo a tutte le tue domande e ai tuoi dubbi. Puoi venire ai corsi “Intimità e carattere” o “I mostri interiori” per comprendere meglio le tue dinamiche consce e le tue reazioni inconsce che metti in atto e che ti inibiscono nel trovare un uomo da amare.

Non riesco a trovare la ragazza giusta.

Patrik: Ho 28 anni e da tanto tempo non riesco a trovare una donna giusta con la quale mi piaccia creare una relazione e sentirmi soddisfatto sessualmente e mentalmente. Nei vostri corsi c’è la possibilità di conoscere qualche ragazza, perché, purtroppo, mi trovo senza compagna e sto soffrendo moltissimo. Attendo risposta!

Elmar: Ciao Patrik, ecco la risposta! Se vieni a un corso per trovare la donna giusta, ti consiglio di non venire, perché la tua ricerca è già persa in partenza. Le donne al corso sono le stesse donne che incontri ogni giorno al supermercato, al lavoro, in discoteca… e se le avvicini con gli stessi messaggi incongrui che trasmetti alle donne che incontri nella tua vita, non ne vale la pena sprecare tempo e soldi. Il mondo è pieno di donne “giuste”, ma finché i filtri nella tua ottica sono “sbagliati” non le riuscirai a vedere.
Se dovessi decidere di venire lo stesso ad un corso, come primo passo ti farò osservare accuratamente tutti i tuoi meccanismi che metti in atto per non trovare la donna “giusta”, tutti quegli automatismi emozionali, mentali e comunicativi che ripeti ogni volta che una donna “giusta” sta proprio davanti a te, ma tu, purtroppo, non la trovi. Dopodiché in un secondo momento capirai da solo l’atteggiamento mentale per trovare quella “giusta”. Se condividi quest’ottica venire a un corso inizia ad avere senso.

Dopo 15 anni di terapie e meditazione attiro ancora donne che non mi piacciono.

Sadhir: Ho 49 anni, e da 15 anni faccio ricerche interiori e mi metto continuamente in discussione, all’età di 24 anni mi sono sposato perché la mia compagna è rimasta incinta, dopo 11 anni di matrimonio mi sono separato, il dolore di tutto questo mi ha spinto ha fare terapia, e ho incontrato il mondo di Osho, ho fatto gruppi su gruppi, e ultimamente vari training fino a prendere la qualifica di terapista. Dopo la separazione ho avuto molte esperienze con donne anoressiche, con bulimia, esaurite come la mia ex moglie. Ora sono solo e desidererei avere una compagna, ma continuo ad attirare donne problematiche. Le donne invece che piacciono a me e verso le quali sento una forte attrazione energetica, mi rifiutano.
Quando chiedo loro il perché del rifiuto, mi rispondono che sono troppo: troppo consapevole, troppo attento, troppo presente, in due di casi provavano troppo piacere, e hanno paura di annullarsi. In altri casi mi hanno detto, che preferivano uomini ingenui, inconsapevoli, da manipolare e gestire come volevano loro, per poi venire a lamentarsi di avere trovato uomini bambini.
Conducendo gruppi di meditazione di Osho, vedo che le problematiche che ci sono dietro alle donne (e anche agli uomini) sono enormi. Ho una gran confusione e non so più cosa fare. Ho una gran voglia di avere una compagna, con la quale condividere un percorso di vita, dall’altra parte non vorrei fare dei compromessi con le donne complicate. Tante volte mi chiedo: ma cosa vogliono realmente queste donne?

Elmar: Caro Sadhir, è interessante, la tua storia. Come prima cosa, noto che in queste righe parli molto più delle donne che di te. Mi suona come un forte componente di agency (vedi Tantra per due capitolo 1) che ti porta a rivolgere tutta la tua attenzione alle donne. Il problema non è che le donne siano confuse, ma che tu ti lasci confondere. Il maestro Osho direbbe “If you cannot deal with your own confusion, why do you care about the confusion of others?” (in italiano: Se non riesci a gestire la tua confusione, perché ti occupi della confusione degli altri?).

Sadhir: Ringrazio per la risposta, leggendo il vostro libro mi trovo d’accordo con quello che scrivete a proposito dell’”agency”. Dovevo salvare mia madre, e poi sono diventato il salvatore delle donne, mi preoccupo più del loro benessere che di essere in contatto con la mia energia, ma con questa consapevolezza sono iniziati i problemi. Mentre con la strategia del salvatore riuscivo almeno ad avere delle donne, da salvare e cullare, da quando ho cominciato a togliermi la maschera e ad esprimere le mie esigenze, ho ricevuto continui rifiuti dalle donne che realmente mi piacevano; anche ora ho un sacco di donne che mi corteggiano, ma tutte da salvare. Forse cerco nuovamente la principessa azzurra? Oppure ancora non ho capito dove sono? Mi sono rivolto a voi, perché i miei amici che hanno frequentato i vostri corsi sono rimasti molto contenti e vi ritengono ormai esperti nel settore.

Elmar: Caro Sadhir, probabilmente una parte di te inconsciamente sta mandando alle donne ancora il messaggio “ti salvo”, mentre consapevolmente cerchi un altro tipo di donna, che sia più autonoma, più alla pari. Sembra che la tua comprensione non si rifletta ancora in tutto il sistema, sia corporeamente che energeticamente sei ancora attratto dalle vittime. Per venirne a capo, inizia ad osservare il tuo linguaggio corporeo, la postura che assumi quando parli con una donna, il bilanciamento tra percezione fisica di te e di lei, i movimenti del corpo sottile, la sensazione degli occhi che si muovono magicamente verso di lei, ecc. Osserva anche se incontrando una donna muovi inconsapevolmente la testa un po’ in avanti, per esserle più vicina, se chiudi la percezione nella tua pancia e nel bacino, se il baricentro energetico si sposta in alto, verso il cuore. Se prima di venire ad un corso osservi bene i tuoi comportamenti con le donne, potremo passare subito al nocciolo della questione.

La mia ragazza mi ha lasciato, ma io penso soltanto a lei.

Alessio: La mia ragazza mi ha lasciato, ma io penso soltanto a lei.

Elmar: Caro Alessio, dopo la consulenza prolungata di questa sera riepilogo brevemente i prossimi passi.

Visto che la tua ragazza ha chiuso la relazione, questa volta in modo definitivo, puoi rispettare la sua decisione e dare una fine al tira e molla che la caratterizzava da anni e che è riconducibile a una difesa dall’amore, come hai già capito dai testi di A. Lowen e altri.

In questo senso puoi fare il rito dell’addio dignitoso, come l’abbiamo fatto al corso. Posiziona due sedie (o cuscini) a una distanza di dialogo. Su una ti siedi tu, sull’altra ti immagini la tua ex-compagna. Poi parla a voce udibile (questa è più sensoriale del solo pensiero e perciò tocca anche il sistema nervoso limbico) alla donna immaginata seduta di fronte a te. Datti abbastanza tempo e fai il rito in modo sentito, non meccanico. Se ti commuovi, va benissimo. Alla fine salutala con un gesto chiaro e definitivo.

La seconda “tecnica” consiste nel dirigere da ora in poi il tuo desiderio, l’affetto, l’amore e altri sentimenti, verso una donna reale che è disponibile e di non avviarti in un vicolo cieco. Cioè ogni volta che provi un certo “trasporto” verso la donna, dalla quale ti sei appena separato, con un gesto cosciente e deciso lo rivolgi verso un’altra potenziale partner. Ti auguro di incontrare donne nuove e ti ricordo che su questo pianeta ce ne sono circa 4.000.000.000.

PS: Se in futuro vuoi proseguire il percorso con noi, i corsi più indicati per portare chiarezza nelle relazioni intime sono “Comprendersi nel corpo” e “Intimità e carattere”, entrambi tenuti in autunno.

Alessio: Procederò con queste due soluzioni (rito dell’addio e spostamento del mio trasporto su altre donne) e sono fiducioso. Ho già iniziato da ieri sera a spostarmi su altre donne. E’ proprio mia intenzione riprendere il percorso con voi. Una cosa che non so ancora gestire dentro me stesso è la seguente: sono molto arrabbiato con la mia ex (e puoi ben capire come le sue inconsce difese, le sue furbe strategie, le sue bugie, le sue incoerenze facciano incazzare un uomo che prima ha ricevuto da lei il meglio delle sue attenzioni) e non so come gestire questa incazzatura. Forse era proprio questa incazzatura che lei genera che mi motivava a richiamarla, di recuperare il rapporto, migliorare la mia posizione, ecc. Come pensi possa gestire questa incazzatura? Io non sopporto l’idea che una persona così problematica possa ora avere la situazione in pugno e vorrei forse toglierle questa soddisfazione.

Elmar: Caro Alessio, veramente stavo per partire in direzione Firenze dove tengo un weekend introduttivo, ma poi ho aperto l’e-mail e trovo la tua lettera. Il tuo spostamento rapido dell’attenzione verso altre donne mi ha fatto sorridere. Come gestire l’incazzatura? Hmmm, la rabbia solitamente è un’emozione che ha la funzione di distanziarci dall’altro, mentre tu la usi per fare contatto (chiamarla, insultarla, ecc).
Ti ricordi che da piccoli dicevamo: non litigare con le bambine, perché quelle, quando si arrabbiano, non usano calci e pugni, ma iniziano a graffiare, a mordere e a tirare i capelli, cioè aumentano il contatto con l’avversario.
Da questa gestione “tipicamente femminile” della tua rabbia deriva la convinzione che lei abbia la situazione in pugno e che l’abbia vinta. In verità lei non ha in pugno niente; sei tu che le concedi potere e poi ti arrabbi con te stesso, perché il tuo orgoglio questo non te lo permette. Insomma: ti sei intrappolato da solo.
Non dico di porgerle anche la seconda guancia, ma di sollevare la questione su un altro piano: dall’ “io ho ragione” alla comprensione che le cose sono andate come sono andate.
Non so se questa risposta ti piace, ma ora sto partendo e ci possiamo sentire soltanto lunedì.

Alessio: Ti ringrazio e rifletterò sulla tua risposta. Ci vedremo in autunno.


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Punizioni subdole e punizioni piacevoli

Punizioni subdole e punizioni piacevoli

Punire ed essere puniti è una tematica che tutti conoscono, dall’andare a letto senza televisione nell’infanzia fino alle multe dell’autovelox o a conseguenze disciplinari per errori combinati da adulti. Anche nella vita di coppia esistono diverse forme di punizioni che uomini e donne si infliggono reciprocamente tutti i giorni, senza mai dichiararle come tali:

  • Arrivare in ritardo agli appuntamenti
  • Minacciare di lasciarlo o lasciarla
  • Negare il sostegno emozionale quando ne ha bisogno
  • Raccontargli o raccontarle per filo e per segno tutta la giornata quando è già stanco o stanca
  • Fare una scenata
  • Negargli o negarle il sesso
  • Evitare il contatto, non abbracciarlo/a, ignorarlo/a, uscire senza dire nulla
  • Indovinare il suo punto debole e farlo/a sentire in colpa
  • Sabotare le sue iniziative e i suoi progetti
  • Ridicolizzare i suoi desideri
  • Prendere le proprie difficoltà sessuali come scusa
  • Indulgere nei propri problemi come lo stress o la depressione

Tutte queste azioni, talvolta subdole e manipolative, molto spesso hanno un obiettivo ben preciso: punire il partner per qualche ferita effettiva o immaginata che abbiamo subito. Avvengono però in modo indiretto, mascherato da buone ragioni e mille scuse come: “Non me la sento di…”, “Mi sento così male, che… ” o “Questo è il tuo problema e non il mio!”.

In questo modo nell’arco di una giornata di una coppia “normale” si accumulano più sadismi che in una intera sessione sadomaso. Specialmente nella vita intima, con le punizioni subdole, che fanno soffrire il cuore e il sesso, giochiamo un one for one, oppure un payback del tipo: “siccome tu ieri mi hai…, io oggi ti…” sapendo che “domani lui mi farà… ” ma sapendo pure che “allora io dopodomani…”.

Allora perché non giocarlo consapevolmente, dichiarando apertamente “Caro, accanto a te, con tutto l’amore che provo, sto anche soffrendo. Perciò ti voglio punire! E mi piace pure”? Con una tale frase chiara si sente l’aria cambiare! Quando ammettiamo le cose come stanno veramente, senza giustificazioni e buone scuse, improvvisamente nella nostra testa qualcosa si apre, fa spazio a un nuovo modo di relazionarci.

Se questo argomento ti interessa abbiamo scritto un libro che comprende anche questi aspetti: “Trasgredire con amore”.


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