L’uomo e l’orgasmo femminile

L’uomo e l’orgasmo femminile

Come posso portare la donna all'orgasmo?

Gigi: Sono Gigi di Venezia, ho 22 anni e stavo leggendo una delle vostre rubriche riguardo ai disagi sessuali. Ho una compagna da circa un anno. Lei ha un modo solo di raggiungere l’orgasmo, molto difficoltoso, nel senso che richiede tempo e una certa resistenza da parte mia, in quanto è un orgasmo vaginale. Questo fatto mi ha portato a “temere” questa cosa: ho paura di non riuscire più a portarla all’orgasmo e questo a volte mi porta a non riuscire nemmeno ad iniziare, tanta è la poca fiducia che ormai ho di me.

Elmar: Caro Gigi, l’orgasmo di lei è principalmente il suo tema, non il tuo. Quando come uomo ti senti responsabile per l’orgasmo della donna, sei già nei guai, perché t’intrometti in qualcosa che non puoi gestire e nemmeno controllare. Tu puoi stimolarla e amarla, ma poi è lei che si deve abbandonare all’orgasmo e lì non ci puoi fare proprio niente. Anzi, più ti dai da fare, più tensione crei in te e di conseguenza trasmetti questa tensione anche a lei.
Ma spiegami una cosa, non so se ho capito bene: la tua ragazza raggiunge l’orgasmo soltanto attraverso la stimolazione vaginale? Col clitoride no? Quanto tempo ci vuole?

Gigi: Ti ringrazio moltissimo per avermi risposto. L’orgasmo della mia compagna è di tipo interno o vaginale. Il tempo che ci vuole è variabile e dipende molto dal suo stato d’animo, dall’eccitamento e da mille altri fattori. Il fatto è che la mia ansia adesso fa sì che io non veda l’ora che finisca il ‘suo’ turno perché ho paura di non riuscire ad arrivare alla fine. Questo sta provocando molti problemi. Avrei solo bisogno di tornare il ragazzo sicuro che sono sempre stato, perché all’epoca non c’era nemmeno l’ombra del problema.

Elmar: Caro Gigi, vedo due vie d’uscita:

  1. La tua compagna inizia ad accarezzarsi il clitoride mentre fate l’amore, così viene stimolata doppiamente, dentro da te e fuori dalle sue dita
  2. Tu allunghi i tempi dell’atto amoroso. Abbiamo un programma che dura circa 3 – 4 mesi a questo scopo.

Quale opzione ti piace di più?

Gigi: Il problema non è la durata ma la fiducia in me, nelle mie capacità da amatore. Questo è il vero problema poiché di fisico non ho assolutamente nulla.

Elmar: Infatti non sto parlando di ginnastica, ma di un programma per lavorare sulla tua autostima e per riportare in sesto questa dinamica incastrata tra di voi. Te lo ripeto un’altra volta: ti stai accollando un problema che non ti compete e perciò stai minando la tua fiducia che una volta c’era. Tu non puoi (!) fare l’orgasmo per lei. Il suo orgasmo è il suo ed è lei che – se vuole – deve darsi da fare per raggiungerlo, finché lei non inizia a prendersi cura del proprio orgasmo, tu non puoi fare nulla, proprio nulla.
Chiedile cosa può aiutarla per raggiungerlo: carezze prima di penetrarla con la mano o la bocca, accarezzarsi il clitoride durante l’atto con movimenti circolatori, premere con due dita, cambiare angolatura, strofinare il tuo pube contro il suo… Ci sono tanti modi, ma trattandosi del suo orgasmo lo deve decidere lei.

L'orgasmo di mia moglie è più intenso del mio

Riccardo: Io e mia moglie abbiamo letto, un po’ di tempo fa, il vostro libro Tantra. La via dell’estasi sessuale e ne siamo rimasti molto colpiti. Lei ed io facciamo l’amore spesso (2-4 volte alla settimana) e lei viene ogni volta anche se con diverse intensità. Anch’io vengo sempre e riesco a durare quanto voglio (in genere 15 o 20 minuti) ma quasi mai il mio orgasmo è intenso come il suo. Provo un grande piacere a stimolare la sua fantasia e anche la mia in viaggi erotici mentali con altri uomini ma dopo l’orgasmo ne sono quasi geloso. Sento che mi sto perdendo qualcosa. Avete un consiglio da darmi?

Elmar: Caro Riccardo, non c’è nessun consiglio da darti. L’orgasmo della donna è “naturalmente” più intenso e più coinvolgente di quello maschile, invece la donna di norma trova più ostacoli nell’arrivarci; ma la tua è fortunata. Questo è il punto di partenza, ma entrambi, con le pratiche descritte nel libro che hai letto, potete aumentare la profondità dell’orgasmo.

La mia compagna non conosce l’orgasmo vaginale

Adel: Cari Elmar e Michaela, anche se quando facciamo l’amore c’è una buona armonia delle energie, la mia compagna non prova mai l’orgasmo vaginale (non l’ha mai provato in tutta la sua vita, anche con i suoi precedenti partner). Intuisco che la sua non sia un’assenza dettata da un fatto biologico, ma una qualche forma di blocco. Vorrei saperne di più sull’argomento, e sui primi passi da compiere per andarle incontro e poterla aiutare, per quello che mi compete.

Elmar: Caro Adel, più della metà delle donne non prova l’orgasmo vaginale. E’ assai normale. Se l’orgasmo clitorideo non è un problema e lei ci arriva facilmente, avete già una buona base di partenza. Se lei vuole godere di più, trovi una guida esatta all’orgasmo interiore nel nostro libro Il punto G. La ricerca iniziatica del piacere sessuale, che spiega come arrivare a un orgasmo situato nella vagina e non nel clitoride. Se vuole imparare a lasciarsi più andare in generale, si presta un corso come Ardore nel cuore.

Come posso procurare alla mia ragazza un orgasmo vaginale?

Stefano: Da tre anni sto con una ragazza meravigliosa che fra poco sposerò, ci amiamo ma c’è una piccola macchia nella nostra relazione: lei non raggiunge l’orgasmo con la penetrazione. Ci arriviamo soltanto attraverso la stimolazione manuale od orale, che comunque non è niente male lo stesso. Lei ha questo problema non solo con me ma anche con i suoi precedenti ragazzi.
Allora ho pensato che come regalo di nozze vorrei farle provare quanto bello sia raggiungere l’orgasmo anche attraverso la penetrazione. Mi chiedo quindi se a un vostro corso potrei imparare una tecnica per portarla all’orgasmo vaginale.

Elmar: Caro Stefano, se vuoi passare nozze felici, scordati questo regalo.
Ci sono molte donne che non arrivano all’orgasmo senza stimolazione manuale e queste sono la maggioranza, per questioni anatomiche. Per loro la distanza del clitoride dall’ingresso vaginale non permette una stimolazione diretta durante l’atto sessuale. Trovi una descrizione precisa nel nostro libro Tantra. La via dell’estasi sessuale a pagina 128.
Se la tua fidanzata volesse sperimentare altre forme di orgasmo, è benvenuta, però dovrete venire a un corso insieme, perché alla fine dei conti l’orgasmo femminile è suo e non tuo. Non sei tu che glielo procuri, anche se molti uomini sono convinti di “farla venire”, ma è lei che arriva all’orgasmo. Forse ti ho deluso un po’, ma l’ho fatto per risparmiarti un’ulteriore frustrazione con questa cosiddetta “macchia”. Invece la tua ragazza è del tutto naturale.
Se vuoi conoscere una tecnica per aiutarla a provare l’orgasmo nella vagina, le puoi fare il massaggio al punto G, ma sii preparato a delle sorprese: nemmeno questo tipo di piacere corrisponde a ciò che gli uomini si immaginano come orgasmo vaginale.

Stefano: Innanzitutto grazie per la risposta che non credevo così sollecita e poi nessuna delusione anzi, con poche parole mi hai sollevato dalla preoccupazione atavica dell’uomo di dover “dare” piacere alla donna. A parte gli scherzi, noi siamo molto felici anche così, eppure qualche piacere in più non avrebbe certo guastato. Per quanto riguarda il massaggio al punto G, ho parlato con lei e lo faremo presto.


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Relazione di coppia e corsi di tantra

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Mi preoccupa invitare mio marito al corso

Giuliana: Una parte di me attende con curiosità e piacere di partecipare al corso Ardore nel cuore, un’altra parte si preoccupa per ciò che succederà al mio compagno. Ho paura che non capisca e pensi “male” di me, che l’ho convinto (o costretto) a seguirmi.

Michaela: Cara Giuliana, mi ricordo che questo era il tuo timore già quando ci siamo incontrati l’altra volta. Il tuo compagno attualmente pensa male di te? Quanto peggio potrebbe ancora pensare? Lo hai verificato, gli hai chiesto se si sente veramente costretto, o ti fai la domanda e la risposta da sola?
Quando scopri in te un pensiero del tipo “So cosa lui vuole da me, perciò non glielo chiedo nemmeno” oppure “Questa cosa non glielo chiedo, tanto so già cosa mi risponde” significa che:

  1. interrompi la comunicazione con lui;
  2. ti illudi di conoscere tuo marito meglio di quanto lui conosca se stesso;
  3. anticipando la sua risposta in base ai discorsi fatti nel passato, non gli dai la possibilità che ti possa rispondere in modo diverso. Se lui nel frattempo fosse cambiato, non ti accorgeresti nemmeno. Alla fine, gli potresti fare il classico rimprovero “Tu mi dici sempre le stesse cose, non cambi mai”.

Prova a chiedere semplicemente a tuo marito se vuole venire con te al corso di agosto. Poi prendi per buona la sua risposta senza aggiungere le tue interpretazioni. Successivamente gli puoi chiedere cosa pensa di te e di nuovo credi alle sue parole. In fondo è così semplice come chiedere “Vuoi mangiare un gelato insieme a me?”. Finora sei stata tu a complicare le cose, non tuo marito. Lui non sa nemmeno che vuoi fare il corso con lui.

Da quando il mio partner ha partecipato a un vostro corso, mi stressa

Cristina: Il mio compagno ha partecipato a un corso sul tantra e ogni volta che facciamo l’amore mi dice che mi vuole sentire più libera, più spontanea nell’esternare ciò che sto provando, di fargli sentire tutte le sensazioni attraverso la voce. Dice che il mio piacere è anche il suo piacere. Io mi sto impegnando, anche se a volte mi viene difficile dire quello che provo. Perchè? Che devo fare?

Michaela: Cara Cristina, dì al tuo compagno di farti meno pressione. Che libertà sarebbe la tua, se serve a soddisfare un suo bisogno? Libertà e spontaneità per definizione non possono essere indotti da qualcun altro. Se il suo piacere è il risultato del tuo piacere, vuol dire che lui è dipendente da te. Allora è lui che si dovrebbe liberare. Se tu vuoi sentirti più libera, va bene. Però ogni impulso in questa direzione può nascere soltanto dal tuo desiderio, non dal suo.
Vedo che siete iscritti al corso Comprendersi nel corpo. È l’occasione giusta per fare chiarezza sulle tue e sulle sue esigenze.

Dopo il sesso tantrico ho paura di perderla

Pasquale: Da questa estate molte cose sono cambiate. Ho incontrato una donna meravigliosa. Lei ha fatto tanta meditazione e diversi periodi in diverse comunità. Grazie a lei mi sono aperto alle esperienze della kundalini, dello yoga e dei mantra buddhisti. Inizio a sentire una specie di “palla”, di gonfiore a livello di osso sacro. Credo di aver iniziato un percorso stupendo. Tempo fa abbiamo deciso di iniziare un percorso tantrico all’estasi sessuale e abbiamo iniziato a fare le pratiche descritte nel vostro libro. Poi tra noi due le cose sono peggiorate, credo perché io mi sono attaccato troppo a lei, alla sua vita, pensando troppo poco alla mia. Recuperare me stesso, la mia libertà, il mio essere individuale. Purtroppo, però, tremo al solo pensiero che lei incontri un altro e se lo porti a letto.

Elmar: Bene, bene: le cose si stanno muovendo. Ti puoi immaginare che questo incontro così splendido abbia portato qualche mostro alla superficie della consapevolezza? Il percorso tantrico non è sempre facile, come vedi, ed è normale che dopo una bella relazione tocchiamo di nuovo le zone scure dell’anima: la gelosia, la paura di perdere l’altro, ecc. Se ti interessano queste dinamiche, puoi leggere i capitoli 2 e 3 del libro Tantra e meditazione.
Se sei disposto a conoscerti in tutte le tue parti, comprese quelle meno piacevoli, allora puoi usare la via del tantra come un valido strumento senza “ritirare in fuga”, altrimenti è meglio non continuare su questa strada. Prima di smuovere nuove energie, prenditi del tempo per consolidare una buona relazione con la tua donna. Ogni relazione sopporta una certa dose di cambiamento, e se in un periodo felice facciamo dei passi da giganti, serve un periodo di pausa per integrare le energie e per guardare in faccia quelle paure che non vorremmo mai avere.


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Meditare in unione sessuale

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Dopo qualche rituale tantrico la mia ragazza non ne vuole più sapere

Bardo: Ciao Elmar e Michaela, ho letto Tantra per due e altri libri sull’argomento e ho provato a fare qualche rituale tantrico con la mia ragazza: alcune volte bellissimo, altre volte disastroso. Poi lei ha più preso coscienza di quanto si sentisse sottoposta ad un esame in quei momenti, ed ha voluto mettere dei confini, dichiarando che non aveva più voglia di sperimentare quel tipo di situazioni; per lei erano troppo.
Da parte mia ho fatto prima varie proclamazioni su quanto fosse fondamentale essere qualcosa di più anche in ambito sessuale, poi mi sono ritirato frustrato e vittimizzato; infine ho trovato un modo che a me è parso più sincero: ho dichiarato il mio profondo desiderio di provare almeno alcune volte esperienze meditative e creative in ambito sessuale. Il che non ha sortito grande effetto perché lei (giustamente?) è rimasta della sua posizione.
Mentre la vita sessuale con la mia partner proseguiva tra alti e bassi, rabbia e intimità, blocchi e sesso sfrenato e godurioso, io ho rimbalzato tra meditazioni auto inventate sull’energia sessuale, sulla Shakti e Shiva, sul Lingam e la Yoni, sull’espansione dell’energia, ad una discreta passione per la pornografia. A volte masturbandomi la sera prima di addormentarmi mi sveglio nel cuore più felice del solito, altre volte mi sento molto stanco e i sensi di colpa e la vergogna s’insinuano. Così la mia pace interiore è andata a farsi benedire e ora non so se gettarmi in quelle esperienze o cercare un modo di trasformare, di darmi una disciplina anche mentale.

Elmar: Caro Bardo, comprendo la tua frustrazione e al contempo capisco anche la posizione della tua ragazza. Sperimentare attivamente con la sessualità è un gioco di delicati equilibri, dove facilmente nella coppia si possono aprire dei fronti.
Per molte persone il sesso è un momento dove desiderano lasciarsi andare, non pensare, non dover fare nulla, dove desiderano dissolvere l’io intraprendente abbandonandosi ai piccoli e grandi piaceri che il momento offre. A un altro gruppo di persone il sesso sembra il terreno più adatto per andare a caccia di nuove esperienze, per provare il sesso sfrenato, il sesso spirituale, per fare esperimenti di tutti i tipi.
Entrambe queste posizioni hanno il loro valore, ma nella vostra coppia si sono polarizzate e sono diventate un campo di battaglia. La questione cambierà quando andrete a vedere su cosa starete lottando davvero. E questa non può essere una risposta che viene dalla testa, ma la trovate nell’osservazione dei vostri corpi energetici durante l’atto amoroso, nell’allineamento dei vostri ritmi, nell’ascolto del vostro profondo desiderio. Lì potete trovare un nuovo punto d’incontro. Siccome questo processo può durare mesi, se non anni, ci vorrà anche una soluzione a breve per convivere in armonia. Allora provate ad alternarvi: una settimana si fa come piace a te e la prossima settimana come piace a lei. Soddisfare i desideri a settimane alterne, aiuta a smorzare un po’ le posizioni rigide aprendo il cuore e la mente ad una comprensione di quello che il partner in fondo vuole.

Ho provato l'estasi! E' meraviglioso, però ora ho diverse domande

Asso: Sono sposato da 19 anni, ma siamo insieme da 22. Abbiamo 4 figli e ci vogliamo molto bene. Siamo una bella coppia e nonostante gli alti e bassi della vita il nostro è vero amore. La scorsa settimana facendo l’amore con mia moglie ho provato un piacere mai provato fino ad ora. Ho goduto dalla punta dei piedi all’ultimo capello che ho in testa, una cosa “incredibile” come se fossi attraversato da una fortissima corrente, inutile dire una cosa assolutamente meravigliosa. Ne ho parlato con mia moglie il giorno dopo, di quanto è stata forte e bella questa esperienza. Questa è la mia domanda: che cosa è successo? E perché è successo? Può ripetersi? Essendo così forte e profonda può creare danno?

Elmar: Questa è una di quelle esperienze che illuminano la vita e che con la loro intensità ci fanno capire in modo inequivocabile che esiste qualcosa al di là della “normalità”. Rispondo alle tue domande.
Dalla tua descrizione direi che sei entrato in una esperienza estatica. Nel tantra non si parla di un orgasmo ma di diversi orgasmi che possono assumere diverse forme e diversi livelli di profondità. Nel nostro libro Tantra – La via dell’estasi sessuale li abbiamo descritti dettagliatamente.
Perché è successo? Nel tantra e in altre discipline si arriva a questo stato di coscienza espansa seguendo un certo metodo, ma possiamo entrarci anche spontaneamente come hai potuto notare.
Si può ripetere, si. Per ripeterlo puoi osservare cosa quella volta è stato diverso dalle altre volte: eri più rilassato, più carico, più equilibrato, respiravi più profondamente, ti sei abbandonato di più, seguivi più il tuo ritmo, ti lasciavi guidare da una voce interiore molto sicura, amavi di più tua moglie…? Quello che ti ha aiutato quella volta ti può aiutare anche altre volte. Ma attenzione: se cerchi di riprodurre questo stato beato, potrebbe succedere che ti allontani sempre di più perché troppo impegno, troppa volontà ti potrebbe distogliere dall’abbandonarti, dall’aprirti alla grazia del momento.
Se la prima volta ti ha fatto così bene, non può creare un danno. Invece può creare il desiderio di riprovarlo. Buon proseguimento!

Durante la meditazione

Cecilia: Ho provato alcune volte con il mio fidanzato il “matrimonio dei chakra” ed stato fin troppo piacevole, però una volta che lui è dentro di me, non riesco più a frenare la mia passione, sento una certa pressione, divento talmente emotiva che non vedo più i chakra e il respiro galoppa come un cavallo in corsa. Devo concentrarmi di più o è giusto così?

Michaela: Cara Cecilia, prima di tutto: è giusto così! Da qui si parte, dal punto dove ti senti bene, dove godi e dove sei felice. Poi possiamo sempre andare oltre. Poi non cercare di concentrarti, perderesti la bellezza della tua passione senza guadagnare in termini meditativi. Cerca piuttosto di lasciarti andare alla tua passione, di darle uno spazio largo per potersi espandere nel tuo corpo, così questo grande piacere non ti crea più alcuna pressione, ma può fluttuare con facilità nello spazio allargato del tuo corpo energetico. Questo è esattamente il movimento mentale contrario alla concentrazione, è un allargamento. Non è neanche necessario visualizzare i chakra, se hai una sensazione corporea o emotiva di loro, ve bene uguale. Sentirli o vederli hanno lo stesso valore. Nel capitolo 6 del libro Tantra e meditazione trovi molte indicazioni a riguardo.
Un’ultima cosa: se dopo un mese di pratica con la meditazione ti sembra di aver perso il vecchio piacere, torna a quel sano modo di fare l’amore che hai sperimentato prima!

Quando facciamo l'amore tantrico vediamo delle luci e ci sembra di volare

Nicola: Caro Elmar, grazie ai vostri libri che sfoggiano orgogliosi sul mio comodino, ho imparato non solo una via per l’accrescimento del rapporto di coppia ma anche un modo di sentire e relazionarmi con l’intero mondo. Con mia moglie ho praticato alcune tecniche da voi descritte e abbiamo sperimentato a sincronizzare i nostri respiri.
Molte volte durante l’amore il volto di Carmela si ricopre di strane lucine (o almeno a me sembra) e anche da parte sua ci sono esperienze sconosciute (lei le descrive come un fluttuare in un mondo dove la gravità non partecipa). Volevamo qualcuno che potesse illuminare la strada di queste nuove esperienze; cerchiamo anche un corso che non tratti i problemi o i lati oscuri (che non abbiamo) ma per volare più in alto.

Elmar: Caro Nicola, comprendo il vostro desiderio di volare più in alto, dopo queste esperienze. Quando sperimentiamo con forme del respiro durante l’atto amoroso, queste possono influenzare il nostro corpo energetico e iniziamo a “vedere” delle cose che nello stato ordinario non vediamo. Questi effetti non sono nulla di preoccupante e nemmeno gli devi dare troppo peso. Preparati al fatto che proseguendo con questa pratica prima o poi toccherete anche i lati oscuri. Aumentare il livello energetico nell’atto amoroso intensifica tutto, “nel bene come nel male”, le stelline come i mostri. Non ti voglio scoraggiare, ma avvertire, perché leggo che insisti sul voler volare più in alto. Nel nostro programma trovi alcuni corsi più improntati sul volare in alto, altri più concentrati sullo scavare nella melma, ma teniamo sempre tutti e due gli aspetti presenti. Buone esperienze!


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Chiede l’uomo: come riaccendere la passione?

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I nostri rapporti sono rari

Massimo: Convivo con la mia ragazza Laura da tre anni. Le voglio un bene dell’anima ma ultimamente, cioè da 8-9 mesi, l’attrazione sessuale é molto diminuita e mi manca lo stimolo o la fantasia. Direi che abbiamo un rapporto 1 o 2 volte al mese circa. Comunque é un rapporto intenso, ma purtroppo raro; questo fisiologicamente non pesa tanto a me, anche perché io vado a cercare rapporti occasionali fuori casa, come ho sempre fatto, ma noto che alla Laura manca, anche se lei non mi chiede niente. Mi da una grande pena, e per questo prego Dio di stimolarmi verso di Lei, perché tengo troppo al nostro rapporto. Cosa ne pensi?

Elmar: Nel momento in cui tu desideri fare l’amore con Laura perché pensi che manca a lei, e non perché percepisci lo stimolo dentro di te, il desiderio è destinato a diminuire. Il corpo non risponde con passione finché il desiderio non parte veramente da te. Fare l’amore per accontentare il partner è tra i modi più efficaci per uccidere il desiderio.

Mia moglie è addormentata dalle passioni

James: Siamo una coppia di trent’anni. Mia moglie, spesso, si dimentica di amarmi, come addormentata dalle passioni. Io, invece, vado sempre in cerca di sensazioni forti e coinvolgenti, almeno nei desideri, e temo la noia e la routine. Eppure mi sembra di essere attento nei suoi confronti, quasi più che nei miei. Inoltre provo difficoltà a manifestare liberamente i miei desideri, come se dovessi vergognarmene. La mia domanda è: fino a che punto i desideri e la passione devono fermarsi di fronte alle esigenze dell’altro? Il rispetto fino a dove deve giungere nel rapporto di coppia? E se è davvero impossibile cambiar la situazione, fermo restando che il rapporto ha ben altre basi, molto solide e belle, come comportarsi?
Occorre dire, in verità, che mia moglie sente molto l’esigenza di aprirsi, anche attraverso la “vostra” pratica. E’ molto curiosa e desiderosa di capire il suo corpo e l’arte di amare. Ma forse “chi nasce tondo, non può morire quadrato” e la volontà non sempre può far tutto.

Elmar: Caro James, la tensione esterna tra te che cerchi delle sensazioni forti e tua moglie “addormentata nelle passioni” si riflette in una analoga tensione in te: tra la voglia di chiederle e la vergogna di chiederle. Una volta che hai risolto la tensione tra te e te, la tensione tra te e tua moglie si risolverà da sola. Se invece insisti sulla prima, il rischio di litigare aumenta, perché è più facile proiettare una tensione interna sul rapporto che risolverla in se stesso. Su queste dinamiche di coppia trovi molte indicazioni nel nostro libro Tantra per due.
I desideri non si devono mai fermare di fronte alle esigenze dell’altro, altrimenti la coppia si addormenta. Ma una cosa è mantenere vivo il desiderio, un’altra cosa è metterlo in pratica. Il rispetto implica anche rispettare i desideri dell’altro che non combaciano con i tuoi, forse non li realizzi praticamente ma li rispetti. In questo senso puoi prenderti una 1/2 ora e iniziare un dialogo con tua moglie con questo tono:

Senti cara, ti voglio parlare di una cosa importante. Mi vergogno di chiedertelo, ma per me è un desiderio importante. Per me la nostra vita di coppia è diventata troppo di routine e ho bisogno di sensazioni forti. Per ora voglio comunicartelo indipendentemente dal fatto che poi lo mettiamo in pratica o no, almeno lo voglio dire per sapere che ho fatto la mia parte del prendermi le responsabilità per i miei desideri.

In questo modo non imponi nulla a tua moglie ma glielo comunichi e ti liberi dal peso di dover trattenere i tuoi desideri. Puoi anche invitarla a esprimere i suoi desideri, sicuramente ne avrà. Poi sarà lei a decidere cosa ti vuole dire dei suoi e forse da questo dialogo nasce una terza cosa, che non è né il tuo né il suo desiderio, che potete realizzare insieme.

Mia moglie è troppo passiva

Dario: Mia moglie quando facciamo sesso partecipa passivamente ma sono convinto che fa così perché le è stato imposto. A me piacerebbe che fosse molto più partecipe e mi piacerebbe anche praticare lo scambio di coppia. Cosa devo fare?

Elmar: Prima di tutto chiedi a tua moglie, perché “partecipa passivamente”. O meglio: come percepisce lei l’atto sessuale? Talvolta ciò che per un partner è passivo per l’altro è già molto intenso e spesso ci facciamo un’idea del partner che è diversa dal suo vissuto.
Poi puoi chiarire con lei cosa intendi per “più partecipe” che può significare tante cose, come ad esempio: più movimenti attivi, più sentimento, iniziare per prima, toccarti di più, eccitarti in un certo modo (quale?), gemere, arrivare all’orgasmo, parlarti di come sta…
Prendetevi almeno 20 minuti per parlare della vostra sessualità e prendi le sue parole sul serio anche in quei momenti che fra te e te pensi che sia diverso. Perciò è meglio che in questi 20 minuti tu parli soltanto di te e lei soltanto di sé, senza interpretare l’altro.
Poi ci possiamo risentire.

Ci piacerebbe ritornare ad amarci

Paolo: Io e la mia futura moglie, abbiamo problemi di coppia, non abbiamo più quel feeling di una volta, abbiamo provato in mille modi ma i problemi si manifestano sempre. Abbiamo letto molte recensioni sul tantra e siamo convinti che ci possa dare un aiuto, ci piacerebbe ritornare ad amarci.
Ormai per noi il sesso è diventato una routine, la maggior parte delle volte proviamo fastidio, rabbia e risentimento. Ci accorgiamo di avere questi problemi, ma è difficile superarli. Non sappiamo dove rivolgerci per iniziare.

Michaela: Ciao Paolo e Daniela. Prima che veniate a un corso potreste già fare un po’ di luce sulla vostra problematica rispondendoci ad alcune domande:

  • Da quanto tempo state insieme?
  • Quali mille modi avete provato finora?
  • Chi di voi prova fastidio, rabbia e risentimento? Tu, Daniela o tutti e due?
  • Cosa esattamente cercate? Desiderio, eccitazione, sentimenti, amore, orgasmo, comunione, emozioni in generale…?

Paolo: Grazie mille per la risposta. Innanzitutto io e Daniela stiamo insieme da 3 anni, abbiamo provato a rilassarci, cercare di non addossarci le colpe reciprocamente, abbiamo provato a prenderci dei giorni di riposo, siamo andati in diversi posti per cercare l’intimità che ormai ci manca. È un fastidio e risentimento reciproco, troviamo mille scuse, ad esempio quella dei preliminari, “tu vuoi solo fare sesso, ti interessa la penetrazione e basta” oppure “tu non hai più quella passione di una volta, sei diventata ostile” ecc. Nel sesso abbiamo sempre cercato amore, abbiamo vissuto il sesso come un cammino che ci ha portato piano piano a conoscerci e ad amarci, ora invece abbiamo perso questo feeling e la voglia di stare insieme.

Michaela: Da quello che mi raccontate, ho l’impressione, che non si tratti di un problema sessuale, ma piuttosto che il sesso sia diventato il campo di battaglia per una difficoltà che avete di essere intimi e di nutrire e mantenere il vostro amore. Se il sesso una volta era una fonte di amore, ora può di nuovo diventare il terreno sul quale fare il prossimo passo verso una ricostruzione dei vostri affetti.
Vi consiglio di leggere i primi due capitoli di Tantra per due, di fare alcuni esercizi descritti nei capitoli successivi e di dirmi quali di questi esercizi trovate facili e quali difficili. Così, quando ci incontreremo, vi potrò dare dei consigli più specifici e potremo lavorare su tutti quegli ostacoli che vi rendono la vita difficile in questo periodo.

Tutti e due ci desideriamo, ma ci scontriamo nei preliminari

Patrizio: Ciao Elmar, dopo aver partecipato a Ardore nel cuore insieme a mia moglie ci siamo iscritti al training che inizierà in settembre e ti chiedo, cosa possiamo fare in questi mesi di attesa prima della serie di corsi? Abbiamo difficoltà nell’approccio, nei preliminari e questo ci porta qualche volta a non fare l’amore anche se entrambi lo desideriamo. Desidero fare qualcosa e non restare solo in attesa. Ti ringrazio qualunque sia la tua risposta (compreso il silenzio, altrettanto significativo, ho imparato).

Elmar: Ciao Patrizio, ok, ambedue avete desiderio, questo è un buon punto di partenza. Siccome il desiderio porta nella sua natura una pulsione verso lo stato desiderato, che nel vostro caso non avviene, vedrei come prossimo passo scoprire quale ostacolo si è messo tra il desiderio e l’impulso di “seguire il desiderio”. Scoperto questo, il passo successivo sarà quello di rimuovere o scavalcare l’ostacolo. Una domanda a te: con quale ritmo iniziate i preliminari: col ritmo fluido o staccato?

Patrizio: Il mio ritmo iniziale è qualche volta fluido altre volte staccato.
Ieri sera io avevo voglia di fare l’amore ma era tardi (le 23.00), lei no perché era tardi. Io avevo timore che mi dicesse di no, ma ho comunque allontanato questa paura e ho iniziato ad accarezzarla. Quando eravamo già nel letto seminudi, mi ha detto con rabbia che si è sentita l’ultima cosa della giornata, e che voleva dirmi di no già dai preliminari, ma si sente in difficoltà ogni volta a dirmi di no. Io mi sento respinto, perché spesso mi dice di no. Non riesco ad uscire da questa trappola e lo vorrei tanto.

Elmar: Ciao Patrizio, ora siete entrati nella lotta della difesa caratteriale, dove potete continuare a ferirvi reciprocamente all’infinito. Oppure potete riconoscere le vostre ansie: la tua di essere abbandonato e la sua di essere invasa. Tracciate quei cerchi con le mani (senza corda) come lo abbiamo fatto al corso, lasciati sentire il cerchio corporeamente e ben centrato nel tuo cerchio inizia a parlare del tuo (e lei quando tocca a lei, del suo) bisogno. Quando sarete in contatto con il bisogno, le cose saranno più facili.
Se anche da questo luogo interiore, dove sei centrato in te e connesso con il bisogno anziché con la difesa, non è ancora possibile scivolare in un approccio fluido, allora potete come soluzione di riserva fare un accordo di questo tipo: una volta lo facciamo come piace a te e la prossima come piace a me.

Patrizio: Grazie mille, per ora ha funzionato, ci vediamo al corso Comprendersi nel corpo.

La sessualità cambia con l'età?

Giorgio: Così come cambia la meditazione con l’età, anche la sessualità cambia?

Elmar: Assolutamente sì! Ci sono persone che dicono di fare sesso a 50 anni così come lo facevano a 20. Sono le stesse persone che dicono di essere innamorati ancora come quando si erano conosciute. Sono le stesse persone che dicono che l’età anagrafica non conta, ma che si sentono ancora giovani. Senza offendere persone che si illudono, ma non è così, cambia; cambia molto. Già sul piano fisico e ormonale cambia. Io, per esempio, a 65 anni, sento di avere meno testosterone di una volta. Non lo faccio più tutti i giorni. Questo è stato un periodo breve, forse 3 o 4 anni. Poi è diventato 2 o 3 volte alla settimana, ora va bene una volta alla settimana e sono soddisfatto. Diventa anche più lento, almeno per me. Una volta dovevo usare pratiche tantriche per non arrivare all’eiaculazione dopo 10 minuti. Oggi questo problema è risolto. Esiste il cosiddetto orgasmo della valle, cioè un lento tuffarsi, rimanere in unione sessuale per ore, soltanto sentendo, senza tanti movimenti. Il tutto diventa molto fine, molto sottile ed è praticamente una meditazione in due.

Michaela: Questa è un’ottima tecnica, la pratichiamo nel corso avanzato Maithuna.


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Chiede la donna: come riaccendere la passione?

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Il rapporto con mio marito si è addormentato, con un altro invece...

Beatrice: Vivo una storia che dura da 10 anni. Abbiamo avuto alti e bassi. I nostri rapporti sono molto frequenti, ma mancano di passionalità e io non riesco a raggiungere l’orgasmo. Ma oltre a questi problemi, ho cominciato a provare qualcosa nei confronti di un altro uomo. Quando parlo con lui o solamente quando gli sto accanto sento un’energia fortissima salire dal basso verso l’alto. La cosa è reciproca, ci siamo scambiati un bacio ma nient’altro. Sento che con questa persona c’è molta più sintonia che con il mio compagno. Anche questa persona è impegnata. A lui ho espresso chiaramente i miei sentimenti e le mie sensazioni, lui condivide, ma non riesco a capire perché questa situazione rimane statica e non si evolve. Quando siamo insieme nella stessa stanza, comincio a essere irrequieta. Quando cerco di reprimere l’energia che sale, provo un fortissimo desiderio di avere almeno un contatto fisico, sia pure una carezza, uno sfioramento. L’impossibilità di far ciò mi fa stare male fisicamente. Poi succede che magari per mesi non lo incontro più e queste sensazioni si vanno quasi a placare, ma non appena capita di ritrovarci questo ciclo ricomincia, con sempre più forza e sempre più desiderio.
La mia domanda è: sto vivendo qualcosa di banale o veramente ho a che fare con una persona speciale? Come mi devo comportare col mio partner, verso il quale provo solo un profondo affetto? Non vorrei gettare al vento 10 anni di rapporto che magari posso recuperare, solo per una notte di sesso ben fatto.

Elmar: Cara Beatrice, in fondo a tutto c’è anche una buona notizia. Come hai sentito, la passione in te non si è addormentata, ma è andata in letargo soltanto nella coppia. E’ molto frequente nelle coppie, che dopo anni di convivenza provano molto affetto e poca passione l’uno per l’altro, mentre con una terza persona il fuoco nella pancia e nelle pelvi si riaccende.
Ciò non vuol dire che queste terze persone sono in qualche modo speciali, ma che il rapporto con loro è ancora fresco. Non è appiattito da abitudini, rituali, routine, da tante cose da fare, ecc. Con lui ti puoi sentire veramente nel corpo! Se desideri risvegliare la passione anche insieme al tuo compagno, i corsi più adatti sono Ardore nel cuore e Comprendersi nel corpo. Nel primo imparerete a fidarvi di più del vostro corpo e a sciogliere alcune corazze, nel secondo a uscire dalla trappola tipica delle coppie annoiate dalla routine. Quando venite, ricordatemi il problema e possiamo farvi una consulenza personalizzata oltre alle pratiche del corso.

Il mio partner sfugge all'intimità. Più sfugge, più io lo desidero.

Rosy: Ciao, ho una relazione molto bella col mio partner. Siamo insieme da circa due anni (io 40 anni e lui 43). Entrambi siamo impegnati in percorsi spirituali. Il problema che abbiamo nella sessualità è che il mio partner spesso non ha alcun desiderio. Trascorrono talvolta diverse settimane senza che abbiamo rapporti. Io ne soffro terribilmente, anche perché fare l’amore con lui mi appaga moltissimo, e mi sento deprivata in queste troppo lunghe pause. Ho anche preso in considerazione l’idea di cercarmi un partner sessuale diverso, ma sono perplessa. E’ una soluzione che non mi convince, anche se lui non ha nulla da obiettare. Avete qualche suggerimento? Qualche lettura o corso che ci aiuti per il problema specifico? Grazie.

Elmar: Cara Rosy, ho due domande: è sempre stato così con lui? Hai avuto altre relazioni prima?

Rosy: Si, è sempre stato così con lui. Persino nella relazione precedente tendeva a sfuggire, quando la sua compagna lo desiderava. Non era mai completamente disponibile, sempre un po’ irraggiungibile e si ritirava spesso. Lo so, perché la sua ex è una mia cara amica.
Ho un matrimonio alle spalle, ora sono separata.

Elmar: Sento che, quando parli di lui, usi un linguaggio più emotivo, più coinvolto, mentre quando parli di te, mi dai delle informazioni più secche. Per esempio non mi dici nulla sul tuo matrimonio.

Rosy: Beh, più lui sfugge con i sentimenti, più io lo desidero, è sempre così. Non voglio fare sesso con un altro, voglio condividere tutto, ma proprio tutto, con lui. Io non ho paura di affrontare le nostre dinamiche, lui invece è più titubante. Quale corso ci consiglieresti?

Elmar: Ora ho un quadro più chiaro: mi pare che sia proprio il suo sfuggire ad incoraggiarti a desiderarlo. Mi chiedo come le cose andranno nel momento in cui lui resterà e dirà: “Ti desidero molto e voglio fare l’amore con te!”. Tu cosa penseresti?
I corsi che posso consigliarvi sono Comprendersi nel corpo e Intimità e carattere per entrare in questi schemi di relazione in un senso più profondo, più sentito, più corporeo. Su questo livello, l’ottica può cambiare completamente. Direi di giudicare solo allora chi di voi ha più paura.

Dopo 14 anni si è spenta la passione

Eva: Cara Michaela, sto con Dante da 14 anni e abbiamo 2 figli. Se una volta era molto divertente con lui, ora andiamo a letto si e no una volta al mese. Io cerco di coinvolgerlo, ma non c’è nulla da fare, non si cura più di me, non mi accarezza come mi piacerebbe, non si avvicina nel modo giusto. L’unica attenzione che ricevo è che qualche volta mi guarda in modo malizioso, non funziona più nulla; allora leggiamo ognuno il suo libro e ci addormentiamo. Ma io non voglio andare avanti così, ho 37 anni e non 73!

Michaela: Cara Eva, ora faccio una domanda a tuo marito: Ciao Dante, cosa provi quando guardi tua moglie con quello sguardo malizioso?

Dante: Mi piace guardare Eva, specialmente quando è nuda, ammiro le sue curve, mi piace il suo sedere leggermente formoso, vedere come si toglie gli abiti e si prepara per la notte mi eccita molto.

Eva: Io invece trovo il suo sguardo fastidioso e inopportuno, mi viene subito da parlare di altre cose. Penso che mi critichi e che dovrei diminuire di peso. Mi vergogno anche un po’ del mio aspetto.

Michaela: Cara Eva, mi pare che da parte di tuo marito ci sia la passione, ti guarda volentieri e trova le tue curve eccitanti. Sei tu che non sopporti il suo approccio che – come per molti uomini – inizia con lo sguardo. Per le prossime volte che andate a letto insieme provate con queste 5 chiavi:

  1. Dante, tu continui a guardarla come ti piace
  2. Continui a guardarla e ad eccitarti anche nel caso in cui lei si lamentasse o ti criticasse
  3. Eva, non iniziare a “parlare di altre cose”, ma rimani con la vergogna mentre Dante ti guarda sapendo che è tutta tua. Lui non ti ha criticato, anzi gli piacciono le tue curve e il tuo sedere, sei soltanto tu che non accetti il tuo corpo e che vorresti avere un altro aspetto.
  4. Continua a respirare profondamente nei momenti di vergogna e osserva tutti i pensieri giudicanti che ti vengono in mente senza seguirli. Se oltre alla vergogna emergono altre emozioni o irritazioni, non tagliarle via, continua a respirare con l’emozione e ad espanderla nel corpo.
  5. Mentre Dante ti guarda, mantieni il contatto visivo con lui, non guardare da un’altra parte, ti lasci vedere con tutto quello che sei: il tuo corpo, la tua vergogna, le tue emozioni…

EvaAbbiamo praticato i 5 punti, per me non è facile, ma devo ammettere: ho più problemi a “reggere” il suo desiderio che inizia con lo sguardo e poi continua nei tocchi, di quanto mi immaginassi. Un po’ mi piace anche, ma è ancora coperto da uno strato di vergogna. Ho capito che dipende più da me che da lui, da parte sua è ritornato il desiderio e abbiamo fatto l’amore 2 volte in una settimana. Quello che ancora non sopporto è che lui mi guarda mentre facciamo l’amore, non riesco a lasciarmi andare.

Michaela: Questo è già un buon inizio. Inizialmente, guardalo soltanto con i 5 punti che sembrano funzionare. Poi quando fate l’amore, usa una posizione dove non ti vede, per esempio la “pecorina” e vedi se è sostenibile.

Eva: L’ultima volta mi ha preso da dietro, ed è stato decisamente meglio. Piango e un po’ mi ribello, ma dopo ritorna anche la passione e alla fine è liberatorio. Ora mi ricordo che tutto è iniziato durante la prima gravidanza, mi tornavano delle frasi di mia nonna e di mia madre “Durante la gravidanza non si fanno certe cose” e “la mamma è una santa donna”, ecc. Ho capito che mi porto dietro molti condizionamenti del passato e al prossimo corso vorrei andare in fondo a questa cosa.

Come migliorare la sessualità dopo il cinquant’anni?

Carlotta: Come migliorare la sessualità dopo i cinquant’anni, quando si ha avuto un’educazione che vede il sesso come sporco?

Elmar: Quasi tutti noi, di questa generazione, abbiamo avuto una educazione di questo tipo: c’è chi vede il sesso sporco, e chi lo vede come peccato. A casa mia, per esempio, di sesso non si parlava, non c’era, come se non esistesse. So che i miei genitori l’hanno fatto, altrimenti non sarei qua e nemmeno i miei fratelli. Ma era un tabù, come se non ci fosse. Quando la Chiesa era ancora forte, il sesso era considerato peccato. Non in senso assoluto: il sesso nel matrimonio era permesso, ma tutto il resto no. Verso la fine dell’Ottocento, quando le scienze hanno iniziato a prendere il sopravvento e il concetto del peccato è venuto meno, il sesso venne considerato sporco, per emarginarlo di nuovo. Questa volta in modo più prepotente, perché lo sporco dipende da una religione, è laico, vale per tutti. C’è stato addirittura un medico tedesco che postulava che la masturbazione rendesse cieco, senza averne prove empiriche. E tutti gli altri trascrissero la sua “teoria”.

Michaela: Cara Carlotta, anche oggi, per la collettività il corpo in sé è diventato un oggetto, un qualcosa da tenere in forma, da allenare, da rendere bello. Dunque siamo distaccati dalla sessualità, che fa parte del corpo. Non la viviamo più come “essere il corpo”, ma ci approcciamo al corpo da una certa distanza, chi più e chi meno. Non a caso si dice “il mio corpo”, come si dice “la mia penna, la mia macchina, la mia borsa”. Il corpo è qualcosa che io possiedo, non sono io il corpo. Dunque la sessualità ci è già lontana. Puoi fare un esperimento semplice: stasera quando vai a letto, sotto le coperte e nessuno ti vede, metti una mano sui tuoi genitali, con un tocco leggero. Se porti le mutande, non importa, fai un contatto con i tuoi genitali e prendi dei respiri consapevoli in modo che cominci a diventare un po’ più amica del tuo corpo. Se questo contatto con i genitali è troppo, allora puoi iniziare con un’altra parte del tuo corpo. Il corpo, per come lo insegniamo noi, è una cosa preziosa che ci tiene in vita, che ci permette tante belle esperienze. Dunque di sporco, quando ti permetti di sentire tutto il corpo, non c’è nulla. Questa è soltanto un’idea, una convinzione tramandata.

Elmar: Esatto. Michaela non intendeva invitare alla masturbazione. Intendeva dirti di tenere una mano tra le gambe per sentire “Ah questi sono i miei genitali, eccoli qua”. Possono fare questa cosa anche gli uomini. Se vuoi, puoi portare l’altra mano sul cuore, al centro del petto per sentire il cuore, la sede dell’amore, mentre la prima mano rimane sui genitali, la sede del piacere. Tutti e due fanno parte di te. Respira con questi due parti di te e così ti puoi anche addormentare. Se lo farai più volte diventerà una parte del corpo come il gomito o la mandibola. Anzi, diventerà una parte più interessante perché produce grandi piaceri.


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Relazione di coppia e difficoltà

Relazione di coppia e difficoltà

La mia ragazza è difficile, ingrata e cambia spesso idea

Stefano: Ho 31 anni e vivo a Treviso, di carattere sono molto sensibile, apprensivo e teso. Visto che nessuno da un anno riesce a risolvere il mio problema, vi chiedo cortesemente di leggere la mia lunga lettera.
Un anno fa sono tornato assieme alla mia ex ragazza che nella precedente separazione mi ha fatto soffrire in maniera indescrivibile. Questa ragazza è molto instabile e continua a creare nella mia vita continui cambiamenti, sconvolgimenti e situazioni stressanti. Proprio per questo i miei genitori hanno creato una condizione ancora più stressante, poiché lei voleva che andassimo a vivere insieme, perché con i suoi non ne poteva più. Io, per non perderla, ho preso la difficilissima decisione di andare a vivere con lei, facendo soffrire incredibilmente i miei genitori, ai quali tengo moltissimo. Siamo andati a vivere assieme dopo un trasloco faticoso e infinite discussioni coi miei genitori, ristrettezze economiche, perdita di molti amici. In seguito ho cominciato ad avere problemi di lavoro, poiché il nuovo direttore non mi coinvolgeva nella vita aziendale e ho cominciato a sentirmi profondamente escluso.
Speravo che la mia ragazza cogliesse quest’occasione per vivere una nuova vita di fianco ad una persona che la amava tantissimo.…, ma così non è stato. Io ho sempre considerato particolarmente importante la vita sessuale all’interno della coppia e lei anche, ma da quando siamo andati a vivere assieme, ha cominciato a non aver più voglia di fare l’amore. Lei non manteneva le promesse che faceva e abbiamo cominciato a litigare spesso.
Poche settimane dopo durante un rapporto sessuale, al momento dell’eiaculazione ho avvertito un forte e pungente dolore alla base del pene che è proseguito anche nei giorni successivi. Dopo aver fatto molte visite specialistiche negative, reputo che il mio dolore cronico possa essere un problema psicosomatico. Non so veramente più cosa fare, sono stremato! Non ce n’è una che mi vada dritta in questo periodo!
Ora, ho lasciato questa ragazza da tre giorni poiché non ho sopportato l’ennesimo voltabandiera. Dopo avermi “strappato” dalla mia famiglia, vuole andare nuovamente a vivere da sola, ma io questa volta non l’ho voluta più seguire. Dopo tutti i sacrifici e le sofferenze affrontate per vivere con lei, giunto a un limite, l’ho lasciata.

Elmar: Io non sono un medico, ma se diversi specialisti non hanno trovato alcuna patologia organica, seguire la traccia psicosomatica può essere una buona pista, che però devi seguire con un medico specializzato in medicina psicosomatica. Per quanto riguarda i tuoi rapporti, noto che badi molto agli altri e cerchi di accontentare tutti: la ragazza, i genitori, l’azienda, finendo nell’inferno, perché ognuno vuole qualcosa da te.
La ricerca cambia nel momento in cui inizi a badare a te stesso, quando inizi a chiederti: cosa faccio per stare bene? Quali sono i miei obiettivi nel lavoro? Cosa mi soddisfa nella relazione intima? Cosa posso dare a una ragazza e cosa pretendo in cambio?
Il corso Comprendersi nel corpo è specifico su questi problemi, comprende tra l’altro anche un esercizio per rilassare la zona pelvica e il bacino. Le due cose, il “badare troppo agli altri” e il “fastidio nelle pelvi” sono più collegati di quanto pensi. Prenditi cura del tuo piacere!

I miei genitori sono contrari che io conviva con il mio fidanzato

Lidia: Sono una ragazza bolognese che da 2 anni si è trasferita ad Alessandria dove convivo con un uomo con cui ho un perfetto feeling. Mia madre è venuta qui poche volte, mio padre ha rifiutato l’idea di avermi lontana ed entrambi, nelle rare telefonate che mi fanno, mi punzecchiano. Molto spesso io mi sento in colpa e questo ha fatto di me uno straccio. Verso il mio compagno ho degli strani risentimenti, spesso non voglio avere rapporti sessuali nonostante mi soddisfi, mi privo d’ogni tipo d’amore e affetto, vedo tutto nero. Quando sono serena sono piacevole e simpatica, ma quando cado nella depressione più acuta, non mi va bene niente. Vorrei ritrovarmi e ritrovare il mio rapporto con lui. Il tantra potrebbe essere uno strumento per capire meglio?

Elmar: Cara Lidia, leggendo le tue righe, la connessione tra i due problemi (con i genitori e con il fidanzato) mi pare ovvia: quando i genitori sono contrari al tuo trasferimento volendoti trattenere con loro, tu rifletti questa situazione sulla tua relazione. Disturba la tua storia in modo proporzionale alla colpa che credi di avere per essere andata via. L’origine di questo senso di colpa è da capire un po’ meglio: in che modo ti senti legata ai genitori? Quale buco stai coprendo nella loro vita? Com’è il rapporto tra loro? In che modo rispondi ai loro bisogni dei quali, probabilmente, nessuno è cosciente?
Ti possiamo fornire degli strumenti per capire meglio i vari rapporti: il primo con te stessa, il secondo con i genitori, il terzo con il tuo compagno. Abbiamo un corso I mostri interiori, che tratta esattamente questa tematica. E’ un corso molto intenso, perciò se decidi di partecipare, è consigliabile per te aver fatto prima almeno uno dei corsi introduttivi.

La mia ragazza ha incontrato l’ex fidanzato. Ora non è più come prima.

Sebastiano: Da circa due mesi frequento una ragazza e tutto era meravigliosamente bello fino a lunedì, quando ha rincontrato il suo ex fidanzato per restituirsi i regali fatti tra di loro. Durante la conversazione mi ha raccontato che hanno pianto nostalgicamente gli eventi trascorsi insieme, e c’è scappato un bacio, anche se lei afferma che non sia stato passionale. Da due giorni tutto è cambiato, lei è confusa e vuole capire cosa prova per me e per lui. Com’ è possibile! Lei ha detto che è fortemente convinta dell’amore che prova per me, allora su cosa deve riflettere? Temo che sia un modo “soft” per “sbarazzarsi” di me, sento che tornerà con lui, altrimenti non avrebbe avuto la necessità di mettere in dubbio sentimenti così forti, come li prova nei miei confronti.
Mi ha chiesto due mesi di tempo per riflettere e io ho risposto “ok”. Come posso agire? Cerco di starle vicino senza aumentare la confusione? Allo stesso tempo convivo con la paura di perderla, perché quello che provo per lei è forte.

Elmar: Ciao Sebastiano, l’addio da una persona che si è amata, provoca sempre una grande quantità di emozioni, di nostalgia, di apprezzamenti su ciò che è stato, ecc. Tutti i sentimenti non vissuti, le domande non fatte, i temi inconclusi tornano a galla. Il fatto che durante lo scambio dei regali sia successo questo non è illogico, è naturale.
Per te non resta altro che attendere i suoi processi: lasciarla concludere la relazione con lui e aspettare finché sia di nuovo aperta a te. Meno interferisci tu, più alta sarà la probabilità che diventi veramente una sua decisione. Se le stai troppo addosso, rischi che non concluda l’addio con l’altro, ma che faccia un compromesso tra le esigenze proprie, le tue e quelle dell’ex. Puoi trovare molte informazioni su queste dinamiche dell’amore nel libro Tantra per due.


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Amore e difficoltà nella coppia

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Stiamo insieme, ma lei non è innamorata di me

Luciano: Ho conosciuto la collega di mia sorella che si è lasciata con il suo ragazzo dopo quattro anni di fidanzamento. Ci stiamo frequentando e facciamo l’amore insieme. C’è molta passione tra di noi, ma lei mi ripete sempre che se non ci si innamora da subito, non ci si innamora più. Io cerco di farle capire che l’infatuazione è una cosa, mentre il vero amore è un’altra e viene col tempo. Adesso sono passati sei mesi, ma lei non molla.

Michaela: Luciano, se soltanto gli innamorati stessero insieme, il 98% della popolazione sarebbe single. Invece si vedono tante coppie. Molte coppie non stanno insieme perché sono innamorati, ma per motivi meno romantici: per colmare un vuoto, per non stare soli, per attrazione sessuale, per amicizia, perché non trovano un partner migliore, perché gli è capitato un figlio, per varie ragioni. L’innamoramento è una bella cosa, che porta le persone insieme, ma non necessariamente crea la coppia più stabile. Il problema sta nell’idea fissa della tua ragazza che vede l’innamoramento non come una fase temporanea (spesso iniziale) nel ciclo di vita della coppia, ma lo considera un presupposto. Se fosse coerente a questa convinzione, ti dovrebbe mollare all’istante. Forse la sua mente e il suo cuore non sono così sintonizzati come vorrebbe? O forse ti vuole più bene di quello che crede? Oppure usa questa convinzione per creare un po’ di distanza tra di voi, per mantenersi una porta d’uscita sempre aperta? Non lo posso sapere dalle poche informazioni ricevute per e-mail, ma al primo corso in cui verrete, vedremo in profondo alle vostre incomprensioni. Nel frattempo non insistere sulla tua versione di amore e innamoramento. Non è una questione razionale, ma va risolto sul piano dei sentimenti, sia per te come per lei.

Dopo 4 anni che stiamo insieme, il mio compagno non sa ancora se mi ama

Paola: Sono sicura dell’amore che provo per il mio compagno e sento che lui ha bisogno di me e che non riuscirei mai a tradirlo, eppure lui dopo 4 anni che stiamo insieme, ha ancora bisogno di tempo per capire se mi ama.

Michaela: Interessante, ma il tuo compagno come vede la questione?

Giovanni: Beh, Paola tendenzialmente mi vuole ingabbiare con le sue pretese, inoltre non so se lei è sincera, spesso mi sento tradito da lei.

Michaela: Diventa sempre più interessante. Come prima cosa vi consiglio di parlare ognuno dei propri sentimenti e non di quelli dell’altro, perché in fondo non li conoscete, anche se pensate di conoscervi molto bene. Perciò sostituite il “lui ha bisogno di me” con “penso che lui abbia bisogno di me” e il “lei mi vuole ingabbiare” con “mi sento ingabbiato”. Prendetevi almeno 15 minuti ogni giorno per allenarvi in questo modo di comunicare: ogni volta che vorresti dire “tu sei, tu fai” lo sostituite con “io penso, sento”.

Paola: L’abbiamo provato per 10 giorni e abbiamo scoperto che io ho bisogno di più contatto fisico, di essere guardata da lui mentre parliamo, di sentirlo più vicino.

Giovanni: Io invece ho bisogno di avere più tempi liberi per me, di poter chiudere gli occhi quando facciamo l’amore, di sapere di essere amato così come sono, altrimenti mi sento tradito. Ci vediamo molto in quella dinamica che nel libro Tantra per due descrivete come il “dilemma tra abbandonato e invaso”. Abbiamo deciso insieme di venire ad un corso per lavorare su questa questione che per la nostra relazione è diventata cruciale, per e-mail ci sembra troppo limitativo.

Michaela: Ora le cose mi sembrano più chiare. Intanto potete continuare con il dialogo ogni giorno e nei momenti più intimi cercate una posizione o una distanza che vada bene a entrambi, probabilmente non sarà né così vicina come la vuole Paola e nemmeno così lontana come la vorrebbe Giovanni. Se non riuscite a trovare una soluzione, la vedremo al corso.

Prima io non volevo, ma ora che io lo amo, lui prende le distanze

Azzurra: Come era prevedibile ora nella nostra coppia tutto sembra sgretolarsi, le distanze si fanno più ampie, la vitalità scende a picco, il respiro si blocca continuamente e i miei sentimenti vacillano. Federico ha proposto alcuni cambiamenti che io non condivido, non sento, non corrispondono ai miei bisogni, ma che a quanto pare dovrò accettare forzatamente, perchè attualmente rappresentano quello di cui ha bisogno lui:
– dormire in letti separati;
– frequentare altre persone senza bisogno di comunicarlo;
– darsi un tempo per verificare se qualcosa è cambiato;
Non ha più intenzione di investire nella relazione, perchè dall’ultimo grande litigio lui non si sente più una coppia. Io, sorprendentemente, nonostante la mia dichiarazione, mi sento ancora legata a lui. Ora sento la distanza che diventa immensa, le nuove potenzialità senza terreno fertile e un senso di colpa che mina la relazione. Provo a stare con questa terribile sensazione di “fine” che mi sento in tutto il corpo e provo a lasciare sedimentare tutto ciò che è accaduto. C’è altro che posso fare?

Michaela: Ciao Azzurra, ora non mi rivolgo solo a te, ma a tutti e due. Se le cose stanno come le descrivi e Federico non ha una versione completamente diversa dalla tua, tutta la dinamica sembra essere un gioco di carattere difensivo. Prima tu eri restia all’intimità e lui ti cercava. Ora tu ti sei aperta e lui non ti vuole più. In altri termini: quando uno vuole essere vicino, l’altro si allontana, e viceversa. L’importante per ora è di comprendere che questi movimenti non sono delle decisioni, ma sono delle reazioni difensive all’apertura del partner. Vi alternate nel ruolo di chi dice sì e chi dice no, ma l’esito è sempre lo stesso: vi allontana dall’intimità.
Se venite al prossimo corso, indipendentemente dalla “definizione di coppia” (che in questo periodo non è una libera scelta, ma una reazione difensiva a ciò che fa il partner, un’altalena di ripicche), possiamo andare nel profondo: vedere cosa sta sotto tutte queste reazioni, che sono sintomi e non sono i veri problemi. Se volete fare il prossimo passo, è utile se nel frattempo fate alcuni compiti:
1. De-frammentazione da carattere e da scenario, quando siete frammentati
2. Riflettere su quali sono i vostri giochi di potere. Specialmente il potere del partner di turno che dice “no” alle proposte dell’altro
3. Non prendere grandi decisioni, quando siete in difesa caratteriale (o quando non amate), perché aumentano le reazioni del partner anziché portare al nocciolo della faccenda. Succede come in Palestina: io oggi ti butto un razzo, perché tu ieri hai ucciso un mio soldato. So che domani tu farai esplodere un kamikaze, perciò dopodomani bombarderò un tuo villaggio, ecc. Mando un abbraccio a tutti e due.

Se mio marito mi tradisce, vuol dire che qualcosa non va?

Tara: Ho 60 anni e non ho mai avuto fantasie sessuali con mio marito. I rapporti sono molto teneri ma l’anno scorso ho scoperto che mi ha tradito. Voglio fare qualcosa per me e sapere che cosa non va.

Michaela: Ciao Tara, in quasi tutte le coppie che hanno rapporti molto teneri e dove la passione focosa non sta in primo piano, uno dei due prima o poi tradisce. E questo tradimento non è da considerarsi un’ostilità contro il partner amato, ma è una ricerca della passione, delle fantasie sessuali ecc. che il “traditore” crede di non poter trovare all’interno della relazione, che conosce solo come tenera e dolce. In fondo tuo marito nei fatti dichiara la stessa cosa, che tu dici a me a parole: Cosa non va?
Mentre tu ti fai il quesito, lui è andato a cercare la soluzione altrove. Il prossimo passo consiste nel trovare la passione anche all’interno del vostro rapporto. Se venite a uno dei corsi introduttivi, vi possiamo consigliare delle pratiche corpo-mente adatte a voi e alla vostra ricerca della passione. Nel frattempo potreste leggere il libro Tantra per due.


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Migliorare rapporti coniugali logori

Migliorare rapporti coniugali logori

Il rapporto con mio marito è logoro, benché a letto vada molto bene

Ale: Salve, ho appena iniziato a leggere il vostro libro Tantra per due dove scrivete che il sesso è lo specchio di una relazione di coppia. Concordo con voi e vi chiedo: per la vostra concezione è possibile che un rapporto che io definisco come “logoro e in totale crisi” vi sia un’intesa sessuale totale, perfetta, addirittura migliore di prima, una fonte di piacere reciproco e di circolarità condivise?

Michaela: Cara Ale, sì esiste. Ognuno di noi è più o meno scisso in parti, perciò si può benissimo fare buon sesso senza amare, avere un’intesa sessuale buonissima che non si riflette sulle scelte di vita, godere a letto senza una comprensione reciproca sulla vita, ecc. Talvolta compensiamo anche in un settore, per esempio nel sesso, delle carenze che abbiamo altrove. L’essere umano è troppo originale per lasciarsi descrivere nei libri che purtroppo devono sempre stare sul generico. Inoltre ci può essere un altro fattore che spiega questa incoerenza: molte coppie sono talmente attente a mantenere l’armonia nella coppia che sono costantemente vigili a ogni potenziale pericolo che possa nuocere il rapporto, perciò evitano tutti i toni forti, cercano sempre la comprensione, evitano ogni conflitto, ecc. Questo crea una continua tensione che mina il desiderio e la passione sessuale. Quando una bella volta non ne possono più e iniziano a litigare apertamente, finalmente si rilassano e la passione sessuale si apre come un bocciolo in primavera.

Vorrei che mia moglie scoprisse la propria femminilità

Felice: Io e mia moglie siamo sposati da quasi due anni. La nostra relazione non è fiacca, ma ogni tanto il fuoco si spegne. Come possiamo avere una vita sessuale serena con il massimo dell’appagamento? Io sarei pronto a scoprire sensazioni, a risvegliare la femminilità che c’e in lei, ma lei e più chiusa. Come posso sbloccare questa situazione?

Michaela: Ciao Felice, stai descrivendo una dinamica frequente nella coppia: lui spinge lei a essere più aperta, sensuale, erotica, femminile, a lasciarsi andare, ecc. Lei si sente invasa da queste pretese e si chiude, benché non contraria al piacere. Allora lui spinge con maggior forza e le racconta tutte le buone ragioni per scoprire la femminilità. Lei si chiude maggiormente.
Se venite a un corso introduttivo, per esempio Ardore nel cuore in agosto, possiamo darvi una consulenza e degli strumenti per sbloccare prima di tutto le vostre dinamiche affettive. Successivamente, se la tua compagna lo desidera, degli elementi per risvegliare la “femminilità”. Però a una condizione: che l’iniziativa parta da lei.

Mia moglie è spesso malcontenta e io non trovo pace

Luca: Da quando mia moglie ha fatto amicizia con una coppia, il nostro rapporto è precipitato in un burrone. Da circa 4 mesi mia moglie ha dei rapporti intimi con una coppia incontrata in una chat-line, e pur capendo il suo desiderio di vivere delle nuove emozioni, questo mi fa venire molti dubbi sulla nostra relazione. Io sono buddista e medito ogni giorno con regolarità (Anapana, Tara, Vajrasattva). Ultimamente durante le meditazioni non riesco più a visualizzare quello che fa parte della meditazione, invece continuo a vedere quei due pini che avevo piantato 10 anni fa nel nostro giardino e che mia moglie ha fatto tagliare quando ero all’estero per lavoro. Non so più da che parte andare.

Elmar: Caro Luca, anch’io seguo gli insegnamenti buddhisti; se ti ricordi le qualità di Vajrasattva comprendono la compassione, la saggezza e la chiarezza. A sentire le tue parole mi pare che tu faccia il bonaccione che si butta un po’ troppo sulla compassione e meno sulla saggezza. E’ così?
Dimmi un’altra cosa: com’ era il vostro rapporto prima che tua moglie avesse incontrato quella coppia? Era un rapporto sereno, sofferto, passionale, addormentato, amorevole o conflittuale?

Luca: Purtroppo è così, sono troppo buono, me lo dicono anche i miei amici. Con mia moglie ci sono conflitti quasi da sempre, lei è facilmente irritabile e malcontenta e il nostro rapporto è tutt’altro che passionale, lo chiamerei addormento, con dei conflitti che covano sotto la coperta. Malgrado tutti gli sforzi che faccio per essere equanime nella situazione famigliare, non riesco più a trovare pace.

Elmar: Caro Luca, allora l’incontro con quella coppia ha soltanto fatto esplodere una serie di conflitti preesistenti, ma non mi pare essere il nocciolo del problema. Sai, ci sono tempi per coltivare la pace interiore e ci sono tempi per mostrare le palle. Se accantoni per un certo periodo tutti gli ideali buddhisti come la compassione, la pace, l’equanimità e investi la tua consapevolezza per scoprire il tuo potenziale aggressivo e la tua forza (rappresentata nel buddismo tibetano per esempio da Heruka, Ekajati e Vajrakila, con tante di quelle fiamme, spade e denti), la tua meditazione in futuro diventerà molto più profonda e la pace si manifesterà spontaneamente senza alcuna imposizione mentale.

Luca: Grazie per i consigli, conosco le meditazioni sulle divinità irate che citi, ma non le ho mai praticate. Ho visto che nel programma hai un corso chiamato Cerchio degli uomini. Pensi che sia il mio caso?

Elmar: Si, penso che sia adatto per le tue questioni aperte. Se puoi partecipare, iscriviti presto perché ormai è molto pieno. In alternativa potresti praticare anche Karatè in una palestra vicina.

Parliamo soltanto delle cose banali

Grazia: Siamo sposati da 21 anni, ma da 2 anni viviamo praticamente separati in casa, dormiamo anche in camere separate. Parliamo soltanto delle cose banali di tutti i giorni come: cosa vuoi mangiare? Hai chiuso la porta? Che caldo che fa oggi, ecc…. E nel frattempo penso: lo lascio o non lo lascio?
Ma lui dice che non mi vuole lasciare in nessun modo e che spesso, quando litighiamo, si mangia tutta la rabbia e non me la fa mai pesare. Però vedo come vibra in modo nervoso e come aspetta finché passa.

Michaela: Nel quotidiano chi di voi due va più a cercare l’altro? Chi tocca più l’altro? Chi inizia con una carezza? Chi vorrebbe stare più vicino all’altro?

Grazia: Sono quasi sempre io che mi avvicino a lui, che lo stringo, che lo bacio. A proposito: una volta mi ossessionava con la sua voglia di sesso, ora si è molto ritirato. Io, invece, desidero essere desiderata.

Michaela: Ah, interessante! Puoi vedere che ciò che pensate sulla vostra relazione è l’esatto contrario di ciò che i corpi vogliono: tu qualche volta pensi di lasciarlo ma corporeamente lo cerchi, lui non ti vuole lasciare ma corporeamente si tiene più distante. Può essere che tu abbia una grande paura di essere abbandonata e per non doverla sopportare la anticipi mentalmente e nell’immaginario tu abbandoni prima per non essere abbandonata?

Grazia: Si, è vero, non l’avevo mai visto così. Sono psicologa, ma come si sa l’esperto è cieco nella propria relazione.

Michaela: Se sei psicologa immagino che avrai già analizzato la vostra relazione a tutti i livelli. Allora non aggiungere più altre interpretazioni, perché tu stessa sei un elemento del sistema che stai interpretando. Vai subito verso il cambiamento dando ai vostri corpi l’occasione di imparare su un altro livello, su un livello che sfugge alla razionalità.
Prova per 2 mesi con questi due esercizi: ogni giorno fate l’abbraccio del cuore per circa 10 minuti. Se non lo conosci, puoi vedere nel libro Tantra per due a pagina 279. Vi aiuta a ricollegarvi affettivamente senza l’interferenza dei pensieri.
Inoltre, quando parlate o discutete, ogni qual volta che uno si sente ferito, alza la mano (bandiera bianca). Questo vi aiuta prima di tutto ad accorgervi di come e quando vi ferite con le parole, secondo a non rispondere alla ferita aggiungendo altre ferite al partner.

Da due anni abbiamo incomprensioni e rancori reciproci

Giorgio: Sono sposato da 8 anni ed ho una figlia di 4 anni. Da un paio di anni mia moglie ed io abbiamo incomprensioni e rancori reciproci che ci impediscono di vivere un buon rapporto di coppia. Nella ricerca di una soluzione sentiamo il bisogno di riscoprirci sia individualmente che come coppia. Nei vostri libri si parla di chakranalisi, può esserci utile? C’è un corso adatto a noi?

Elmar: Caro Giorgio, questo come altri libri ti possono essere utili per trovare delle informazioni, per avere qualche spunto. Ma con i libri, come si sa, non si cambiano i comportamenti. Puoi prendere la chakranalisi come punto di partenza, vedere come si riferiscono i tuoi chakra ai suoi (avete fatto il questionario?) e fare qualche esercizio che durante la lettura vi ha ispirato per vedere cosa succede e quali comprensioni ne emergono.
Dopo 8 anni di matrimonio per molte coppie si presenta una specie di bivio (si chiama la crisi del settimo anno): o andare in profondità o accomodarsi nella routine. La prima strada è più impegnativa, ma a lungo andare più soddisfacente; la seconda è più facile, ma a lungo andare lascia un senso di vuoto.
Se decidete di riscoprivi sia individualmente che come coppia, vi possiamo segnalare il corso Ardore nel cuore e i primi corsi del training che sono adatti a questa ricerca.


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Amare al di fuori della coppia

Amare al di fuori della coppia

E' possibile amare due uomini contemporaneamente?

Elisabetta: Cari Elmar e Michaela, ho tra le mani il vostro libro che ho letto e che rileggo sempre volentieri nei momenti d’incertezza nella mia vita sessuale, in questo momento ho tanto bisogno di capire me stessa. Il problema che mi affligge si chiama Alberto, un ragazzo che ho conosciuto quest’estate e che ho incontrato diverse volte di nascosto dal mio fidanzato, ma con lui non ho mai fatto l’amore. Nei momenti d’intimità che abbiamo avuto ho provato un desiderio fortissimo e un’energia mai provata. Il fatto che non abbiamo mai avuto rapporti sessuali ha scatenato in me un desiderio grande e profondo per lui. Effettivamente fra me e Alberto si è instaurato un rapporto speciale che portiamo avanti telefonicamente dato che io sono a Pistoia e lui è a Bergamo e dato che io non ho lasciato Francesco, il mio fidanzato.
Volevo anche spiegarvi che l’amore che ho per Francesco è autentico e profondo e che continuiamo la nostra vita amorosa e sessuale più o meno felicemente. Io so che finché non mi libero dall’idea di una possibile storia con Alberto non potrò mai essere felice veramente con Francesco. E’ possibile amare due persone contemporaneamente e desiderare di fare sesso con due uomini? So che dare un consiglio in merito è difficile perché non conoscete me e nemmeno i due.
Ho 23 anni, il primo rapporto sessuale l’ho avuto all’età di 14 anni con un ragazzo non troppo gentile che mi ha perseguitato prendendosi gioco di me per tanto tempo. Da 7 anni ho rapporti con la stessa persona, che amo e che mi è molto dedita, ma non ho mai raggiunto l’orgasmo. Questo è un altro problema che mi porto dietro da tanto tempo e che vorrei risolvere.
Mi sento persa e sento di dover fare qualcosa, non riesco più a capirmi e a decifrare i miei sentimenti. Mi sento sbagliata e sola.

Michaela: Cara Elisabetta, ho letto la tua lettera e ti rispondo per quanto posso, non conoscendoti.
Mi pare che ti senti molto attratta da Alberto e che il tuo desiderio sessuale diventi più forte quando non fai l’amore e che lo mantieni a livelli alti proprio con l’evitare di fare l’amore con lui. Anche qui ti rispondo: possiamo aiutarti a chiarire le dinamiche tra te e uno dei due uomini, ma soltanto in un incontro reale, non via e-mail. Tutto potrebbe cambiare in quel momento che fai l’amore con Alberto o parli al tuo fidanzato dell’altra relazione. Perché in quel momento questa relazione segreta è vissuta più nel desiderio che nella realtà e si svelerebbe del suo alone fantastico.
Alla tua domanda “se è possibile amare due persone contemporaneamente?” ti rispondo: si, è possibile, tu stessa ne sei la prova, stai già amando due uomini.
Inoltre dici di non capire bene i tuoi sentimenti che però descrivi in una maniera molto chiara. Forse scrivere ti aiuta per chiariti? Tieni un diario?
Rispetto alla tua seconda domanda ti posso dire che molte donne giovani non provano l’orgasmo, a differenza degli uomini l’orgasmo femminile è una sensazione che si scopre e che s’ intensifica con il progredire nell’età. Ci sono delle pratiche che aiutano, ma non te le posso trasmettere per e-mail, perché vanno adattate alla tua situazione personale. Tra l’altro un criterio è se raggiungi l’orgasmo da sola nella masturbazione. Se mi chiami per telefono o vieni ad un corso possiamo entrare nei dettagli. Tra oggi e il nostro incontro puoi fare già una cosa: osservare se in momenti di intensa eccitazione noti qualche contrazione involontaria dei muscoli vaginali.

Sono folgorata da un altro uomo. Come posso convivere con mio marito?

Sandro: Come faccio a ritrovare la serenità sessuale con mio marito dopo aver avuto una relazione extraconiugale con un uomo che mi ha fatto assaporare l’unione perfetta, che mi ha donato l’estasi amorosa più elevata, mi ha fatto toccare il centro del mio cuore? Come si può vivere in bianco e nero quando hai visto i colori?

Michaela: Fortunatamente le relazioni umane non sono come i televisori o a colori, o in bianco e nero, da mantenere o da buttare. I televisori non si possono cambiare, le relazioni umane si. Un modo per trasformare anche il rapporto con tuo marito in un film a colori è di portare tutto quello che ti è piaciuto tanto con l’altro uomo, che ti ha fatto sentire in unione profonda e ti ha toccato il cuore nella relazione con tuo marito. Non è un’impresa facile, ma è fattibile.
Nei rapporti extraconiugali tutto è più facile, lo dicono in tanti. Abbandonarsi totalmente con un uomo in una relazione fresca è più facile che in una relazione vissuta, come è più facile uscire dai propri schemi durante le vacanze in un ambiente nuovo con persone conosciute da poco che a casa propria con relazioni consolidate.
Sei per caso in agency con tuo marito? Se la parola “agency” non ti dice nulla, dai un’occhiata al secondo capitolo del libro Tantra per due. E’ uno dei fattori chiave per rendere la propria relazione un film in bianco e nero e per rimanere folgorati da un rapporto extraconiugale.

Mia moglie si è innamorata di un altro

Fabio: Sono sposato da sei anni e conosco mia moglie da nove. La nostra unione è sempre stata molto tenera e di cuore. Siamo stati fin dall’inizio una coppia aperta, anche perché facendo gli artisti siamo sempre a contatto con persone nuove.
Dopo sposati i nostri rapporti sessuali si sono notevolmente diradati, arrivando anche a dei mesi tra un rapporto e l’altro. Lei in questi anni più di me ha avuto delle storie con estranei, all’inizio si condividevano, ultimamente non più.
Nel frattempo la nostra relazione va abbastanza bene, pur facendo l’amore soltanto una volta ogni venti giorni mi sento discretamente appagato. Da un anno a questa parte lei ha avuto degli incontri con cinque uomini e tutti hanno fatto cilecca, fuori che l’ultimo, un uomo maturo di 50 anni appena separato dalla sua ex. Morale della favola lei si è innamorata come una pazza di quest’uomo. Dal canto nostro ci vogliamo ancora bene e sentiamo entrambi un profondo legame, perciò non è andata a convivere con lui, si conoscono da appena un mese.
Ora vi chiedo: è meglio che io viva fino in fondo questa storia, vedendo la sua infatuazione? O dovrei impedirglielo con tutti i mezzi? Sarebbe meglio fare un corso con voi oppure è meglio lasciar perdere tutto e mettermi il cuore in pace? Da quello che ho letto nei vostri libri, c’è sempre un rimedio, ma forse per noi è troppo tardi. Un abbraccio forte.

Elmar: Caro Fabio, i rimedi in questo caso non si trovano sui libri, ma nella vita. Ovviamente con una sessualità diradata all’interno della coppia, un altro uomo diventa molto interessante per la donna e l’infatuazione trova un terreno fertile. L’infatuazione e la passione durano mesi, ma spesso non superano l’anno. Perciò tua moglie potrebbe dopo un certo periodo ritrovarsi nella stessa condizione come la vive ora con te. Questa, almeno, è la dinamica classica di molte persone che cambiano partner perché hanno perso la passione nella relazione principale.
Se venire ad un corso o no, non te lo posso suggerire io, la spinta deve venire da voi due. Se decidete di venire, potete lavorare su uno di tre possibili livelli:
1. In ogni caso comprendere meglio quelle resistenze e difese che ognuno di voi porta con sé nella relazione, nella vostra come in qualsiasi altra.
2. Se siete ancora in tempo, potete andare alla ricerca delle chiavi della passione che in questi sei anni avete perso sotto il tappeto tra la polvere relazionale e le briciole di sesso non vissuto.
3. Se fosse già troppo tardi, potete usare il corso per avviare una separazione dignitosa, per chiarire quegli intrecci distruttivi che non volete trascinare nella prossima relazione.


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Coppia aperta

Coppia aperta

Ho ritrovato la passione con altri uomini, ma non voglio allontanarmi da mio marito

Giacinta: Cara Michaela, ho avuto il piacere due anni fa di partecipare ad un vostro corso con mio marito, è stato il primo approccio al tantra e fu entusiasmante, ma per varie ragioni abbiamo lasciato che quell’entusiasmo iniziale si spegnesse e non abbiamo proseguito nel percorso di crescita, come ci eravamo ripromessi di fare dopo avervi conosciuto. In questi due anni sono successe molte cose ed oggi ho avuto il forte desiderio di scriverti, spinta dalla voglia di ritrovare una via che mi dia serenità.
Due anni fa le motivazioni che mi spinsero ad incontrarvi, riguardavano l’insoddisfazione nel vivere il rapporto sessuale con mio marito, insoddisfazione mia e sua legata al raggiungimento da parte sua di un orgasmo in tempi rapidissimi. Non so se questa sia la causa o solo la manifestazione esteriore del nostro problema, sta di fatto che ad un certo punto io ho smesso di cercare una soluzione di coppia e ho cercato altrove, prima da sola, poi cosa incredibile anche in coppia con lui.
Mi spiego meglio: soprattutto in quest’ultimo anno mi sono concessa di vivere delle storie, in cui probabilmente l’unica cosa che m’interessava era vivere forti emozioni “di tipo sessuale”, sono andata a letto con altri uomini e mi sono sentita appagata e felice, ho vissuto il sesso in un tempo lunghissimo, con gioia e senza preoccupazioni. Poi è successo che in coppia, prima per scherzo, poi sempre più coinvolti, abbiamo cominciato a cercare su internet coppie con cui vivere situazioni intriganti.
Come puoi immaginare è stato semplicissimo combinare degli incontri. Ne abbiamo vissuti cinque: prima con una coppia, poi una donna, poi due volte con un uomo e infine ancora una coppia. L’eccitazione fisica è stata sempre travolgente, ma io nel mio intimo non mi sono mai sentita profondamente coinvolta e infatti quando ho raggiunto l’orgasmo (solo due volte) è stato molto faticoso e sicuramente non soddisfacente. Da parte sua, mio marito vive l’esperienza come una soluzione ai nostri problemi, come una compensazione a ciò che lui ritiene non potermi dare ma che vorrebbe che io avessi.
Vivo con mio marito da 11 anni e lo conosco da 13, siamo complici nella vita, condividiamo sogni e progetti e vorrei davvero, e sono certa che lo vuole anche lui, avere un’intimità meravigliosa, sento che questi surrogati che abbiamo nel tempo utilizzato per andare in qualche modo avanti ci stanno in realtà allontanando. È ovvio che ho cercato in poche righe di darti un quadro della nostra situazione e non mi aspetto che una e-mail tu risolva i nostri problemi, ma dopo il corso con te ho fiducia che ci potrai dare un consiglio.

Michaela: Cara Giacinta, sono appena tornata con Elmar dal corso Le dinamiche di coppia e ti possiamo dire che le coppie che fanno fatica a combinare sesso e amore, passione e convivenza, avventura e routine, sesso focoso e sentimenti teneri sono veramente tante. La via più facile allora è di dividere le cose: amicizia con il marito e passione con l’amante, convivenza tranquilla con la fidanzata e sensazioni forti con un’altra donna. E’ molto normale che con altri uomini raggiungi un apice più alto perché l’eccitazione in una situazione nuova con persone nuove generalmente è più alta di quella vissuta con il partner che conosci da 13 anni. Se le avventure sessuali con altre persone ti sono piaciute e ti hanno dato una nuova carica, benissimo, era quello che volevi. D’altronde, come hai sperimentato, l’eccitazione assume una qualità di fatica, perché probabilmente in quei momenti eri tutta concentrata sul sesso e lontana dai sentimenti teneri e dal tuo amore.
Se ora senti che avere sesso eccitante con altri non è ancora il massimo, ti aspetta il prossimo passo che è una sintesi tra i due aspetti, oppure combinare l’affetto per tuo marito con la passione delle avventure sessuali. Allora sulla base solida di un’intimità condivisa da 13 anni puoi pian piano sperimentare ad introdurre più elementi passionali nel vostro atto amoroso.
Un aspetto di questo processo consiste nell’essere meno complici nella vita e a riprendere ognuno il proprio spazio, fare i suoi sogni, sviluppare i propri progetti, tu al femminile e lui al maschile. Soltanto dal polo individuale di uno spazio proprio nella mia vita può nascere quella scintilla che riaccende la passione.
L’altro aspetto della faccenda compete a tuo marito, di dare all’atto sessuale quella durata che serve a te per arrivare all’orgasmo. Per questo abbiamo una soluzione: un programma di 3-5 mesi per allungare notevolmente i tempi dell’uomo.

Siamo entrambi gelosi e questo ci rovina l’esistenza

Sandro: Dopo i corsi con voi nella mia vita sono cambiate tante cose: sono andato a vivere con Sara, comprendiamo tantissime cose e cerchiamo di superare le difficoltà assieme. Però c’è un problema al quale non troviamo proprio la soluzione: sia io che lei siamo gelosi e questo ci fa stare male. Per questa situazione ci stiamo rovinando l’esistenza, tanto che non riusciamo più a vivere una vita assieme alle altre persone perché finiamo nel controllo e nella sofferenza. Siamo fiduciosi che ci sia una soluzione, ma non riusciamo a trovarla. Ci potreste dare qualche suggerimento al riguardo? Tantissimi saluti di cuore

Michaela: Ciao Sandro e Sara, se siete entrambi gelosi perché non provate la cosa più a portata di mano? Semplicemente essere fedeli.
Questo include anche individuare i limiti e decidere cosa desiderate fare o non fare con altre persone: baci sono già trasgressivi o rientrano ancora nella fedeltà? Lunghi sguardi sono permessi o portano uno di voi in stati d’ansia? Forse non importa ciò che uno di voi fa con gli altri, ma mantenere il legame tra voi quando siete con altri. Questo può avvenire anche silenziosamente come: ogni tanto uno sguardo al partner, tenere la mano, sentire che l’altro c’è, camminare a fianco al partner, ecc.

Sara: Cari Elmar e Michaela, mi sento come una bambina dell’asilo che è affascinata dalla possibilità di sperimentare delle cose nuove, ma nello stesso tempo ha paura di perdere di vista la mamma senza la quale si sentirebbe perduta e quindi rimane ferma. E allora vi chiedo un consiglio, visto che il mio maestro interiore si è preso una vacanza (questo argomento lo annoiava molto). Con Sandro siamo arrivati a scrivere un contratto sull’apertura della coppia che lascia molte libertà rispetto al patto tacito che abbiamo vissuto fino a questo momento. Quello che mi lascia molto interdetta è che siamo uno contro l’altro e che non ci sia la serenità di vivere queste sperimentazioni come una possibilità in più per la nostra coppia. Non sono così ingenua da ipotizzare che l’apertura della coppia ci possa lasciare indifferenti: ho già messo in conto difficoltà, dolore e rifiuto e non so neanche immaginare cosa altro. Però in questo momento mi sento serena di affrontare tutto questo per un obiettivo di maggiore consapevolezza individuale e di coppia. D’altra parte è lo stesso spirito con cui vengo ai corsi di tantra: so che stanno aprendo per me nuovi orizzonti e questo mi fa sentire felice e fortunata di essere al mondo con l’opportunità di vivere tutto questo insieme al mio partner, anche se attualmente attraversiamo una fase difficile, tutto sembra fare più male di prima. Per ottenere qualcosa è necessario investire in termini di coraggio e di rischio; ho scoperto ultimamente che il mio potenziale “amante” ha fatto parte di molte dinamiche che riguardavano i miei genitori, (a cominciare dal fatto che i suoi occhi di ghiaccio mi ricordano mia madre) e questo mi ha fatto sentire vicina a lui. Adesso che lui mi ha chiesto di incontrarlo, io da una parte ho riconosciuto il desiderio di vederlo mentre dall’altra fiuto il pericolo che questa cosa sia prematura per me e mio marito Sandro. Non credo sia giusto scrivere un contratto per una situazione specifica. Non credo che lo si debba fare perché ci si sente in trappola. Vi allego il contratto che abbiamo scritto ieri.
Un abbraccio da Sara

CONTRATTO di apertura della coppia
Bergamo, 20.08.2001
1) Il contratto prevede un periodo di prova che durerà fino al 31 marzo 2002.
2) Lo status sarà di monogamia aperta; con tale termine s’intende tenere come riferimento principale la coppia, aprendo a sperimentazioni, anche intime ed erotiche, che non mettano in serio pericolo tale presupposto. Nel caso in cui dovesse accadere, tale contratto verrà sospeso per tornare a quello precedente e lasciare un periodo di riflessione.
3) Tale sperimentazione avverrà durante il training di Tantra come nella vita normale;
4) Nella vita quotidiana il limite sarà quello della penetrazione. Prima di incontrare qualcuno si avvertirà il partner. I momenti possibili saranno quelli in cui non si ostacolino le normali attività del partner e sia possibile avere una persona di supporto per i bambini. Al rientro ci si renderà disponibili a rispondere ad eventuali domande del partner su quanto accaduto.
5) Durante il training di Tantra, libertà totale di scelta della persona con cui fare gli esercizi, anche intimi ed erotici, in assenza di limiti e libertà di accettare o rifiutare le proposte del partner. Nel caso in cui uno dei due partner rifiuti di eseguire l’esercizio, l’altro manterrà la libertà di cui sopra.
6) Tempio dell’Amore: è concesso tutto tranne la penetrazione. Al ritorno in stanza sarà accolta nei limiti del possibile l’eventuale frammentazione del partner con la massima disponibilità a capire la difficoltà del momento.
Tutte le eventuali modifiche potranno avvenire in qualsiasi momento solo se tutti e due sono d’accordo

Elmar: Cara Sara, ho letto il contratto, è ben stilato, vedo che avete riflettuto. Se ti capisco bene si tratta di riempirlo ancora emotivamente di esperienze, di passare dalla teoria alla pratica. E’ vero, un contratto non si fa per una data occasione, né in un momento di crisi e nemmeno in un momento di euforia, ma all’interno di una cornice più lungimirante di un periodo di sperimentazioni.
D’altronde mi sembra che tu e Sandro avete simili timori rispetto a ciò che potrebbe succedere. Se non sbaglio state vivendo due processi simultaneamente: di trovare un nuovo grado di intimità tra di voi accompagnato da una sessualità più ricca e il desiderio di aprirvi ad altri. Questi due processi possono andare insieme, ma ciò presuppone che siate ben radicati ognuno nel proprio “senso di sé”, altrimenti è meglio fare una cosa dopo l’altra.
Non voglio illudervi: il contratto non serve a eliminare ogni possibile disturbo come il sentirsi abbandonato, l’attacco di gelosia, i dubbi sul proprio valore per il partner, ecc. Il contratto ha piuttosto la funzione di tenere tutte queste emozioni difficili entro un limite gestibile. Riparliamoci dopo le prime esperienze!

Sandro: Carissimi, sto passando un momentaccio e il bello è che, come sempre, l’ho voluto tutto quanto io. Sto vivendo questa situazione con Sara come una sfida, vivo tutto in reazione, con senso di rivalsa, detesto partire svantaggiato sull’apertura della nostra coppia; attualmente non ho una “amante” in petto come mia moglie. Io ho sempre pensato che fosse un gioco e sono stato il primo ad essere convinto che faccia bene alla nostra coppia sperimentare con altre persone, ma in questo momento sono completamente senza forze. Questa mattina nel contratto abbiamo tolto qualsiasi limite (la penetrazione) perché quando si sono visti giovedì mattina Sara e il suo amante mi ha poi detto che non hanno fatto nulla, perché era proprio quell’unico limite che li ostacolava.
Mi sento molto debole e umiliato, ma non riesco a porre dei limiti né a stare con una persona che i limiti non li vuole e questo mi fa male. Ma credo starei peggio se lasciassi quel limite nel contratto, perché in fondo l’ho voluto io così. Il principio mi va bene, ma non pensavo che lei trovasse un amante prima di me.

Elmar: Caro Sandro, non disperare. Avete subito iniziato a sperimentare in estremis, appena la vostra coppia è diventata un po’ più stabile. Se in fondo ti senti bene con il contratto che avete fatto e riconosci i suoi principi come tuoi e non come una cosa imposta, il punto è di viverlo con tutti i suoi alti e bassi per vedere i mostri in faccia che avete svegliato. Nel prossimo periodo ti può aiutare risalire al momento di frammentazione dei momenti bassi e di stare con il bisogno a monte della ferita: alle frammentazioni di agency, di carattere (specialmente l’ansia dell’abbandono), di scenario famigliare e di fare pazientemente i passi per uscire dalla frammentazione come li avete imparati negli ultimi corsi. Auguri!

Vorremo vivere come coppia aperta, ma non ne veniamo a capo

Loris: La mia ragazza ed io ne abbiamo parlato recentemente, dal momento che ho una sessualità forte e dal momento che avrei voluto avere più esperienze sessuali prima di incontrarla. Le ho mandato recentemente parte del mio diario in cui parlo della possibilità teorica di avere una relazione aperta. Inaspettatamente Sonia mi ha risposto che seriamente la considera una buona alternativa, soprattutto dal momento che fra poco starà alcuni mesi a Londra per lavoro. Inizialmente non lo aveva mai considerato, ma adesso ripensandoci se lo può immaginare. Penso che sia un suo modo per creare distanza, perché sa che si sentirebbe ferita da un tale esperimento, ma allo stesso modo è esperta nel nascondere i suoi sentimenti. Mi ha detto anche che lei sarebbe pronta a fare sesso con altri uomini, se io lo facessi con altre donne, per provare ad essere una donna libera e cattiva. A questo punto non sono poi così sicuro che lo sopporterei. C’è un pensiero romantico in tutto questo: dopo alcuni mesi di libero sesso saremo soddisfatti e torneremo volentieri a vivere in una relazione monogama. C’è purtroppo un altro grande rischio: lei potrebbe incontrare più uomini che io donne (in pochi giorni ha già dovuto dire no a quattro proposte) e questo mi farebbe sentire invidioso e geloso. Anche se su un livello mentale ci siamo messi d’accordo, vedo la possibilità che questo esperimento potrebbe rovinare la relazione e lasciare delle ferite per il futuro, ma allo stesso tempo che ci potrebbe unire ancora di più, per il fatto che ci diamo apertamente il permesso di esprimere una parte soppressa dentro di noi.
Quindi la mia domanda a voi: posso realizzare il mio grande desiderio di scopare liberamente e allo stesso modo mantenere la relazione con Sonia, o devo dimenticarlo finché non avrò guarito le ferite dell’abbandono di mia madre (e conseguentemente da ogni donna con cui entro in una relazione romantica) e finché non avrò tolto ogni traccia di gelosia dentro di me? Vorrei vivere in un mondo in cui la sessualità non fosse proprietà di nessuno, ma che venisse compartita apertamente tra chi la pensa come me, senza nessuno sforzo.
Sono un idealista o è solo il fatto che non viviamo in un tale mondo? Forse devo solo guarire il mio bambino interiore per poi riuscire a fare l’amore in qualsiasi maniera? Mi si confondono le idee.
Spero che mi possiate dare qualche riscontro creativo su questo soggetto molto controverso, ma importante in molte relazioni. Molti dei miei amici non ne parlano, ma ne soffrono lo stesso perché vanno e fanno l’amore con altre l’uno dietro le spalle dell’altro.

Elmar: Caro Loris, prima di passare a coppia aperta è consigliabile parlarci chiaro: ognuno dice come veramente si sente senza mezzi termini. Così ognuno si può fidare delle parole dell’altro e non deve indovinare come l’altro potrebbe sentirsi veramente.
Per aprire la coppia serve un legame ben saldo all’interno della coppia, con un’intimità e un’intesa talmente buona fra di voi, che riesce a reggere senza grandi problemi tutte le turbolenze che l’apertura comporta: il senso di abbandono, l’insicurezza su cosa farà l’altro, la gelosia, ecc. Nella descrizione della vostra coppia sinceramente non vedo questo legame stabile, perciò vi consiglio di rendere prima più intima (di cuore, non di sesso) la vostra coppia, e soltanto dopo avventurarvi all’apertura.
Anche quando la vostra relazione sarà totalmente impregnata d’amore, rimarrà sempre un’incertezza, un rischio. Non esiste una coppia aperta, dove tutto è sicuro. Dal dilemma non esci. Il rischio di incontrare altre persone interessanti fa parte del gioco.
Vorresti tu fare l’amore con donne noiose, difficili, poco erotiche? Penso di no. Allora perché la tua donna non dovrebbe cercare uomini attraenti? Aprendo la coppia non puoi usare due misure. E poi questo calcolo di chi ha più incontri. A parte il numero, che differenza c’è fra 3 e 6 scopate estive?
Una cosa è chiara: aprire la coppia comporta più avventure e più ansie. Tenerla chiusa comporta più sicurezza e più noia. A voi la scelta!
Avventura e sicurezza non esistono insieme. Non puoi viaggiare in una Ferrari Testarossa e pretendere che non vada troppo forte perché hai paura. Allora scegli una Fiat Punto, ma non lamentarti poi, se non corre come ti piacerebbe.
Nei capitoli 2, 5 e 6 del nostro libro Trasgredire con amore trovi delle indicazioni su come gestire questo argomento nella coppia.

Mio marito vuole la coppia aperta, ma io desidero l'intimità solo con lui

Marina: Cari Elmar e Michaela, anche se giovani, 31 e 33 anni, siamo una coppia che ormai sta insieme da circa 13 anni, sposati da 9 e genitori di un ragazzo di 8 anni. Vi abbiamo conosciuto attraverso i vostri libri di tantra che mio marito ha portato a casa.
Il nostro rapporto è sempre stato vacillante, fra alti e bassi e questo, forse, è il periodo in cui funziona meglio, se non altro siamo consapevoli del fatto che abbiamo desideri diversi. Un motivo di discussione più frequente è questo: mio marito con ogni stratagemma vuole convincermi a formare una “coppia aperta”, mentre io non ne voglio sapere, mi basta la nostra intimità, il nostro rapporto. Spesso non eravamo d’accordo sulla frequenza e così mio marito ha proposto che il martedì mattina fosse uno spazio tutto nostro, più il sabato sera implicitamente. Inoltre ho concesso il mercoledì sera “libero” a mio marito.
Questo programma ha sanato non di poco la nostra relazione, il mio tempo è così dedicato al lavoro, la famiglia e fare l’amore. Così abbiamo trovato un nostro equilibrio se non fosse per il fatto che ogni tanto mio marito sente la necessità di “frequentare” altre coppie, anch’io sento questa necessità ma non a sfondo sessuale, penso che si possa frequentare altra gente e starci serenamente insieme senza fare sesso. Serate trascorse con amici che per me sono divertenti, per lui sono noiose e così non ci troviamo proprio. Vi ringraziamo per leggere la nostra lettera e confidiamo in una vostra risposta.

Elmar: Cara Marina, prima di risponderti, dimmi se ti ho capito bene: avete come minimo un giorno per fare l’amore soltanto voi due che è il martedì, in più il sabato sera e altri giorni come optional.
Cosa significa che il mercoledì sera tuo marito è “libero”? Può fare sesso con altre donne o coppie? Se fosse così, tuo marito ha già avuto degli incontri?
Ho capito che tuo marito vorrebbe incontri sessuali con altre coppie, ma non sono certo se finora è rimasto soltanto un desiderio suo perché non condiviso da te o se vi siete già scambiati con altre coppie. In più mi interessa cosa fa la differenza per tuo marito tra una serata libera e un incontro sessuale a quattro? Cosa cerca in più che non ha già?

Marina: Caro Elmar, grazie per avere risposto alla “nostra”, mia lettera; le domande che tu ci hai posto rispecchiano un po’ la nostra confusione. Il mercoledì sera che io lascio libero a mio marito non è da lui dedicato per fare sesso con altre coppie o donne, anche perché non lo accetterei, il mercoledì è una serata che lui si è ritagliato e sinceramente non ho nemmeno capito il perché visto che io non gli ho mai limitato le uscite serali.
Per quanto riguarda gli scambi di coppia, fino ad oggi, è rimasto un suo desiderio non condiviso da me; io non sento proprio questa necessità, non mi sento annoiata dal nostro rapporto, anzi…., non cerco altre esperienze.
Che cosa mio marito cerca e che non ha già sinceramente non lo so proprio, anche se ne abbiamo parlato tantissimo. A dire la verità ha sempre cercato la trasgressione ma da quando ha iniziato a navigare su internet, un mondo nuovo gli si è aperto e da lì è spuntata la sua fantasia di vedermi fare l’amore con altri uomini e lui come spettatore, oppure la voglia di frequentare club privé. Sono queste le cose delle quali ha cercato di convincermi e che io non ho proprio accettato.
Diverso sarebbe un percorso tantrico dove, almeno questa è l’idea che mi sono fatta, ci si mette in contatto con la propria sessualità e con quella del proprio compagno, il che è diverso dalla trasgressione. Il nostro rapporto insomma è in crisi e non riusciamo a venirne fuori.

Filippo: Cari Michaela e Elmar, sono il marito di Marina e intanto mi viene da dirvi subito “grazie”. Nel giorno della festa del papà non poteva arrivarmi regalo migliore oltre alla poesia recitata da mio figlio. Con l’aiuto dei vostri libri e quello di Osho “Tantra – Comprensione suprema” sono riuscito a dare una svolta positiva ad una profonda crisi personale e di conseguenza di coppia, anche se alcuni strascichi non sono ancora finiti. Allora venendo alla storia con mia moglie devo dire che in tredici anni di rapporto sono sempre stato fedele. Da alcuni anni, la nostra vita sessuale e di coppia è diventata molto appagante e contemporaneamente in me è sorta una specie di forza interiore che mi spinge a condividere l’esperienza sessuale anche con altri, cosa che invece terrorizza mia moglie. Pratico yoga quasi tutti i giorni, seguito, se il tempo lo permette, da una meditazione formale e da diverso tempo ormai mi sento molto equilibrato. Ho ottenuto il mercoledì sera libero con una specie di accordo velato che se proprio voglio fare sesso con più persone lo posso fare a patto che non glielo dica. Però non è così facile trovare coppie aperte a questo e inoltre preferirei avere un rapporto più sincero con mia moglie.

Elmar e Michaela: Ciao Marina e Filippo, troviamo le vostre lettere molto interessanti e ci sembra che in fondo riflettono le due parti di una stessa medaglia che spesso nelle coppie si polarizzano tra l’uomo e la donna. Non vogliamo qui descrivere l’intera dinamica, ma vi proponiamo un esercizio che vi può essere utile in questa situazione.
Quando avete un’oretta libera, ponete tre cuscini sul pavimento, uno è di Marina, il secondo (faccia a faccia con lei) di Filippo, il terzo un po’ più distante di un immaginario osservatore che è interessato alla vostra storia come uno spettatore che si guarda il film “To swing or not to swing”. Poi cambiate posto: uno di voi si siede sul cuscino dell’altro mentre questo si siede sul cuscino dell’osservatore. Se per esempio iniziasse Filippo, allora si siede sul cuscino di Marina (lei va sul terzo cuscino) e quello di Filippo rimane vuoto. Ora tu Filippo cambiando posto sei anche entrato nella pelle e nell’anima di Marina, ti senti donna e provi i sentimenti di lei, praticamente diventi lei e inizi a parlare come Marina. Puoi iniziare a ripetere le sue stesse parole rispetto alla trasgressione, la fedeltà e i suoi bisogni nella coppia, parole che conosci bene perché le hai già sentite 100 volte; praticamente parli come Marina a un Filippo immaginario che puoi visualizzare seduto davanti a te sull’altro cuscino. Non lo fai meccanicamente, ma con tutti i sentimenti di Marina che ora sono i tuoi e che puoi veramente provare nella tua pelle. Continui a parlare come ti viene in mente, quando arrivi a una piccola pausa, aspetti finché ti viene qualcos’altro. Dopo un certo periodo avrai la sensazione di aver detto tutte le cose importanti, soltanto allora finisci. La vera Marina nel frattempo osserva e ascolta le parole pronunciate da Filippo nella pelle di Marina e le lasci scendere all’interno, nel tuo cuore per poter toccare anche i tuoi sentimenti.
Quando Filippo ha finito cambiate senza interruzione: Marina sedendosi sul cuscino di lui entra nella sua pelle e parla con la voce, il tono e il sentire di Filippo a una Marina immaginaria, mentre il vero Filippo osserva il tutto seduto sul terzo cuscino e si lascia toccare dalle parole. Questo esercizio non ha l’obiettivo di trovare un nuovo accordo, ma di aumentare la comprensione reciproca, la quale prepara il terreno per un futuro nuovo accordo. Buon dialogo!

Marina e Filippo: Abbiamo fatto il dialogo ed è durato due ore: una per parlare sui cuscini, poi un’altra per asciugarci le lacrime dalla commozione e per rimanere abbracciati in silenzio. In questo esercizio ci siamo avvicinati di più che in tutte le discussioni degli ultimi mesi. Non sappiamo come ringraziarvi.

Come convincere la mia ragazza allo scambio di coppia?

Amicone: Sono un ragazzo di 28 anni e sono fidanzato da cinque anni. Con la mia ragazza abbiamo rapporti sessuali, suppongo nella norma, ma da qualche tempo a questa parte mi vengono fantasie erotiche che per il momento sono difficilmente raggiungibili. Desidero, per esempio, fare lo scambio di coppia o addirittura (scusate il termine) un’orgia con più donne e uomini. Come posso convincere la mia ragazza? E come le altre persone?

Elmar: Caro amicone, nello stesso modo in cui proporresti alla tua ragazza e ad un’altra coppia una gita in montagna, una serata al cinema, un fine settimana al mare. Il sesso usa gli stessi mezzi di comunicazione, come tutte le altre attività della vita.

Amicone: Ho parlato con la mia ragazza. All’inizio era diffidente perché teme che io stia solo cercando un’altra donna, ma l’ho vista anche incuriosita. Alla fine ha prevalso la curiosità. Abbiamo sfogliato alcuni siti sullo scambio di coppia e ne abbiamo trovate anche alcune carine.
Ora è sorta un’altra domanda: cosa possiamo fare per tutelare la nostra relazione quando ci buttiamo in questi giochi?

Elmar: Abbiamo appena concluso una ricerca su come la coppia può giocare con i propri limiti, scambiarsi con altri, creare una sceneggiatura erotica e trasgressiva, affrontare consapevolmente la gelosia nel caso in cui dovesse affiorare ecc., senza disturbare l’armonia della coppia. Trovi molte indicazioni su come gestire lo scambio di coppia con la tua partner nel nostro libro Trasgredire con amore pubblicato da Edizioni Mediterranee.


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