Forse l’immagine che ho della mia famiglia è un’illusione
Barbie: Cara Michaela, non sto parlando della mia attuale famiglia, ma di quella dove sono cresciuta. Il corso I mostri interiori è stato folgorante per me, in particolare lo psicodramma con mio padre. Credo che tutti quegli insulti che avevo urlato all’uomo che interpretava mio padre non fossero, come pensavo, “roba” di mia madre. Chissà quante volte si è comportato male con me! Io mi ostinavo ad idealizzarlo, ma lui mi ha spesso maltrattato e mancato di rispetto.
Una frase che tu mi avevi detto era stata decisiva: “E’ strano che un padre tratti la figlia da principessa e non tratti la moglie da regina”. Lì ho capito che non poteva essere, che qualcosa non tornava nelle mie credenze e che era il caso di andare più a fondo. Noto che inizia a vacillare tutta l’immagine che avevo della mia famiglia.
Una cosa è certa: sono felice di non essermene andata, questa volta.
Michaela: Cara Barbie, sono contenta nel vedere che trovi le tue soluzioni da sola e che, anche nei momenti più difficili, da dietro la ferita riemerge la comprensione.
Quando l’immagine apparente della famiglia inizia a scemare, la costellazione reale può, finalmente, manifestarsi.
Ha senso fare più volte una costellazione familiare?
Chiara: Mi interessa molto il destino della mia famiglia, capire cosa ho vissuto da bambina e vedere come cresco i miei figli oggi. Ho partecipato due volte a una costellazione familiare e ho notato che la seconda volta ho vissuto meglio degli aspetti che la prima volta erano sfuggenti e che ho compreso quante delle mie caratteristiche ho ereditato da mio padre, cosa che non sapevo prima.
Vi chiedo se fate le costellazioni familiari come nelle scuole discendenti da Bert Hellinger o se fate un’altra cosa. Perché lì di sessualità non si parla mai, eppure mi ricordo che da bambina provavo una forte attrazione verso mio padre, era eccitante al massimo, non come la provo oggi verso un uomo, ma altrettanto forte.
Michaela: Cara Chiara, con le costellazioni familiari è proprio così: ogni volta emerge un altro aspetto dall’inconscio, si arrotondano gli eventi, nascono nuove comprensioni, si vede l’importanza di una figura come la nonna, lo zio, la sorella, l’amante di papà, … che prima non si notava. La costellazione familiare non è una cosa statica del tipo “l’ho fatta e adesso so perché sono così come sono”, ma cambia con la propria evoluzione. Le introiezioni delle figure primarie cambiano con la consapevolizzazione delle stesse.
Anch’io ho seguito la formazione in costellazioni familiari, con la prima generazione di allievi di Bert Hellinger all’ABHI e ho frequentato alcuni corsi tenuti proprio da lui. Quando lavoro insieme a Elmar con i miei allievi nel corso I mostri interiori, usiamo più di un metodo: prima lo psicodramma per individuare bene la relazione primaria con la madre e con il padre, poi le costellazioni familiari per comprendere il sistema famiglia nella sua complessità. In più usiamo alcuni elementi dell’IBP-Counseling (Integrative Body Psychotherapy) per dare più spessore al vissuto corpo-mente di questa esplorazione.
Questo perché vogliamo evitare che le costellazioni diventino un nuovo modo di tornare a frasi fatte, che sentiamo spesso da persone che hanno avuto un approccio superficiale con queste tematiche: “ho già lavorato sul rapporto con mia madre, so che devo…” oppure “ho già perdonato i miei genitori, non serve ritornare su questo argomento” oppure “siccome ho avuto un abuso a 11 anni, non riesco ad abbandonarmi agli uomini” e così via.
Non vogliamo che il counseling venga usato per sostituire vecchie credenze con altre, nuove, ma ugualmente rigide, che si consolidano nell’individuo dandogli l’impressione di avere capito definitivamente la struttura profonda del proprio sé, per non dover affrontare quei punti che sono i più dolorosi nella ricerca interiore.
Per fare un esempio: il rapporto con tua madre non sarà mai elaborato completamente, perché il tuo sentimento di fondo (cioè quel sentirti normale che non ti verrebbe neppure in mente di cambiare) è impregnato da lei, te lo ha trasmesso quando eri nel suo utero. Il modo con cui tua madre ti ha toccato, evitato, amato, guardato, tenuto, trascurato, coccolato emerge in ogni relazione intima che hai: con il tuo uomo, con la tua amica del cuore, con i tuoi figli, con chiunque ti stia vicino. Questa memoria è immagazzinata nelle parti più antiche del sistema nervoso e nel sistema limbico, perciò la tocchi soltanto quando la costellazione familiare diventa un’esperienza corporea. La devi sentire in ogni fibra del tuo corpo, altrimenti rimane una scenografia interessante. Perciò le frasi risolutive che Hellinger offre funzionano soltanto quando sono dette in un determinato momento, quando tutto il corpo è aperto e ricettivo ai sentimenti verso il sistema o verso una certa persona.
Inoltre, vogliamo che la frase risolutiva emerga dal cliente dal suo sapere corporeo, dal suo linguaggio corporeo, da un suo impulso anche fragile o tenero, ma che non venga suggerita dal counselor come lo vediamo spesso fare nelle costellazioni familiari. Nell’ultimo caso rischia di diventare l’ennesima interpretazione che qualcuno ti dà e che aumenta i dubbi su chi sei, perché ogni counselor ti dirà un’altra versione. Se invece emerge da te stessa, a quel punto lo sai, e lo sai in profondità, senza ombra di dubbio, perché sei tu a darti la risposta.
Con questa risposta sono forse andata un po’ oltre la tua domanda, per chiarire alcuni punti che mi stanno a cuore e che vengono spesso fraintesi da chi ha poca esperienza con le costellazioni familiari o si avvicina ad essi con una comprensione solo mentale.
Come hai visto nel nostro programma, teniamo il corso delle costellazioni familiari due volte in inverno, quando il clima invita a guardarci dentro, perché lo riteniamo un ottimo metodo per comprendere la propria origine, il perché siamo quello che siamo, e poter cambiare successivamente nel training un tassello dopo l’altro, per poter cambiare gli schemi distruttivi nelle relazioni intime e poter vivere un amore più profondo e un piacere sessuale più pieno.
C’è una relazione tra il tantra e costellazioni familiari?
Ernesto: Come si possono relazionare il tantra e le costellazioni familiari?
Elmar: A Vienna, ho fatto un percorso di psicoterapia Gestalt e bioenergetica per tre anni. Dopo per un po’ non ne volevo più sapere. Mi dicevo “Caspita, bisogna sempre tornare ai genitori, ai traumi infantili, alle carenze, ai bisogni… Chi me lo fa fare?”. Allora sono andato in un monastero tibetano. Ho chiesto al Lama Chökyi Nyima Rinpoche se mi poteva insegnare una meditazione tantrica. Egli rispose: “Siediti su un cuscino in modo comodo, con la schiena abbastanza dritta, visualizza davanti a te il Buddha e dietro a te i tuoi genitori”. Inorridii. “Cosa?! I genitori di nuovo?” Egli vide la mia reazione e pazientemente disse: “Ebbene sì, perché i genitori ti condizionano per tutta la vita, perciò fanno anche parte della meditazione. Vanno messi i genitori interiorizzati, quelli che ti ricordi, non i genitori veri, anziani di oggi.”
Michaela: Inoltre, per come le facciamo noi, tra costellazioni familiari e tantra io vedo alcuni nessi. Spesso nelle costellazioni familiari non si tocca la sessualità. Noi invece indaghiamo anche su questo aspetto. Forse è una cosa peculiare nostra: vediamo come la vivono, come l’hanno vissuta, cosa hanno tramandato e come ti condiziona oggi. É molto interessante notare l’unione tra costellazione e un percorso spirituale.
Elmar: Si potrebbe dire che le costellazioni sono preliminari al tantra. Come nel nello yoga si fanno asana per molti anni prima di passare alle pratiche più intense, o nel tantrismo tibetano si fanno le invocazioni, così le costellazioni sono un buon preliminare per rendersi conto delle proprie convinzioni: non tutte vengono da me, molte le ho prese dai miei antenati, dai miei amici da giovane. E quando hai “gli occhiali” per osservarle diventa più facile arrivare alla mente pura, a trascenderle.