Come trovo il partner giusto? Provo attrazione per donne molto più grandi di me.
Adam: Ciao, sono un ragazzo di 19 anni. Vi scrivo perché, vista la mia età ho un’attività ormonale esplosiva che però non riesco a condividere con una donna. Il problema non è tanto il fatto di non avere una fidanzata e che quindi faccio sesso saltuariamente, ma che non voglio una fidanzata! Mi spiego meglio: provo un’attrazione indescrivibile per donne molto più grandi di me, le classiche donne mature che hanno quello sguardo sensuale ed arrapante (scusatemi il termine) che le ragazze della mia età non hanno, anche se sono più sode. Non sono quindi soddisfatto neanche dei pochi rapporti che ho con ragazze coetanee. Capisco che forse voi non possiate aiutarmi a trovare donne di 30-45 anni con cui fare sesso, ma potete “almeno” dirmi come si possono controllare gli istinti sessuali? Quest’attrazione insoddisfatta mi porta a masturbarmi molte volte al giorno, il che è molto frustrante sia fisicamente che mentalmente. Posso riuscire con la meditazione a limitare il mio carico esplosivo di energia sessuale (anche se è un vero peccato)? Credetemi che nonostante il tono ironico per me è un vero problema.
Elmar: Perché non scegli la strada più facile: cercare una donna matura? Sai quante donne mature volentieri lo proverebbero con uno giovane? Non lo dicono apertamente, perché è ancora un argomento tabù, ma il desiderio c’è. Fra poco inizia l’estate e nelle piscine, al mare… Dopo ore che le signore passano al sole, qualcosa inizia a scaldarsi anche all’interno.
Per il tuo problema dimentica la meditazione! Oppure leggi Tantra e meditazione. Quest’ultima è una cosa bellissima, ma non è fatta per controllare gli istinti o per limitare la tua sessualità esplosiva. Sarebbe davvero un peccato e non è proprio il suo compito. Un mio maestro diceva “Quando Dio ha creato gli umani, probabilmente stanco dalle creazioni dei giorni prima, gli è successo un errore: gli uomini a 20 anni hanno una gran voglia di sesso e le donne si concedono poco. A 40 anni le donne vorrebbero tutti i giorni e gli uomini iniziano a diventare stanchi.” Suona come un’ironia, ma purtroppo la fisiologia è questa. Ti auguro delle buone avventure con donne mature!
Incontro sempre uomini bloccati e monolitici.
Elisabetta: Carissimi, finalmente vi scrivo! Ho letto i vostri libri, ho iniziato a fare meditazione, ho davvero trasformato la mia vita e la mia mente… eppure… eppure la mia vita intima è inesistente, da sempre. Finisce che tutte le cose che mi piacerebbe provare non riesco mai a metterle in pratica, tra disastri sentimentali vari, e persone che sono assolutamente “automatizzate” nel rapporto persino con il loro corpo. Non c’è niente di più triste che trovarsi in intimità con un corpo e non con una persona, e rendersi conto che la propria consapevolezza e sensibilità, da sola, non potrà aiutare a sbloccare quest’altro. È successo da poco, quindi lo ricordo bene, quest’ uomo non si voleva mettere in gioco né sentimentalmente, né fisicamente. Come lui trovo solo persone talmente concentrate su se stesse da avere il sacro terrore da questo solito “monolite” di autoreferenzialità… Leggo che si può venire anche da soli ai vostri corsi, ma se già adesso c’è questo tremendo gap di consapevolezza tra me e gli uomini che incontro, dopo, non sarà ancora peggio? Credo che voi sappiate in che stato si trovano gli uomini italiani intorno ai trent’anni… aiuto! È l’unica cosa da dire! Fatemi sapere come posso conciliare tutto questo in un percorso esperienziale. Un abbraccio.
Michaela: Cara Elisabetta, se vieni da sola a un corso, farai le tue esperienze da sola e insieme ad altri, la gran parte degli esercizi non sono talmente intimi da richiedere un partner fisso; ci sono donne e uomini che da soli fanno tutto il training, figurati.
Da quello che scrivi, penso che il nocciolo della questione sia trovare quegli uomini che come te si mettono in gioco, vogliono crescere… Mi si pone la domanda come fai a capitare proprio nelle mani dei “monolitici autoreferenziali”. Ci sarà qualche “magica attrazione” o qualche dinamica inconscia che ti fa finire con chi non vorresti mai?
Elisabetta: Mi sa che c’è qualche “magica attrazione”, ma anche in giro la gente che si difende da se stessa è di più di quella che si vuole bene. Ve lo ricordo!
Michaela: Hai ragione nel dire che molte persone si difendono da se stesse e che alzano dei muri interiori per separarsi dal loro cuore, dai loro sentimenti, dal proprio piacere e dal silenzio interiore.
Nelle tue relazioni il criticare gli altri forse riesce a liberarti da quella irritazione che provi verso le “persone chiuse”, ma oltre a questo non ti porta da nessuna parte. Per la tua ricerca puoi soltanto occuparti pazientemente e sistematicamente di quel 50% della relazione che sta dalla tua parte, cioè la tua attrazione verso “uomini bloccati e monolitici”, è il miglior modo per inspirare l’altro ad occuparsi dell’altro 50% che sta dalla sua parte. Finché contesti gli uomini dai quali ti senti “magicamente” attratta stai lottando in verità contro te stessa, perché l’attrazione parte da te.
Elisabetta: Grazie, per le saggissime parole… e infatti io mi metto al lavoro!
Sto ancora cercando l’anima gemella, ma esiste?
Giovanna: Ho 46 anni ed è da un quarto di secolo ormai che cerco l’anima gemella. Ho letto alcuni libri sull’anima gemella, che è fatta per me ed esiste, in qualche parte del mondo, e che bisogna soltanto trovarla. Ma ad oggi sono in aumento i momenti dove non ci credo più, eppure una voce dentro di me dice che da qualche parte dovrà pure esistere un uomo adatto a me. Quindi mi chiedo: esiste o è soltanto una credenza?
Michaela: Sai Giovanna, con l’anima gemella è come con tutte le credenze: se ci credi, esiste. Se non ci credi allora non esiste. Ciò che esiste, senza ombra di dubbio, è il concetto di anima gemella nella tua mente. Ed è quello che determina la tua vita. Perciò credendo nell’anima gemella ti regoli di conseguenza: incontri gli uomini in un certo modo, cioè nel modo di una donna che cerca l’anima gemella, che scruta l’altro sesso, e in ogni incontro si chiede: è lui o non lo è? Se invece non ci credi e incontri gli uomini senza questo concetto, i tuoi comportamenti cambieranno. Sarai più aperta a quell’uomo così come si presenta a te, lo vedrai senza il filtro di “anima gemella” davanti agli occhi e avendo meno aspettative, tutto il vostro avvicinarsi sarà più fluido e più naturale. E incontrandolo con scioltezza e godendoti il piacere momento per momento senza quella fatidica domanda sempre in testa, potrai entrare con lui in una relazione più realistica, naturale, come fanno gli umani che amano altri umani con i loro pregi e difetti. E la volta che ami qualcuno e dici a lui un “sì” dal tuo cuore, la domanda sull’esistenza dell’anima gemella si dissolverà nel nulla. Perché è una domanda metafisica e quel tipo di domande, per loro natura, non possono avere una risposta definitiva. Se in 2000 anni di storia nessuno è ancora riuscito a dimostrare che Dio esiste, ma nemmeno che non esiste, figurati se uno troverà la prova per l’esistenza dell’anima gemella.
Giovanna: Arrivata a questo punto mi sono anche stancata a chiedermi se esiste o se non esiste, a farmi delle speculazioni teoriche e leggere libri sull’anima gemella. Vorrei soltanto trovare un uomo con il quale trovare una buona affinità di coppia. O sono forse io quella che complica le cose?
Michaela: Questo è un buon punto: passare dalle speculazioni metafisiche alle domande personali. Ora possiamo iniziare a lavorare seriamente, a fare luce sulle tue origini personali che hanno partorito il concetto di anima gemella, a quel desiderio insaziabile che sta in fondo a tutte le tue domande e ai tuoi dubbi. Puoi venire ai corsi “Intimità e carattere” o “I mostri interiori” per comprendere meglio le tue dinamiche consce e le tue reazioni inconsce che metti in atto e che ti inibiscono nel trovare un uomo da amare.
Non riesco a trovare la ragazza giusta.
Patrik: Ho 28 anni e da tanto tempo non riesco a trovare una donna giusta con la quale mi piaccia creare una relazione e sentirmi soddisfatto sessualmente e mentalmente. Nei vostri corsi c’è la possibilità di conoscere qualche ragazza, perché, purtroppo, mi trovo senza compagna e sto soffrendo moltissimo. Attendo risposta!
Elmar: Ciao Patrik, ecco la risposta! Se vieni a un corso per trovare la donna giusta, ti consiglio di non venire, perché la tua ricerca è già persa in partenza. Le donne al corso sono le stesse donne che incontri ogni giorno al supermercato, al lavoro, in discoteca… e se le avvicini con gli stessi messaggi incongrui che trasmetti alle donne che incontri nella tua vita, non ne vale la pena sprecare tempo e soldi. Il mondo è pieno di donne “giuste”, ma finché i filtri nella tua ottica sono “sbagliati” non le riuscirai a vedere.
Se dovessi decidere di venire lo stesso ad un corso, come primo passo ti farò osservare accuratamente tutti i tuoi meccanismi che metti in atto per non trovare la donna “giusta”, tutti quegli automatismi emozionali, mentali e comunicativi che ripeti ogni volta che una donna “giusta” sta proprio davanti a te, ma tu, purtroppo, non la trovi. Dopodiché in un secondo momento capirai da solo l’atteggiamento mentale per trovare quella “giusta”. Se condividi quest’ottica venire a un corso inizia ad avere senso.
Dopo 15 anni di terapie e meditazione attiro ancora donne che non mi piacciono.
Sadhir: Ho 49 anni, e da 15 anni faccio ricerche interiori e mi metto continuamente in discussione, all’età di 24 anni mi sono sposato perché la mia compagna è rimasta incinta, dopo 11 anni di matrimonio mi sono separato, il dolore di tutto questo mi ha spinto ha fare terapia, e ho incontrato il mondo di Osho, ho fatto gruppi su gruppi, e ultimamente vari training fino a prendere la qualifica di terapista. Dopo la separazione ho avuto molte esperienze con donne anoressiche, con bulimia, esaurite come la mia ex moglie. Ora sono solo e desidererei avere una compagna, ma continuo ad attirare donne problematiche. Le donne invece che piacciono a me e verso le quali sento una forte attrazione energetica, mi rifiutano.
Quando chiedo loro il perché del rifiuto, mi rispondono che sono troppo: troppo consapevole, troppo attento, troppo presente, in due di casi provavano troppo piacere, e hanno paura di annullarsi. In altri casi mi hanno detto, che preferivano uomini ingenui, inconsapevoli, da manipolare e gestire come volevano loro, per poi venire a lamentarsi di avere trovato uomini bambini.
Conducendo gruppi di meditazione di Osho, vedo che le problematiche che ci sono dietro alle donne (e anche agli uomini) sono enormi. Ho una gran confusione e non so più cosa fare. Ho una gran voglia di avere una compagna, con la quale condividere un percorso di vita, dall’altra parte non vorrei fare dei compromessi con le donne complicate. Tante volte mi chiedo: ma cosa vogliono realmente queste donne?
Elmar: Caro Sadhir, è interessante, la tua storia. Come prima cosa, noto che in queste righe parli molto più delle donne che di te. Mi suona come un forte componente di agency (vedi Tantra per due capitolo 1) che ti porta a rivolgere tutta la tua attenzione alle donne. Il problema non è che le donne siano confuse, ma che tu ti lasci confondere. Il maestro Osho direbbe “If you cannot deal with your own confusion, why do you care about the confusion of others?” (in italiano: Se non riesci a gestire la tua confusione, perché ti occupi della confusione degli altri?).
Sadhir: Ringrazio per la risposta, leggendo il vostro libro mi trovo d’accordo con quello che scrivete a proposito dell’”agency”. Dovevo salvare mia madre, e poi sono diventato il salvatore delle donne, mi preoccupo più del loro benessere che di essere in contatto con la mia energia, ma con questa consapevolezza sono iniziati i problemi. Mentre con la strategia del salvatore riuscivo almeno ad avere delle donne, da salvare e cullare, da quando ho cominciato a togliermi la maschera e ad esprimere le mie esigenze, ho ricevuto continui rifiuti dalle donne che realmente mi piacevano; anche ora ho un sacco di donne che mi corteggiano, ma tutte da salvare. Forse cerco nuovamente la principessa azzurra? Oppure ancora non ho capito dove sono? Mi sono rivolto a voi, perché i miei amici che hanno frequentato i vostri corsi sono rimasti molto contenti e vi ritengono ormai esperti nel settore.
Elmar: Caro Sadhir, probabilmente una parte di te inconsciamente sta mandando alle donne ancora il messaggio “ti salvo”, mentre consapevolmente cerchi un altro tipo di donna, che sia più autonoma, più alla pari. Sembra che la tua comprensione non si rifletta ancora in tutto il sistema, sia corporeamente che energeticamente sei ancora attratto dalle vittime. Per venirne a capo, inizia ad osservare il tuo linguaggio corporeo, la postura che assumi quando parli con una donna, il bilanciamento tra percezione fisica di te e di lei, i movimenti del corpo sottile, la sensazione degli occhi che si muovono magicamente verso di lei, ecc. Osserva anche se incontrando una donna muovi inconsapevolmente la testa un po’ in avanti, per esserle più vicina, se chiudi la percezione nella tua pancia e nel bacino, se il baricentro energetico si sposta in alto, verso il cuore. Se prima di venire ad un corso osservi bene i tuoi comportamenti con le donne, potremo passare subito al nocciolo della questione.
La mia ragazza mi ha lasciato, ma io penso soltanto a lei.
Alessio: La mia ragazza mi ha lasciato, ma io penso soltanto a lei.
Elmar: Caro Alessio, dopo la consulenza prolungata di questa sera riepilogo brevemente i prossimi passi.
Visto che la tua ragazza ha chiuso la relazione, questa volta in modo definitivo, puoi rispettare la sua decisione e dare una fine al tira e molla che la caratterizzava da anni e che è riconducibile a una difesa dall’amore, come hai già capito dai testi di A. Lowen e altri.
In questo senso puoi fare il rito dell’addio dignitoso, come l’abbiamo fatto al corso. Posiziona due sedie (o cuscini) a una distanza di dialogo. Su una ti siedi tu, sull’altra ti immagini la tua ex-compagna. Poi parla a voce udibile (questa è più sensoriale del solo pensiero e perciò tocca anche il sistema nervoso limbico) alla donna immaginata seduta di fronte a te. Datti abbastanza tempo e fai il rito in modo sentito, non meccanico. Se ti commuovi, va benissimo. Alla fine salutala con un gesto chiaro e definitivo.
La seconda “tecnica” consiste nel dirigere da ora in poi il tuo desiderio, l’affetto, l’amore e altri sentimenti, verso una donna reale che è disponibile e di non avviarti in un vicolo cieco. Cioè ogni volta che provi un certo “trasporto” verso la donna, dalla quale ti sei appena separato, con un gesto cosciente e deciso lo rivolgi verso un’altra potenziale partner. Ti auguro di incontrare donne nuove e ti ricordo che su questo pianeta ce ne sono circa 4.000.000.000.
PS: Se in futuro vuoi proseguire il percorso con noi, i corsi più indicati per portare chiarezza nelle relazioni intime sono “Comprendersi nel corpo” e “Intimità e carattere”, entrambi tenuti in autunno.
Alessio: Procederò con queste due soluzioni (rito dell’addio e spostamento del mio trasporto su altre donne) e sono fiducioso. Ho già iniziato da ieri sera a spostarmi su altre donne. E’ proprio mia intenzione riprendere il percorso con voi. Una cosa che non so ancora gestire dentro me stesso è la seguente: sono molto arrabbiato con la mia ex (e puoi ben capire come le sue inconsce difese, le sue furbe strategie, le sue bugie, le sue incoerenze facciano incazzare un uomo che prima ha ricevuto da lei il meglio delle sue attenzioni) e non so come gestire questa incazzatura. Forse era proprio questa incazzatura che lei genera che mi motivava a richiamarla, di recuperare il rapporto, migliorare la mia posizione, ecc. Come pensi possa gestire questa incazzatura? Io non sopporto l’idea che una persona così problematica possa ora avere la situazione in pugno e vorrei forse toglierle questa soddisfazione.
Elmar: Caro Alessio, veramente stavo per partire in direzione Firenze dove tengo un weekend introduttivo, ma poi ho aperto l’e-mail e trovo la tua lettera. Il tuo spostamento rapido dell’attenzione verso altre donne mi ha fatto sorridere. Come gestire l’incazzatura? Hmmm, la rabbia solitamente è un’emozione che ha la funzione di distanziarci dall’altro, mentre tu la usi per fare contatto (chiamarla, insultarla, ecc).
Ti ricordi che da piccoli dicevamo: non litigare con le bambine, perché quelle, quando si arrabbiano, non usano calci e pugni, ma iniziano a graffiare, a mordere e a tirare i capelli, cioè aumentano il contatto con l’avversario.
Da questa gestione “tipicamente femminile” della tua rabbia deriva la convinzione che lei abbia la situazione in pugno e che l’abbia vinta. In verità lei non ha in pugno niente; sei tu che le concedi potere e poi ti arrabbi con te stesso, perché il tuo orgoglio questo non te lo permette. Insomma: ti sei intrappolato da solo.
Non dico di porgerle anche la seconda guancia, ma di sollevare la questione su un altro piano: dall’ “io ho ragione” alla comprensione che le cose sono andate come sono andate.
Non so se questa risposta ti piace, ma ora sto partendo e ci possiamo sentire soltanto lunedì.
Alessio: Ti ringrazio e rifletterò sulla tua risposta. Ci vedremo in autunno.