L’orgasmo femminile

L’orgasmo femminile

E' possibile che una donna pianga quando viene all’orgasmo? Vorrei capire!

Blu: La mia ragazza, con la quale sto da 3 anni, ha una “reazione” molto particolare in un momento altrettanto “speciale”; piange quando raggiunge l’orgasmo. Si mette letteralmente a piangere, un pianto breve ma intenso.
Più volte ho cercato di avere una risposta ma nemmeno lei è in grado di darmene una; dice semplicemente che non sa il motivo di questa sua reazione. Nessuno è riuscito ancora a darci una risposta. All’inizio temevo che fosse generato dal dolore, ma così non è; in quei momenti (sue parole) si trova all’estremo del piacere, il ché si vede e si sente, ma quando raggiunge il “culmine” scoppia a piangere.
Vorrei capire, se per vergogna o per timore si trattiene al punto tale, per poi scoppiare in lacrime. Ma lei dice di no. La mia reazione? Per ora accetto che sia così, con la speranza che la mia ragazza in un momento cosi bello possa reagire in un modo meno “strano” (concedetemi l’uso di questo termine). Vorrei semplicemente capire.

Elmar: Caro Blu, come la tua ragazza ci sono alcune donne (forse 1 su 15 – 20) che al momento dell’orgasmo scoppiano in lacrime.
Non c’è una risposta al tuo voler capire, perché già la domanda che associa il pianto al dolore, è sbagliata. Lei semplicemente piange, e va bene così. Non è né un pianto di vergogna, né di tristezze, come lei ti sta confermando; semmai si avvicina al pianto di gioia, benché non sia nemmeno esattamente questo. Potresti chiamarlo il “pianto dell’orgasmo”, il “pianto del piacere”, il “pianto della massima gioia”, oppure una “eiaculazione dagli occhi” (scusami il termine umoristico).
1. E’ tutto a posto. Per l’uomo può essere difficile da capire, ma per le donne l’orgasmo è più emozionale, e il pianto è una delle sue possibili manifestazioni. Altre donne scoppiano in una risata, altre sono pervase da ondate di forza, da lampi d’intuizioni, da sentimenti teneri. Tutte queste emozioni si equivalgono e il pianto è tanto autentico quanto e come qualsiasi altra.
2. Lasciala piangere, non associarlo a dolore…, rimani con il tuo piacere, lasciati toccare dai suoi sentimenti e ispirale in un abbraccio; un abbraccio forte, dolce, passionale, tenero o come ti pare. Se lei si lascia andare in modo spontaneo, lo puoi fare anche tu. Come maschio troverai altre forme, di abbandonarti al sommo piacere, come gemiti, urla, movimenti forti, espansioni energetiche… Ti puoi fidare del tuo corpo: ciò che viene spontaneamente, va benissimo.

Il mio orgasmo non mi piace

Carola: Sto leggendo il vostro interessante libro Tantra – La via dell’estasi sessuale. Mi piacerebbe sapere se farete dei corsi nella mia città. Vorrei inoltre chiedervi un consiglio su un mio problema. Raggiungo l’orgasmo solo accavallando le cosce e stringendo ripetutamente i muscoli delle gambe. Solo in questo modo, non ce n’è un altro. Riuscire a venire in questa modalità, non mi permette di riportarla nel rapporto di coppia. Può un esercizio tantrico, come per esempio il mula banda, risolvermi il problema?

Michaela: Ci sono diversi modi per raggiungere l’orgasmo. Da come lo descrivi hai trovato un modo che funziona per te e poi hai usato sempre questo solo modo, dal quale si è formata un’abitudine. Siccome il tuo modo che funziona è basato su una contrazione muscolare, in questo caso stringere le gambe ripetutamente, dubito che un esercizio basato sullo stringere il muscolo pubi-coccigeo possa risolverti il problema.
Prima di darti una risposta ho bisogno di qualche informazione in più:

  • Hai una relazione fissa? Se si, il tuo partner è disponibile a sperimentare con te?
  • Come mai lo stringere le gambe durante il rapporto sessuale è un problema?
  • Quali posizioni avete provato finora?
  • Come vivi la masturbazione: più rilassata o più tesa dell’atto sessuale?

Carola: Ho una relazione da circa un anno e mezzo, e penso che il mio partner sarebbe disposto a sperimentare. Non è che debba poi tanto accavallare le gambe, ma devo stringerle ripetutamente più volte ed in modo abbastanza energico. Abbiamo sperimentato posizioni diverse, ed in una nella quale io sono sdraiata sul fianco e lui è dietro di me sono anche riuscita ad incrociare le gambe come faccio di solito. Per ora niente.
Provare l’orgasmo da sola, per me, non è una masturbazione; è uno sfogo nervoso, mi scarico semplicemente, allento la tensione, lo facevo anche a scuola durante le interrogazioni. Anche stringendo le gambe durante il rapporto, ad ogni modo, sarei più io che provoco l’orgasmo anziché il mio compagno…..Non mi sento completa.

Michaela: Dalla tua descrizione mi sembra meno una questione di trovare “la tecnica giusta”, ma un tema molto più intimo ed emozionale che si sta cristallizzando intorno all’orgasmo: lasciarti andare fidandoti del tuo corpo, abbandonarti al tuo piacere. Direi che prima o poi dovrai intraprendere un percorso di crescita per risolverlo con noi o con un sessuologo. Perché lasciandoti andare di più incontrerai tutta una serie dei emozioni, fra le quali alcune non saranno piacevoli.
Il fatto che lamenti “sono più io a provocare l’orgasmo anziché mio compagno…. Non mi sento completa.” è assai diffuso tra le donne, anzi, è la normalità. Più della metà delle donne devono aggiungere un gesto attivo (masturbarsi il clitoride, fare certi movimenti, stringere le gambe, …….) per raggiungere l’orgasmo durante l’atto sessuale. La versione che “lui me lo procura” sembra essere più un mito che la realtà. L’arte sta nel rimanere ricettiva, aperta e rilassata anche quando divento attiva per arrivare al picco del piacere, senza entrare in tensioni rigide. Questa arte si può imparare, purtroppo non via e-mail.
Se prima di venire a un corso di tantra vuoi già fare qualcosa e preparare il terreno, puoi provare per un periodo di alcune settimane la rotazione del bacino (vedi nel libro Tantra p. 57) insieme a un respiro profondo nella pancia mentre fai l’amore. Durante questa rotazione è importante rilassare completamente la pancia nell’inspirazione e di lasciare emergere un suono spontaneo durante l’espirazione aaaahhhh… o ooooh, o come viene a te. Queste tre chiavi (respiro, suono e rotazione) ti aiuteranno a aumentare la carica energetica nel bacino, a sentirti di più nella zona pelvica, e a sentirti eccitata e rilassata in tutta la parte bassa del corpo. Le tensioni col tempo dovrebbero trasformarsi in una carica più piacevole, un qualcosa di nuovo. Se sorgono emozioni o tensioni o sentimenti teneri, non cacciarli via, ma da loro il benvenuto, accogli qualsiasi cosa scopri dentro di te, apriti a te stessa, anche in momenti difficili.
Durante l’atto sessuale continua in questo modo per un periodo che consideri piacevole, per arrivare poi all’orgasmo puoi sempre stringere le gambe o accarezzarti il clitoride o fare tutto ciò che ti aiuta a scaricare la carica. Informa il tuo compagno e digli di continuare nell’atto amoroso anche se tu improvvisamente ti mettessi a piangere, a picchiare il cuscino, a lasciarti andare o a fare altre cose che non hai mai fatto prima.

Non mi sono mai posta il problema dell’orgasmo, ma ora ho mille dubbi

Pamela: Adoro fare l’amore con il mio fidanzato, ma credo di non raggiungere l’orgasmo. Ho 26 anni ed è la seconda storia importante che sto vivendo. Con il mio ex non mi ero mai posta il problema di cosa fosse veramente l’orgasmo. Dato che mi piaceva, pensavo fosse tutto lì. Con il mio attuale, invece, mi sono posta un sacco di dubbi. Lui è dolcissimo e fa di tutto per farmi piacere e ci riesce, ma non in maniera netta. A me piace ogni secondo del nostro “atto d’amore” ma non ho il cosiddetto “apice”. Mi potreste aiutare per cortesia?

Michaela: Cara Pamela, per completare il quadro ti faccio alcune domande:

  1. Non conosci proprio l’orgasmo o lo hai solo raramente?
  2. Se non conosci proprio l’orgasmo, come te lo immagini?
  3. Arrivi all’orgasmo quando ti masturbi?
  4. Cosa ti eccita maggiormente quando fate l’amore? Metti queste cose anche in pratica?
  5. Quanto dura mediamente il vostro atto sessuale?

Pamela: ARispondo immediatamente ai tuoi quesiti:
1. Credo di non avere mai provato un orgasmo. Fino ad un anno e mezzo fa, fin tanto che stavo con il mio ex, non mi sono posta il problema, mi piaceva e basta.
Con il mio partner attuale invece sono nate mille domande. A volte mi prende in giro dicendomi che il mio clitoride è morto. In effetti non è sempre sensibile, anzi, lo è raramente. Anche in base alle sue esperienze precedenti con altre ragazze siamo giunti alla conclusione che io possa essere “vaginale”. Ma dai racconti di amiche non mi sembra di avere mai provato certe sensazioni. Eppure, ripeto, mi piace, mi sento in armonia, ma a questo punto non mi ritengo soddisfatta!
2. M’immagino l’orgasmo come un momento di piacere assoluto: il cuore ti batte forte, ti senti un tutt’uno con il tuo lui, insomma l’estasi! E poi, da quello che ho sentito dire, dovrei provare un po’ fastidio, ma ovviamente a me non succede. Mi sento confusa e se prima mi sono sempre sentita appagata ora inizio a dubitare.
3.Non mi masturbo, non mi capita di toccarmi, magari penso ad altro, non mi concentro sulla mia vulva.
4.Sembrerà sciocco ma mi eccitano le sensazioni di pelle. Per intenderci: adoro quando mi benda gli occhi. Credo che la vista rubi le sensazioni che gli altri sensi possono trasmettere. Mi piace non vederlo, mi piace ricevere inaspettatamente una carezza, uno sfioramento, un bacio, adoro l’odore della sua pelle, muoio quando mi sorprende!
5.Il nostro rapporto dura mediamente una mezz’oretta. So che non è lui il problema, lui cerca di capire e la cosa m’imbarazza perché ora mi sento “diversa”, quasi inferiore. Non ne ho mai parlato con nessuno, in un certo senso me ne vergogno. A volte mi viene persino da piangere quando sono sola.
Non capisco quale possa essere la causa. Spero possiate chiarirmi un po’ le idee.

Michaela: Per il momento ti posso dare alcuni consigli, le altre cose le vedremo all’incontro:

  1. Non prenderlo come una crisi, ma come una scoperta. Finora sei stata contenta della tua vita sessuale e come dici “non ti sei mai posta il problema”. Se da ora in poi ti avvii alla scoperta dell’orgasmo, ben venga: sarà qualcosa in più a quello che conosci già.
  2. Dì al tuo ragazzo di non prenderti in giro, la sessualità femminile è più variopinta e più complessa di quanto lui pensi. Non ti può proprio paragonare con le sue ex e trarre delle conclusioni affrettate. Addirittura, gli scienziati che hanno esaminato la sessualità di migliaia di donne, non sanno ancora tutto sui misteri femminili.
  3. Non fissarti su un concetto puramente mentale come “sono una vaginale”, ma esplora tutta la gamma che il tuo sesso ti offre. Per esempio puoi fare il massaggio al punto G per scoprire il piacere della vagina. Puoi iniziare anche a masturbarti per conto tuo, per poter vivere la “tua” sessualità senza essere influenzata dal partner; per scoprire quali movimenti, quali carezze ti danno più piacere; nel nostro libro TTantra. La via dell’estasi sessuale puoi trovare delle indicazioni.
  4. Ricordati in tutte le esplorazioni di respirare profondamente. Quando il respiro è trattenuto, anche la maggior frizione sul clitoride serve a poco.
  5. Sappi che il sesso per la maggior parte delle donne è una continua scoperta. A 26 anni è in un modo, a 30 sarà più ricco, non poche donne scoprono piaceri nuovi anche dopo i 40 anni!

L’unione estatica esiste, ma non si manifesta ogni volta che facciamo l’amore. Può avvenire spontaneamente, oppure con certe pratiche che, appunto, s’imparano nel tantra.

Una donna può godere anche senza arrivare all’orgasmo?

Claudia: Vorrei fare tante domande sui corsi, sulla meditazione e tutto il resto. Credo che prima leggerò il vostro libro Il punto G.
La cosa che mi ha colpita di più è il discorso sulla ritenzione dell’eiaculazione. Non ne avevo sentito mai parlare prima d’ora, ma mi chiedo se la stessa cosa può valere per una donna? Nel senso di provare un intenso piacere e di essere soddisfatta e beata senza individuare un momento preciso di un orgasmo.
Ho letto in un testo spirituale che la bellezza di tutto non sta nell’arrivare alla fine ma nel godersi il viaggio. A queste parole la mia mente si è illuminata di gioia, perché è esattamente quello che intendo: adoro fare l’amore, non arrivare alla fine… Mi chiedo se ha senso o se ho una chiusura verso il mio stesso orgasmo.

Elmar: Cara Claudia, si tratta di due piaceri diversi: il primo è quello di arrivare all’orgasmo inteso come esplosione energetica, nel quale ti godi il culmine e la soddisfazione dopo.
Il secondo piacere consiste nel lasciar fremere l’eccitazione di plateau per un periodo prolungato nel tuo corpo, e di espanderlo in tutta te stessa. Puoi sperimentare questo tipo di piacere durante una prolungata stimolazione del punto G, che dopo alcune volte ti lascia con un incredibile senso di espansione.
Ciò che hai letto in quel libro è un atteggiamento indicato per entrambi i modi, anche per il primo modo mirato a un orgasmo a forma di picco. Perché perdersi la bellezza del viaggio nel concentrarsi troppo sull’arrivo?
Notiamo che nella letteratura tantrica, sia quella tradizionale che quella del neotantra, si discute troppo sul “tipo giusto” di piacere. Noi siamo del parere che, chi uno sperimenti tutti i piaceri che esistono, per decidere dopo quale forma di piacere vorrebbe curare prevalentemente. Buona lettura e buoni esperimenti!


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