Domande frequenti

Tutta la giornata. Non prendete altri impegni per il periodo del corso, sono assai intensi e le pause servono per riflettere, per dialogare, per condividere con gli altri. Anche se la giornata tipo va dalle 8.00 di mattina fino alle 23.00 circa (con delle pause per i pasti) non si deve temere l'intensità; mettersi in gioco libera moltissima energia, perciò i partecipanti raramente lamentano di stancarsi, anzi rimangono ancora svegli a parlare, a incontrarsi, a massaggiarsi.

Inizieremo con una meditazione la mattina, ci saranno degli esercizi per rilassarci nel corpo, specificatamente nel bacino, un piccolo rituale tantrico, delle condivisioni per poter digerire mentalmente le emozioni vissute. Lavoriamo principalmente con le "4 chiavi per aumentare il piacere": consapevolezza corporea, respiro, movimento libero e suono.

Sì, il weekend è un introduttivo al tantra, un primo assaggio di varie tecniche psico-corporee e tantriche, fondamentalmente impariamo a percepire maggiormente il nostro corpo, come respira, come si muove, dove naturalmente va la nostra attenzione per indirizzarla di seguito sempre più all'interno verso l'anima o verso l'essenza propria invece che all'esterno. Detto così può suonare banale, ma se si traduce per esempio questo grado di consapevolezza nella relazione con il proprio compagno/a o nell'atto amoroso o nella meditazione, si scopre di poter provare delle sensazioni che non si credeva di avere.

Il training è composto da 10 corsi, della durata di 52 giorni complessivi. Lo puoi frequentare in due anni o suddividerlo in un periodo più lungo. I corsi si tengono a Baigno di Camugnano (Bologna), Taleggio (Bergamo), Casole d'Elsa (Siena), Gambulaga (Ferrara) e Pelago (Firenze).

Il training di tantra avanzato è composto da 7 corsi, per un totale di 42 giorni.

Per poter partecipare ad uno o più corsi del training avanzato devi aver partecipato ad almeno sette corsi del training base con noi o avere una formazione equivalente presso un altro Istituto.

Ti puoi iscrivere a qualunque corso tra i primi quattro (Ardore nel cuore, Comprendersi nel corpo, Intimità e carattere, Cerchio delle donne / degli uomini) senza averne fatti prima altri. Per partecipare invece ai successivi devi aver preso parte ad almeno uno dei primi quattro.

Tutti i corsi sono esperienziali e presuppongono la tua disponibilità a lavorare su te stesso. Rispecchiandoti impari dagli altri partecipanti e loro da te. Rimani sempre padrone della tua crescita personale e apri le porte verso gli strati del sé, in modo compatibile con la tua integrità corpo-mente. Se soffri di patologie cardiovascolari, di disturbi psichici od organici incompatibili con esercizi fisici o con forti emozioni devi evitare di iscriverti.

Nessuno vi obbligherà a dire qualcosa che non volete dire. Nei nostri corsi vige un principio che è sempre piaciuto a tutti: ognuno va fin dove si sente di andare, fa gli esercizi che si sente di fare, dice le cose che gli va di dire. Poi man mano che le persone si conoscono, diventa più facile confidarsi; durante il training nascono delle relazioni molto belle in questo senso, eppure anche lì ognuno definisce in qualsiasi momento cosa intende dire e a chi.

Al di là degli esercizi e dei contenuti dei singoli corsi, ci sono sempre i cosiddetti “tempi aperti”, momenti dove puoi esporre i tuoi obiettivi, temi, problemi, desideri… Anche se non fanno parte dell’argomento del corso. In modo personale esplorerai ciò che ti sta a cuore e riceverai supporto, analisi, consigli e metodi per risolverlo individualmente.

Il prezzo è inteso a persona e include il 22% di Iva, da pagarsi all’inizio del corso (preferibilmente in contanti o assegni) e non rimborsabile nel caso di un tuo ritiro. Se ripeti un corso, puoi partecipare pagando solo la metà, finché ci sono posti disponibili. Al prezzo del corso si aggiunge il costo della pensione completa.
Non ti chiediamo una caparra però esigiamo una tempestiva comunicazione in caso di una tua eventuale disdetta prima dell'inizio del corso.
Dopo l’iscrizione (che avviene compilando il form nella pagina del corso di tuo interesse) riceverai la conferma di partecipazione con indicati orari e indirizzo dell'albergo dove si svolge il corso. Se ti iscrivi come single riceverai la conferma di partecipazione non appena il numero degli iscritti sarà piuttosto bilanciato tra uomini e donne.

L’età media dei partecipanti è 30-50 anni, ma ci sono persone di tutte le età. Si iscrivono sia single che coppie. Gli esercizi che affrontiamo sono descritti nei libri e nel dvd, che è possibile acquistare in libreria o dal nostro sito.

In alcuni corsi ci si spoglia, in altri no, dipende dalla tematica. In ogni caso, né nei corsi introduttivi né durante il training si fa l'amore durante le sessioni di gruppo, perciò le interazioni fisiche si limitano a cose fattibili per ognuno, come massaggi e semplici esercizi.
Per il fatto di "spogliarsi" e per qualsiasi altro limite psichico o corporeo seguiamo un principio semplice: ognuno può stabilire il suo limite personale e andare fin dove si sente di andare, se per esempio un esercizio è troppo intenso, si fa soltanto in parte.

Sì. In ogni corso, di solito, circa la metà dei partecipanti sono single.

Si, una donna può partecipare da sola. Diverse donne hanno partecipato a tutto il training da sole, un anno full immersion dedicato a se stesse, alla propria femminilità, al proprio corpo, alle modalità di entrare in relazione, di vivere il piacere, di conoscersi.

Se vivi in una relazione stabile devi valutare tu il motivo principale che ti spinge a venire a un corso. Se vuoi approfondire la relazione con tuo marito / tua moglie conviene partecipare insieme, così condividerete le esperienze, conoscerete meglio i vostri meccanismi di difesa e sperimenterete nuovi modi per entrare in intimità. Questo può solo arricchire il vostro rapporto anche a casa. Se invece siete molto intrappolati in delle strategie distruttive, oppure se passate più tempo insieme di quanto vi fa bene può essere molto utile un periodo di distacco per ritrovare te stesso/a al di fuori della coppia.

Proprio in piena crisi un corso può essere una buona occasione, per due motivi. Quando uno è arrivato in fondo alla crisi:
1. sa che non può diventare peggiore
2. ha le strutture difensive indebolite ed è più aperto a comprendere anche quegli aspetti di se stesso che tende a negare in tempi normali, quando riesce bene a controllarsi.
Un percorso verso se stessi si può iniziare in qualsiasi momento, in tempi buoni come in tempi cattivi, perché entrambi fanno parte della vita.

Sia “Tantra - La via dell'estasi sessuale” sia “Tantra per due - Una guida per la felicità della coppia” sono adatti per entrare nell’argomento, per farsi un’idea prima di venire ad un corso. Si può iniziare con ciò che ispira di più. Ma non è indispensabile, ci sono molte persone che prima provano la pratica e poi approfondiscono la teoria sui libri. Le persone più mentali di solito prima leggono, poi valutano, e poi si iscrivono a un corso. Le persone più istintive ed emotive invece prima si tuffano direttamente nell'esperienza di un corso e poi rielaborano il vissuto sul piano mentale. Le persone visive preferiscono vedere sul video le lezioni di tantra e poi partecipare ad un corso. Non importa da che parte si inizi, è importante che alla fine ci si senta integri e soddisfatti. Tantra significa "strumento per espandere la coscienza". Espandere la coscienza è un atto che si può iniziare in qualsiasi momento della vita, non richiede preparazione, semplicemente ci si espande, si diventa più consapevoli, rilassati, aperti ai piaceri.

Non serve nulla di particolare, il tantra aiuta a vivere più intensamente la "normalità" piuttosto che a fare qualcosa di particolare. La cosa più importante da portare è la volontà di lavorare su se stessi, di mettersi in gioco, di conoscersi fino in fondo. Suggeriamo di avere con sè: una coperta, un cuscino sul quale sedersi comodamente, abiti leggeri che permettono di muoversi liberamente, carta e penna. Forniremo comunque indicazioni più puntuali al momento dell’iscrizione ad ogni singolo corso.

Durante i corsi nessuno deve fare qualcosa che non gli va di fare; in tutti gli esercizi ognuno è libero di andare fino al punto in cui si sente ancora bene. Chi si vuole spogliare si spoglierà, chi vuole restare vestito rimarrà vestito. Non si tratta di fare qualcosa o mostrasi in qualche modo, ma di comprendere e amare sempre più se stessi, perciò non è tanto importante cosa si fa, ma come ci si senti con quello che si fa.
In alcuni corsi come per esempio “Sessualità consapevole” stiamo per più tempo nudi che vestiti, in altri corsi come “I mostri interiori” non ci togliamo neanche la maglietta, ma "spogliamo l'anima". Comunque tutti corsi sono esperienziali e il vissuto corporeo è un argomento principale, con o senza vestiti.

Sì, se ti sembra opportuno fare un corso in un gruppo misto, vieni pure, noi accettiamo gay. Se vuoi fare le esperienze insieme a un altro uomo o a un’altra donna, dovrai portare un/a tuo/a amico/a, perché le persone gay che si iscrivono ai nostri corsi sono ancora poche. Ad ogni modo, di solito solo gli esercizi molto intimi si fanno in coppia, mentre quelli meno imbarazzanti con altri partecipanti del gruppo. Per esempio, tutti gli esercizi di comunicazione, di espressione di emozioni represse, ecc. si possono fare anche con degli sconosciuti, con un uomo come con una donna, con una persona omosessuale o una eterosessuale.

Puoi venire a tutti i corsi indistintamente, tutti sono ugualmente adatti sia per persone eterosessuali che per omosessuali. La comunicazione, le dinamiche affettive, la polarità maschile-femminile, le questioni come equilibrare l’intimità, il bilanciamento tra desiderio di fusione e desiderio di autonomia, le dinamiche di coppia, la figura dell’animus (l’uomo interiore) sono argomenti universali. Cambia la pratica sessuale e la preponderanza di certi sentimenti rispetto ad altri, ma queste due cose non sono fondamentali in un percorso di crescita interiore.

Sì. I nostri libri parlano spesso di "uomo e donna", ma basta cambiare il significato in "donna e donna" o “uomo e uomo”. Ai corsi vengono anche coppie omosessuali, le esperienze essenziali sono umane e non strettamente legate all'orientamento sessuale.

Tendenzialmente, durante i corsi, vengono amplificati i temi che la coppia vive nella realtà attuale, portando in superficie le dinamiche affettive sommerse. Viene semplicemente portato alla coscienza ciò che c'è già. Non viene indotto nulla. Per una coppia potrebbe essere l'apertura, per un'altra il rinsaldare i legami, per una terza l'elaborazione di un conflitto che covano da anni, per un'altra il ritrovo di una nuova intimità.
Aprire la coppia non è necessariamente il contrario del rinsaldare legami esistenti. Questi due potrebbero essere pure complementari.

No, vivere in monogamia o in coppia aperta è una scelta che ogni coppia fa a monte. La coppia aperta non è una tappa obbligatoria sul percorso tantrico. La maggior parte delle coppie che frequentano i nostri corsi preferiscono condividere i momenti intimi e sessuali esclusivamente tra di loro.

I nostri corsi focalizzano sul rapporto con il proprio corpo includendo le tematiche del piacere in generale e del piacere sessuale in particolare. Se il disturbo alimentare è causato da fattori organici, ormonali ecc. invitiamo ad intraprendere una cura medica, se invece è causato specificamente da un disturbo del piacere o dal cattivo rapporto con il proprio corpo, un corso di tantra può essere di aiuto. Ma anche in tal caso è da considerare che l'effetto sarebbe secondario, in quanto l'obiettivo del tantra non è né "la figura", né l'alimentazione, ma estendere la propria consapevolezza al proprio corpo e ai suoi piaceri.

Sì, il tantra può aiutare a risolvere l'eiaculazione precoce e ad allungare i tempi. Di solito i nostri clienti in 3-4 mesi si trovano molto soddisfatti. Nel nostro libro Tantra per due edito da Mondadori, ci sono indicazioni ben precise.

Durante il weekend introduttivo si fa anche un massaggio. Ma non si tratta di "sottoporsi a un trattamento", bensì di fare un massaggio a un/a partecipante e ricevere uno da lui/lei. Lo scopo nei nostri corsi non è di sollevare da una tensione attuale, ma di imparare dei metodi (tra cui il massaggio) che potranno essere usati nell’attuale o futura relazione. Ovviamente tutti massaggi che si imparano durante i corsi hanno un’impronta tantrica, ma non ci piace quel senso di limitatezza di alcuni operatori improvvisati che chiamano il loro massaggio tantrico, solo per dargli un nome più esoterico. In altre parole: se vuoi sdraiarti su un lettino per essere massaggiato, puoi trovare questo servizio in un centro estetico. Se invece sei interessato a una ricerca con anima e corpo, sei benvenuto ai nostri corsi, nei quali il massaggio copre una piccola parte del programma.

Dopo il percorso personale, cioè il training di tantra, che dura 2 anni, si aggiunge circa 1 anno per la formazione metodologica in counseling e l’assistenza supervisionata.
Il monte orario totale di formazione counseling è di 975 ore.

Il training di tantra costituisce il percorso personale della formazione in counseling, durante il quale si lavorerà sulla propria persona nei primi due anni. Successivamente si può accedere ai metodi del counseling, durante il terzo anno. Questi ultimi non sono legati al tantra, ma sono metodi che si possono usare in qualsiasi contesto di counseling relazionale. Alla formazione partecipano medici, psicoterapeuti, insegnanti, manager, e chiunque desideri usare i metodi acquisiti nelle loro professioni.

I corsi sono residenziali e prevalentemente esperienziali, con molte esercitazioni pratiche, supportate da sessioni dimostrative e da interventi di counseling individuale.
Il ritmo è piuttosto intenso e l’orario di una giornata tipo è composto da:

08:00 – 09:00 Conduzione di una meditazione con feedback
10:30 – 13:30 Sessione: esercizi per corpo-mente-emozioni in diade o triade
15:30 – 20:30 Sessione: dimostrazioni in gruppo, teoria, sessioni individuali
22:00 – 23:00 Sessione serale: condivisione, pratiche di completamento

Nel 1937 alla Duke University negli Stati Uniti venne tenuto il primo corso in couple counseling. Il concetto di counseling si diffuse poi negli anni ’40 dopo le pubblicazioni di Carl Rogers e Rollo May con l’intenzione di assicurare un riconoscimento professionale a tutti coloro che svolgono un’attività che esige una buona conoscenza della personalità umana. Nel 1943 venne pubblicato il primo manuale di counseling per gli assistenti sociali. Approdando in Europa il counseling prese piede prima di tutto in Gran Bretagna negli anni ’70 e si espanse negli anni ’90 anche verso gli altri stati europei.

Come il mondo politico è suddiviso in una marea di partiti e partitini, così pure il piccolo mondo di una professione appena nata è caratterizzato da un’estrema frammentazione: in 15 anni di storia si sono formate 6 maggiori associazioni di counselling e alcune associazioni minori.
La maggior parte di loro è nata da una scuola o da un gruppo di scuole di counseling e tuttora solo alcune sono delle vere e proprie associazioni professionali. Mentre in alcune è palesemente visibile che proteggono gli interessi di una piccola lobby, altre sono aperte a tutti i counselors. Allora chi vuole diventare counselor e cerca un orientamento, rimane confuso, perché queste associazioni concordano sì su alcuni punti essenziali, ma adottano criteri diversi nell’ammissione dei soci, nella durata delle formazioni, nei criteri di valutazione o nell’accreditamento delle scuole.

In questo panorama assai eterogeneo, attualmente notiamo due grandi tendenze nelle attività delle associazioni: la prima è il lobbying presso il parlamento e il governo, perché il counselor venga riconosciuto come professione e regolamentato istituzionalmente. La seconda consiste nel consolidare la figura professionale del counselor nella società e sul mercato.

Con il D. lgs. 261 del 9 nov. 2007, che recepisce la Direttiva Comunitaria 2005/36/CE sulle qualifiche professionali, l’Italia ha raggiunto con un po’ di ritardo gli altri paesi europei che avevano installato le cosiddette piattaforme europee per riformare le professioni. La novità di questa legge è che lo Stato non riconosce le libere professioni (escluse quelle già organizzate in albi) come tali, ma riconosce le associazioni professionali che a loro volta definiscono le professioni, le formazioni, l’aggiornamento, il codice deontologico, ecc. Questo principio dà più elasticità alle nuove professioni ed evita che si possa incrostare in una specie di “albo” come era successo ad altre, che al danno del consumatore si sono arroccate in un sistema di regole inteso alla loro tutela, definendo addirittura i prezzi minimi sul mercato.
Questo principio è stato concretizzato nella Legge 4 del 2013 che attualmente disciplina le libere professioni, tra cui il counseling.
Per avere un quadro sul counseling in Italia da una fonte indipendente dall’appartenenza a un’associazione professionale, puoi vedere il sito www.counselingitalia.it

Con la liberalizzazione del mercato dei servizi, l’Unione Europea nel 2006 inizia a sintonizzare le varie legislazioni nazionali delle libere professioni con uno standard europeo.
In quest’ottica vale la pena vedere come è organizzato il counseling anche in altri paesi europei:

  • In Gran Bretagna i counselors e gli psicoterapeuti sono uniti in un’unica associazione, la BACP (British Assiciation for Counselling and Psychotherapy) che conta 7.000 membri.
    In Irlanda la analoga IACP conta 2.500 associati.
  • La NAC nei Paesi Bassi e la GAC in Grecia includono solo counselors.
  • In Germania i counselors, coaches e i supervisori si stanno unendo su scala nazionale, il loro movimento è meno forte, perché molti in passato si sono sistemati professionalmente come “Heilpraktiker für Psychotherapie”.
  • In Austria il counseling è regolamentato dalla legge federale. Esiste un albo professionale al quale sono iscritti circa 1.500 “Lebensberater” (il termine austriaco per counselor). Anche noi, Elmar e Michaela, ne facciamo parte.
  • In gran parte degli altri paesi, come in Italia, i counselors sono liberi professionisti che, per motivi formativi e per garantire la qualità professionale, fanno parte di associazioni di counseling.
  • In diversi paesi europei le università stanno introducendo corsi di counseling sotto forma di master o di corsi di specializzazione. Spesso, purtroppo, insegnano molta teoria del counseling a scapito dell’esercitazione pratica e sottovalutando il percorso personale.
  • Alcune scuole di counseling si riferiscono allo “standard EAC” (European Association of Counselling). L’EAC nel 1991 ha definito uno standard stabilendo dei criteri per il monte ore e i metodi impegnati nella formazione come per la condotta etica dei counselors.

In considerazione di questa situazione politica e culturale e consapevoli del fatto che è più facile proporre una formazione quando si appartiene a un organizzazione più grande che raccoglie diverse scuole, tra le varie associazioni di counseling esistenti in Italia abbiamo scelto l'ACP (Associazione dei Counselor Professionisti) che riconosce l’Istituto Maithuna srl per la formazione in counseling ad indirizzo relazionale.
Inoltre il nostro corso di formazione in counseling è conforme al 1° livello dello standard EAC (European Association for Counselling), estendibile al 2° livello dopo un certo periodo di pratica professionale supervisionata.

Sì, al di là del target più stretto, sentiamo spesso dai nostri allievi che approfittano dei corsi, non perché i metodi insegnati siano specifici per la loro professione, ma perché imparano a comunicare meglio con i clienti e i collaboratori, a essere più in pace con se stessi al lavoro, a de-frammentare velocemente quando sono in crisi, a essere connessi con il proprio sé e i desideri profondi mentre sono in contatto con la gente.

Perciò puoi prendere in considerazione:

  • se fai il venditore non impari tecniche persuasive, ma a essere più coerente nel tuo linguaggio corporeo e a osservare come i clienti risponderanno di conseguenza
  • se sei mamma, non impari a educare i tuoi figli, ma a educare te stessa sul piano affettivo, per scoprire che l’educazione dei figli poi va quasi da sola
  • se dirigi un impresa o un’organizzazione, non impari la gestione nel senso tecnico, ma a impostare le tue scelte aziendali rispetto a ciò che vuoi veramente dalla vita
  • se sei un manager o impiegato con certe responsabilità non impari a manipolare i tuoi collaboratori ma a dirigerli relazionandoti più intensamente con loro
  • se fai l’avvocato non impari la retorica per brillare in aula, ma a essere più empatico con i tuoi clienti senza identificarti con i loro problemi e a consigliarli anche sul piano umano.

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